il problema attuale non è più la lotta della democrazia contro il fascismo ma quello del fascismo nella democrazia (G. Galletta)

Amicus Plato, sed magis amica veritas



martedì 31 marzo 2009

APPELLO URGENTE

Oggetto: CON PREGHIERA DI DIVULGAZIONE

“ FATE PASSARE LA CAROVANA DI MUSIC FOR PEACE…
IL MESSAGGIO DI PACE NON DEVE ESSERE FERMATO”
Questa è la frase che chiediamo sia inoltrata da TUTTI ai seguenti indirizzi mail:
amb-sec@roma.mfa.gov.it
ambegitto@yahoo.com
ambasciata.cairo@esteri.it
stampa.telaviv@esteri.it
consolato.telaviv@esteri.it
antonio.bettanini@esteri.it

in questo modo raccogliamo l’appello, andato in onda su “Striscia la Notizia”, dei 4 ragazzi di Music for Peace che da 16 giorni sono bloccati sul border ad Rafah.



cliccando sul logo di Music for peace vai al report giornaliero della missione per Gaza

lunedì 30 marzo 2009

Padri e Figli



dedicato ad Andrea

Alcuni giorni fa su invito di uno studente di scienza della formazione ho partecipato ad un incontro all’università tra gli studenti e Camilo Guevara, figlio più giovane di Ernesto Che Guevara.
Argomento della discussione era Cuba, Cuba e la crisi, Cuba e i diritti civili, l’embargo, sistema sanitario, campagna di alfabetizzazzione ecc. ecc.
Camilo a Cuba è funzionario della fondazione che porta il nome del padre, e agli studenti ha voluto precisare che avrebbe risposto molto volentieri alle domande che gli sarebbero state poste e precisava che lui era avvocato ma non aveva una specializzazione su un argomento in particolare.Le sue risposte erano quindi da ritenersi le risposte di un cittadino cubano medio.
Prima del botta e risposta con gli studenti Camilo aveva rifiutato qualsiasi intervista e chiesto che i fotografi si allontanassero.
Confesso che dopo alcuni minuti in cui ho ricercato sguardi, espressioni, modi di porsi che potevano ricordare la figura di Che Guevara, mi sono lievitate riflessioni inquietanti sul significato di essere figli “di…”
Sarebbero intervenuti la stampa e i fotografi per documentare il botta e risposta tra un anonimo funzionario di una fondazione cubana e gli studenti di scienze della formazione?
Abbiamo la sensazione che significato può avere non vivere la propria vita in quanto capacità, fisicità, pensiero in quanto tu, sei ancor prima di essere tu, il figlio “di.”.., e, più il padre ha inciso nella storia di altri uomini e più sentirai dire che sta arrivando il figlio “di..” che parli tale e quale come tuo padre, che hai lo stesso tic del padre, che …….
Ho provato un gran senso di solidarietà nei confronti di questa persona, ho pensato alla fortuna di mio figlio che vivrà la sua vita in quanto lui,e pensieri su come sono, o più tardi possibile ero, apparterranno solo a una cerchia molto ristretta che non penserà mai alle differenze o similitudini tra me e mio figlio.
In bocca al lupo Camilo.

Ps. La foto è del padre dell’indipendenza cubana., Josè Martì


BUON COMPLEANNO INGRAO



Un grazie al compagno Ingrao per il suo continuo contributo nel dibattito sulla Sinistra italiana.
intervista all'Unità di sabato 28 marzo 2009

giovedì 26 marzo 2009

La nostra rivoluzione

…Gli ultimi 3 post sono assolutamente legati tra loro. Sono anche legati anche ai post a puntate di Gap sulle elezioni e sul programma elettorale.
La provocazione che vorrei lanciare è senza dubbio ambiziosa e provo a proporla:
l’ambiente in cui viviamo è fondamentale per la nostra crescita non soltanto fisica ma anche intellettuale. Grandi opere che ci vengono reclamizzate come risolutive rispetto a questo o quel problema, nella realtà causano grossi problemi attentando alla stessa socializzazione nei quartieri, creando delle vere e proprie sacche di disagio. I risultati di queste operazioni spesso producono situazioni paragonabili alle riserve indiane dove intere comunità perdono la propria identità sociale e troppo spesso si lascia campo libero alla devianza per poi scoprire che abbiamo dei nuovi mostri alla fabbisogna del governo di turno.
Enrico Berlinguer con una straordinaria lucidità vede in anni molto particolari quei pericoli che intere generazioni politiche successive a lui non hanno saputo neanche ipotizzare nonostante che processi perversi rendeva evidente come il meccanismo ridistribuivo non funzionava più e chi aveva le risorse ne avrebbe avute sempre più mentre chi apparteneva a quei ceti medio bassi e bassi erano destinati ad un impoverimento sempre più progressivo.
Gap proponeva alcuni punti di un programma elettorale, siamo consapevoli che a sinistra chiunque presenti un qualche cosa non può prescindere dal rapportarsi con le tematiche della produzione e del consumo? Al di fuori di una inutile politica dei No che ha disegnato negli anni passati una sinistra protestataria come vorremmo noi questa progettualità? Avremo la capacità di educarci, noi per primi, ad una politica del consumo consapevole.
Il quesito lo pongo a sinistra in quanto il “partito del cemento” e delle lobby produttrici di “consumi ad ogni costo” è assolutamente trasversale ma i più colpiti sono, per ricordare nuovamente Gap, gli ultimi.
Forse la nostra rivoluzione potrebbe iniziare proprio da qui.


domenica 22 marzo 2009

LUNGIMIRANZA

Per noi l'austerità è il mezzo per contrastare alle radici e porre le basi del superamento di un sistema che è entrato in una crisi strutturale e di fondo, di quel sistema i cui caratteri distintivi sono lo spreco e lo sperpero, l’esaltazione di particolarismi e dell'individualismo più sfrenati, del consumismo più dissennato. L'austerità significa rigore, efficienza, serietà, e giustizia; cioè il contrario di tutto ciò che abbiamo conosciuto e pagato finora, e che ci ha portato alla crisi gravissima che oggi si manifesta in tutta la sua drammatica portata.

E.BERLINGUER


venerdì 20 marzo 2009

Sinistra e Sostenibilità


In Liguria fino dall’antichità i rapporti economici, linguistici e più in generale culturali anziche svilupparsi lungo il percorso della costa , da ponente a levante, aveva trovato la via preferenziale perpendicolare al mare, da sud a nord o viceversa, e questo era dovuto al fatto che i commerci venivano sviluppati soprattutto attraverso le vie del sale che risalivano gli Appennini per poi trovare l’apertura verso la valle Padana.. Non è casuale che tra località contigue della costa in Liguria lo stesso dialetto presenti caratteristiche diverse.
Una scarsa sensibilità ambientale e la rincorsa del boom economico ha fatto si che che negli anni 60 del secolo scorso fossero compiuti nella suddetta regione dei veri e propri stupri ambientali di cui uno dei più evidenti è ,caso abbastanza unico, l’attraversamento di una importante e popolosa parte della città di Genova dell’autostrada.


In questo attraversamento cittadino transitano , oltre le brevi percorrenze, i traffici su gomma di quattro autostrade: due dal Nord (area piemontese e area lombarda) e due che provengono rispettivamente da sud e dalla vicina Francia con l’ovvia intersecazione tra le quattro. Al traffico di transito bisogna ricordare quello finalizzato ai traffici portuali, sia quello di tipo squisitamente commerciale (container), quindi VTE nell’estremo ponente genovese sia quello un po’ misto passeggeri/commerciale al centro di Genova in corrispondenza del casello autostradale di Genova ovest.
I tempi e le necessità dagli anni 60 sono inevitabilmente mutati e la necessità di intervenire per cercare di razionalizzare il trasporto che arriva e parte da Genova e nella città stessa è a livelli di emergenza..
Dalle considerazioni suddette scaturisce la proposta di Gronda del ponente che consiste sostanzialmente in un raddoppio autostradale (per le 3 proposte basse e vicine all’attuale percorso autostradale) e una leggera deviazione (per poi irrompere in alcuni quartieri densamente abitati) per le altre due soluzioni.
I tempi previsti per la costruzione dell’opera sono indicativamente 7 –8 anni.
In realtà a quest’opera infrastrutturale se ne sommano sulla stessa area cittadina altre, quali terzo valico, la realizzazione del polo degli Erzelli (opera faraonica che consentirà dalla Corsica di individuare rapidamente dove si trova Sestri ponente) la definizione e costruzione del così detto ospedale del ponente, un eventuale nuovo stadio sempre ipotizzato in quel di Sestri ponente e spostamenti di depuratori nati vecchi oltre venti anni fa. Credo di non dire una idiozia se parlo di cantierizzazione dell’area del ponente verosimilmente per 15 anni.

Non voglio entrare nel merito del dibattito che è in corso in questi giorni sulla “gronda” anche se coinvolge molte persone a rischio di esproprio e di ricollocazione in altro luogo e molte più persone al disagio di cantieri o strade di cantierizzazione sotto casa. Però un quesito lo voglio porre con non poca angoscia:
E’ questo il modello di città vivibile che vogliamo?
Per essere anche estremamente chiari rispetto a chi può pensare che la capacità sia solo di dire “No” non sarebbe molto più opportuno approntare opere che migliorino la mobilità pubblica, come l’estensione della metropolitana “di superficie” sia a ponente sia in val polcevera?
Prima di pensare alle strade che portano al Porto non sarebbe il caso di pensare di risolvere i problemi di accessibilità al porto dei mezzi stessi?
Non sarebbe il caso di approntare opere che incentivino il traffico pesante su rotaia con zone di scambio magari dislocate oltre Appennino?
Concludo ritornando al preambolo iniziale che aveva un suo scopo preciso.
Ma se il traffico per cui si vuole fare un’opera come la gronda è soprattutto per i traffici commerciali che c’azzecca un percorso che va da levante a ponente e viceversa rispetto a quelli che da ormai secoli sono percorsi da nord a sud e viceversa?








questo è il filmato ufficiale della presentazione dell'opera e del dibattito pubblico.


inserisco per chi fosse interessato ad approfondire un po' l'argomento alcuni link


dal sito di Autostrade spa


c'era chi benediceva i moschetti e chi oggi benedice il cemento...armato


interventi di forse politiche

qualche numero dai quotidiani

Altre opere (Erzelli)

sabato 14 marzo 2009

I BLOG NON CHIUDERANNO

Dopo una attenta riflessione sono arrivato alla conclusione che i blog non verranno chiusi e la ragione a mio parere è evidente.
Se prendiamo in esame anche solo che l’ultimo periodo, ci rendiamo conto che i post più gettonati in assoluto sono quelli che parlano di Berlusconi.
Non passa settimana che non ci sia qualche uscita estemporanea che gia fa discutere, l’inevitabile smentita successiva propone imponenti poi tavole rotonde.
Berlusconi è sempre il Big della notizia, sia che sia notizia di destra che di sinistra. Nella cultura dell’apparire piuttosto che dell’essere o dei contenuti il cavaliere ne esce vincitore, ininfluente che se ne sia parlato bene o male, l’importante è averne parlato.
Il fatto poi che molti post siano l’eco degli sproloqui di Berlusconi con le ragioni più ammirevoli ed encomiabili per una fede sicuramente rivolta a sinistra non attenua che rispetto ai problemi reali, immediati e gravissimi avvenga una distrazione che comunque non consente non tanto di emancipare ma almeno a rendere un po più elastico il pensare. Il pensare di politica, il pensare possibilmente a sinistra visto che anche se in questo contesto politico, come gia rilevato in altri post, i contenuti languono ma i valori rimangono comunque quelli che gia conosciamo provenienti dalla nostra storia.
Ben lungi da me affermare che la politica la si fa in rete, ma, mio chiodo fisso fin dall’apertura del Blog fu che un po di cultura di sinistra è possibile farla.
Non è che parlando o del naso o dei capelli di Berlusconi che ci sarà la possibilità di fare cadere il governo. E’ necessario che ci reimpossessiamo di quella capacità critica che ci permetteva di parlare di politica scientemente e altrettanto scientemente condividere o no posizioni , che comunque ci portavano ad affrontare temi di politica nazionale e internazionale che ci permetterebbero oggi di parlare della crisi che ci attanaglia e parlare di quelle misure che potrebbero forse dare delle risposte ai lavoratori sia precari sia no.
Il peso che comunque potremo avere come blog rimane comunque relativo se poi non ci rapportassimo con i partiti della sinistra, e se in ogni caso fossero al di sotto delle aspettative il nostro compito sarebbe per l’appunto di creare le condizioni attraverso il confronto e il dialogo per una sintesi che sia una proposta organica non soltanto contro Berlusconi ma soprattutto per quello che è il nostro progetto sociale di relazione tra diversi, di proposte concrete per una risposta alla crisi voluta dal capitalismo finanziario, per cercare di annullare quelle disuguaglianze che fanno si che pochi possano detenere l’intera ricchezza del mondo mentre molti vivono ben al di sotto di qualsiasi soglia di povertà.
Sono rimasto un po disorientato nel vedere che molta gente ha visitato i miei ultimi post che trattavano l’assemblea di Firenze come del resto i post di gap che trattavano il tema delle elezioni e i commenti che ci sono stati sono quelli sempre apprezzati ma dei soliti noti e comunque di numero sempre più esiguo.
Se crediamo che sia necessario un cambiamento i conti con quel tipo di ragionamenti va fatto, potrà essere anche noisoso e stucchevole in certi momenti ma il filtro delle organizzazioni di partito è inevitabile, siano quelle esistenti che l’eventualità di nuove.
Non voglio ululare alla luna, ma come le mandrie di bisonti voglio trasformare i territori su cui transito e a diversità dei bisonti non ho intenzione di farmi sterminare.


giovedì 12 marzo 2009

Appello per una lista unica della sinistra alle elezioni europee

L'assemblea di Firenze dell'appello "Per una lista unica della sinistra" alle elezioni europee chiede una "moratoria" sulla liste della sinistra e propone due Forum sulla crisi dell'economia e della democrazia 250 persone hanno partecipato sabato 7 marzo a Firenze, alla Casa del popolo di San Bartolo a Cintoia, all'assemblea promossa dall'appello "Per una lista unica della sinistra" alle elezioni europee. Rispondendo all'invito, diversi rappresentanti delle forze politiche hanno partecipato all'incontro - Maurizio Acerbo per Rifondazione comunista, Fabio Roggiolani per i Verdi, Arturo Scotto per Sinistra democratica, Nichi Vendola per il Movimento per la sinistra, , insieme ad altri esponenti politici.La richiesta - sottoscritta finora da oltre 2000 persone - di una lista unica alle elezioni europee è stata sostanzialmente respinta dai responsabili dei partiti e delle forze della sinistra, che hanno ribadito la diversità dei progetti politici in campo. Ma la richiesta di unità è stata lanciata con ancora maggior forza dalle esperienze di tutta Italia presenti a Firenze, che esprimevano pratiche di lavoro unitario nella società civile e hanno dato vita a una discussione appassionata e costruttiva per far uscire i partiti della sinistra da una sterile autoreferenzialità.A conclusione della giornata, i promotori hanno proposto di inviare una nuova lettera, spedita oggi, a tutti i responsabili dei partiti e delle forze della sinistra per chiedere una "moratoria" di una settimana sulle decisioni relative alle liste. Un ultimo, pressante appello al senso di responsabilità per evitare i rischi dell'astensionismo, della mancata rappresentanza della sinistra a Strasburgo in presenza dello sbarramento del 4%, di un'ulteriore deriva conflittuale della politica italiana.Si è deciso di tenere aperto il sito www.perleeuropee.wordpress.com come spazio di discussione unitaria, aperto ai contributi di tutti, e di sollecitare il quotidiano "il manifesto" - che ha aperto il dibattito sulla proposta di lista unitaria - a continuare in questo impegno.Le esperienze che si sono incontrate all'assemblea di Firenze hanno confermato che il lavoro comune - nelle associazioni, nel sindacato, nei comitati locali, nelle scuole e università, nelle campagne dei movimenti - continuerà come in passato, costruendo dal basso una nuova politica per la sinistra. Per dare visibilità politica a questo lavoro comune, e per dare concretezza e contenuti alla discussione e ai programmi per le elezioni europee, i promotori hanno proposto di tenere due Forum - incontri promossi da una varietà di associazioni, campagne della società civile, sindacati, comitati locali - sui due temi centrali della politica italiana ed europea di oggi, in cui coinvolgere i partiti e le forze politiche della sinistra:
- Forum sulla crisi: economia, lavoro, società, ambiente, energia
- Forum sulla democrazia: rappresentanza, partecipazione, diritti, legalità
La possibilità di organizzare i due appuntamenti prima delle elezioni europee sarà verificata nei prossimi giorni con un ampio arco di interlocutori coinvolti.
Alcune disponibilità di città ad organizzare le iniziative sono già state manifestate. Invitiamo tutti i gruppi locali e a esprimere il loro interesse e impegno su queste proposte, utilizzando il sito e l'indirizzo mail perleeuropee@gmail.com

martedì 10 marzo 2009

COL PESSIMISMO DELLA RAGIONE E L'OTTIMISMO DELLA VOLONTA'


Questo post vuole essere un report di ciò che è successo a Firenze il 7 marzo nella Casa del Popolo di san Bartolo a Cintoia, dove in circa 250 ci siamo riuniti con l’intento di chiedere ai partiti, movimenti, associazioni di sinistra di fare un passo indietro rispetto a confezionamenti di o nuovi cartelli elettorali, o liste fortemente identitarie per la competizione elettorale europea.
Per ragioni di tempo e spazio, visto che c’è qualcuno più bravo di me a scrivere, eviterò miei sproloqui e vi rimando agli articoli del Manifesto in modo che i lettori potranno se interessati approfondire.

di Matteo Bartocci - EX ARCOBALENO Divisi a sinistra, processo ai partiti

IL SIMBOLO - L'accordo è fatto Il notaio aspetta Vendola e gli altri
.
Resoconto registrato dell'assemblea

Il fatto di aver fatto ricorso ai link è anche perchè ho bisogno di un po di tempo per sbollire le delusioni (assolutamente previste considerando la dirigenza politica di questa Sinistra) ed evitare quindi di farsi prendere la mano da una passionalità di disperazione e recuperare la calma lucida per affrontare il "che fare" rimboccandosi le maniche "col pessimismo della ragione e l'ottimismo della volontà"

ps. Invito a leggere anche gli altri articoli presenti a pagina 6 del Manifesto che anche se non parlano dell'assemblea di Firenze offrono comunque un quadro ampio del dibattito che si sta sviluppando nella Sinistra italiana.



immagini tratte da "Terra e Libertà" di Ken Loach, tratto dal libro di Orwell "Omaggio alla Catalogna". Libro e film che parlano alla Sinistra evidenziando la forza ideale, gli errori, e le conseguenze per la sinistra e non solo.

venerdì 6 marzo 2009

GAZA E' SEMPRE UN NOSTRO OBBIETTIVO

Intervista telefonica di Aprile a Flavio Lotti ieri sera 5 marzo 2009

Qual è la situazione al check point di Eretz?
Lo abbiamo lasciato da un'ora circa. Ora siamo a Tel Aviv per incontrarci con l'Associazione israeliana dei medici per i diritti umani, poi ci incontreremo con l'ambasciatore italiano.
Non siete riusciti ad entrare neanche oggi. Qual è stato l'iter burocratico che avete seguito come delegazione per ottenere le autorizzaioni?
Dal 17 febbraio abbiamo chiesto l'autorizzazione ad entrare nella Striscia tramite il consolato a Gerusalemme, che ci è stata prima concessa e poi negata. Il 26 febbraio abbiamo ricevuto l'ok da Israele, ma il giorno dopo ci è stato riferito che la pratica non era stata completata perché non c'era il coordinamento - le autorità israeliane non oppongono mai formalmente un secco diniego - e che quindi non si poteva procedere. E benché ieri il consolato di Gerusalemme e l'ambasciata italiana a Tel Aviv - da noi sollecitata in aggiunta - si siano epressi ottimisticamente circa uno sblocco della situazione, oggi ci siamo trovati per la terza volta nella impossibilità di varcare il confine con la Striscia.
Quali sono a tuo avviso le motivazioni per questo diniego?
Fondamentalmente ci sono due elementi. Il primo è di carattere generale, tutti gli aiuti umanitari e gli operatori che arrivano al valico vengono sottoposti a durissime restrizioni. Stamattina solo una trentina o poco più di persone sono riuscite a passare, si è trattato di rappresentanti dell'Onu e della Croce Rossa e pochi altri tra cui una quindicina di amministratori locali francesi presentatisi con il console in appoggio diretto; anche una delegazione spagnola è riuscita a passare su auto blindate del consolato.
Dunque un appoggio ufficiale diretto avrebbe fatto la differenza?
Se fossimo stati accompagnati avremmo avuto una chance in più, ma il problema vero - e qui vengo al secondo elemento - è di natura politica, perché ci vogliono 8 giorni lavorativi per espletare le formalità, così come dichiarato dalle stesse autorità israeliane. Il problema grave è che la nostra non è una delegazione di volontari che si muovono a titolo personale, ma la rappresentanza di una rete di organismi che ci ha incaricato di definire un piano concreto di aiuti per la popolazione, e non di stipulare la pace con Hamas.
Siamo qui per lo stesso motivo per il quale il nostro governo ha promesso di stanziare 100 milioni di dollari.
Quali notizie vi arrivano dalla Striscia?
La guerra non è mai finita, si è solo attenuato il carico di bombe sulla testa della popolazione. Continuano a sentirsi colpi di cannone sparati quasi tutti i giorni, inclusa stamattina. Ieri l'aviazione israeliana ha portato a segno due omicidi mirati di esponenti della jihad islamica. Le incursioni continuano lungo il confine segnato dal valico di Rafah e ancora mancano tutti i beni fondamentali, non c'è pasta né cibi della tradizione palestinese e perfino i ceci sono stati messi al bando fino a pochi giorni fa, mentre le derrate alimentari dell'Onu non possono entrare se non a microdosi giornaliere.
Data la situazione, quali prospettive si delineano per l'immediato futuro?
Prospettive terribili se l'Europa e il mondo non chiedono ad Israele di aprire i valichi e non si spendono per la ripresa del negoziato di pace; prospettive terribili se gli stessi governi che promettono 4 miliardi di dollari non fanno nulla per cercare di mettere fine al conflitto.
C'è qualcosa che vuoi dire ai politici italiani?
Lancio un appello ad agire insieme e ad assumerci la responsabiltà di rendere più concreta e efficace l'azione del nostro paese; perché ci si muova per un aiuto umanitario immediato facendo pressione sulle autorità israeliane in modo che non vi siano più intoppi come quello a cui siamo andati incontro noi come delegazione. Sul piano politico, per aiutare i palestinesi nel processo di riconciliazione nazionale e rimettere sul tavolo quelle scelte che possono consentire alle parti di rientrare nella pace, non senza l'intervento dell'Italia, dell'Europa e della comunità internazionale: non si può favorire una delle parti, ma mediare. Oggi si sta lavorando per preparare la prossima guerra, perche ciò che sta accadendo fa aumentare la rabbia, la frustrazione e l'estremismo.
ps. sono in partenza per l'assemblea di firenze per la lista unitaria della sinistra per le europee esterna alle segreterie dei partiti. Compatibilmente con le connessioni cercherò di tenere aggiornato il blog.

mercoledì 4 marzo 2009

Posso essere sconfitto, ma vinto mai.

…Se facessi finta di rimanere sorpreso sarei più falso dell’atto di vendita del Colosseo, in realtà c’era chi me lo aveva comunicato con qualche giorno d’anticipo e ho sperato fino all’ultimo in un ripensamento, un rinsavimento, un atto di dignità ; purtroppo ripensamenti non ce ne sono stati e infine la “Sinistra per le libertà” ha preso corpo come quel soggetto politico che si racchiude tra Sinistra Democratica, quel che rimane dell’area di rifondazione che fa riferimento a Vendola e i Verdi (quantomeno una tonalità di Verde) . Altri non so se ci sono in virtù delle scadenze elettorali o meno.
Questo mio post, vorrei precisare, viene diretto senza sconti alcuni nei confronti dei dirigenti dei suddetti partiti, movimenti, aree o quello che più gli aggrada definirsi.
Spesso ho voluto sottolineare la differenza tra sconfitto e vinto, affermando che l’essere sconfitti non pregiudica una vittoria finale se la posizione dalla quale si parte è onesta e in grado di ottenere attorno a se consensi.
Vinto invece è colui che fa proprie le ragioni del vincitore di fatto abiurando tutto ciò che era il suo bagaglio soprattutto culturale.
In questo caso direi che del vincitore si è preso addirittura il linguaggio, prima scimmiottandone il nome, quindi ipotizzando addirittura una sinistra diversa da loro che non sia per le libertà.
Visto poi che queste decisioni vengono prese in cerchie ristrette di soliti noti anche la pratica risulta essere quella tipica del partito-azienda dove a decidere è l’unto del Signore.
…Per chi come me ha vissuto di sinistra, ha pagato personalmente le sue scelte di essere di sinistra, oggi non è un giorno felice, anzi, decisamente pieno di amarezza.
Nella mia Genova si lascia il consiglio comunale in balia di leghisti forcaioli mentre la “Sinistra per le libertà” di fatto è assente nel sostenere il sindaco e la giunta nella scelta della costruzione di un luogo di culto per gli islamici.
A Bergamo abbiamo tutti visto nei giorni scorsi le manifestazioni che ci sono state.
…Le mie affermazioni che il berlusconismo aveva colpito profondamente a sinistra trovano ora purtroppo una conferma evidente, che va al di la di ogni fantasia.

No, non ci sto a questo massacro culturale, continuerò le mie battaglie da sinistra, con la mia cultura di sinistra, con la mia storia di sinistra.
Posso essere sconfitto, ma vinto mai.


BEGIN

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