il problema attuale non è più la lotta della democrazia contro il fascismo ma quello del fascismo nella democrazia (G. Galletta)

Amicus Plato, sed magis amica veritas



domenica 28 febbraio 2010

Oggi, quando si parla di G8 - Giuliano Giuliani





Oggi, quando si parla di G8, molti pensano che ci si riferisca alle porcherie della Maddalena o alle operazioni mediatiche del trasferimento all’Aquila. Già, dal G8 genovese del 2001 sono trascorsi quasi nove anni e si sa, a volte il tempo, contrariamente a quello che si dice, non è galantuomo. Forse perché, o proprio perché, spesso è la grande informazione a non comportarsi da galantuomo e non usa la memoria come strumento indispensabile per contribuire alla verità. E ciò è davvero male, perché le autentiche responsabilità di quello che è accaduto a Genova sono ancora tutte da definire e da accertare, a meno che non ci si voglia ridurre all’assurdo di considerare come unici responsabili Carlo e una decina di manifestanti: Carlo, al quale è stato negato persino un processo, vuoi mai che si arrivasse a chiarire chi spara davvero e perché lo fa, rispedendo fra l’altro al mittente quella ignobile invenzione dello sparo per aria e del calcinaccio che devia il proiettile; e una decina di manifestanti per i quali, in appello, sono state addirittura aumentate le pene, quasi a compensare gli anni che sono stati tolti a un’altra decina di condannati in primo grado perché nel frattempo era intervenuta la prescrizione.L’occasione per continuare a parlare del G8 genovese oggi è offerta dalle condanne che la procura generale ha richiesto nel processo di appello per la macelleria messicana alla scuola Diaz: oltre un secolo per ventisette imputati, compresi i più alti vertici della polizia, oggi ancora più alti di nove anni fa perché sono stati tutti, nessuno escluso, promossi. Sì, proprio quelli che in primo grado erano stati assolti perché “il fatto non sussiste”. Stiamo parlando di Gratteri, Luperi, Caldarozzi, Ciccimarra (quest’ultimo condannato recentemente per le violenze connesse ai fatti di Napoli del marzo 2001), Murgolo (che ha recentemente guidato le violenze contro i NO TAV in Val Susa), cioè del gruppo di alti funzionari che staziona davanti alla Diaz mentre si svolge la macelleria. Non solo: sono ripresi da un filmato mentre si gingillano con un sacchetto di plastica azzurro contenente le due bottiglie molotov che due poliziotti (Troiani e Burgio) introdurranno all’interno della scuola come prova che lì erano ospitati dei terroristi (è opportuno ricordare che la bottiglia molotov è considerata dall’ordinamento arma da guerra, il cui possesso qualifica automaticamente il reato di terrorismo).L’assoluzione in primo grado di tutti gli altissimi dirigenti era stata considerata da molti una autentica vergogna. Infatti quel colpo di spugna, insieme alla condanna di qualche quadro basso a pene miti (ma il numero di anni di condanna finisce con l’essere secondario, anche se si fatica a capire il nesso tra una condanna a tre o quattro anni per la rottura delle teste e dei polmoni, e una condanna a sedici anni per la rottura di una vetrina e di un bancomat), aveva inficiato il principio della responsabilità e contribuito ad avallare l’orribile criterio della impunibilità, già così presente nella vita delle istituzioni. E ben presente anche nella vicenda genovese, se si riflette anche sul fatto che fra gli indagati non figura mai un carabiniere: eppure i tribunali genovesi che hanno giudicato 25 manifestanti, ne hanno assolto alcuni perché il loro comportamento era stato motivato proprio da cariche violente e ingiustificate dei reparti speciali dei carabinieri.La sentenza per la Diaz è attesa per aprile. Auguriamoci che ci sia “un giudice a Berlino”.


Giuliano Giuliani
(Genova - 28-02-2010)

lunedì 22 febbraio 2010

UOMINI DI IERI E MALI D'OGGI




Se sono giorni che non scrivo, è perchè sono attonito e frastornato da questa nuova ondata di malaffare che sta investendo la politica italiana.
Sono anche esterrefatto da chi oggi vorrebbe farci credere che evitando con processi brevi e lodi vari di sottoporsi al giudizio della magistratura, oggi diventa il paladino dell’anticorruzzione.
Ho deciso di lasciare alle immagini di questo video “fuori dal tempo” il compito non tanto di spiegare cosa sta succedendo oggi quanto di far riflettere quanto proviene dal passato ciò che viviamo oggi.
I protagonisti sono chi della questione morale ne fece una condotta politica irrinunciabile.
Chi condusse una vita intera a difesa della libertà e dell’onestà.
Chi finito latitante oggi viene definito grande statista e viene celebrato.
Dei primi due i nostri governanti non ne parlano o li rimuovono dalla memoria. Del terzo oltre a celebrarlo ne ricalcano le orme.

Grazie Enrico! (Sassari, 25 maggio 1922 – Padova, 11 giugno 1984)
Grazie Sandro! (Stella San Giovanni, 25 settembre 1896 – Roma, 24 febbraio 1990)

Bettino, mi rendo conto che sei quello che ha gli eredi più fedeli.
(Milano, 24 febbraio 1934 – Hammamet, 19 gennaio 2000) - latitante

martedì 16 febbraio 2010

DeGenere: Venghino siori venghino: c'è gnocca anche a sinistra!



"Volevamo dimostrare che le nostre donne non sono trinariciute" questa la spiegazione (peggio del manifesto!) per un manifesto che fa rimpiangere le false candidature di Cetto Laqualunque sotto lo slogan "Chiù pilu pe' tutti!".
E si! almeno è chiaro: chiù pilu pe' tutti!
Slogan essenziale del maschio italico al potere, cafone cosciente di esserlo, maschilista cosciente di esserlo, greve puttaniere che guarda a 'destra e a destra'. E' possibile che, più che le donne di "classe", ora possano iscriversi a rifondazione masnade di sessuomani con la bava alla bocca mentre le "trinariciute" potrebbero risentirsi con un effetto boomerang che grafico e "comitato approvatore campagna adesioni" non hanno saputo prevedere.
Non riesco a comprendere che tipo di analisi del target sia stata fatta: l'essere trinariuciute è possibile che faccia parte di tutte quelle donne che cercano di esistere in qualunque spazio maschile che le nega, di destra e di sinistra, della politica e del mondo del lavoro.
Mi chiedo se Daniela Santanchè, benchè dotata sempre di tacco 12 (magari nero ... rosso è improponibile), appaia meno trinariciuta quando sbraita davanti a una moschea con un linguaggio da far impallidire il povero scaricatore di porto ormai portato ad esempio di una grevità superata a destra e a sinistra da scelte, comportamenti e vocabolario a disposizione della élite politica nostrana!
Ho troppa stima delle compagne e dei compagni di rifondazione, con i quali appunto si condivide il pane e non il talamo, per pensare che questa caduta nel trash di destra non sia una ferita.
Sono certa che i manifesti spariranno e se proprio vogliamo parlare di scapre al posto di una bruttissima scarpa rosa col tacco potremmo trovare una scarpa antinfortunio magari con un casco vicino!
Se invece vogliamo parlare alle donne basta far parlare le donne!
Grazia

martedì 9 febbraio 2010

Memoria Alternata, Cultura di regime



Ho ritenuto inopportuno scrivere le cose che seguiranno in prossimità del “Giorno della memoria” al fine di evitare inutili, e assolutamente non volute, polemiche.

Identificando l’Olocausto , esclusivamente, con lo sterminio del popolo Ebraico, non viene sufficientemente ricordato, ma oserei più sottilmente affermare,viene, in realtà, colpevolmente omesso, quel dato reale e storico che ci racconta come la follia nazista sterminò tra i 13 ed i 17 milioni di persone appartenenti a “categorie ” inconcepibili per la visione del mondo nazista.

Voglio, quindi, qui soffermarmi su alcune di queste “categorie”, in quanto, a 55 anni di distanza dalla fine di quell’immane ecatombe, ho la netta sensazione che, almeno da un punto di vista culturale, la questione non sia ancora definita e conclusa.

Durante l’Olocausto furono sterminati tra i 220 mila e i 500 mila Rom e Sinti.
Al di là di quello che è un problema di “sicurezza”, diventa difficile pensare che intere etnie siano “criminali”.
Viene, quindi, da riflettere sul trattamento riservato, recentemente, a numerose di queste comunità presenti sul nostro territorio nazionale.
Continue azioni di sgombero dei campi, con inevitabile interruzione dei processi di integrazione avviati con l’inserimento a scuola dei bambini Rom.
Questo è avvenuto a Centocelle a Roma, o a Sesto Fiorentino dove l’intera comunità è stata abbandonata sulla strada, neonati compresi, dopo aver raso al suolo l’insediamento.
Chissà se l’assessore che ha condotto l’operazione ha sparso poi il sale come fecero i romani sulle rovine di Cartagine affinché non risorgesse.
A quelli che chiamiamo genericamente zingari in tutti questi anni non è stata donata una terra.
Nel “giorno della memoria”, in molti vorrebbero dimenticarli per sempre, non accettando, in assoluto, alcun confronto con quella cultura.
Oggi, in questa Italia, non ci saranno le camere a gas, ma sicuramente i 55 anni che ci separano dall’”Olocausto”, da un punto di vista culturale e discriminatorio, è come non fossero mai trascorsi.


Durante l’Olocausto, furono sterminati un numero imprecisato di omosessuali, stimato tra i 5mila e i 15mila.
Certo, un numero che potrebbe parere “esiguo” rispetto all’enormità numerica dell’Olocausto, ma dobbiamo qui rammentare, che furono perseguitati “unicamente” gli omosessuali di nazionalità germanica, colpevoli, viste le loro preferenze sessuali, di non permettere la crescita demografica della pura popolazione ariana.

Oggi, in questa Italia, a quei tedeschi dai costumi sessuali “anomali” sarebbe negato, il paradiso:
"Trovo la pratica omosessuale aberrante, come la legge sulla omofobia che di fatto incoraggia questo vizio contro natura. Lo ribadisco: all'omosessuale praticante e conclamato non va amministrata mai la comunione, quando si presenta davanti, il ministro abbia il coraggio di tirare avanti."( Monsignor Giacomo Babini, Vescovo di Grosseto).
"La pratica omosessuale e la ostentata e dichiarata omosessualità impediscono l'amministrazione della comunione, secondo quanto dice la Chiesa e nessuno sicuramente é in grado di contraddire questo precetto. L'omosessualità, in quanto tale, è un disordine".( Vescovo Emerito di Pistoia Monsignore Simone Scatizzi.)

Voglio, anche ricordare come la Chiesa cattolica, nel contesto delle Nazioni Unite ha espressamente richiesto la non depenalizzazione del reato di omosessualità, laddove è perseguita ancora penalmente, e in alcuni casi, anche con la pena di morte.
Anche in questo caso, è come se 55 anni non fossero passati, con “l’aggravante” di aver globalizzato il problema.

Durante l’Olocausto, perirono dai 2 ai 3 milioni dii prigionieri di guerra sovietici, figli di quel regime “Comunista” che fu il muro invalicabile all’espansione ad est del Nazismo.

C’è chi recentemente alla Knesset (Parlamento Israeliano) ha ricordato come la guerra di Liberazione (intendo con questo termine la II° Guerra Mondiale) , sia stato un passaggio indispensabile per arrivare allo stato di Israele e alla riconquista della democrazia in Europa.
Ancora una volta, il venditore di padelle, l’imbonitore televisivo, utilizzava strumentalmente solo quella parte della Storia che risultava più congeniale al suo discorso e alla sua levatura politica, omettendo tutte quelle componenti e categorie “scomode”, come se non appartenessero a quel percorso.

Qualcuno ha detto che senza memoria non c’è futuro.
Vero, ma anche “la memoria alternata” fatta di mezze verità e di omissioni, ci sta portando verso un regime che, manipolando e strumentalizzando cultura e storia, rende servi tutti coloro a cui, ormai, è stato sottratto ogni strumento culturale.
Loris

fonte di questa tabella è "Wikipedia"



lunedì 8 febbraio 2010

Al di là del muro - Viaggio nei centri per migranti in Italia.

Al di là del muro
Viaggio nei centri per migranti in Italia.
Gennaio 2010







Questo è il secondo rapporto di Medici Senza Frontiere sulle condizioni
dei Centri di Identificazione ed Espulsione (CIE)
e dei Centri di Accoglienza (CARA e CDA).
clicca sull'immagine per accedere al file in formato PDF
Già molti blog hanno pubblicato questo rapporto. Ritengo importante replicarlo pure su "a sinistra" per offrire al maggior numero di persone la possibilità di documentarsi sulle condizioni di questi Centri dove lo Stato Italiano è troppo spesso latitante nel riconoscimento dei basilari diritti umani.

mercoledì 3 febbraio 2010

"Giusta reazione su Gaza" Berlusconi vergognati!

…Solo ieri ho scritto delle emozioni che ho provato leggendo il libro di Gino Strada “Pappagalli Verdi”, dove i brevi racconti parlano soprattutto di bambini . Bambini violati nella loro integrità fisica, amputati agli arti, resi ciechi e sordi, vittime di una cultura consolatoria incapace di depennare le atrocità della guerra come strumento per risolvere conflitti tra stati, etnie ed economie.
Normalmente mi disinteresso dei deliri del premier Berlusconi per non fare, nel contesto mediatico a lui congeniale, da grancassa alla sua politica, MA OGGI LE SUE ESTERNAZIONI AL PARLAMENTO ISRAELIANO MERITANO UNA PRESA DI DISTANZA, non tanto come avversario politico, ma come italiano che non solo non si sente rappresentato da questo premier, ma non vuole sentirsi neanche complice o alleato di una politica che ha massacrato scientemente civili e bimbi nella striscia di Gaza un anno fa e continua con una politica segregazionista tendente ad impedire gli approvvigionamenti a tutta la popolazione della striscia di Gaza.
Il problema non è ne Hamas ne l’Apn, l’obiettivo è la volontà di estirpare da quei territori la genia palestinese partendo dall’annullamento culturale (embargo sul materiale didattico come i quaderni) a quello fisico ,dalla compromissione dell’approvvigionamento idrico, impedendo la manutenzione, all’attacco militare nei confronti di contadini e pescatori.
Presidente Berlusconi, nel ritenere “GIUSTA LA REAZIONE SU GAZA” lei ha pubblicamente giustificato un crimine contro ciò che non è patrimonio di un popolo ma di tutta l’umanità : I BAMBINI, i nostri figli in qualunque parte del mondo siano.
Sono diversi giorni che si parla di “Memoria”, ma la sua è sicuramente intermittente, cogliendo solo e unicamente la parte che più l’accomoda, incurante del disagio e della disapprovazione di molti italiani.
In molti le vorrebbero rivolgere molte domande, dai giornalisti ai giudici, io solo una : NON LE SALE UN SENSO DI VERGOGNA pensando ai bambini di Gaza sventrati, bruciati dal fosforo bianco, non pensa che un silenzioso rispetto sarebbe stato più degno per un presunto uomo di stato?
Non crede che una inequivocabile CONDANNA sarebbe stata, in quel contesto, il gesto di un autentico Uomo di Stato?

A questa domanda, signor presidente, non ho dubbi sul fatto che non risponderà!



Cliccando sulla foto si accede a un ricco reportage fotografico su Gaza fatto da un palestinese. Ho voluto presentarlo con l'immagine di questa bambina palestinese sorridente perchè questo è senza se e senza ma il patrimonio da difendere.

link alla galleria fotografica http://picasaweb.google.com/sameh.habeeb

ps. in questo post le lettere maiuscole o minuscole non sono casuali ma non garantisco sugli errori.

martedì 2 febbraio 2010

Pappagalli Verdi - Gino Strada


…Succede che leggendo un libro o guardando un film, a un certo punto, gli occhi si inumidiscano colti da commozione per l’emozione che riesce a trasmettere il libro o il film in quel preciso momento.
Non nascondo che gli occhi mi si sono inumiditi diverse volte leggendo “Pappagalli Verdi” di Gino Strada, scritto verso la fine degli anni 90. Non era commozione la mia, ma , autentica rabbia e manifesta impotenza rispetto ai drammi che venivano raccontati con la semplicità di chi li aveva vissuti realmente senza bisogno di aggiunte superflue o lezzi letterari.
Ad ogni latitudine e in ogni continente la guerra raccoglie i suoi tragici frutti, e più la povertà dei posti è evidente e più il raccolto è ricco di atrocità e vittime innocenti.
Cito solo due cose del libro : “I più prestigiosi istituti di ricerca del mondo concordono nell’affermare che nei conflitti odierni, dalla metà del secolo in poi più del 90 per cento delle vittime di guerra sono civili.” ….”Allora ho incominciato a capire le analisi del Peace Research Insitute di Oslo. Raccogliendo i dati su oltre quattromila pazienti che abbiamo operato a Kabul, ne ho avuto la conferma : il novantatrè per cento erano civili, il trentaquattro per cento bambini sotto i quattordici anni”
Non voglio aggiungere altro auspicando che chi non lo avesse ancora letto possa essere sollecitato da questo mio post all’acquisto e alla lettura, ricordando, che i diritti d’autore del libro vanno interamente a Emergency.
Grazie Gino!

BEGIN

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