il problema attuale non è più la lotta della democrazia contro il fascismo ma quello del fascismo nella democrazia (G. Galletta)

Amicus Plato, sed magis amica veritas



domenica 27 febbraio 2011

Parole di un'insegnante della scuola pubblica per Berlusconi

Qualsiasi risposta avessi provato a dare alle esternazioni, di ieri, del piduista che siede a palazzo Chigi, non avrebbe potuto essere migliore di questa lettera aperta postata da una insegnante, tra i miei contatti di facebook (Loris)

 Presidente Berlusconi,
sono un'insegnante della scuola pubblica. Cerco di trasmettere ai miei studenti quei valori che sono propri di una societa' civile e democratica. La solidarieta', la comprensione, la tolleranza, la liberta' di pensiero. Cerco di formare cittadini e non sudditi, cerco di sviluppare nei ragazzi la capacita' critica, la capacita' di interpretare cio' che accade, il mondo nel quale vivono. La scuola statale, la scuola pubblica e' la scuola di tutti, e' la scuola democratica dove esiste il confronto e in questo momento e' l'argine alla deriva antidemocratica alla quale Lei sembra mirare. Il disegno del Suo Governo e del Ministro dell"Istruzione e' chiaro, le Leggi di riforma che avete votato  mirano a dequalificare sempre piu' la scuola pubblica, a non garantire il diritto Costituzionale di una scuola di qualita' garantita a tutti e per tutti.
Sono orgogliosa di insegnare nella Scuola statale, sono fiera di poter trasmettere quei valori che sono scritti nella nostra Costituzione, nata dalla Resistenza e dalla cultura antifascista. E' evidente che si discostano molto da cio' che Lei rappresenta. Io insegno l'importanza della coerenza, della dignita', della sincerita', dell'impegno come condizione necessaria per conseguire gli obiettivi che ognuno di noi si pone. Continuero' a farlo Presidente, con l'impegno di sempre e con la consapevolezza che solo in questo modo noi insegnanti potremo fermare il vostro disegno di formare sudditi e non cittadini consapevoli.
Abbia un sussulto di dignita' e non venga, proprio Lei, a parlare di "valori", di famiglia.
Rispetti il lavoro di chi, per poco piu' di mille euro al mese, fa di tutto per dare ai giovani di questo Paese cultura, dignita', consapevolezza e onesta'.

La saluto nella speranza di avere al piu' presto un nuovo Presidente del Consiglio che possa  essere preso come esempio dai giovani, un Presidente del Consiglio che non sia lo zimbello di tutto il mondo e che favorisca nel Paese una rinascita culturale, dopo lo scempio fatto in questi anni
Monica Fontanelli

mercoledì 23 febbraio 2011

Su Gheddafi vogliamo chiarezza

La richiesta di scuse da parte del Governo italiano per l’inqualificabile posizione in cui ha messo il paese rispetto ai rapporti con Gheddafi, sarebbero auspicabili ma di poco valore rispetto alla effettiva esigenza che l’emergenza attuale richiede.
Il tenore della telefonata di Berlusconi a Gheddafi, a giudicare dai resoconti, sottolineano più un discolparsi su eventuali armamenti italiani ai manifestanti che non una netta e incontrovertibile condanna del Rais e della sua politica.
La richiesta di cessare i massacri sembra più un obbligo formale che un sentimento reale e condiviso.
Credo che per sciogliere i dubbi sul sospetto di bieco opportunismo, sulla pelle delle vittime dei  massacri in Libia, le cose di rilevanza politica da fare siano due:

1)      immediata cessazione di ogni accordo con il Governo di Gheddafi e richiesta di conferimento ai tribunali internazionali del Rais per crimini contro l’umanità.
2)      Abrogazione attraverso ddl di tutte quelle norme che prevedono i respingimenti, in quanto solo dopo il riconoscimento dello status di “rifugiati” sarà possibile il cambio della destinazione di questi fuggiaschi dalla guerra e dalla miseria.

Impediamo il traccheggiare che in questi giorni è stato abbondante sia tra le file governative, sia in alcuni ambiti dell’opposizione. In particolare le dichiarazioni di D’Alema che polemizzava con alcuni organi di stampa rispetto ad accordi commerciali di aziende italiane, non sia mai che possono adombrare il benché minimo sospetto di tolleranza rispetto alle azioni di Gheddafi.
Altrettanto offensiva risulta l’esternazione di Berlusconi che paventa il rischio del fondamentalismo. Sono estremamente curioso di comprendere il giudizio politico su Gheddafi dopo i fatti odierni, perché quelli passati sono purtroppo assai noti.
Loris




APPELLO ARCI
EMERGENCY SULLA SITUAZIONE IN LIBIA



lunedì 21 febbraio 2011

Quelle mani sporche di sangue



…è un quesito inquietante quello che pongo e mi pongo: “perché il premier italiano, vanta tanti amici tra  massacratori(1) , delinquenti(2) e ambienti internazionali considerati ad alto pericolo di collusione mafiosa(3)?”.
Non è la prima volta, nella storia, che il nostro paese si mostra compiacente nei confronti di derive che hanno portato alla vergogna l’intera umanità. Le leggi razziali del 1936 per compiacere il “fraterno alleato tedesco” e la complicità nella deportazione di migliaia di italiani nei campi di sterminio, sono storia scolpita nelle coscienze col sangue.
Si ripropone oggi la scelta di un posizionamento rispetto alla crisi che sta investendo tutta l’area del Mediterraneo.
L’infame presa di posizione al fianco della famiglia del rais da parte di Berlusconi è oggetto di profonda vergogna per ogni italiano (articolo su repubblica) che si riconosca nei valori della democrazia. E’ sinonimo di disprezzo per quei valori di equità sociale e politica che popoli, tenuti al giogo di perverse dittature, aspirano e che stanno pagando col sangue.
…Chiedere a Frattini di venire a riferire sugli avvenimenti di questi giorni, e sulla posizione del governo italiano, equivale a chiedere ad un sordo dalla nascita, di descriverci la musica di Verdi.
Comprendendo le ragioni di una rivolta generalizzata sulla sponda africana del Mediterraneo, contro le politiche dispotiche di pochi corrotti a discapito della stragrande maggioranza della popolazione, la posizione più pericolosa sarebbe quella dello “scontro di civiltà”.
 Se già profondi danni sono stati determinati dalla politica dei respingimenti, resta fondamentale una proficua collaborazione con le popolazioni e le espressioni democratiche di queste popolazioni. L’aver imposto all’Italia un rapporto privilegiato ben al di là di quello istituzionale, con Gheddafi, non depone a favore nè del governo italiano nè dell’Italia nel suo complesso.
Aver contribuito ad armare chi ha dimostrato tanto disprezzo nei confronti di profughi da carestie e guerre, dimostra una inadeguatezza nel sapersi calare nella realtà politica internazionale con rapporti che escono al di fuori delle corrette prassi istituzionali.
Se quanto sopra è davanti agli occhi di tutti, forse per comprendere altre cose occorre un disegnino. Le ultime rivelazioni di Wikileaks sul giudizio di Obama nei confronti di Berlusconi non stupisce nessuno. Non è neanche sorprendente il ruolo che assume lo stesso Berlusconi di “Utile idiota” nei confronti di Obama,  come si evince dai file di Wikileaks.
Di fronte a questo quadro la responsabilità della morte dei militari italiani in Afghanistan ricade solo e unicamente su chi ha dimostrato e dimostra al mondo un fallimento politico ed una gestione del potere più assimilabile a quella dei satrapi che non ad una moderna democrazia.
Sentendo un silenzio inquietante da parte di istituzioni e della politica, la voce di questo blog si leva al fianco di tutti quelli che oggi sull’altra sponda del Mediterraneo hanno intrapreso un percorso di liberazione da regimi dispotici, vecchi e corrotti.
Loris



(1)    circa 300 i morti in queste ore in Libia tra i manifestanti
(2)    Dell’Utri cofondatore di Forza Italia è stato condannato in appello a 7 anni per concorso esterno in associazione di tipo mafioso e ha patteggiato una pena di due anni e tre mesi per frode fiscale/ Vittorio Mangano (Palermo, 18 agosto 1940 – Palermo, 23 luglio 2000) è stato un criminale italiano pluriomicida legato a Cosa Nostra.
(3)    Dai rapporti di Wikileaks la Federazione russa viene definita dagli analisti americani “ virtualmente uno stato della mafia” e Berlusconi “portavoce di Putin"



martedì 15 febbraio 2011

e ai pm milanesi urlò "siete solo chiacchiere e distintivo"


Ieri era il 14 febbraio, San Valentino, festa degli innamorati, e perché no, quindi, anche la festa del partito dell’amore. 
Il 14 di febbraio, però è anche la ricorrenza della “strage di San Valentino” (1929) , ordinata e voluta da Al Capone per avere la supremazia sul mercato clandestino degli alcolici.
In quel periodo di grande crisi economica, si racconta che Al Capone, che oltre alla gestione di diverse attività criminali, aveva anche come paravento alcune attività legali, legate all’abbigliamento e alla ristorazione, in impeti demagoghi-populisti, facesse distribuire gratuitamente vestiti e generi alimentari a chi si era ridotto in stato di indigenza. 
Il percorso nella criminalità, da parte di Al Capone, fu in inarrestabile crescita, all’interno della microcriminalità in gioventù, con le più feroci organizzazioni criminali americane e italo-americane in età adulta.
Fu considerato “nemico pubblico n°1” dalle autorità di polizia americane ma non riuscendo ad attribuirgli crimini diretti, fu costituito un gruppo di esperti funzionari, incorruttibili, che misero sotto microscopio una rete di attività finanziarie che attraverso prestanome potevano ricondursi a lui. 
Un pizzino, come lo chiameremmo oggi, incastrò Al Capone e fu condannato per “evasione fiscale”. 
Entrato in carcere, per un certo periodo, continuò a gestire i suoi affari come oggi fanno molti boss mafiosi. Trasferito ad Alcatraz in regime di carcere duro, fu colpito da un processo di demenza progressivo causato quasi sicuramente dalla sifilide. 
Morì demente colpito da ictus nel 1947.

Oggi è stato rinviato a giudizio con rito immediato Silvio Berlusconi. L’accusa è di concussione e favoreggiamento della prostituzione minorile.

Per anni ci siamo interrogati sulla banca Rasini, su dell’Utri, Mangano sui finanziamenti a Milano 2 e sui rapporti con personaggi nazionali e internazionali dai profili quanto mai discutibili.

Corrotti senza corruttori, fondi neri all’estero, ville faraoniche in paradisi fiscali e ancora più inquietante l’ombra di stragi mafiose. 

Di fronte a tutti questi enormi interrogativi inevasi, la storia in qualche modo ci insegna che non c’è da stupirsi: E' una telefonata a compromettere la fortezza che si è costruito comprando coscienze. 

E’ scivolato sull’altra metà del mondo e, ironia della sorte, saranno tre giudici donna che lo giudicheranno. 
Se non ora quando?

Loris

                       WIKIPEDIA - BANCA RASINI
Per tutti gli altri riferimenti è sufficente togliersi le fette di prosciutto dagli occhi




domenica 13 febbraio 2011

Genova -Galleria di Immagini "Se non ora quando?" - Considerazioni





"Ben Ali è a Dubai... Berlusconi! Quando te ne vai?"


…e se non fossimo tornati a casa? Se all’improvviso da quella enorme massa di donne, diciamolo pure, incazzate, fosse uscita la proposta di imitare i nostri fratelli dell’altra sponda del Mediterraneo?

Ero alla manifestazione di Genova, i numeri li lascio fare ai questurini, sicuramente quella di oggi ha eguagliato manifestazioni degli anni 70 sindacali, in occasione di scioperi generali. Una marea di persone.

Il Sultano di Arcore ha per ora avuto l’accorteza di non sparare la cazzata che quelle che hanno manifestato oggi erano uno sparuto manipolo di comuniste illiberali. Avrebbe voluto dire che avevamo fatto la rivoluzione.

Forse qualche conto in più questa sera li fa la lega perché , la difesa di Berlusconi regge solo se i consensi non si perdono.

Se a qualcuno era rimasto qualche dubbio sulle qualità e capacità intellettive del ministro della (d)istruzione, oggi ha potuto dissipare ogni dubbio, infatti, in un eccesso di ansia da prestazione si è sentita in dovere di azionare la lingua prima di accendere il cervello, dichiarando : "Le donne che scendono oggi in piazza sono solo poche radical chic che manifestano per fini politici e per strumentalizzare le donne".

 Allego la galleria di immagini della manifestazione di Genova, auspicando che con oggi si sia aperta la strada ad un riscatto culturale partito dalle donne e che investa tutto il Paese.

Come si vede dalle immagini molte donne erano accompagnate dai loro compagni e amici. Il filmato che segue è di una coppia particolare che a Milano ha potuto dire la sua dal palco.


A questo indirizzo una serie di link ai blog che hanno documentato nelle loro città la giornata "se non ora quando"  http://www.lacrisi2009.com/2011/02/13-febbraio-una-giornata-particolare.html

sabato 12 febbraio 2011

13 Febbraio - Ripartiamo dalle donne e con le donne. Se non ora quando?


…Voglio portare il mio contributo nell’adesione alla manifestazione di domani a difesa della dignità della donna. 

Personalmente, nel contesto attuale, non penso che la conflittualità stia nel conflitto tra i generi, ma nella disgregazione di una identità culturale etica e morale. 
Ho vissuto anni in cui la donna è stata elemento propulsivo nelle modificazioni culturali della società. Le lotte per il divorzio, per i consultori famigliari o per l’aborto, rappresentano quello che è stato il punto più alto di una crescita che ha investito, come solo le rivoluzioni sono in grado di fare, sia la società nel senso più ampio del termine, sia i singoli, nei rapporti interpersonali e negli ambiti famigliari, sino a modificare gli stili di vita e i comportamenti. 
A questo periodo di riscatto, in cui la donna è sicuramente protagonista, la politica affida, a gruppi di potere, gli strumenti per la diffusione e la gestione dell’informazione, per la generazione e diffusione di modelli culturali. 
Ci ritroviamo, pertanto oggi, a vivere in una società in cui sono attualmente sanciti diritti alla dignità della persona o dei lavoratori, ma contemporaneamente quegli stessi diritti possono essere messi in discussione, abrogati, sovvertendo valori, patti di solidarietà generazionali, rapporti tra i generi. 
Il modello culturale dominante oggi si chiama “berlusconismo”. L’aver pertanto lasciato mano libera alla cultura berlusconiana, c’ha di fatto messo in una condizione di inseguire senza essere mai, noi, intesi come sinistra a condurre il dibattito. A questa condizione di assenza come produttori culturali, si è sommata una conformità che porta spesso ad essere l’altra faccia, ma della stessa medaglia, del berlusconismo. 
Rivendicare e manifestare per la dignità della donna, è rivendicare e manifestare contro la mercificazione che il berlusconismo, non solo fa nei confronti del corpo femminile, ma in egual misura esaspera la mercificazione del corpo degli operai, come nel caso di Mirafiori, o ancor più pesante, nei confronti di migliaia di extracomunitari, costretti a svendere la loro forza lavoro, rimanendo spesso nell’invisibilità, privati dei basilari diritti “all’essere”, in condizioni più vicine alla schiavitù che non al più svantaggioso rapporto di lavoro regolamentato legalmente.
Tutto ciò, a mio parere, fa parte di uno scontro culturale di dimensioni epocali, dove le correnti di pensiero democratiche e di sinistra (in senso lato) non ha posto argine a quello che in modo molto esemplificativo identifichiamo col berlusconismo, e, non solo, non ha posto argine, ma ha regredito assimilando e usando le stesse modalità di quello che è stato il modello antagonista ma vincente. Cultura dell’immagine, dell’essere se sei visibile, culto della personalità in politica, mito dell’omnipotenza e dell’immunità. 
Credo che la reazione in questi giorni delle donne, possa essere un importante primo segnale di una riappropriazione culturale di valori in cui la sinistra e la parte sana del pensiero democratico, si è in passato largamente ritrovata. 
Essendo le donne sempre state sicuramente avanguardie di importanti mutamenti culturali e politici, spero, che si apra una stagione nuova nella cultura e nella politica di questo paese. 
Per queste ragioni domani manifesterò insieme alle donne e uomini che intendono riappropriarsi della propria cultura contro la logica di mercato dei corpi. 

Ripartiamo dalle donne e con le donne. Se non ora quando?

Loris

venerdì 11 febbraio 2011

11 febbraio 1929

Forse il ricordare che chi ha firmato nel 1929 i patti lateranensi per l'Italia era colui che aveva già promulgato le leggi speciali nel 1926, e di li a qualche anno avrebbe promulgato le leggi razziali che contribuirono allo sterminio di Ebrei, Rom, Omosessuali non può che diventare un argomento di profonda riflessione su ciò che è successo in questi giorni sul caso Englaro e suscitare un serio disagio per quello che è definito "pacchetto sicurezza"

Questo breve post lo pubblicai due anni fa sempre in occasione dell'11 febbraio.
Potrei sottoscrivere che non è cambiato nulla dal 1929, e nulla dal 2009. Nulla è mutato in quanto Santa Romana Chiesa è rimasta sempre e comunque vicina, accondiscendente e complice del Potere. Fu Costantino che convertendosi, dopo la battaglia di Saxa Rubra (o di Ponte Milvio) elevò la chiesa di Roma a religione di Stato, acquisendo di fatto un alleato e complice a discapito di chi era comunque sottomesso al potere di Roma imperiale .
Con il regime berlusconiano i rapporti non sono mutati, in cambio di regalie illecite, come l'abbuono dell'ICI o i vari finanziamenti per risanamenti di edifici di rilievo culturale e storico , si registra dall'autorità religiosa una tolleranza che arriva sino alla "Bestemmia". Non si è sentito neanche una energica presa di posizione rispetto ai presunti rapporti con minorenni, ma forse qua entriamo in un campo dove la chiesa di Roma, forse non è proprio uno specchio di virtù.


Mi rendo conto che la vocazione anticlericale può prendere in me il sopravvento, ma il giorno che sul trono di Pietro siederà un "Monsignor Romero" o qualche prete di strada come il nostro Don Gallo, riconsidererò il fatto che i miracoli sono ancora possibili.
Loris

giovedì 10 febbraio 2011

Ma dove cazzo erano?

A mostrarsi allibiti ormai si rischia di fare la figura da scemi. Dopo poco che il consiglio dei ministri aveva sancito la giornata festiva del 17 marzo (festa per l'unità d'Italia)  il ministro per la semplificazione, ma soprattutto leghista Calderoli, con uno sproloquio tipico delle sue terre, se la prendeva nei confronti di questa festa e del fancazzismo tipicamente romano che avrebbe prodotto.

Vorrei sapere il ministro cosa ha votato insieme ai suoi colleghi ministri, quando è necessario pensare con la propria testa. Vorrei sapere che cosa hanno votato gli evergreen Bossi e Maroni, vorrei sapere cosa hanno votato tutti i ministri legaioli al cospetto del sultano di Arcore.

Ripensamento pure da parte del ministro della (d)istruzione M.S. Gelmini che forse a tempo scaduto si è resa conto che rispetto al calendario scolastico una festività inserita ad anno “in corso” qualche problema lo può creare, dovendo comunque garantire un numero di ore minime affinché l’anno scolastico sia considerato valido. A cosa stava pensando durante quel consiglio dei ministri,  la ministra fuori corso?

Improvvisare è un’arte, e richiede intelligenza. Avendo noi un governo di nominati e non di eletti credo che la parte intellettiva sia quella con maggiore sofferenza.

Non è casuale che siano tutti a fare mischia nel cercare di difendere l’indifendibile? Se questo governo cade, non è garantita la rinomina, e se non è garantita la rinomina mi spiegate che prospettive lavorative rimangono agli illuminati come Gasparri, LaRussa, Bondi, La Santanchè….ecc…ecc.

Propongo una storiellina che oggi qualcuno ha provveduto a ricordarmi

IMPORTANTE!!! DA LEGGERE tutto sino in fondo

Si racconta che quando Dio Padre creò il mondo, affinché gli uomini prosperassero,decise di concedere loro due virtù.

E così fece.

Gli svizzeri li fece ordinati e rispettosi delle leggi.
Gli inglesi perseveranti e studiosi.
I giapponesi lavoratori e pazienti.
I francesi colti e raffinati.
Gli spagnoli allegri e accoglienti.
Quando arrivò agli italiani si rivolse all'angelo che prendeva nota e gli disse:
"Gli italiani saranno intelligenti, onesti e del Popolo della Libertà".
Quando terminò con la creazione, l'angelo gli disse:
"Signore, hai dato a tutti i popoli due virtù, ma agli italiani tre...questo farà sì che prevarranno su tutti gli altri!"
"Per la miseria...e' vero"! disse il buon Dio
"Ma,mio buon Angelo, tu sai che le virtù divine non si possono più togliere..."!
Che gli italiani abbiano tre virtù ...però ... ogni persona non potrà averne più di due insieme!"
Fu così che:
L'italiano che è onesto e del Popolo della Libertà, non può essere intelligente.
L'italiano che è intelligente e del Popolo della Libertà, non può essere onesto.
E quello che è intelligente e onesto ... non può essere del Popolo della Libertà!

CONDIVIDI QUESTA NOTA CON TUTTI I TUOI CONTATTI PERCHE' QUANDO SI ANDRA' DI NUOVO A VOTARE, NON SUCCEDA CHE QUALCUNO PERDA

L'INTELLIGENZA... O L'ONESTA'...


ATTENTO! SE NON LO FAI ENTRO I PROSSIMI 5 MINUTI, TI SI INSTALLERA'
UNA FOTO DI BERLUSCONI COME SFONDO DEL DESKTOP ...

PER SEMPRE !!! 

Aggiornamento al delirio clicca sulla foto sotto
Durante il consiglio dei ministri Calderoli :
1)faceva l'uncinetto
2) si ubriacava con acqua del Po
3) pensava che il Trota prima o poi gli porta via il posto

 link per approfondire - Presidi contro la Gelmini
                                 - Calderoli: no a chiusura uffici il 17 marzo
              


martedì 8 febbraio 2011

È una questione di valori

Ci stiamo avvicinando alla giornata nazionale di mobilitazione delle donne del 13 febbraio. Questo blog ritiene giusto lasciare la parola alle donne, proponendo questo contributo tratto dalla rete di "Punto G"

È una questione di valori
Intervengo in questo interessante scambio di idee attorno al tema della prostituzione. Il mio è un posizionamento maturato nell’esperienza di femminista ma anche di attivista di sinistra.
Non è su base moralistica se decido se essere a favore della schiavitù oppure no;
non è per scelta moralistica se sono d’accordo con la vendita/acquisto di sangue umano, o di organi (rene, cornea) o per l’affitto temporaneo di organi (utero);
non è per moralismo se non considero il boia un lavoratore con cui solidarizzare in difesa dei suoi diritti;
non è per moralismo se penso che non si possa mettere sullo stesso piano il lavoro autonomo esercitato da una osteopata/avvocata/badante e quello esercitato da una prostituta.
Da un punto di vista neutro, di mercato, il boia e la prostituta stanno sullo stesso piano: esercitano un lavoro di servizio che hanno scelto, anche se si tratta di una attività non molto amata almeno a parole dalla maggioranza dei cittadini.
Da un punto di vista di mercato, affittare un utero significa dare un valore di scambio ad un organo umano, o meglio al tempo del suo utilizzo, come al tempo dell’utilizzo del cervello per i lavori intellettuali o della forza fisica per i lavori pesanti.
Nel mercato capitalista si sa che nella merce ci sono due valori: il valore d'uso (quello che soddisfa un qualunque bisogno umano) e il valore di scambio (che è il rapporto quantitativo tra una merce e un'altra di diverso tipo). E si dice che i prodotti raggiungono un riconoscimento sociale solo attraverso lo scambio.
Allora non capisco perché alcune facciano dei distinguo tra le escort di Berlusconi e le prostitute ‘libere di scegliere’: tutte scambiano la loro merce con un’altra di diverso tipo. Questo sì che mi pare un atteggiamento più moralistico.
E se restiamo nel mercato capitalista, non vedo come evitare l’offerta di differenti merci a prezzi differenti: ad esempio si vendono scarpe e borse e altri oggetti ad un prezzo maggiore solo perché sono del colore di moda. Chi determina il prezzo? Il valore di una merce (ossia il suo prezzo) è il frutto di un cocktail molto ricco, in cui entrano fattori di domanda, come l’utilità e la struttura dei gusti dei consumatori (che muta nel tempo, sia per l’evolversi dei modelli socioculturali sia per l’aumentare del reddito pro capite), e fattori di offerta, come la scarsità della merce e i costi necessari a produrla, oltre a fattori relativi alle leggi tributarie e di tutela del lavoro delle diverse nazioni.
Quindi gusti e portafoglio intervengono nel determinare il tipo di servizio scambiato ed il suo prezzo. Ci sarà una nicchia di mercato anche per le prostitute ‘libere di scegliere’, all’interno di un mercato ben più ampio e diversificato dove, in mancanza di leggi di tutela e anche repressive, c’è posto per la tratta e per lo sfruttamento.
C’è una cosa sicuramente sbagliata in quanto ho espresso più sopra: il punto di vista di mercato non è neutro.
E decidere che corpo e sessualità rimangano nel campo dei valori d’uso, è una questione di valori.

Laura Guidetti




link utili - punto g 2011

sabato 5 febbraio 2011

Io da Marchionne?…neanche una Panda usata!


...Sono di pubblico dominio le intenzioni di Marchionne per cui la Fiat attraverso la fusione con la Chrysler nel giro di pochi anni potrebbe trasferirsi a Detroit.

La notizia avrebbe del grottesco, e istintivamente verrebbe pure da ridere se dietro non ci fosse quello che in Italia lo si può descrivere come il “dramma del lavoro”.

In forse ci sono addirittura gli impianti.

E’ da questa mattina che mi ritorna in mente quando il piduista di Arcore c’aveva definito “coglioni” perché avremmo votato a “sinistra” o  “centro sinistra”. Oggi il problema che mi pongo è di fare la conta su quanti nel Governo, nei sindacati e come politici nazionali e locali, sono stati talmente rincoglioniti o in malafede, da schierarsi a favore dell’accordo Fiat contro la Fiom, senza chiedere quello che è l’ABC in una trattativa di così alta  rilevanza. Il piano industriale della Fiat!

 Nella fattispecie ciò che riguarda l’impianto di Mirafiori, ma a questo punto tutto ciò che riguarda, la tra poco, ex azienda torinese.

Quello che mi provoca un autentico vortice testicolare è quest’anno di cassa integrazione prevista nell’accordo sottoposto a referendum, che come bravo contribuente contribuisco ad erogare a difesa degli interessi di Marchionne, e non di sicuro a difesa del potere d’acquisto dei lavoratori Fiat.

Tra i distruttori dei diritti continuano a distinguersi la cisl e la uil che dopo le posizioni sulla fiat sono andati alla firma di un accordo separato per i lavoratori del pubblico impiego. Sempre di più se ce ne fosse stato bisogno, dopo il caso Fiat hanno dimostrato di essere notai del governo-pensiero.


…A Genova in quell’angiporto tanto raccontato e cantato da De Andrè succedeva spesso di essere avvicinati da individui “pittoreschi” che facevano balenare la possibilità di fare un buon affare, magari acquistando a metà prezzo, anzi anche a meno un’autoradio, un registratore, o qualche diavoleria che era appena arrivata in porto e di cui necessitava la vendita più velocemente possibile. Una parvenza di trattativa, e poi, l’affare veniva concluso. All’acquirente a quel punto veniva consegnata una scatola con sopra le foto dell’oggetto e nel momento in cui si iniziava a spacchettare per controllare la conformità della merce, una voce per la strada urlava….”la madama..la madama..! Non c’era più il tempo per aprire la scatola, stava arrivando o la finanza o la polizia per qualche retata e, l’acquirente si allontanava velocemente con la scatola pesante mentre il venditore si dileguava tra i “carruggi” con i soldi frutto della trattativa.

Epilogo : Non ho mai capito quale era il reale prezzo del Mattone.

Riusciremo a comprendere il prezzo dell’accordo alla fiat Mirafiori?

Loris

 

 

Ps. Le rassicurazioni che Marchionne ha dato verbalmente in giornata al ministro Sacconi sono irrilevanti. Come le famose 10 domande di Repubblica a Berlusconi, a Marchionne, visto che non è stato fatto prima dell’accordo di Mirafiori, il governo, la città di Torino e la regione Piemonte dovrebbero chiedere…”IL PIANO INDUSTRIALE”

venerdì 4 febbraio 2011

Rispedito a Berlusconi, in quanto irricevibile, il decreto sul federalismo - sosteniamo il Presidente Napolitano


Rispedito , in quanto irricevibile, da Napolitano a Berlusconi il decreto sul federalismo.
Il tentativo golpista di Berlusconi e Bossi di imporre ciò che il parlamento attraverso la commissione bicamerale aveva respinto ha trovato nel Presidente Napoletano uno stop.
Si sta di fatto aprendo un ulteriore conflitto istituzionale dopo i ripetuti attacchi alla magistratura.
L’arroganza berlusconiana e del suo complice Bossi sta portando il paese sempre più verso un baratro.
Esprimiamo in tutte le forme sostegno al Capo dello Stato e non smettiamo di chiedere le dimissioni di questo governo.

martedì 1 febbraio 2011

parliamo di donne, di padri e di politica


Alcuni giorni fa ho letto sul blog di “speradisole” un post che si rifaceva, in parte, ad un articolo di Claudio Fava apparso sull’Unità :“Il silenzio dei padri per le notti di Arcore”

La mia sollecitazione a pormi criticamente verso questo articolo, deriva, sicuramente, non dalla parte che racconta la storia di Franca Viola, ma dove, con una certa generalizzazione, si parla dei “padri di Arcore” .
Non ci sono più le stagioni di una volta, I neri hanno la musica nel sangue e di mamme ce n'è una sola . Potrei continuare con i luoghi comuni e riempire la pagina, e sfido chiunque a non condividere emotivamente, a volte anche razionalmente queste amenità.
E’ questo l’appunto che muovo all’articolo di Fava: sbandierare una auto-condanna, senza nessun tipo di supporto sociologico o politico. Celebriamo un autodafè dei “padri”, da quelli di una volta, perché cantavano faccetta nera e marciavano in Abissinia, a quelli che il 18 aprile 48 che votarono democristiano lasciandoci asserviti alla mafia e agli americani.
Non tutti i padri partiron per l’Africa cantando, alcuni avrebbero poi fatto la scelta della Resistenza e, dopo il 18 Aprile, altri si impegneranno nei loro ambiti nella lotta alla Mafia proprio come Pippo Fava, padre di Claudio.
Come si fa a non comprendere che è in base agli stimoli che ci circondano, che si sviluppa la morale e l’etica,  intesa come morale condivisa, una cultura, che concorre a supportare il modello di società con i suoi usi e costumi.
Più volte parlando del berlusconismo ho ricordato come sia nato di fatto ancor prima di B., e non solo come prosecuzione naturale del craxismo, ma come modello culturale controllato e dispensato dai media legati al potere. Ho inoltre ribadito che anche se B. sparisse domani, per liquidare il berlusconismo occorreranno anni, forse decenni.
Liquidare con l’affermazione “Quelle notti ad Arcore sono lo specchio del paese. Di ragazzine invecchiate in fretta e di padri ottusi e contenti” lo troverei superficiale scritto da chiunque, lo trovo oltremodo fuori luogo nel momento in cui a scriverlo è un dirigente politico della sinistra attuale.
Pensa Fava di rappresentare anche quel Paese? Non è forse responsabilità anche della politica l’essersi arresa ad una logica berlusconiana fatta di immagine e priva di contenuto? Non sono di fatto l’altra faccia della stessa moneta la proliferazione di partiti che fanno come oggetto distintivo il nome di un leader o presunto tale? I Li Causi in Sicilia e i Di Vittorio in Puglia, nel produrre il conflitto, producevano cultura che intaccava il potere e la cultura dominante, quanto conflitto prodotto oggi dalla sinistra attuale è in grado di intaccare la cultura berlusconiana?

Non sono state proprio le modificazioni politiche e sociali che hanno determinato “usi e costumi”. Per queste ragioni resto sconcertato dello scivolone dell’articolo, proprio perché chi ha ricoperto ruoli di responsabilità politiche, non può sottrarsi alle proprie responsabilità.
Vorrei inoltre sottolineare come sicuramente il fatto di Franca Viola e di suo padre rappresentino un importante esempio di difesa della dignità in un momento dove la donna in primis non aveva titolo, ma tutto quello che ha rappresentato la modificazione politica e culturale delle donne è passato attraverso le lotte di fine anni 60 e degli anni 70 attraverso i movimenti femministi e le lotte condivise per il divorzio, l’aborto e l’istituzione dei consultori famigliari. L’articolo 544 del codice penale,a cui si fa riferimento nella storia di Franca Viola, fu infatti abrogato dall’art.1 della legge 442 nell’agosto 1981. Praticamente due mesi dopo il referendum sull’aborto.

Termino ponendo un quesito: sono forse figlie di NN le centinaia e migliaia di ragazze che oggi offrono la loro faccia sul web col preciso intento di dare identità precise e non virtuali di donne che non ci stanno nella generalizzazione ad essere assimilate alle “olgettine”
Forse la così detta “società civile”, per distinguerla dalla casta politica, è di gran lunga migliore della propria dirigenza politica.
Loris




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