il problema attuale non è più la lotta della democrazia contro il fascismo ma quello del fascismo nella democrazia (G. Galletta)

Amicus Plato, sed magis amica veritas



venerdì 31 ottobre 2008

L'ONDA CHE AVANZA

..Un po provocatoriamente un po per la stanchezza avevo postato un pezzo in cui chiedevo solo di commentare i propri 30 ottobre nelle diverse realtà. A mente più fresca mi rendo conto che era come scoprire l'acqua calda e, fortunatamente non avendo ricevuto commenti l'ho rimosso.
La giornata di ieri è stata ovunque, su tutto il territorio Italiano un successo di partecipazione che è andato anche al di la delle aspettative. A Genova si è trattato di una delle più grandi e imponenti manifestazioni del mondo della scuola da quando ne ho memoria. A Roma molti che erano andati da tutta Italia alla manifestazione non sono riusciti neppure a vedere piazza del Popolo dove c'era il comizio dei sindacati e per ore tutta la città è stata paralizzata da 4 cortei che cercavano di muoversi. Che la questura, che i l governo, dica poche o qualcuna di più migliaia di partecipanti penso non ce ne possa importare assolutamente nulla. Gli occhi e le orecchie le abbiamo.
Come ho già sintetizzato in altre occasioni è a mio parere la prima volta dopo il 75 che un movimento che nasce all'interno delle problematiche della scuola riesce a coinvolgere tutte le componenti e tutte le sue ricadute sulla società.
Quello che è successo in questi giorni in parte smentisce le interpretazioni post-elettorali che ci hanno fatto dire che il successo delle destre era dovuto a una disaffezione nei confronti della politica. Le rivendicazioni di questi giorni non sono solo di salvaguardia di posti di lavoro ma, anche di salvaguardia di valori sullo sviluppo culturale e democratico nel nostro paese.
Sarebbe comunque un errore pensare che a questo punto il rapporto della sinistra con il suo popolo di riferimento si sia risaldato, anzi, abbiamo un dovere più forte ad approfondire la conoscenza delle cose e diventare riferimenti alle sollecitazioni che provengono dalla nostra realtà senza avere l'arroganza e la presunzione di metterci il "cappello sopra".
"L'onda" ci sta in questo momento insegnando qualche cosa cerchiamo tutti di farne tesoro.

mercoledì 29 ottobre 2008

DOMANI E' UN ALTRO GIORNO,... DOPODOMANI UN'ALTRA LOTTA

…Poche considerazioni e forse anche messe giù un po troppo di fretta. La scuola ha giustamente catalizzato un po’ la scena politica : domani l’epilogo del decreto, dopodomani lo sciopero generale della scuola con la manifestazione a Roma che si preannuncia con una partecipazione di studenti e lavoratori imponente . Abbiamo il dovere di dare delle risposte sul piano concreto a questi studenti e questi lavoratori, e, senza avere la presunzione e l’arroganza di mettere il cappello su qualche cosa cercare di essere la sponda politica a questo movimento che come ho gia detto, ha a mio parere aspetti che possono caratterizzare un movimento di lungo respiro .
Non possiamo comunque pensare di slegare questo movimento da quello che è l’altro problema di questi giorni: la crisi finanziaria e le ripercussioni sulla nostra economia .Molti di questi giovani che oggi manifestano saranno al termine di quest’anno scolastico di fatto estromessi dall’accesso all’università , comunque per problemi economici, il mercato del lavoro subirà stando così le cose a mio parere un ulteriore imbarbarimento sul profilo della precarietà, e, le aziende specialmente manifatturiere subiranno l’inevitabile crisi creditizia per cui risulteranno difficili i normali sviluppi industriali e le ripercussioni sull’occupazione sarà inevitabile.
Sull’occupazione si ripercuoterà anche lo stop ad alcune aziende che operano a livello internazionale su commesse nei paesi attualmente considerati “emergenti”; penso agli impianti siderurgici in costruzione o in fase progettuale in India, Cina, Malesia ecc. che essendosi bloccate le linee di credito e non avendo più un mercato di acquirenti perché in crisi (vedi mercato dell’auto) non avrebbero ragione di restare in essere.
Siamo al fallimento di un liberismo drogato tra il mercato e gli aiuti di stato, un liberismo che ha considerato di fatto il lavoro con tutte le sue valenze e valori un optional.
A questi giovani che oggi cercano di difendere non solo un legittimo diritto allo studio ma anche un diritto al sapere è necessario dare delle risposte su quello che noi intendiamo nella prospettiva di una società più giusta e più equa. Come ci ha sollecitato sia la Rossanda sia Bertinotti dobbiamo interpretare e rispondere in maniera adeguata al fallimento di questo sviluppo economico-sociale.

Solo così potremo considerarci “La sinistra”

mercoledì 22 ottobre 2008

Ce n’est qu’un début continuons le combat!

Ho postato un commento sul blog di Gatta Bastarda e come mi ha gia fatto osservare qualche d’uno il mio commento era di fatto un post per cui ho pensato di ripostarlo qui sul mio blog.

Per varie ragioni sto cercando di seguire l’evoluzione politica sulle problematiche del decreto Gelmini e forse per la prima volta dal 1975 si è messo in moto qualche cosa di qualitativamente diverso nell’ambito della scuola. Forse per la prima volta il movimento di protesta coinvolge ogni ordine e grado. Tutte le componenti della scuola senza esclusione alcuna sono coinvolte.
In questa opportunità che c’ha offerto il governo Berlusconi però ci può essere un pericolo : quello di frammentare, di personalizzare la rivendicazione.
Solo se tutte le componenti rimangono compattamente unite c’è forse qualche spiraglio di spuntare qualche cosa. Il tenere unite le componenti però non è cosa semplice. Non può essere una di queste che coordina le altre.
Faccio una degressione temporale: I vari movimenti che si sono sviluppati nell’ambito scuola dal 1975 in poi hanno sempre durato lo spazio di una stagione e non mi risulta che ci sia mai stato qualche cosa che desse il senso di una continuità e di prospettiva nel tempo.
Tutti quei movimenti si affrettavano a definire come loro specificità la loro lontananza e diversità dal movimento del 68 senza minimamente considerare che era stato l’unico che comunque aveva dato continuità proprio fino al 1975. Questa cosa è stata possibile a mio parere perché il livello di intervento in più di una occasione era uscito dalle scuole e dalle università per rapportarsi col resto della società, e, soprattutto per avere un rapporto simbiotico col movimento operaio.
Ora, a nessuno sano di mente verrebbe la fantasia di cercare di riproporre come fotocopia la “tensione politica e morale” del 68 ma è a mio parere fuori discussione riappropriarsi del metodo che aveva caratterizzato quel movimento. Il rapporto col mondo del lavoro diventa a questo punto indispensabile con la sua forza e la capacità a trattare e soprattutto può essere quell’organismo che ci permette di portare avanti in prospettiva un progetto scuola-lavoro che dia durata e legittimazione a questo nuovo movimento.
A inizio anni 70 le manifestazioni a Genova di studenti erano caratterizzate da una grossa consapevolezza che solo attraverso quel rapporto simbiotico col movimento operaio il movimento degli studenti prendeva spessore e diventava comunque un componente importante nella pesa dei rapporti di forza.
Non credo che possano essere i partiti se pur di sinistra che possono fare l’opera di mediazione ma attraverso il rapporto col sindacato e attraverso i legami con le realtà del territorio sicuramente si possono trovare nuovi spazi di lotta e di condivisione di obbiettivi.


ABBASSO LO STATO DI POLIZIA

DAL MAGGIO FRANCESE A NOI

Viste le manifestazioni degli studenti di questi giorni ecco un contributo musicale assolutamente adatto ai giorni che stiamo vivendo. Accendete le casse e cliccate sul testo della canzome

martedì 21 ottobre 2008

A Genova nasce il "Comitato promotore per la Sinistra"

A suo tempo quando ho aperto questo blog mi ero posto l’obbiettivo di utilizzare questo spazio come ulteriore mezzo di comunicazione della sinistra genovese e, non a caso, il mio primo post, dopo le motivazioni del blog, era un appello, e in qualche modo un impegno, della Sinistra Arcobaleno del ponente e medio ponente di Genova a proseguire in un impegno unitario indipendentemente dal risultato elettorale.
Di tempo ne è passato ed insieme a significative esperienze unitarie maturate in questo periodo sul territorio i conti si son dovuti fare pure con i congressi che non hanno facilitato sicuramente questo processo.
Gia un po di giorni fa postavo un articolo (copia e incolla) comparso su Rifondazione per la Sinistra in cui si diceva che in Liguria si stavano mollando gli ormeggi.
Il documento che pubblico questa sera è lo “stato dell’opera” in questo momento, del lavoro di questi mesi, e, un appello pubblico a raccogliere ulteriori adesioni nella nascita di un nuovo soggetto politico. Il documento è sostanzialmente ancora “In Progress” forse visto il tempo intercorso dal 14 aprile un po di coraggio in più era auspicabile ma rimane comunque un momento importante in cui si assimila tutto il lavoro unitario svolto in questi mesi e si rilancia aprendo a sempre più soggetti con le loro peculiarità e esigenze.


Noi tutte e tutti condividiamo i medesimi ideali di pace, uguaglianza, fratellanza, democrazia e libertà. Noi tutte e tutti siamo uniti dalla convinzione che al centro di ogni nostra azione debba esserci la difesa della dignità delle persone, la tutela dei più deboli, le pari opportunità per tutte e tutti contro ogni forma di razzismo, violenza, discriminazione ed emarginazione.
Noi tutte e tutti ci riconosciamo in quelle donne e in quegli uomini che sessant'anni fa con la Resistenza hanno conquistato la nostra libertà e la nostra democrazia.
Oggi l'Italia si trova - forse per la prima volta dal 1945 - nel mezzo di una crisi culturale e di civiltà profondissima che sta delineando, attraverso lo svuotamento delle regole democratiche, l'instaurazione di una nuova forma di regime.
Siamo nel mezzo di una "rivoluzione" conservatrice che investe ogni ambito e trasforma profondamente la vita sociale e le relazioni tra le persone nel loro complesso: un processo che è da lungo tempo in atto e che mette in discussione gli stessi valori democratici e che sta giungendo a compimento con il governo che si è insediato dopo il voto del 14 aprile.
La destra non solo ha vinto, ma è diventata senso comune. L’esperienza storica della sinistra, per come molte e molti di noi l’hanno conosciuta e vissuta, è terminata.
Noi tutte e tutti siamo però convinti che senza una forte sinistra in Italia e in Europa non ci sia alcuna speranza di portare il Paese fuori dalla crisi e che sia necessario per questo scomporre, ricomporre, ricostruire ed unire gli attuali assetti della sinistra. Serve costruire un nuovo soggetto politico che nasca sotto il segno del rinnovamento e della partecipazione: per questo oggi siamo qui riuniti per costituirci in comitato promotore per la Sinistra.
Il nuovo soggetto deve essere però consapevole che molti problemi del nostro tempo hanno un carattere sovranazionale (valga per tutti l’esempio dell’ambiente e dei cambiamenti climatici) e che solo a tale livello possono trovare una soluzione. Pertanto occorre sostenere il progetto di unità politica del continente europeo, dato che l'Europa è lo spazio minimo di lotta e rivendicazione di diritti cosmopoliti e perché l'Europa può costituire l'alternativa a un processo di globalizzazione senza regole, nonché lo strumento privilegiato per affermare un mondo basato su democrazia, giustizia sociale, pace e diritti senza confini. Il ritorno della destra populista, xenofoba e nazionalista in tutta Europa può essere combattuta solo con una sinistra che si muova in una prospettiva di costruzione della democrazia europea e mondiale.
Bisogna mettere in campo una seria opposizione - radicale ma non declamatoria - ed al contempo lavorare affinché sia possibile al più presto un'alternativa alle destre: un'alternativa culturale, sociale, politica e istituzionale. Un progetto capace anche di rimettere al centro il profilo etico della politica.Occorre condurre con tenacia una battaglia di valori per contrapporre alle destre un diverso e credibile progetto di società eco-sostenibile, una nuova declinazione del binomio diritti-doveri necessaria a garantire la libertà di tutti.
Servono nuove idee, una ricerca vera. Bisogna ritrovare la capacità di capire le trasformazioni in atto, per offrire risposte adeguate ai problemi che investono il Paese a partire dalle nuove povertà economiche legate ad un liberismo ormai globalizzato, dal mondo del lavoro (ormai sempre meno sicuro e sempre più precarizzato), dell'ambiente, dei diritti e dei rapporti sociali sul territorio.Far rinascere una Sinistra che persegua questi obiettivi non è scontato ma, se una speranza può esserci, questa risiede anche nella capacità delle realtà locali, nelle esperienze diffuse e talora disperse, nelle donne e negli uomini che intendono ancora provarci.
Per questo riteniamo fondamentale mettere subito in campo forme stabili di organizzazione, anche parziali, che partecipino alla costruzione condivisa di un nuovo soggetto politico unitario e plurale, partendo dalle varie esperienze di base - che devono ora consolidarsi e produrre un salto di qualità - e dalle singole individualità e dai movimenti politici e associativi organizzati che condividono il percorso della Costituente della Sinistra.
Abbiamo deciso di costituirci in Comitato promotore per condividere luoghi fisici (Case della Sinistra), per agire unitariamente e per avviare reali percorsi di ricerca e azione politico-culturale.

primi aderenti:

Piero Achelli, Nello Agosta, Rocco Albanese, Alessandro Ambrosetti, Ivana Arnera, Paolo Arvati, Franco Bacciarelli, Monia Elide Baldini, Marina Barbieri, Valerio Barbini, Milena Battani, Andrea Baucia, Patrizia Bellotto, Mauro Benzi, Sandra Bettio, Vilma Bistolfi, Claudio Bocchino, Valentina Bocchino, Roberto Bonfiglio, Filippo Bozzano, Elena Bruzzese, Aurelia Buzzo, Mariuccia Cadenasso, Simonetta Cafasso, Mario Calbi, Antonio Caminito, Enzo Cantini, Aristide Capra, Angela Cascione, Giorgio Caselli, Silvia Cavalletti, Nadia Cabella, Raffaella Cecconi, Silvano Chiantia, Angelo Chiaramonte, Ennio Cirnigliaro, Enrico Codda, Alberto Corradi, Mauro Cotogno, Mauro Crovo, Riccardo Dapelo, Uga De Crignis, Rossella D'Acqui, Cinzia Damonte, Bruno Delpino, Roberto Demontis, Giacomo Deprati, Gian Paolo Di Salvo, Francesco Doddis, Marco Doria, Walter Fabiocchi, Marie H. Faye, Gianluca Fazio, Silvio Ferrari, Enrico Fravega, Maurizio Galeazzo, Marco Galiani, Monica Gambaro, Enzo Giussani, Davide Ghiglione, Antonio Gibelli, Alessandro Giovannini, Giuliano Giuliani, Giancarlo Guarneri, Samir Hassan, Igor Ingegnosi, Pino Lauria, Alessandro Lentini, Simone Leoncini, Guido Levi, Orazio Lo Crasto, Igor Magni, Giulio Magno, Arianna Mainardi, Milvia Mantero, Fabio Marante, Irma Marcenaro, Ro Marcenaro, Antonio Martinez, Norma Medina, Barbara Merloni, Gabriela Mezzeti, Massimiliano Milone, Anna Maria Molari, Antonio Molari, Ilaria Molari, Fulvio Molfino, Gianni Morando, Christian Moretti, Dino Moretti, Ivano Mucchi, Valentina Mussi, Daniele Musso, Dario Nicolini, Luca Noceti, Paolo Nutarelli, Antonella Ortelio, Alessandro Pagano, Giuliana Parodi, Nerio Parodi, Mauro Passalacqua, Bruno Pastorino, Giampiero Pastorino, Alessandro Peluffo, Calogero Pepe, Oscar Perez, Mario Pesce, Franco Pezzolo, Cleto Piano, Liana Ponticelli, Federico Pastore, Cristina Quaglia, Francesco Quaglia, Stefano Quaranta, Paolo Quattrida, Stefano Ratto, Irene Ravera, Ivan Repetto, Paola Repetto, Giuseppe Rodinò, Guido Rodriguez, Pietro Rosagni, Matteo Rossi, Pietro Rossi, Marco Roverano, Marina Rui, Andrea Saccani, Patrizia Salvan, Sergio Sassi, Miriam Scarfò, Elisabetta Schiano, Mauro Servalli, Michele Sichenz, Daniela Sommariva, Antonello Sotgiu, Enrico Steardo, Giampietro Stocco, Francesco Surdich, Laura Testoni, Marco Tizzi, Lella Trotta, Federico Valerio, Nicola Vallinoto, Andrea Viari, Loris Viari





info e adesioni: sinistragenova@gmail.com
www.sinistraliguria.ning.com

sabato 18 ottobre 2008

MA A QUALE STATO APPARTENIAMO?


Nuovamente una giornata di morti sul lavoro 8, 9, con questi ritmi uno in più o meno al giorno è irrilevante. E’ una strage!
Dov’è quel pacchetto sicurezza passato tanto a fatica per le resistenze delle organizzazioni padronali, perché aveva, a sentire “lor signori”* costi troppo elevati?
L’Italia è una repubblica fondata sul lavoro signor Presidente del Senato, lo Stato ha il dovere di proteggere questi suoi cittadini, di tutelarli.
Non cerchiamo di ingarbugliare le carte, non c’è nessuno che si alza al mattino con la volontà di sfidare la sorte mettendo a rischio la propria vita; ci sono invece centinaia di migliaia di lavoratori che sotto il ricatto di leggi compiacenti al profitto, per assicurare, una volta si diceva futuro oggi si dice quotidiano per se e per i propi figli subiscono il ricatto dei “tempi” e della “sicurezza”.
Bassi compensi orari (per rimanere competitivi e graditi al padrone) orari fuori dai canoni e norme di sicurezza spesso tralasciate… per fare prima, per fare guadagnare velocemente i soldi al padrone e quindi sperare in una riconoscenza, magari la conferma a quel posto di lavoro.
Se è vero che Cristo non è morto dal freddo, questi lavoratori non hanno cercato di suicidarsi perché superficiali e inadempienti.
Purtroppo questo problema non è slegato dal problema della precarietà, ed è legato al problema ambientale.
Tutti problemi legati insieme con la tutela di “lor signori”* che prendono una posizione vergognosa in sede comunitaria nei confronti del paccheeto “riduzionè immissioni CO2”. Alla richiesta di investimenti per adeguarsi agli standard europei Il governo rigetta alla commissione europea le misure programmate per una minore emissione di CO2 affermando che é da parte dell’Europa una richiesta “Folle”(Brunetta) per l’incidenza sul PIL.
Ci stanno massacrando lo stato sociale, ci stanno decimando nelle fabbriche e nei cantieri ed ora vogliono continuare ad avvelenarci e non dare un futuro alla terra in cui noi viviamo e in cui dovrebbero vivere i nostri figli..
No, Cristo non è proprio morto dal freddo. E’ stato ammazzato!!!!

Loris

* “lor signori” era il modo in cui Mario Melloni identificava la classe dirigente politica e industriale. Melloni era conosciuto come “FORTEBRACCIO” e dal 1967 al 1982 ha tenuto compagnia ai lettori dell’Unità con i suoi corsivi.

venerdì 17 ottobre 2008

PRONTO... CHIAMO PER CONTO...

“MILANO - Sono l'operatore 172. Ho risposto a un annuncio su Internet spedendo via e-mail il mio curriculum, e dopo il colloquio sono qui, con le cuffie in testa e il microfono che mi sfiora le labbra, a proporre a decine di titolari di partite Iva di lasciare Telecom e passare a Infostrada. Ho lavorato una settimana alla………..”

l’articolo completo è su Repubblica.

Non ci stiamo trovando di fronte a quella che si puo considerare una, per quanto grave e odiosa, forma di sfruttamento. Il problema ha aspetti ben più gravi e pericolosi per tutta la società.
Ho gia affermato in altre occasioni che quello che è successo in questi anni è la frammentazione del mercato del lavoro con la conseguente perdita di capacità di contrattazione collettiva.
Questa destrutturazione e impoverimento del mercato del lavoro a mio parere avra ripercussioni molto pesanti sui meccanismi dello stato sociale. A fronte di minori entrate dovute alla diminuzione delle contribuzioni conseguenza di bassi compensi e di discontinuità della prestazione e del compenso stesso.
Benvenuti in questa situazione gli extracomunitari che possono garantire (fino a quando potrà per loro considerarsi un mercato utile) uno zoccolo contributivo. Benvenuto anche il popolo delle partite iva di cui la parte iscritta alla gestione cassa separata dell’inps si trova a pagare contribuzioni sicuramente inferiori a quelle dei dipendenti (23,5%) ma di gran lunga una quota esagerata rispetto ai servizi a cui dovrebbe avere accesso (per l’ultimo aumento ringraziamo la prima legge finanziaria del governo Prodi. 5%).
E’ necessario che tutti (sindacati, partiti, lavoratori) rivediamo le leggi sulla flessibilità per un reale superamento e una stabilizzazione del mercato del lavoro.

giovedì 16 ottobre 2008

CIAO ANDREA



Il 17 ottobre saranno due anni che Andrea Parodi ci ha lasciato.
Penso che il celebrarlo sia veramente una cosa minima rispetto alla sua grande umanità e all'enorme eredità morale e culturale che ha lasciato a tutti noi.
Questo è il suo ultimo concerto, un incredibile inno all'amore e alla vita.

http://www.andreaparodi.it/

GIORNATA NIENTE MALE

Oggi i bolscevici della Caritas si sono riuniti denunciando l’allarme povertà.
Secondo la Caritas,in Italia, sono a rischio 15 milioni di persone. Il bolscevismo sta nel fatto che secondo monsignor Vittorio Nozza, direttore della Caritas Italiana,….. "Assistiamo in questi giorni a montagne di soldi pubblici che, con il giusto accordo di tutti, corrono al capezzale della grande finanza e delle imprese in crisi per tentare di mettere in atto un salvataggio. Perché non fare altrettanto per soccorrere chi lotta quotidianamente per sopravvivere all'indigenza e alla precarietà? - ha chiesto monsignor Nozza -. Perché non tentare una seria alleanza tra politica, società, terzo settore e associazioni di volontariato?"……

Non possiamo che essere rammaricati per la mancata elezione alla consulta di Gaetano Pecorella e vorrei sottolineare che è stato fatto un errore di valutazione da parte del nostro Premier che non ha predisposto tempestivamente una legge o un decreto legge che potesse garantire a Pecorella di presentarsi candidato al posto in consulta depenalizzato lindo e pulito senza pendenze sulla testa.

Dal primo luglio 2009 infine tutti a casa per i precari della Pubblica Amministrazione non saranno più rinnovati i contratti. Ringraziate Brunetta perché non ha licenziato nessuno.Incazziamoci con quei ministri del governo Prodi che dopo una campagna elettorale sull’abrogazione o sul superamento della legge Biagi sono riusciti a non fare niente.

lunedì 13 ottobre 2008

Piero Calamandrei al III Congresso dell’Associazione a difesa della scuola nazionale (Adsn), a Roma l’11 febbraio 1950.




Oggi ho partecipato ad una assemblea indetta unitariamente dal sindacato sulle problematiche relative al decreto legge Gelmini. Per chi come me ha iniziato a biascicare di politica proprio nelle aule scolastiche delle superiori il trauma è stato notevole. Credo che abbiamo tutti un dovere che è di documentarci bene e con tutti gli strumenti possibili andiamo davanti e dentro le scuole facendoci promotori di un grosso movimento di massa che coinvolga le famiglie gli studenti e gli insegnanti. Vi propongo questo discorso di P.Calamandrei che risulta essere di una attualità impressionante

Discorso pronunciato da Piero Calamandrei al III Congresso dell’Associazione a difesa della scuola nazionale (Adsn), a Roma l’11 febbraio 1950.


Facciamo l’ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuol fare la marcia su Roma e trasfornare l’aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura.Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di stato hanno il difetto di essere imparziali. C’è una certa resistenza; in quelle scuole c’è sempre, perfino sotto il fascismo c’è stata. Allora, il partito dominante segue un’altra strada (è tutta un’ipotesi teorica, intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito. Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di privilegi. Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori, si dice, di quelle di stato. E magari si danno dei premi, come ora vi dirò, o si propone di dare dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece che alle scuole pubbliche alle scuole private. A “quelle” scuole private. Gli esami sono più facili, si studia meno e si riesce meglio. Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata. Il partito dominante, non potendo trasformare apertamente le scuole di stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di stato per dare la prevalenza alle sue scuole private. Attenzione, amici, in questo convegno questo è il punto che bisogna discutere.Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tener d’occhio i cuochi di questa bassa cucina. L’operazione si fa in tre modi, ve l’ho già detto: rovinare le scuole di stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni. Attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private. Non controllarne la serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano burlette. Dare alle scuole private denaro pubblico. Questo è il punto. Dare alle scuole private denaro pubblico.


(Pubblicato sulla rivista “Scuola democratica”, 20 marzo 1950).

venerdì 10 ottobre 2008

ROSSOAMARO


Ho l’impressione che per qualche giorno i blog che guardano a sinistra un po per l’effetto della manifestazione dell’11 ottobre, un po per il fine settimana subiranno una piccola pausa di attesa.
Ne voglio approfittare per parlare di un libro che è arrivato in libreria venerdì scorso e che ho già letto: “ROSSOAMARO” di Bruno Morchio edito Garzanti.
Morchio è un autore genovese che da un po di anni scrive dei romanzi in cui il protagonista è un investigatore privato, Bacci Pagano, che si muove prevalentemente nell’ambito genovese ma che soprattutto ha un suo passato legato a quelli che sono stati i fermenti post 68 e alle sue storture con gli anni di piombo. Bacci Pagano ha anche una famiglia di origine molto radicata nella storia di quello che è stato il movimento operaio genovese che negli anni del fascismo diede uno straordinario contributo alla lotta di liberazione dal nazifascismo.
Tutto il cappello precedente per spiegare che non ci troviamo di fronte a quello che comunemente viene definito un giallo, per quanto bello e avvincente, ma a un racconto che attraverso una vicenda di fantasia parla della nostra storia, quella dei nostri padri e nostre madri e entra nelle vicende sociali che hanno e stanno travagliando questa città con le sue trasformazioni e le sue contraddizioni.
A Bacci Pagano in Rossoamaro viene affidata una indagine che lo porta a investigare su vicende che risalgono al 1944 in quel di Sestri Ponente dove erano attive diverse gap (gruppi d’azione patriottica).
Per la stesura del libro Morchio si è servito ovviamente della collaborazione sia di protagonisti di quel periodo attraverso l’ANPI, sia del supporto di storici.
Non a caso si fa riferimento a Giacomo Buranello (comandante dei gap a Genova) e all’attentato al cinema Odeon che trovò risposta infame da parte nazifascista con l’eccidio del Turchino.All’indagine sui fatti del 44 corre nel libro una vicenda parallela, quella ambientata ai giorni d’oggi che parla di immigrazione clandestina, sfruttamento, prostituzione.
(nella foto lavoratrici della manifattura tabacchi)

giovedì 9 ottobre 2008

UN ESEMPIO DI COERENZA




IL 9 OTTOBRE 1967 VENIVA ASSASSINATO ERNESTO CHE GUEVARA. RIPORTO L'ULTIMA SUA LETTERA INDIRIZZATA AI FIGLI


Cari Hildita, Aleidita, Camilo, Celia e Ernestino,
se un giorno dovrete leggere questa lettera é perché non sarò più
tra voi. Quasi non vi ricorderete di me e i più piccoli non mi
ricorderanno affatto. Vostro padre é stato un uomo che agisce come
pensa ed é stato certamente fedele alle sue convinzioni.
Crescete come bravi rivoluzionari (che vuol dire buona condotta, serietà,
amore per la rivoluzione, cameratismo). Studiate molto, per poter dominare
la tecnica che permette di dominare la natura.
Ricordatevi che ognuno di noi, da solo, non vale niente.
Soprattutto siate capaci di sentire nel più profondo di vuoi stessi ogni
ingiustizia commessa contro chiunque in qualsiasi parte del mondo.
E' la qualità più bella di un rivoluzionario.
Arrivederci, bambini miei, spero di rivedervi ancora.
Un grande bacio e abbraccio da papà.

martedì 7 ottobre 2008

GIOVANI CONTRO IL FANGO


Sono passati 38 anni da quel 7 ottobre in cui i genovesi e in particolare gli abitanti di Voltri dovettero far fronte ad un mare di acqua e fango che tanto incise non solo nella quotidianità ma anche nella cultura di solidarietà della gente.
Avevamo l’esempio della solidarietà di qualche anno prima nei confronti di Firenze dove lo sforzo dei volontari fu convogliato nel tentativo di salvare il più possibile il patrimonio artistico messo a dura prova dall’acqua.
A Voltri non c’erano biblioteche o quadri che facevano entrare in apprensione il mondo intero era stato però fortemente minato un tessuto operaio figlio di quel ponente genovese che attraverso le sue industrie aveva formato quella cultura operaia che nella Resistenza aveva gia dato un determinante contributo nella lotta al nazifascismo.
La risposta nell’ottobre 70 fu naturale, spontanea e generosa; nel mare di acqua e fango con linee telefoniche spesso interrotte e senza ovviamente sms o internet migliaia di giovani si riversarono nei quartieri colpiti adoperandosi fino allo sfinimento per poter alleviare il più possibile chi era stato duramente colpito.
Non eravamo gli "Angeli del fango" di Firenze anzi alcuni di noi vollero distinguersi in un presunto "Soccorso Rosso" anche se onestamente non vidi mai distinzione tra un giovane volontario e l’altro nell’impegno a ridare dignità alla città colpita.
La marea di promesse che furono sviolinate nei confronti di questi giovani trova forse pari alla quantità d’acqua e fango che aveva invaso Genova e come fu ripulita la città sparirono pure le promesse.
Rifiutammo di rientrare a scuola fino a che Genova non ritrovò un aspetto dignitoso riprendemmo la nostra vita senza sbandierare quello che avevamo fatto, lo avevamo fatto e basta.

venerdì 3 ottobre 2008

TROPPO E TUTTO ASSIEME


….Sono molti e contrastanti i sentimenti che si stanno accalcando, sovrapponendo e mischiando in queste ore.
Nino Emiliano Cassola è morto cadendo in un pozzo per l’estrazione di biogas in quell’antro infernale che è la discarica di Scarpino sulle alture di Sestri ponente. Insieme a lui sono rimasti uccisi da incidenti sul lavoro altri cinque lavoratori nella sola giornata di ieri sul territorio nazionale e chissà quanti altri sono morti in un letto d’ospedale con patologie riconducibili al lavoro che esercitavano.
La Marcegaglia rompe con la CGIL sulle metodologie di calcolo per il recupero in busta paga dell’aumento del costo della vita come se quelli che c’hanno guadagnato qualche cosa sull’aumento delle tariffe, della frutta , della verdura e del carburante fossero i lavoratori dipindenti.
Quello che è un ulteriore passaggio del programma della P2 mi sembrerebbe in pieno lavorio con il tentativo di esautoramento del sindacato (vedi vicenda Alitalia e per l’appunto contrattazione con confindustria).
Il tentativo di esautoramento è in atto anche nei confronti del parlamento in quanto l’insofferenza verso qualsiasi forma di opposizione per quanto di minoranza porta il presidente del consiglio a dichiarare che la legiferazione preferenziale sarà per decreto.
Da stasera potremo vedere il film di Spike Lee “Miracolo a Sant’Anna” ma già dalle anteprime conosciamo le polemiche che si sono scatenate. Personalmente ritengo che ogni occasione sia buona per ricordare. Ritengo però che sia altresì corretto che il ricordo non sia offuscato da “licenze poetiche” che si allineano a insinuazioni intollerabili come si sono manifestate in questi ultimi giorni, dai morti di Salò, al male assoluto.
A Sant’Anna di Stazzema con determinazione criminale e assassina le SS trucidarono 560 civili italiani,vecchi , donne, bambini, residenti e molti sfollati. A guidare i criminali nazisti c’erano fascisti italiani: quelli che qualche ministro (volutamente non dico nostro) vorrebbe indegnamente equiparare da morti a chi ha sacrificato vita e affetti per ridarci dignità.
L’inesattezza raccontata nel film (non l’ho ancora visto) che attribuirebbe la strage ad una rappresaglia per un’azione partigiana la lascio alla penna di G.Pansa che continuerà ad annoverarmi tra i suoi non lettori a pagamento.

BEGIN

Share |

Lettori fissi

networkedblogs

DISCLAIMER


Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità . Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n° 62 del 7.03.2001.
L'autore del blog non è responsabile del contenuto dei commenti ai post, nè del contenuto dei siti "linkati".

Alcuni testi o immagini inserite in questo blog sono tratte da internet e, pertanto, considerate di pubblico dominio; qualora la loro pubblicazione violasse eventuali diritti d'autore, vogliate comunicarlo via E-mail. Saranno immediatamente rimosse.

Some text or image, in this blog, were obtained via internet and, for that reason, considered of public domain. I have no intention of infringing copyright. In the case, send me an E-mail and I will provide immediately.