il problema attuale non è più la lotta della democrazia contro il fascismo ma quello del fascismo nella democrazia (G. Galletta)

Amicus Plato, sed magis amica veritas



lunedì 13 ottobre 2008

Piero Calamandrei al III Congresso dell’Associazione a difesa della scuola nazionale (Adsn), a Roma l’11 febbraio 1950.




Oggi ho partecipato ad una assemblea indetta unitariamente dal sindacato sulle problematiche relative al decreto legge Gelmini. Per chi come me ha iniziato a biascicare di politica proprio nelle aule scolastiche delle superiori il trauma è stato notevole. Credo che abbiamo tutti un dovere che è di documentarci bene e con tutti gli strumenti possibili andiamo davanti e dentro le scuole facendoci promotori di un grosso movimento di massa che coinvolga le famiglie gli studenti e gli insegnanti. Vi propongo questo discorso di P.Calamandrei che risulta essere di una attualità impressionante

Discorso pronunciato da Piero Calamandrei al III Congresso dell’Associazione a difesa della scuola nazionale (Adsn), a Roma l’11 febbraio 1950.


Facciamo l’ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuol fare la marcia su Roma e trasfornare l’aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura.Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di stato hanno il difetto di essere imparziali. C’è una certa resistenza; in quelle scuole c’è sempre, perfino sotto il fascismo c’è stata. Allora, il partito dominante segue un’altra strada (è tutta un’ipotesi teorica, intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito. Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di privilegi. Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori, si dice, di quelle di stato. E magari si danno dei premi, come ora vi dirò, o si propone di dare dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece che alle scuole pubbliche alle scuole private. A “quelle” scuole private. Gli esami sono più facili, si studia meno e si riesce meglio. Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata. Il partito dominante, non potendo trasformare apertamente le scuole di stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di stato per dare la prevalenza alle sue scuole private. Attenzione, amici, in questo convegno questo è il punto che bisogna discutere.Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tener d’occhio i cuochi di questa bassa cucina. L’operazione si fa in tre modi, ve l’ho già detto: rovinare le scuole di stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni. Attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private. Non controllarne la serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano burlette. Dare alle scuole private denaro pubblico. Questo è il punto. Dare alle scuole private denaro pubblico.


(Pubblicato sulla rivista “Scuola democratica”, 20 marzo 1950).

3 commenti:

il Russo ha detto...

Anch'io in questi giorni movimentati ho avuto l'occasione di leggere queste bellissime righe di Calamandrei, ma oggi ci tocca avere a che fare con le Gelmini, segno dei tempi...

NADIA ha detto...

hola probabilmente si vuole mettere un bavaglio al popolo, indottrinare i futuri ragazzi, così saranno più facilmente controllabili...questo non è buono, un popolo controllato è un popolo che non pensa......
un abbraccio e un grazie!!!!

SCHIAVI O LIBERI ha detto...

Calamandrei era veramente una persona eccezionale.

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