il problema attuale non è più la lotta della democrazia contro il fascismo ma quello del fascismo nella democrazia (G. Galletta)

Amicus Plato, sed magis amica veritas



mercoledì 29 febbraio 2012

TRASMETTO IL COMUNICATO SCRITTO DA CHI ERA IN CLAREA DURANTE LO SGOMBERO VI PREGO DI POSTARLO E FARLO GIRARE AL PIU' PRESTO VIA WEB STAMPA RADIO...

Ricevo via mail e come webmaster di a sinistra aderisco alla richiesta di diffondere questo comunicato solidarizzando con il movimento No Tav Valsusino, augurando a Luca Abbà una pronta guarigione per continuare la difesa del territorio e dell'ambiente.
Loris

Era nell’aria da giorni. 
E stamattina, pochi minuti dopo le otto è arrivata la logica prosecuzione delle mire espansionistiche dei cantieri del TAV nella val Susa. Ci siamo trovati in pochi in baita circondati da centinaia di poliziotti in tenuta antisommossa, che affollavano la val Clarea. La situazione sembrava apparentemente sotto il controllo delle guardie, quando inaspettatamente Luca, un attivista del movimento è riuscito ad eludere i controlli salendo sul traliccio dell’alta tensione vicino alla baita. Uno dei due agenti che lo rincorrevano, è salito immediatamente, con una fretta inusuale, sconsiderata e senza nessuna messa in sicurezza sul traliccio, mentre noi siamo tenuti a distanza, isolati di fronte alla porta della baita. In quel momento Luca in diretta con radio Blackout manifesta esplicitamente ed in modo incontrovertibile la sua intenzione di resistere allo sgombero. Preoccupati per il frettoloso inseguimento verticale a cui veniva sottoposto Luca, gridavamo alle 
forze dell’ordine di fermarsi. La risposta è stata: “Non vi preoccupate, siamo professionisti”. 
Pochi secondi dopo, Luca costretto a salire più in alto, per sfuggire all’agente che lo insegue, viene folgorato da una scarica elettrica da 50.000 volt. Il suo corpo privo di sensi precipita al suolo da oltre 10 metri. Risuona nella mente il “morto” annunciato nei discorsi del capo della polizia Manganelli, e dell’ex ministro dell’interno Roberto Maroni. Mentre a noi, scioccati dall’episodio veniva impedito di avvicinarci, il tempo passava senza che a Luca fossero prestate le prime cure. Solo dopo oltre mezz’ora è arrivata l’ambulanza. Nonostante vi fosse una persona in grave pericolo di vita, ferita per terra, i lavori per l’allargamento del cantiere procedevano ininterrotti, dimostrazione evidente di quali siano le priorità dei rappresentanti dello stato e degli operai presenti sul posto: la TAV prima della vita umana. 
Nonostante le nostre insistenze parecchio tempo è trascorso prima che ad uno di noi venisse dato il permesso di avvicinarsi a Luca che dopo oltre un’ora veniva finalmente trasportato in elicottero all’ospedale. 
Scriviamo questo comunicato per informare su quanto accaduto realmente durante lo sgombero della baita Clarea, smentendo così le false ricostruzioni partorite dai media di regime insieme a tutte le voci che stanno girando in questi giorni. Non ci sono state trattative da parte nostra con le guardie per far scendere Luca, non sono stati usati lacrimogeni, nessuna corda di sicurezza era stata fissata dall’agente che seguiva Luca sul traliccio, non vi è stato nessun barricamento collettivo all’interno della baita. Solo nel pomeriggio ci è stato 
permesso di lasciare la baita, costringendoci ad assistere allo scempio della val Clarea e alla pantomima delle deposizioni: l’ennesimo “incidente” avvenuto per motivi di ordine pubblico… 
L’esempio di Luca esprime quello che tutti noi abbiamo nel cuore, difendere questa terra a tutti i costi senza se e senza ma. 
Il lampo che lo ha colpito rimarrà inciso nella nostra memoria per sempre insieme all’indifferenza dimostrata dagli operai e dagli agenti delle forze dell’ordine di fronte ad un fatto di tale gravità. Ti abbracciamo Luca aspettando di vederti tornare al più presto a lottare sulle montagne a te e a noi così care. 

Gli ultimi ad andarsene 


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'Agenti non riconoscibili? Così si sospendono le regole'



25 febbraio 2012 — pagina 3 sezione: GENOVA 

L' IMPOSSIBILITÀ di perseguire i poliziotti picchiatori del G8 perché irriconoscibili anche per i loro comandanti; la rivoluzionaria proposta di imporre degli oneri di ripristino per limitare la cementificazione della Liguria; e poi ancora le indagini per danno alla salute pubblica degli avvelenatori della terra,i risarcimenti chiesti ai comuni che non fanno la raccolta differenziata o la clamorosa stima, 34 milioni di euro, del danno provocato dalle false pensioni per l' amianto. Sono alcuni dei temi affrontati ieri nel corso della cerimonia di apertura dell' anno giudiziario della Corte dei Conti dal procuratore regionale Ermete Bogetti e dal presidente della sezione giurisdizionale Andrea Russo. G8. Bogetti, nel ricordare che la procura ha avviatoi procedimenti con cui verranno chiesti i danni materiali e d' immagine ai poliziotti condannati per le violenze durante il G8 del 2001, ha spiegato che se da un lato si attendono i giudizi definitivi della Cassazione per procedere contro gli imputati della Diaz e di Bolzaneto, dall' altro si potrebbero già istruire dei processi per quei casi che in sede civile hanno visto il Ministero dell' Interno risarcire alcuni manifestati picchiati. Ma c' è un ostacolo. Nessuno è in grado di identificare gli agenti picchiatori. Bogetti ha così ricordato la sua esperienza torinese, quando indagò nei confronti di un funzionario - assolto penalmente - che aveva guidato una carica in Valsusa contro i manifestanti contrari alla Tav. «Ricordo - ha detto il procuratore - che ho dovuto constatare che gli stessi comandanti... oltre a non essere in grado di identificare gli operatori... neppure potevano precisare se fossero appartenuti al contingente da loro comandato... se si ammette che i singoli operatori non possano essere riconoscibili... vuol dire ammettere che si possa verificare una sospensione delle regole... che non può essere tollerata in uno Stato di diritto»...Leggi tutto >>





lunedì 27 febbraio 2012

leader No Tav cade da traliccio inseguito dai poliziotti - "mi sto attrezzando per difendermi" - le mobilitazioni in tutta Italia

Ecco la drammatica testimonianza di Luca Abba pochi secondi prima di precipitare al suolo. 




info su : No Tav.info

radio Black-out

(AGI)-Torino, 27 feb - Anche la Fiom chiede la sospensione dei lavori al cantiere della tav dopo l'incidente di questa mattina in cui e' rimasto ferito Luca Abba'."A fronte di quanto accaduto - dice Federico Bellono segretario della Fiom torinese- chiediamo l'immediata sospensione dei lavori di ampliamento del cantiere per ragioni umanitarie". Intanto si mobilita anche a Torino il popolo No Tav: alle 13 e' in programma un presidio sotto la prefettura ed in cub, in concomitanza dell'assemblea delle 17 a Bussoleno, hanno organizzato un punto di incontro sotto la sede della Rai in Via Verdi.
FERRERO (PRC-FDS), FERMARE LA GUERRA CONTRO VAL DI SUSA "Nell'esprimere la speranza che Luca Abba' possa rapidamente rimettersi, voglio denunciare con forza che il suo ferimento e' il frutto diretto della sconsiderata azione delle forze dell'ordine". Lo sostiene Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione Comunista, secondo il quale "L'esecuzione dell'esproprio di un terreno diventa un'azione militare in cui le regole d'ingaggio dei militari e della polizia sono molto piu' aggressive di quelle utilizzate in Afghanistan dai militari italiani". "Luca Abba' - prosegue - e' rimasto fulminato e caduto a terra, inseguito su per un traliccio dell'alta tensione mentre protestava per l'esproprio dei suoi terreni: e' una cosa mai accaduta in Italia. Invito tutti i cittadini a riflettere sul fatto che in Val di Susa le forze dell'ordine si comportano come un esercito di occupazione con l'unico compito di "conquistare il territorio" anche a scapito della vita delle persone. Si tratta di un fatto grave e chiedo una volta ancora che il governo abbandoni quest'opera inutile e dannosa e sospenda immediatamente l'esproprio dei terreni".
LEGAMBIENTE, SOSPENDERE ESPROPRI E RIDISCUTERE PROGETTO "Serve una pausa di riflessione. Il grave incidente di questa mattina durante le operazioni di allargamento di un cantiere presso la baita Clarea deve fermare gli espropri e gli ampliamenti dei cantieri". Ad affermarlo e' il presidente di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, secondo cui "e' assurdo che, nonostante la positiva e partecipata manifestazione di sabato, i lavori stiano proseguendo nel totale spregio dei valligiani e dei reali interessi del Paese". "Il governo prenda atto dell'opposizione da parte dei residenti, espressa anche a rischio della vita - continua Cogliati Dezza - e fermi un'opera evidentemente inutile, dannosa e costosissima per il Paese. Si torni subito al tavolo della progettazione per concertare i piani infrastrutturali e trasportistici realmente necessari all'Italia anche nel rispetto delle proteste che devono, ora piu' che mai, essere pacifiche e intelligenti".
(AGI) . 


fonte : fanpage.it
Avevano promesso “resistenza” gli esponenti dei No Tav contro i lavori e così è stato stamane quando, con un giorno d’anticipo, è iniziato all’alba l’allargamento del cantiere della Tav a Chiomonte (Torino). Sulla base di un’ordinanza del prefetto gli operai hanno iniziato i lavori per ampliare il perimetro delle recinzioni verso i terreni dei privati. Oltre alle proteste dei manifestanti, in corso già da qualche giorno, la mattinata è stata segnata soprattutto da un gravissimo incidente ai danni di uno di loro: il 37enne Luca Abbà, uno degli esponenti più noti del movimento No Tav e proprietario di uno dei terreni destinati all’esproprio, è salito – come stabilito nei giorni scorsi dall’intero gruppo dei manifestanti - per protesta su un traliccio della luce e lì ha toccato i fili della corrente restando folgorato e precipitando da un’altezza di 10-15 metri.

Le condizioni del leader Luca Abbà sono gravissime - Subito è stato detto che le sue condizione erano gravissime, a soccorrerlo sono stati gli agenti che l’hanno trasportato in ospedale. Abbà avrebbe un polmone perforato, diverse fratture e ustioni sul corpo. Dopo l’incidente avvenuto ad Abbà un altro ragazzo è salito sul traliccio per continuare la protesta dei No-Tav. I manifestanti si sono riuniti poi in assemblea e alla riunione ha partecipato anche il presidente della Comunità montana Val di Susa e Val Sangone, Sandro Plano, che ha scritto un telegramma al prefetto di Torino chiedendo di “sospendere le operazioni di allargamento del cantiere per non aumentare le tensioni”. Lo stesso messaggio è arrivato anche dalla Fiom. Un centinaio di attivisti ha bloccato la statale 25 della Val di Susa nei pressi di Bussoleno dove è stato organizzato un presidio di protesta.

Per il “Legal team” dei No Tav è in corso un’emergenza democratica - I lavori per il momento stanno continuando mentre alcuni attivisti sono ancora nella baita e non vogliono uscire, anche su internet è iniziato il tam tam per portare altre persone all’interno della zona oggetto dell’allargamento. Intanto i legali del movimento No Tav hanno fatto sapere che l’occupazione dei terreni del cantiere di Chiomonte ai fini di esproprio rappresenta “una vera e propria emergenza democratica”: il team di legali parla di una violazione dell’articolo 2 del Testo unico di Pubblica sicurezza che “prescrive quella procedura soltanto in casi di estrema violenza, che qui non vi sono”.

La Procura della Repubblica di Torino ha aperto un’inchiesta - È duro anche il commento del leader dei No Tav Alberto Perino che ha parlato in questi termini dell’incidente avvenuto ad Abbà: “Manganelli aveva detto che doveva scapparci il morto e ci sono quasi riusciti. Un attacco preordinato, premeditato e studiato bene”. La Procura della Repubblica di Torino ha aperto un’inchiesta mentre in Val di Susa arriverà il pm Giuseppe Ferrando per le indagini sull’incidente nel quale è rimasto coinvolto il leader Abbà.
http://www.fanpage.it

informazioni in aggiornamento

LE INIZIATIVE NO TAV IN PROGRAMMA PER OGGI, IN RISPOSTA ALL'ENNESIMO SGOMBERO. ANCHE QUESTA VOLTA QUALCUNO RISCHIA LA VITA A CAUSA DELL'ARROGANZA DI UNO STATO ORMAI DISTANTE ANNI LUCE DALLA VOLONTA' DI CHI LO VIVE.

BOLOGNA - Ore 18 - Piazza del Nettuno
BERGAMO - Ore 19 - Piazza Matteotti davanti al Comune
BRESCIA - Ore 18 - Piazza della Loggia
BUSSOLENO - Ore 18 - Piazza della Stazione
CREMONA - Ore 18 - Piazza Roma
COSENZA - Ore 18 - Piazza 11 Settembre
FIRENZE - Ore 17.30 - Prefettura (via Cavour)
GENOVA - Ore 18 - Prefettura (largo Eros Lanfranco)
L'AQUILA - Ore 16 - Appuntamento organizzativo a Casematte
- Ore 18 - Piazza Regina Margherita
LATINA - Ore 18.30 - Giardini Pubblici
MANTOVA - Ore 18 - Prefettura (via Principe Amedeo 32)
MODENA - Ore 18 - Piazza Torre
MILANO - Ore 14.30 - Appuntamento organizzativo in Università Statale
- Ore 18 - Piazza San Babila
NAPOLI - Ore 16.30 - Piazza Trento e Trieste
NOVARA - Ore 18 - Piazza Cavour
NUORO - Ore 18 - Piazza Sardegna (Quadrivio)
PADOVA - Ore 18 - Prefettura
PALERMO - Ore 18 - Prefettura (via Cavour)
PERUGIA - Ore 19 - Piazza IV Novembre
PISA - Ore 18 - Logge dei Banchi
REGGIO EMILIA - Ore 18 - Prefettura
ROMA - Ore 15 - Assemblea cittadina alla Facoltà di Fisica de La Sapienza
SALERNO - Ore 19 - Stazione Centrale
TORINO - Ore 13 - Prefettura
- Ore 15.30 - Comune di Torino
TRENTO - Ore 19 - Piazza del Duomo
VICENZA - Ore 18 - Piazza Castello

Dalla Spagna:
Barcellona presidio al Consolato italiano IN SOLIDARIETÀ CON IL MOVIMENTO NO TAV Dopo la formidabile manifestazione di sabato scorso (almeno 70.000 persone, corteo colorato, partecipato e determinato - e una lotta contro l'Alta Velocità che dura da più di vent'anni) all'alba di oggi, lunedí 27 Febbraio, le cosiddette "forze dell'ordine" hanno compiuto un violento (e illegale) blitz militare per allargare il cantiere dell'alta velocità. Luca Abbá, uno dei presidianti, è salito su un traliccio per mettere in vista la bandiera No Tav e cercare di incatenarsi. Dei militari rocciatori l'hanno seguito nonostante le sue minacce di salire ancora, ed è rimasto folgorato dall'alta tensione, cadendo a terra da 6 metri di altezza (impattando col suolo privo delle protezioni anticaduta previste in questi casi e non utilizzate) Trasportato d'urgenza in elicottero in ospedale a Torino: con un grave ritardo nei soccorsi ostacolati dalle forze del disordine, è in gravissime condizioni, ma fuori pericolo di vita. In mattinata la Val di Susa è scesa in strada bloccando statale, autostrada e ferrovia. Si stanno svolgendo presidi in tutta Italia contro l'ennesimo, violento sopruso del Governo italiano e delle forze dell'ordine. Contro la TAV Torino-Lione, un'opera ingiusta e inutile, ma imposta con l'inganno e la violenza.
Barcellona è presente stasera presidio di solidarietà sotto il consolato, dalle 19.00 con il movimento No Tav
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Ho 53 anni e sono stato licenziato...



Una storia, individuale ma esemplare, di un lavoratore come tanti, alle prese con "nuovi capi", incentivi alla produzione, tutele mancate e una sopresa finale

Con particolare soddisfazione alla fine di questo mese di gennaio si è conclusa la mia breve carriera (un anno esatto) di lavoratore dipendente. La soddisfazione è stata reciproca. Per l’azienda che si è liberata di un lavoratore indisciplinato e per me che ho ricevuto una lauta buonuscita. Effettivamente non credo di essere portato per le rigidità e la disciplina che vengono richieste dalle grandi organizzazioni ai lavoratori dipendenti. L’esperienza è stata comunque interessante e per certi versi anche un po’ emblematica. Non mi è stato risparmiato nulla. Vediamola per tappe

1. L’azienda per la quale lavoravo in precedenza (sempre con contratti a partita Iva per una ventina d’anni di fila) è stata acquistata assieme ad altre da una cordata capitanata da Bain capital (uno dei più grossi fondi internazionali).

2. La direzione è stata presa da un gruppo di giovani leoni della consulenza (mc Kinsey…e chi se no?!) che avevano fatto la due diligence e che sono entrati in azienda.

3. I giovani leoni ci hanno detto che avrebbero fatto grandi cose e ci avrebbero portati a un grandissimo successo: dovevamo fidarci e seguire le loro direttive.

4. I giovani leoni ci hanno fatto corsi e riunioni durante i quali ci hanno spiegato che non capivamo niente e che loro sì che sono capaci di fare i soldi.

5. Ci hanno sorbettato consigli di ogni genere da come svegliarci al mattino a come vestirci (dress business code) a come presentarci ai clienti (dovevamo dire buongiorno e grazie e non magiare aglio ma mentine).



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domenica 26 febbraio 2012

VAL SUSA: UN CORTEO IMPONENTE, UNA REPRESSIONE PREMEDITATA CHE NE ANNUNCIA MOLTE ALTRE. E’ INDISPENSABILE CHE L’UNITA’ RAGGIUNTA IN VALLE SI TRASFORMI IN UN PROGETTO NAZIONALE. (Agnoletto)

foto di Fabio Dovana

Oggi pomeriggio ho partecipato alla manifestazione in val Susa: enorme, colorata, pacifica e consapevole della propria forza. Sindaci, molti, e movimento uniti come non si vedeva da tempo; una risposta che non ammette repliche a chi, per l’ennesima volta con i recenti arresti, ha tentato di criminalizzare e intimidire il movimento.
Troppo per un governo cogestito da PDL e PD, gli azionisti politici di riferimento delle aziende che gestiscono gli appalti della TAV in una logica totalmente bipartisan. Gli stessi partiti che hanno rinnovato come un solo uomo la fiducia ai vertici della polizia condannati nei processi per il G8 di Genova. Gli stessi vertici che hanno ordinato l’assalto a sangue freddo nella stazione di Torino contro chi rientrava a casa dopo la manifestazione. 
Un blocco di potere che vede al governo uomini (e donne) provenienti dai consigli di mministrazione delle principali banche, dai fondi finanziari internazionali, da consulenze d’oro con multinazionali interessati direttamente al giro d’affari che ruota attorno alla TAV.
Non molleranno l’osso facilmente. La recente intervista del capo della polizia lo spiega chiaramente: per riprendere i lavori hanno esplicitamente messo in conto incidenti di percorso, ossia l’incolumità della popolazione della valle è un optional che può essere ignorato.
Dovrebbe essere ormai chiaro a tutti che lo scontro attorno alla TAV, va ben oltre l’alta velocità e la sola val Susa: lo scontro, il confronto, è con chi vuole spendere 20 miliardi per la TAV e altri 20 per i cacciabombardierei F35 mentre taglia le pensioni di 900 euro, precarizza il lavoro, taglia lo stato sociale e difende i grandi burocrati dello Stato con una pensione annuale di 568.000 euro. 
Non c’è alternativa: o pagano loro o paghiamo tutti noi.
Il corteo di oggi ha raccolto, non solo idealmente, forze diverse fra loro, sindacali, associative, politiche, centri sociali ecc. attorno ad un unico obiettivo. Forse varrebbe la pena di riflettere se questa unità deve proprio fermarsi solo all’imbocco della valle e non può invece produrre qualcosa di più ampio a livello nazionale. La situazione odierna e le settimane che ci aspettano richiedrebbero un simile passo.

vittorio agnoletto





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foto di Uomoinpolvere

sabato 25 febbraio 2012

Marina Spaccini ci ha lasciato - "Quella manganellata mi ha fatto cadere lo Stato in testa"

Ricordi dalla rete di Marina Spaccini




Ciao Marina! 
Saluto con questa immagine una persona straordinaria: Marina Spaccini. E' lei che, come ricordano i compagni genovesi, porge un po' d'acqua ad un ragazzo sdraiato per terra ferito dopo che la cieca furia delle cosiddette "forze dell'ordine" aveva fatto scempio della piazza tematica del movimento pacifista a Manin il 20 luglio 2001. E' lei che, poco dopo essere stata ritratta, è finita con la testa spaccata per colpa di quelle stesse belve.
La ricordo quando nel luglio 2002 è tornata a Genova per raccontare la sua esperienza e quella del marito Giorgio di medici in Africa ed il loro percorso nel movimento dei "Bilanci di giustizia", per un'economia diversa. La ricordo, poi, ad un'udienza sugli scontri di quei giorni, raccogliere le idee con la testa tra le mani in un angolo del tribunale genovese, e vincere un risarcimento ridicolo da parte dello Stato senza perdere mai dolcezza e indignazione. E' una persona che, con umiltà e dignità, ha cercato di fare del suo meglio per farci tutti migliori. Grazie! 

Monica di Sisto





Marina SPACCINI se ne è andata, lasciandoci tanti ricordi. 
Ci ricordiamo la sua querelle con il sindaco Di Piazza, che voleva riappendere al muro del palazzo comunale il ritratto del Podesta fascista Pagnini: Marina chiese allora di togliere quello di suo padre, sindaco 
democristiano di Trieste, ma soprattutto convinto antifascista . 
Ci ricordiamo la determinazione e la forza con le quali partecipava al Movimento Altermondista e, nel locale, al Trieste Social Forum, in particolare durante le vicende legate alla guerra contro l'Iraq. 
Soprattutto però il nome di Marina SPACCINI rievoca tra coloro che parteciparono al cosiddetto movimento no global, i fatti nei quali fu coinvolta in occasione della grande manifestazione di Genova del 2001 .
Marina infatti venne aggredita da un appartenente alle forze dell'ordine e manganellata, nonostante fosse chiaro dal suo distintivo, che essa facesse parte del personale medico volontario della manifestazione e che stesse tentando di portar soccorso ad altri aggrediti dalle violenze della polizia. 
La sua foto - pubblicata in copertina dalla rivista Diario - e la sua storia fecero il giro del mondo. 
Solo dopo diversi anni Marina vinse la causa e potè dimostrare come andarono effettivamente le cose . 
Si sa che i marxisti - come noi ci consideriamo - hanno un solo lucido e cosciente atto di fede: la fiducia pressochè infinita nell''essere umano e nella sua volontà di cambiamento collettivo di questa società verso 
una società più giusta e solidale Marina era una di quelle compagne di strada che ci rafforzava in questa 
convinzione e per questo la sua scomparsa ci colpisce profondamente.

 Sinistra Critica TRIESTE



g8: lo Stato condannato a pagare

Marina Spaccini su "Vita Nuova" Trieste
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ordine/disordine pubblico



Penso che sia inutile scrivere cose che altri hanno già scritto e sicuramente in modo più esaustivo di me, per cui mi limiterò ad alcune considerazioni e poi il link al pezzo originale.

La prima riguarda la condanna a 4 e 5 anni per due giovani arrestati il 15 ottobre durante la manifestazione a Roma contro le politiche della BCE e dell'FMI.
Per chi come me era in testa a quel corteo e ha subito l'aggressione prima di qualche centinaio di "black block" e poi da parte della polizia che con blindati e idranti irrompeva nel mezzo di manifestanti pacifici a folle velocità non c'è stupore in questa sentenza. Resto dell'idea che non può essere casuale il non aver bonificato preventivamente il percorso del corteo da cassonetti e autovetture, ma è anche vero che Genova insegna, e le trappole a cortei pacifici, autorizzati , e dal percorso concordato fanno presto a tramutarsi in trappole e non solo fisicamente ma anche politicamente. Se Maroni non ha raccolto il frutto della sua gestione dell'ordine pubblico contro gli indignati italiani è perchè altri più scafati di lui si sono premurati di preservare un "potere" consegnato nelle mani di Monti e di ciò che rappresenta.

ecco l'articolo di Checchino Antonini 
Contro di loro non ci sarebbero prove ma si sono visti appioppare le condanne più pesanti, cinque e quattro anni, tra quelle inflitte, finora, per gli scontri del 15 ottobre. Quel giorno Giuseppe e Lorenzo, diciannovenni, avevano deciso di unirsi ai trecentomila indignati che manifestavano contro le politiche di austerità della Bce. La prima manifestazione della loro vita. Di loro la procura possiede solo le immagini girate da un ragazzino dal terrazzo di casa sua, in via Carlo Botta, dietro via Merulana. Lui e la madre erano stati in finestra per ore, preoccupati per la sorte della macchina parcheggiata sotto casa. E' la voce della donna a urlare che quei ragazzi, immortalati a mani alzate mentre si lasciano arrestare docilmente, non c'entrano nulla con gli scontri. «Non sono loro che dovete prendere, questi stavano buoni. Non sono loro che dovete prendere».Leggi tutto>>


La seconda notizia riguarda una imputata particolare: la madre di Federico Aldrovandi, che dopo essere stata privata del figlio dalle "forze dell'ordine"  viene querelata ripetutamente da chi di quella morte è stato comunque ritenuto responsabile.
dal suo blog personale
imputata
il primo marzo inizia il processo a Mantova. Ho già avuto diverse querele da parte dei responsabili della morte di Federico. Finora sono state archiviate.
Molte querele partite da funzionari della questura di Ferrara hanno investito persone che commentavano sul blog. Querele provenienti da taluni funzionari di polizia responsabili delle indagini. Questore Elio Graziano incluso. In molti per la paura di un processo hanno patteggiato e pagato loro dei soldi. La gente normalmente teme i Tribunali, si sa.
I miei avvocati hanno dovuto rispondere al loro Ordine per richiami partiti dal vertice della Procura ferrarese. .Leggi tutto>> 

***


Infine sempre un pensiero in merito a problemi di ordine pubblico e di extracomunitari.
Confesso una mia lacuna e forse trascuratezza nell'informazione, ma mi sembra di ricordare che nel caso in cui l'extracomunitario non si adegua alle leggi e alle sentenze del nostro paese o viene sbattuto nel Cie e buttano la chiave o viene con decreto di espulsione rispedito al proprio paese.
Vorrei fare una delazione nei confronti per lo meno del 50% di una persona che è extracomunitaria, che rifiuta di adempiere a ciò che la magistratura italiana gli impone a seguito di illecito contro tre cittadini italiani di Melfi da lui per mezzo della sua azienda perpetrato.

Si chiama Marchionne che ha la doppia cittadinanza (italiana e canadese) orbene sono disposto a tollerare il 50 % italiano ma il 50% canadese non lo sopporto proprio più per cui pena la denuncia per ommissioni di atti d'ufficio toglietelo dal suolo italico, che di sanatorie con tipi loschi così non ne vogliamo sentir parlare.
...e che la Bossi Maroni Fini (chi più ne ha più ne metta) serva per una volta a qualcosa.
Loris
Aprireste la porta di casa a questo mezzo extracomunitario con la barba lunga e non curata?

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venerdì 24 febbraio 2012

30 anni e io...? Riflessioni di una giovane lavoratrice nel giorno del suo compleanno

…Capita che attraverso la rete ci accorgiamo del compleanno di qualche amico/a. Ieri sera mi sono soffermato sulle parole di una giovane amica nel giorno del suo trentesimo compleanno. 
In questi giorni di ministri incapaci di attivare il cervello prima di mettere in moto la lingua le parole di questa giovane lavoratrice, nella sua disarmante semplicità, sono arrivate come un pugno nello stomaco. 

Credo sia doveroso che trovino la massima pubblicità
 Al blog e al breve testo si accede ciccando sull’immagine sottostante .

Buon Compleanno Desirée

Loris

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mercoledì 22 febbraio 2012

Europe Rise Up - Che il lavoro difenda la democrazia


E’ di pochi giorni fa l’accorato appello di Mikis Theodorakis a sostegno del popolo greco, per la difesa della libertà e della democrazia contro la dittatura delle banche, dei politici corrotti e dell’euro, che diversi segnali ci rendono evidenti come questi cavalieri dell’apocalisse prendano sempre più forma e concretezza nei rappresentati dei governi europei che saccheggiano le risorse dei ceti più deboli mantenendo l’immunità nei confronti di banche e di evasori fiscali che hanno generato le voragini nei conti pubblici. 
L’assalto alla democrazia trova oggi, in alcune note di agenzia, la sublimazione nella possibilità che il voto in Grecia possa essere posticipato in quanto il popolo non sarebbe nel periodo attuale in grado di percepire i segni positivi di una manovra “lacrime e sangue”. Considerazione semplicemente infame! 
Privare il popolo di esprimere attraverso il voto la propria volontà. 
Che ciò poi avvenga in quella che fu la culla della democrazia è quanto di più riprovevole si possa manifestare cogliendo quanta ipocrisia alimenti dibattiti e valori su cui fondare le origini della cultura stessa europea. 
Ma se Atene piange Roma non può sicuramente ridere. 
Già le volgarità della rappresentante degli industriali italiani sarebbe sufficiente a risposte dure senza possibilità di replica, industriali che hanno utilizzato la cassa integrazione per tutelare i loro profitti a scapito di tutta la comunità, e non casualmente la Marcegalia si premura di non voler toccare per ora lo stato attuale della cassa integrazione, per voler continuare a infilare le mani in quell’istituto dando dei ladri e fannulloni a coloro che quel “capitale” ha materialmente prodotto, rompendosi il fondoschiena quotidianamente, versando sistematicamente i contributi vedendo allontanare sempre di più il meritato riposo a fine di una vita lavorativa. 
A prestare sponda al padronato (riappropriamoci del lessico corretto) interviene il ministro Fornero, che si permette un bieco aut-aut (prendere o lasciare) sul tema del mercato del lavoro e sulla liberalizzazione del licenziamento “ingiustificato” e discriminatorio. 
Se facciamo la semplice considerazione che questo governo non è espressione di libero voto, che nell’ipotesi che si potrà (se ce lo concederanno) andare a votare tra un anno, lo si farà con la probabile candidatura alla presidenza della Repubblica dell’attuale premier Monti, le ragioni per temere per la tenuta democratica del nostro paese ritengo sia reale e evidente. 
Nuovamente si sta movendo il movimento degli indignados prospettando una ulteriore giornata di lotta internazionale, nuovamente ribadisco che la soluzione non è più possibile ritrovarla negli ambiti nazionali, perché a livello internazionale vengono dettate le regole di questa politica capitalista. Sollecito, e invito tutti coloro che saranno in grado di farlo ad accompagnare questa sollecitazione, affinché sia il movimento dei lavoratori europei a manifestare contro queste politiche inique e antidemocratiche attraverso la rete dei sindacati europei.
Loris


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martedì 21 febbraio 2012

Europe Rise Up - Verso Firenze 2012 i Forum sociali si confrontano con la crisi in Europa


Il 18 febbraio A Firenze si sono incontrate realtà che partecipano alla rete dei Social Forum. Oggetto dell’incontro il decennale del Forum Sociale Europeo del 2002 e l’attualità delle realtà della società civile all’interno della crisi che stiamo attraversando a livello nazionale con le sue connessioni evidenti legate alla moneta unica e alla Comunità Europea.
Nei numerosi interventi della giornata sono stati più volte individuati gli argomenti che dovrebbero alimentare la discussione . 
Con un inevitabile riferimento all’attualità , Democrazia, Lavoro e Beni Comuni saranno le linee guida dell’avvicinamento al decennale di Novembre, ma è evidente che fin da ora il dibattito potrà essere una risorsa all’interno dei conflitti generati dalla politica liberista delle dirigenze della comunità europea, dall’FMI e della BCE.
Non è più sufficiente proclamare che a Genova nel 2001 e a Firenze nel 2002 avevamo ragione, riappropriarsi del proprio futuro diventa una esigenza di sopravvivenza e di una prospettiva di modelli sociali nuovi, equi e sostenibili. In questi dieci anni vecchi e nuovi soggetti si sono confrontati con le politiche liberiste e privatiste dei governi europei.
La capacità di muoverci , come sulle problematiche dell’acqua, con un ampio fronte che trova pratiche condivise da diversi pezzi del movimento, dimostra che siamo tutto meno che elementi residuali o minoritari.
L’emergenza Democratica è l’elemento più urgente, legata all’emergenza “lavoro” come è reso evidente dai fatti greci dalle trattative italiane e dalle proteste in Spagna.
Non potrà essere il Social Forum Europeo a proclamare uno sciopero dei lavoratori europei, ma sicuramente può essere la sede in cui trovare spazi di sollecitazione nei confronti dei sindacati a trovare un fronte comune che superi i confini nazionali e che dia voce a chi oggi la trova separatamente in piazza Syntagma , Piazza San Giovanni o Puerta del Sol.
Loris

Allego report sintetico della discussione con gli interventi della giornata:

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Il clima che verrà. Scenari verosimili di un pianeta futuro

Il clima che verrà.
Scenari verosimili di un pianeta futuro


Incontra da MEt Tonino Perna, autore del libro "Eventi estremi"

GIOVEDI 23 FEBBRAIO ORE 17.30

Con Alberto Zoratti, responsabile economia internazionale e cambiamento climatico Fair
e Stefania Pesce, Legambiente Liguria.
Modera Deborah Lucchetti, Fair

“Non siamo abituati a prendere in considerazione gli 'eventi estremi'... La nostra società è stata costruita sulla prevedibilità, sul potere della tecnologia di comprendere e dominare il divenire...
Per questo serve la riflessione, l'approfondimento e l'azione solidale spinta da una passione totale per salvare la bellezza della vita su questo pianeta”

domenica 19 febbraio 2012

KURDISTAN, IL PAESE DEI BIMBI VOLANTI - iniziative a Genova







Mostra fotografica 


Dal 18/02/2012 al 24/02/2012

Chiostro Museo di Sant' Agostino
Piazza Sarzana 35
GENOVA

***


“SE DAI MIEI VERSI STRAPPI LE  ROSE….” 


MUSICA E POESIE DAL KURDISTAN.

Concerto del musicista kurdo

MÜBIN DÜNEN

 24 febbraio 2012 ore 18 presso

 “La Passeggiata - librocaffè” 

 Piazza S.ta Croce 21R (vicino Piazza Sarzano)




A cura dell’Ass. SENZA PAURA ONLUS
patrocini: 
COMUNE DI GENOVA 
ANTROCOM ONLUS






KURDISTAN, IL PAESE DEI BIMBI VOLANTI. 

KURDISTAN: UN PAESE CHE NON ESISTE NELLE CARTE GEOGRAFICHE, ABITATO DA UN POPOLO CHE NON ESISTE UFFICIALMENTE E CHE PARLA UNA LINGUA CHE E’ VIETATO PARLARE. 

UN PAESE DOVE I BIMBI VOLANO TANTO DA ESSERE COLPITI DALLA POLIZIA QUANDO SPARA “IN ARIA”. 

UN PAESE DOVE I BIMBI POSSONO ESSERE ARRESTATI PER AVERE LE MANI SPORCHE DI TERRA, ACCUSATI DI AVER ASSALITO SOLDATI E POLIZIOTTI ED ESSERE IMPRIGIONATI NELLE STESSE PRIGIONI DEGLI ADULTI. 

UN PAESE DOVE SINDACI REGOLARMENTE ELETTI VENGONO ARRESTATI E IMPRIGIONATI PER AVER PARLATO PUBBLICAMENTE NELLA PROPRIA LINGUA MADRE. 

UN PAESE DOVE CENTINAIA DI MIGLIAIA DI PERSONE HANNO DOVUTO ABBANDONARE I PROPRI VILLAGGI PER SFUGGIRE ALLA “GUERRA SPORCA” CHE DA TRENT’ANNI HA PROVOCATO OLTRE 30 MILA MORTI. SONO PROFUGHI “INTERNI” CHE PER QUESTO NON SONO ASSISTITI DA NESSUNA AGENZIA ONU. 

UN POPOLO DIVISO TRA 5 FRONTIERE E SEMPRE MINORANZA CON POCHI DIRITTI IN TUTTI I CINQUE PAESI CHE LI “OSPITANO”. 

UN PAESE E UN POPOLO CHE SEMBRANO NON ESISTERE NEPPURE SUI NOSTRI GIORNALI E NEI NOSTRI TELEGIORNALI, IGNORATI ANCHE QUANDO DICHIARANO DI RINUNCIARE ALL’INDIPENDENZA E ALLA LOTTA ARMATA CHIEDENDO SOLO IL RISPETTO DELLA LORO IDENTITA’ CULTURALE, DEI LORO DIRITTI E DELLA DEMOCRAZIA. 
AVREMMO POTUTO MOSTRARE I VILLAGGI DI MONTAGNA ABBANDONATI, I "BIMBI DI STRADA" DELLE GRANDI CITTA', LE COLONNE DI CAMION PIENI DI SOLDATI, LE AUTOBLINDO CHE PRESIDIANO LE STRADE, I SEGNI DELLE TORTURE, LE VITTIME DEI GAS. 
CONOSCENDO IL CARATTERE DEL POPOLO KURDO ABBIAMO PREFERITO MOSTRARE IL LORO ORGOGLIO, LA LORO DIGNITA', I LORO SGUARDI. 

QUESTA MOSTRA VUOLE ESSERE UN PICCOLO CONTRIBUTO DI SOLIDARIETA’ AL POPOLO KURDO CON LE IMMAGINI DELL’UNICO GIORNO DI FESTA CHE A LORO E’ CONCESSO, IL NEWROZ, E LE PAROLE DEI LORO POETI. 

VOGLIAMO FAR CONOSCERE L’ESISTENZA DI UN POPOLO CHE SUBISCE DA QUASI UN SECOLO UNA SISTEMATICA VIOLAZIONE DEI DIRITTI UMANI E IL TENTATIVO DI CANCELLAZIONE DELLA PROPRIA IDENTITA’. I KURDI, CIRCA 50 MILIONI DI PERSONE DIVISE TRA 5 CONFINI, SONO IL POPOLO PIU’ NUMEROSO AL MONDO AL QUALE E’ NEGATO IL DIRITTO ALL’AUTODETERMINAZIONE. 

Le foto sono state scattate dai partecipanti alla delegazione di osservatori internazionali organizzata dalla RETE ITALIANA DI SOLIDARIETA’ COL POPOLO KURDO che ha presenziato alla celebrazione del Newroz ad Hakkari e Yuksekova nel Kurdistan turco nel marzo 2011. 

Le poesie sono tratte dalla raccolta “Canti d’amore e libertà del Popolo Kurdo” a cura di Anna Villa – Ed. Newton Compton 1993.

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giovedì 16 febbraio 2012

rassegna stampa post primarie

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APERTURA di Alessandra Fava - GENOVA

IL COMITATO • Tanta pazienza e campagna 2.0. Così Doria ha avuto 11 mila voti su 21.500
Genova si tuffa nell'onda arancione
La vittoria del candidato di Sel, Marco Doria, terremota il Pd. Il segretario regionale e quello provinciale si dimettono. Marta Vincenzi: io come Ipazia. Roberta Pinotti: forse lascio la politica...>> leggi tutto l'articolo




«Ha vinto la politica come passione Ora ci serve una coalizione solida» Intervista di A.F.

Il curriculum è scarno. Il personaggio sintetico come la Lanterna. Asciutto come un'acciuga. Professore universitario nominato con regolare concorso. Sposato, tre figli. Vive nel centro storico. E' un esperto di storia economica genovese essendosi anche occupato di storia industriale vedi Ansaldo, poi confluita in Fincantieri e Fincameccanica. All'indomani della vittoria si è eclissato fino a metà pomeriggio a fare esami ai suoi studenti. Poi è riemerso. >> leggi tutto l'articolo

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mercoledì 15 febbraio 2012

La lotta del popolo greco come la Resistenza al Nazifascismo o la lotta contro la dittatura dei colonnelli

Riguardo, e ripenso spesso alle immagini di piazza Syntagma degli ultimi giorni, e, lo sgomento che mi assale è “fisico”, palpabile, devastante.
Quello che è in gioco non è solo qualche percento in più o meno sui salari o qualche licenziamento qua e la.
In gioco ci sono le basi della democrazia, dell’autodeterminazione, del poter decidere di se stessi, per i propri figli, per il loro futuro, perché il ricatto messo in atto dal FMI e dalle sue espressioni politiche è l’equivalente di una occupazione e dittatura straniera sul proprio territorio.
Che piaccia o meno la lotta del popolo greco oggi è la stessa lotta condotta contro all’occupazione al nazifascismo o alla dittatura dei colonnelli.
Ecco due protagonisti di questa lotta di ieri e di oggi

Mikis Theodorakis e Manolis Glezos


Vergogna. Glezos ferito. Una foto lo ritrae mentre viene assalito dai poliziottoi greci. E’ ricoverato in ospedale. Glezos che ha 90 anni era sceso in piazza ieri per manifestare contro l’umiliazione subita dal suo paese. E’ lui l’uomno che mostrò a tutta l’Europa che il nazismo poteva essere combattuito: nel maggio del 1941 si arrampicò sull’Acropoli e strappò vkia la bandiera degli occupanti tedeschi con la svastica. Giorgio >> Vai al Blog




Theodorakis colpito dai gas >> Corriere della Sera
ATENE - Anche il celebre compositore greco Mikis Theodorakis (nella foto), 86 anni, autore, tra l' altro, delle musiche di Zorba il greco , ieri pomeriggio si è unito alle migliaia di manifestanti a piazza Syntagma ad Atene. Poco prima che iniziasse a parlare alla folla è stato interrotto dai gas lacrimogeni sparati dalla polizia. Una portavoce del musicista ha denunciato che gli agenti hanno sparato i candelotti direttamente verso la gente che si era riunita intorno a Theodorakis. Il compositore, che è anche un noto attivista politico, si è schierato sin dalla prima ora contro le misure di austerity per salvare il Paese dalla bancarotta

Biografie



Mikis Theodorakis








Manolis Glezos





Dall'Europa del Nord al mediterraneo un'unica piazza Syntagma dei lavoratori europei

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9 marzo Sciopero Generale FIOM - manifestazione a Roma - documento su Grecia FIOM



Ecco il testo del comunicato con cui la Fiom proclama per il 9 marzo Sciopero Generale di tutta la categoria con manifestazione a Roma contro ogni tentativo di manomissione dell'art.18 e a sostegno dei contratti.

"Come avevo già fatto per la manifestazione dell'11 febbraio (poi annullata) "a sinistra Blog" sosterrà questo sciopero e la manifestazione mettendo a disposizione i propri spazi per la pubblicizzazione e l'eventuale documentazione. Loris"

documento su situazione greca

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lunedì 13 febbraio 2012

Genova - Riflessioni post primarie

…Marco Doria sarà il candidato di coalizione del centro-sinistra a Genova. Così ha sentenziato l’esito delle primarie.
Il quadro che si delinea è estremamente diversificato e sicuramente non di semplice lettura. Provo a buttare giù elementi di riflessione.
Il primo elemento è che sono risultate intollerabili per i genovesi, le due candidature che avevano l’imprimatur PD.
La Vincenzi ha pagato, in primis, la scelta da parte del PD di salvaguardare ad ogni costo, , nella vicenda dell’alluvione, la figura del presidente della regione Burlando, anche a scapito di qualsiasi altra figura con responsabilità amministrative., scelta, bisogna dir la verità, facilitata dalla capacità della Vincenzi a rapportarsi nei confronti dei cittadini coinvolti, simile a quella di un elefante che balla in un negozio di cristallerie. 
Si è verificato,poi, un pesante deterioramento nel rapporto tra il sindaco uscente e quello che era stato il suo bacino elettorale per eccellenza (ponente e valpolcevera), deterioramento dovuto, soprattutto, alla scelta, pervicacemente perseguita nonostante i numerosi segnali negativi giunti, dell’amministrazione sul progetto della “gronda di ponente” e sulla gestione post alluvione 2010.
Sulla candidatura Pinotti c’è poco da dire: la senatrice è “semplicemente” un’espressione del PD che la sinistra (e parte del centrosinistra) genovese non condividerà mai.
Parlando di numeri il primo dato è la bassa affluenza al voto, circa 25.000 i votanti : quasi il 30% in meno rispetto alle primarie di coalizione precedente ed il 16-17% del risultato che fu necessario alla Vincenzi per essere eletta Sindaco. 
Bisogna quindi considerare (in ottica elezione comunale) che il risultato di Doria, per quanto percentualmente positivo rispetto alla competizione di ieri, risulta ovviamente ridimensionato (11500 voti) rispetto al parametro dell’elezione a sindaco del 2007.
Per ragionare sul candidato, Marco Doria, è sicuramente il protagonista di un tentativo di cambiamento di passo nell’ambito di “una politica” che a Genova, ancor più altrove, si è cristallizzata su posizioni di immobilismo che hanno permesso a centri di potere di avere mano libera nella devastazione dei territori e riversato scarsa attenzione negli effetti sociali che crisi e scelte locali hanno provocato. 
In Doria. sicuramente, viene rappresentato l’amalgama tra il sentimento della sinistra storica (il padre Vice Sindaco di Genova per il PCI) e l’impegno da non-politico che crede per cultura e convinzione nel ruolo della Politica (con la P maiuscola).
Sarebbe non onesto però non evidenziare quelle che, a mio parere, rappresentano delle criticità, nel proseguo del suo percorso verso palazzo Tursi.
La prima è che Doria,ad oggi, non è stato il candidato della “sinistra genovese” ma solo della componente SEL (e neanche nella sua interezza, considerando che alle primarie ha partecipato anche Angela Burlando che è il terzo consigliere comunale del gruppo consigliare in comune di SEL).
Riuscire ad arrivare ad una condivisione della candidatura, è evidente che toglierebbe visibilità a Sel, ma permetterebbe una inclusività maggiore e una disincentivazione alla frammentazione del voto che potrebbe favorire solo la destra. 
Hanno già annunciato liste proprie Sinistra critica e PCL, nonché i grillini, a cui venivano accreditati prima delle primarie circa un 10%. 
Scrivendo nuovamente di numeri, voglio ricordare che, all’elezione della Vincenzi, l’allora PRC contribuì con un 4% pari a più di 15000 voti.
La seconda criticità è rappresentata dal quadro complessivo del centrosinistra, e soprattutto da un PD genovese, di fatto, allo sbando e fortemente asservito ad una politica sviluppista che della cementificazione e delle grandi opere infrastrutturali (quasi mai necessarie e vitali per Genova) ha fatto il suo cavallo di battaglia.
Ulteriore elemento di riflessione sarà la posizione che assumerà l’IDV, di cui non è scontata l’adesione alla eventuale coalizione.
L’andare a mediare in questo contesto può costituire un meccanismo al ribasso che sicuramente non gioverebbe ad un programma e una squadra di governo della città al passo con la richiesta di cambiamento.
In tutto questo contesto ha pesato, pesa e peserà l’attendismo immobilista della Federazione della sinistra genovese, che ha perso un’ ulteriore occasione per poter esprimere una posizione che uniformasse i suoi istituzionali al resto della federazione in quello che deve essere il progetto della città e soprattutto condiviso con le altre componenti della sinistra.
In attesa del programma e della squadra che presenterà, voglio fare i miei migliori auguri a Marco Doria, perché ritengo che ne avrà abbondantemente bisogno.
Loris

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domenica 12 febbraio 2012

sabato 11 febbraio 2012

Dall'Europa del Nord al mediterraneo un'unica piazza Syntagma dei lavoratori europei


E’ con profondo sgomento che guardo i ripetuti tentativi di reazione dei lavoratori greci contro le misure economiche che il governo greco vuole adottare per rientrare dal debito e compiacere banche e investitori. 
Se qualcuno pensa che il problema reale sia quello di rientrare dal debito, ritengo, andrà incontro a sorprese più o meno belle a secondo del suo sentire nei confronti della democrazia. 
Sotto attacco non ci sono solo le sovranità nazionali, ma lo stesso modello di società che, pur nelle diverse interpretazioni, mette il lavoro come soggetto emancipativo materiale e culturale. Sotto attacco ci sono milioni di lavoratori capaci di produrre le ricchezze dei propri paesi e che giustamente rivendicano attraverso quel lavoro il diritto a poter offrire futuro e sicurezze per se e per i propri figli. 
Oggi, materialmente, i poteri finanziari stanno mettendo sotto ricatto la Grecia per i debiti contratti da evasori fiscali, corrotti e corruttori e governanti che truccavano i bilanci, mentre i lavoratori continuavano nelle loro occupazioni ignari di ciò che banche e finanzieri stavano ordendo. 
La realtà è che nell’interpretazione del liberismo attuale i grandi speculatori rischiano le ricchezze nazionali e se le cose vanno bene, loro, e non i paesi, incassano i profitti, mentre le eventuali perdite sono scaricate sui ceti più deboli che devono ripianare i debiti lasciati da altri. 
Quello che sento è un silenzio lacerante come “lavoratori europei”, come soggetti che hanno con i loro sacrifici più di altri contribuito a questa entità sopranazionale che si chiama Europa e che se la ritrovano, trasformata da pochi centri economici di potere come una sanguisuga che li priva del diritto al futuro. 
Se oggi L’aggressione è ai lavoratori greci, domani lo sarà nei confronti dei lavoratori italiani ben più di quanto lo stiano già facendo oggi con la querrelle sull’articolo 18 o dell’aggressione a un già scarso welfare, e , dopo sarà la volta di quelli portoghesi, quelli spagnoli….francesi… ecc. 
Riscopriamo il valore della solidarietà tra lavoratori e trasformiamo tutte le piazze d’Europa nelle nostre piazza Syntagma . Non più “Accordi Nazionali” che restano il risultato di accordi separati sulla base di un coefficiente di ricattabilità da paese e paese. 
Contro l’ Europa delle banche perché non proclamare uno sciopero generale dei lavoratori europei che ci possa far trovare oggi, dai lavoratori tedeschi, a quelli italiani, spagnoli ecc…al fianco di quelli greci ? 
Se siamo riusciti come “indignati” a muoverci all’unisono, non solo in tutte le piazze europee ma a livello mondiale penso che la mobilitazione generale attraverso le centrali sindacali sia cosa credibile e fattibile. 
Uniti si vince. 
Loris

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