Una storia, individuale ma esemplare, di un lavoratore come tanti, alle prese con "nuovi capi", incentivi alla produzione, tutele mancate e una sopresa finale
Con particolare soddisfazione alla fine di questo mese di gennaio si è conclusa la mia breve carriera (un anno esatto) di lavoratore dipendente. La soddisfazione è stata reciproca. Per l’azienda che si è liberata di un lavoratore indisciplinato e per me che ho ricevuto una lauta buonuscita. Effettivamente non credo di essere portato per le rigidità e la disciplina che vengono richieste dalle grandi organizzazioni ai lavoratori dipendenti. L’esperienza è stata comunque interessante e per certi versi anche un po’ emblematica. Non mi è stato risparmiato nulla. Vediamola per tappe
1. L’azienda per la quale lavoravo in precedenza (sempre con contratti a partita Iva per una ventina d’anni di fila) è stata acquistata assieme ad altre da una cordata capitanata da Bain capital (uno dei più grossi fondi internazionali).
2. La direzione è stata presa da un gruppo di giovani leoni della consulenza (mc Kinsey…e chi se no?!) che avevano fatto la due diligence e che sono entrati in azienda.
3. I giovani leoni ci hanno detto che avrebbero fatto grandi cose e ci avrebbero portati a un grandissimo successo: dovevamo fidarci e seguire le loro direttive.
4. I giovani leoni ci hanno fatto corsi e riunioni durante i quali ci hanno spiegato che non capivamo niente e che loro sì che sono capaci di fare i soldi.
5. Ci hanno sorbettato consigli di ogni genere da come svegliarci al mattino a come vestirci (dress business code) a come presentarci ai clienti (dovevamo dire buongiorno e grazie e non magiare aglio ma mentine).
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