il problema attuale non è più la lotta della democrazia contro il fascismo ma quello del fascismo nella democrazia (G. Galletta)

Amicus Plato, sed magis amica veritas



martedì 30 aprile 2013

Pio La Torre 31 anni dopo - Contro il cancro della Mafia - la proposta di legge Ingroia-La Torre

Pio La Torre - Palermo24 dicembre 1927 – Palermo30 aprile 1982
Nei giorni dei grandi compromessi e dei minimi profili della politica e dell'arroganza del potere voglio ricordare una di quelle persone che ha pagato con la vita la sua onestà, la sua coerenza e la sua determinazione nella lotta per debellare il sistema mafioso.
Attraverso il fumetto viene raccontata la storia di Pio La Torre
cliccando sull'immagine si accede al fumetto







La proposta di legge Ingroia-La Torre


Nel nostro Paese sono circa 180 i miliardi di euro annui fatturati da mafie, grande evasione fiscale e corruzione. Il tempo medio che passa oggi tra il sequestro e la confisca di un bene, da parte della magistratura, è di 730 giorni, due anni. Con la nuova legge Ingroia-La Torre, che verrà proposta da Rivoluzione Civile in Parlamento, il tempo effettivo passerà a 120 giorni, quattro mesi. Per raggiungere questo obiettivo verrà creato l’Alto commissariato per l’acquisizione dei beni di provenienza criminale. L’Alto commissariato verrà istituito come sezione speciale della Procura generale della Suprema Corte di Cassazione, mentre l’Alto Commissario sarà nominato dal Consiglio Superiore della Magistratura, su proposta del ministro della Giustizia. Alle dirette dipendenze dell’Alto Commissario ci saranno: 38 Pubblici ministeri, in forza all’ufficio centrale e 52 dislocati invece presso le 26 Direzioni Distrettuali Antimafia, una task force composta da 600 agenti (divisi equamente fra Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di Finanza), con funzioni di polizia giudiziaria. Le stesse funzioni verranno estese anche ai dirigenti dell’Agenzia delle Entrate.

I pubblici ministeri dell’Alto Commissariato agiranno singolarmente e/o in coordinamento con i colleghi che operano nelle varie Direzioni Distrettuali Antimafia e anche in collaborazione con i Pm del resto del Paese. Qualora questi ultimi, nel corso di un’indagine, sospettino che ci siano beni o capitali riconducibili a un mafioso, grande evasore o corrotto-corruttore, dovranno trasmettere senza ritardo la comunicazione ai colleghi specializzati dell’Alto Commissariato presso le Direzioni Distrettuali Antimafia.

Il primo controllo sul provvedimento di sequestro dei beni spetterà al Tribunale per i patrimoni illeciti,che dovrà pronunciarsi entro 60 giorni. Tale tribunale andrà a sostituire l’attuale sezione di prevenzione antimafia. Il secondo e ultimo controllo sarà invece effettuato da 20 magistrati di una sezione giudicante specializzata della Corte Suprema di Cassazione. La sezione si pronuncerà sull’eventuale confisca definitiva entro 60 giorni.

I capitali confiscati confluiranno in un conto gestito dalla Banca d’Italia, mentre la gestione dei beni rimarrà di competenza della ANBFC, l’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità.

Sarà poi compito della legge ridefinire le categorie dei destinatari (enti pubblici e privati nonché società pubbliche e altri soggetti collettivi) a cui affidare in proprietà e locazione i beni immobili confiscati. Le assegnazioni ai privati e le alienazioni dei beni confiscati devono essere effettuate dopo rigorose verifiche sul profilo di moralità, rettitudine e dei loro precedenti penali e giudiziari.

La novità rivoluzionaria di questa proposta di legge consiste nel destinare i beni e i capitali sottratti all’illegalità per politiche di interesse pubblico e sociale. Tali risorse verranno dirottate verso gli ospedali pubblici, le residenze sanitarie per i non autosufficienti, per il trattamento di patologie non coperte dal Servizio sanitario nazionale e per la messa in sicurezza delle scuole. Beneficiari saranno inoltre asili eludoteche, centri di accoglienza, case rifugio e alloggi per gli studenti fuori sede.

Le risorse recuperate con la legge Ingroia-La Torre verranno impiegate a favore del lavoro con l’accesso agli ammortizzatori sociali per i lavoratori che denunciano illegalità, con incentivi per i datori di lavoro che assumono gli ex dipendenti delle aziende confiscate e per il reinserimento nel lavoro di soggetti svantaggiati: donne e minori vittime di tratta, ex detenuti, persone con disabilità, ecc.

A godere dei benefici economici derivanti dalle confische operate dall’Alto Commissariato saranno anche gli interventi per le bonifiche dei siti industriali inquinati, i bacini idrogeologici compromessi dalla cementificazione e dall’abusivismo, la reindustrializzazione di aree dismesse.

Lo snodo istituzionale per la destinazione e l’utilizzo dei beni confiscati sarà la Conferenza Stato-Regioniche, entro 60 giorni dal conferimento di tali beni individuati dall’Alto Commissariato, indicherà i progetti operativi, le iniziative, i luoghi e i tempi entro cui devono svilupparsi.

Ulteriore compito dell’Alto Commissario sarà quello di vigilare sui tempi di realizzazione dei progetti operativi, sulle iniziative e i luoghi dove devono svilupparsi. Promuoverà inoltre l’azione penale in caso di inadempienze e inottemperanze. I pubblici funzionari, gli incaricati di pubblico servizio, gli amministratori pubblici che non ottemperino al loro dovere saranno considerati responsabili di omissione di atti d’ufficio, sospesi per due anni dai pubblici uffici con la perdita dello stipendio e passibili di ammenda fino a 250.000 euro.

A livello internazionale l’Alto Commissario sarà il referente italiano delle istituzioni europee di coordinamento nella lotta alla criminalità, costituite da EUROPOL, OLAF, RETE GIUDIZIARIA EUROPEA ed EUROJUST, in ciascuna delle quali designerà un proprio rappresentante. In accordo con il Procuratore Nazionale Antimafia, e in base alla Decisione Quadro del Consiglio Europeo n.2002/465/GAI/ del 13.06.2002, promuoverà la costituzione di Squadre investigative comuni sovranazionali per la lotta alla criminalità organizzata, alla corruzione, alle attività finanziarie illecite, nonché all’evasione fiscale.

Ma quanto peserà sulle casse dello Stato questa nuova lotta alle mafie, alla grande evasione fiscale e alla corruzione? I 600 uomini delle forze dell’ordine costeranno 60 milioni di euro, mentre per i 110 magistrati la spesa sarà di 80 milioni. Altri 6 milioni saranno necessari per una Banca dati centrale e 3 per la struttura. L’ammontare sarà quindi di 149 milioni di euro che saranno spalmati nei prossimi tre anni.

Se si pensa che un cacciabombardiere F-35 costa 159 milioni, l’operazione di recupero dei beni e dei capitali illeciti costerà ai cittadini italiani ben 10 milioni in meno di un solo aereo militare.




sabato 27 aprile 2013

Enrico Berlinguer: "Gramsci e la Sardegna"



Enrico Berlinguer: "Gramsci e la Sardegna"

Dal discorso di Enrico Berlinguer per il 40° anniversario della morte di Antonio Gramsci. - Cagliari
27 aprile 1977.


C'è certamente fra voi chi ricorda un altro 27 aprile, quello del 1947, quando da questo stesso palazzo (il Municipio di Cagliari, n.d.r.) parlò di Antonio Gramsci Palmiro Togliatti. Grande anche allora fu la folla che si raccolse, grande, commossa e fiera perché consapevole di ricordare un figlio della Sardegna che era diventato capo del PCI, e che questo era stato perseguitato, incarcerato, ucciso dai fascisti. ….Tutta la elaborazione gramsciana è un filo che si dipana dalla sua terra natale, dalla vita sarda, dallo spirito sardo. Qui, a contatto con la miseria della sua gente - che anch'egli patì 
- Gramsci divenne prima un ribelle, ma un ribelle che presto seppe prendere contatto con il movimento operaio e socialista. Il rivoluzionario nasce dal ribelle, come egli stesso scrisse: "Che cosa mi ha salvato dal diventare completamente un cencio inamidato? L'istinto della ribellione, che da bambino era contro i ricchi, perché non potevo andare a studiare, io che avevo preso dieci in tutte le materie nelle scuole elementari…..Esso si
allargò a tutti i ricchi che opprimevano i contadini della Sardegna. E io pensavo allora che bisognava lottare per l'indipendenza nazionale della regione. "Al mare i continentali": molte volte ho ripetuto queste parole….". La Sardegna era dunque alla radice del suo pensiero politico, ed egli, anche dopo averla lasciata, continuerà non solo ad amarla, ma a parlare di essa, riferendosi specialmente alla vita del popolo. "In che lingua parla? - chiede alla sorella Teresina in una lettera dal carcere del 1927, interessandosi all'educazione dei nipotini - Spero che la lascerete parlare in sardo…..E' stato un errore, per me, non avere lasciato che Edmea (figlia del fratello Gennaro), da bambinetta, parlasse liberamente in sardo. Ciò ha nuociuto alla sua formazione intellettuale e ha messo una camicia di forza alla sua fantasia. Intanto il sardo non è un dialetto, ma una lingua a sé - quantunque non abbia una grande letteratura - ed è bene che i bambini imparino più lingue… Ti raccomando, proprio di cuore, di lasciare che i tuoi bambini succhino tutto il sadismo che vogliono e si sviluppino nell'ambiente naturale in cui sono nati". Ho voluto citare solo due manifestazioni fra le tante che testimoniano quanto Gramsci tenesse alla sua origine, quanto vivi rimasero sempre i suoi legami sentimentali con la Sardegna e il suo interesse intellettuale e politico per la vita dell'isola. Si potrebbero anche citare, ad esempio, il suo interesse intellettuale e politico per la vita dell'Isola. Si potrebbero anche citare, ad esempio, il suo interesse e la sua iniziativa verso il Partito Sardo d'Azione. Sta di fatto che Gramsci ebbe sempre vivissimo il senso dei caratteri specifici della storia e della vita sarda, anche in ciò che le distinguevano dal resto del Mezzogiorno. Ma non meno importante è ricordare che proprio dalle condizioni di esistenza dei sardi venne a Gramsci l'impulso a porre in modo nuovo, insieme alla "questione sarda" l'intera "questione meridionale". ….Ancora trent'anni fa, a due anni dalla fine del fascismo e dalla guerra, tra gli italiani e tra gli stessi sardi si sapeva poco della figura, del pensiero e dell'opera di Gramsci. Egli era poco più che un nome, sia pure - e giustamente - leggendario. Oggi non è più esattamente così. Oggi Antonio Gramsci è noto in ogni aspetto della sua azione e della sua elaborazione: si sa bene ciò che egli ha scritto; si conosce la sua attività di direzione politica, il suo lavoro intellettuale, lo si conosce come combattente e come pensatore. Oggi si sa per quali vie, e attraverso quali esperienze, e per quali prove durissime, con quale sforzo di volontà, quest'uomo dal fisico gracile, nato da modesta e povera famiglia in un piccolo paese della Sardegna, è divenuto uno dei giganti della lotta di emancipazione dei lavoratori, e insieme uno dei più geniali esponenti della cultura italiana ed europea. Gramsci ha continuato ad operare anche quando non c'era più. Gramsci è stato con noi anche durante tutte le battaglie democratiche civili degli ultimi quarant'anni. La sua eredità passa, come egli diceva di ogni azione umana, "da una generazione all'altra in un movimento perpetuo". E la sua eredità vive e fruttifica ancora oggi nell'animo della gente e della sua e della nostra terra, e nell'animo dei lavoratori e di tutti gli italiani che aspirano alla giustizia, alla dignità, alla libertà. Gramsci è con voi che lottate, con voi operai, intellettuali e contadini della Sardegna.Con voi che sognate e volete la redenzione e il riscatto dell'Isola, un'Italia nuova e giusta, un mondo unito senza più guerre e oppressioni….. Gramsci, individuato ormai come il vero capo del Partito, venne arrestato e gettato in carcere nel 1926. I fascisti proclamarono allora apertamente che bisognava impedire al suo cervello di funzionare. Ma ciò non avvenne. Il cervello di Gramsci continuò a funzionare anche nel carcere. Stoicamente, eroicamente, egli intraprese una nuova fase del proprio lavoro, consegnato alle pagine delle sue "lettere" e dei suoi "quaderni". Questo lavoro è ricchissimo di sviluppi nuovi della sua elaborazione, quali egli seppe trarre dalla cultura vastissima che aveva accumulato, dalla riflessione sul fascismo e sulla storia d'Italia e dai pur rari e fragili contatti che riusciva a stabilire con i compagni che agivano nella clandestinità.

gli scariolanti - un secolo di Resistenza

In attesa della registrazione e pubblicazione della prima parte ecco la parte restante della narrazione musicale degli scariolanti






venerdì 26 aprile 2013

Genova 25 aprile 2013 - Video



Per la sua attività antifascista la città di Genova è insignita, il 1° Agosto 1947, della medaglia d'oro al valor militare con la seguente motivazione:

«Amor di Patria, dolore di popolo oppresso, fiero spirito di ribellione, animarono la sua gente nei venti mesi di dura lotta il cui martirologio è nuova fulgida gemma all’aureo serto di gloria della "Superba" repubblica marinara, i 1863 caduti il cui sangue non è sparso invano, i 2250 deportati il cui martirio brucia ancora nelle carni dei superstiti, costituiscono il vessillo che alita sulla Città martoriata e che infervorò i partigiani del massiccio suo Appennino e delle impervie valli, tenute dalla V zona operativa, a proseguire nell’epica gesta sino al giorno in cui il suo popolo suonò la diana dell’insurrezione generale. Piegata la tracotanza nemica otteneva la resa del forte presidio tedesco, salvando così il porto, le industrie e l’onore. Il valore, il sacrificio e la volontà dei suoi figli ridettero alla madre sanguinante la concussa libertà e dalle sue fumanti rovine è sorta nuova vita santificata dall’eroismo e dall’olocausto dei suoi martiri. 9 settembre 1943 - aprile 1945. »


Atto di resa

atto di resa In Genova, il giorno 25 aprile 1945 alle ore 19,30; tra il Sig. Generale Meinhold, quale Comandante delle Forze Armate Germaniche del Settore Meinhold, assisitito dal Cap. Asmus, Capo di Stato Maggiore, da una parte; il Presidente del Comitato di Liberazione Nazionale della Liguria, sig. Remo Scappini, assistito dall'avv. Errico Martino e dal dottor Giovanni Savoretti, membri del Comitato di Liberazione Nazionale della Liguria e dal Magg. Mauro Aloni, Comandante della Piazza di Genova;

è s t a t o c o n v e n u t o :

1) Tutte le Forze Armate Germaniche di terra e di mare alle dipendenze del Sig. Generale Meinhold si arrendono alle Forze Armate del Corpo Volontari della Libertà alle dipendenze del Comando Militare per la Liguria.

2) La resa avviene mediante presentazione ai reparti partigiani più vicini con le consuete modalità ed in primo luogo con la consegna delle armi.

3) Il Comitato di Liberazione Nazionale per la Liguria si impegna ad usare ai rpigionieri il trattamento secondo le leggi internazionali, con particolare riguardo alla loro proprietà personale e alle condizoni di internamento.

4) Il Comitato di Liberazione Nazionale per la Liguria si riserva di consegnare i prigionieri al Comando Alleato Anglo-Americano operante in Italia.

5) La resa avrà decorrenza dalle ore 9 del giorno 26 aprile 1945.

Fatto in quattro esemplari di cui due in italiano e due in tedesco.


Remo Scappini     Meinhold   Errico Martino  Giovanni Savoretti  Mauro Aloni Asmus


giovedì 25 aprile 2013

25 Aprile 2013 - ...li è nata la nostra Costituzione

« Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un Italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione. »
(Piero Calamandrei, Discorso ai giovani tenuto alla Società Umanitaria, Milano, 26 gennaio 1955)

venerdì 19 aprile 2013

Antonio Ingroia a Genova il 22/04/2013

ANTONIO INGROIA A GENOVA il 22/04/2013 Questo video non è solo un semplice spot. Questo video vuole essere un piccolo omaggio a tutti coloro che da attivisti, amici o candidati hanno fatto la loro parte durante la campagna elettorale, vuole anche essere un tributo a chi ha combattuto e rischiato o perso la propria vita perchè noi tutti oggi potessimo essere qui per dire la nostra in democrazia. Grazie a tutti voi. (Video di Daniele Clementi)


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Dedicata a te

Dedicata ad Andrea....
Buon Compleanno


giovedì 18 aprile 2013

Sinistra per il cambiamento



La candidatura di Marini alla Presidenza della Repubblica, indipendentemente dall’esito del voto, richiama con forza l’ inadeguatezza dell’attuale sistema politico a fornire le risposte ad una crisi di sistema che ha abbondantemente contribuito a generare.
Non sono evidentemente stati sufficienti gli “tsunami” dell’antipolitica per riportare alla ragionevolezza, come e tanto più resta distante e “irraggiungibile” un qualsiasi ragionamento che tenda a ridare rappresentatività ai cittadini contestualizzati nei loro ambiti sociali.
Il tutto e il contrario di tutto vengono rappresentati con una disinvoltura arrogante e all’interno di una cornice di decadimento del sistema Stato.
E’ significativo che una candidatura come quella di Stefano Rodotà sia stata solo appoggiata e non formulata da una sinistra presente oggi in parlamento, ed è significativo come una candidatura come quella di Stefano Rodotà abbia risvegliato aspettative non solo nel popolo della sinistra considerando il suo alto profilo.
Se alcuni segnali come l’elezione della Boldrini alla presidenza della Camera o gli otto punti di Bersani che di fatto invertivano il percorso rispetto  “l’agenda Monti” erano vissuti con attenzione e positivamente, le scelte delle ultime ore evidenzia come la cultura gattopardesca del cambiare tutto per non cambiare niente, resta egemone.
Mai come in questi frangenti la mancanza di una forte Sinistra parlamentare pesa sulle scelte per un futuro del nostro paese.
L’urgenza di un polo di Sinistra alternativo alla deriva democristiana e liberista del PD, interno al centro sinistra, è diventata una emergenza politica e sociale davanti agli occhi di tutti. La costruzione di questo soggetto politico non può più attendere gli equilibrismi e i veti di chi ormai da troppo tempo ha deciso di difendere gli interessi dei “poteri forti”.
Senza peccati di primogeniture o volontà di egemonie il momento della costruzione di una Sinistra per il cambiamento è arrivato.
Loris

lunedì 15 aprile 2013

Non è un eroe né un martire - 15 Aprile 2011


«Non è un eroe né un martire, solo un ragazzo che credeva nei diritti umani. Eravamo lontani, ma più che mai vicini.
Come ora, con la sua presenza viva che ingigantisce di ora in ora, come un vento che da Gaza, dal suo amato mar Mediterraneo, soffiando impetuoso ci consegni le sue speranze e il suo amore per i senza voce, per i deboli, per gli oppressi, passando il testimone. Restiamo umani.»

Egidia Beretta Arrigoni

tratto da "il viaggio di Vittorio" di   Egidia Beretta Arrigoni


...due anni diventano un'eternità se chi ci ha lasciato lascia un vuoto incolmabile di umanità.
Restiamo Umani.

mercoledì 10 aprile 2013

a proposito delle larghe intese di Napolitano ricordando Chiaromonte al Senato

a proposito delle larghe intese di Napolitano ricordando Chiaromonte al Senato...


Ricordavo perché a quel tempo ero iscritto al PCI quegli anni. Ricordo il golpe cileno e la proposta di Berlinguer del “compromesso storico” e di tutta la discussione che sollevò all’interno del Partito. Ricordo poi gli anni di piombo, il terrorismo, l’allarme NATO del 75 nell’eventualità che i comunisti avessero conquistato la maggioranza alle elezioni. Ricordo il governo di solidarietà nazionale, le leggi speciali, la vittoria per il divorzio ricordo moro e il suo rapimento…… Ricordo i miglioristi all’interno del PCI e vedo che il “migliorista” per eccellenza ricorda Chiaromonte e pensa alle larghe intese come scelta coraggiosa…. 
Loris
 ecco cosa scrive di quel periodo Giuseppe Chiarante,

la rivista

Giuseppe Chiarante "  ...Dirigente comunista legato alla corrente di Enrico Berlinguer, nel congresso del PCI del 1989 si oppose alla Svolta della Bolognina intrapresa dal segretario Achille Occhetto, il quale si proponeva di abbandonare il comunismo, sottoscrivendo la 'mozione 2' diAlessandro Natta, Pietro Ingrao e Aldo Tortorella. Ciò nonostante, Chiarante è rimasto nel partito erede del PCI, il Partito Democratico della Sinistra (PDS), rappresentando con l'amico Tortorella la componente dei comunisti democratici. Ha anche presieduto il gruppo del PDS al Senato tra il 1992 e il 1994. Il 1º aprile 1999, mentre il governo di Massimo D'Alema (presidente dei DS, già PDS) decide di sostenere la guerra del Kosovo, Chiarante abbandona i DS assieme a Tortorella, condannando l'azione militare...) Wikipedia

domenica 7 aprile 2013

C’è urgenza di una “Sinistra di Governo”


C’è urgenza di una “Sinistra di Governo”

L’evoluzione della crisi “politica istituzionale” sta prendendo l’inevitabile strada del “peggio”.
Grazie anche al nichilismo talebano del M5S la strada del megainciucio con la benedizione del Colle sta profilandosi come quell’operazione chirurgica riuscita benissimo ma col paziente deceduto.
Se è valido il concetto che se uno non c’è non può essere il colpevole di quanto avviene, in questo caso sicuramente varrà la regola che gli assenti hanno sempre torto.

Ovviamente si sta parlando della “Sinistra di Governo”, della grande assente dalla politica istituzionale parlamentare italiana.
E’ da dopo l’ultimo segretario del Partito Comunista Italiano, Alessandro Natta, che la cultura della sinistra è stata travolta dall’autoreferenzialità, dal migliorismo politico, dalla svendita al neo liberismo di quei contenuti che, anche nell’errore (come il nuovo modello di sviluppo) , conteneva nella sua dimensione l’emancipazione dei ceti meno abbienti, per usare un termine forse non coniugabile oggi, l’emancipazione del proletariato.
E’ indubbio che oggi abbiamo in mano tutti gli strumenti per riscrivere ed armonizzare il rapporto tra lavoro e capacità di reddito con l’ambiente e il diritto alla salute. Oggi è però anche indubbio che la capacità dei poteri economico/finanziari di condizionare le politiche nazionali e transnazionali non conosce opposizione essendosi radicati interessi nella politica e nei mezzi di raccolta di consenso.
Su alcuni valori abbiamo basato il nostro essere di sinistra, soprattutto sul nostro essere Antifascisti, nel voler tutelare gli strati sociali più deboli e nell’essere convinti difensori della Carta Costituzionale come patto fondante della coesistenza tra cittadini e Stato.
Dal dopoguerra, da quando la macchina dello Stato ritornò nelle mani dei vecchi funzionari che avevano semplicemente cambiato la casacca, dal pnf alla Democrazia Cristiana,  la sinistra ha avuto un rapporto con lo Stato giustamente sospettoso. Sarebbe mai stato possibile accettare passivamente gli insabbiamenti e i depistaggi di inchieste come “Portella delle ginestre”, i fatti di giugno e luglio del 60,  Peteano, i tentativi di golpe di Borghese, piazza Fontana, piazza della Loggia…..ecc ? Il tema della legalità, mentre venivano perseguitati antifascisti, lavoratori e studenti equivaleva parlare di corda in caso dell’impiccato .
Oggi, insieme all’antifascismo, alla difesa del lavoro e dei diritti dei lavoratori  nel principio della sostenibilità, la legalità diventa essenziale nel momento in cui il tentativo di eliminare la fenomenologia mafiosa diventa arma essenziale per la difesa della democrazia  e di una sana economia per uno sviluppo economico e sociale rispettoso di tutto ciò che ci circonda.
Parlando di 180 miliardi il fatturato delle attività criminali in Italia è ovvia la capacità di condizionamento di un regime politico, e diventa immediato pensare quale può essere l’unica organizzazione internazionale in grado si gestire grossi flussi finanziari che determinano la buona o cattiva salute economica di uno Stato o di un continente.

Nella prossima settimana sarà presentato ufficialmente il nuovo movimento di Antonio Ingoia dopo l’esaurimento del soggetto elettorale “Rivoluzione Civile”, programma politico e nome usciranno in una conferenza stampa. Quello che si può comprendere oggi è che questo soggetto, insieme ad altri avrà il compito di ricostruire uno spazio per una Sinistra di Governo.
Loris


ps. la vittoria di Marino alle primarie Romane sono sicuramente un segnale positivo per la costruzione del soggetto politico della Sinistra di governo.



sabato 6 aprile 2013

L’Aquila simbolo dei disastri del Paese


L’Aquila simbolo dei disastri del Paese

Laquila




Antonio Ingroia



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