il problema attuale non è più la lotta della democrazia contro il fascismo ma quello del fascismo nella democrazia (G. Galletta)

Amicus Plato, sed magis amica veritas



mercoledì 28 ottobre 2009

La sete di Gaza, Amnesty: Israele nega l'acqua ai palestinesi

Dall’Unità di oggi si viene a conoscenza di un ulteriore sopruso messo in atto da Israele nei confronti di Gaza. Impedire l’approvvigionamento idrico alle popolazioni di Gaza.
Le falde e i pozzi presenti sulla striscia risultano essere inquinati e gli impianti di depurazione privi di manutenzione in quanto Israele impedisce l’ingresso del materiale indispensabile per la manutenzione.
Dopo aver cercato di ostacolare con una certa complicità pure dell’Egitto gli aiuti umanitari dopo i massacri di gennaio. Dopo avere messo sotto embargo negli aiuti umanitari i quaderni scolastici in quanto pericolose armi di diffusione della cultura, oggi , Amnesty International denuncia questa ulteriore manovra contro la popolazione civile di Gaza.

martedì 27 ottobre 2009

EMERGENZA SANITARIA A PAGANI (GRECIA)

In questi giorni è stato dato l’incarico a Georges Papandreou di formare il nuovo governo in Grecia.
Succederebbe al governo di centro-destra di Karamanlis.
A lui in quanto premier designato e in quanto presidente dell’internazionale socialista credo sia giusto chiedere che vengano immediatamente ristabiliti trattamenti consoni con i più elementari diritti umani nei campi di detenzione per migranti.
L’emergenza sanitaria denunciata da medici senza frontiere nell’isola di Lesbo è evidente ,una struttura da 300 persone costretta a subirne poche settimane fa 1200.
Per la maggioranza di loro provenendo da zone di guerra il diritto di asilo è garantito anche se il governo greco (precedente) è stato latitante .
Ciccate qui sul link di medici senza frontiere per leggere il documento che hanno emesso sul degrado e l’inadeguatezza del campo .
Oggi sono inoltre stati ripescati 8 morti vittime di una civiltà che non ha voluto ridistribuire almeno in parte le proprie risorse



lunedì 26 ottobre 2009

Caro Bersani, se il tuo primo pensiero è per noi credo che dobbiamo chiarirci alcune cose....

Caro Bersani,
Ti scrivo, per lo meno ci chiariamo un po. Non ti ho votato, anzi non voto neanche PD e se avrai pazienza di leggere anche solo che alcuni post del mio blog capirai il perché non voto il PD e se arriverai alla fine di questo post perché non ti avrei comunque votato.
Le tue prime dichiarazioni hanno riguardato il tema del lavoro e del precariato. Mai parole riuscirono a sollecitare in maniera così decisa una reazione che al momento attuale si trasforma in questo post.
Essendo la mia formazione culturale quella operaia e popolare tipica del ponente Genovese (mio padre era operaio all’Ansaldo nei primi anni 60) contraria a personalizzare scelte ed eventi politici ho sempre avuto diverse remore a parlare di me, del mio lavoro e dei miei problemi. Mi rendo conto oggi di aver sbagliato perché solo socializzando le mie problematiche è possibile dare risposte collettive e condivise.
Tutto questo preambolo per chiederti come mai da ministro per lo sviluppo economico insieme al tuo collega Visco avete in maniera sistematica operato per mettere in difficoltà il così-detto popolo delle partite IVA oltre a molti altri compagni di sventura che rientrano sempre e comunque nella categoria dei precari.
Non puoi dimenticare la prima legge finanziaria dell’ultimo governo Prodi dove riusciste a partorire quel provvedimento di aumento del contributo previdenziale di 10 euro in 2 tranches, del 5% cadauna al fine di garantire in piccolissima parte apparenze di ammortizzatori sociali per quei lavoratori che definite precari ma ai quali non disdegnate di prelevare aliquote altissime di contribuzione per restituire il niente sia in termini pensionistici sia come ammortizzatori sociali. In quella circostanza non avete neanche rispettato la regola della base della piramide (piccoli prelievi perché il numero di contribuenti è elevato) vi ci siete scagliati come squali assetati di sangue con quel dissennato aumento del 10% sul reddito arrivando quindi ad un 28 % per avere una restituzione valutata all’attuale di 500 euro mese, per molti nessuna indennità di malattia, e per la stragrande maggioranza addirittura l’onere di anticipare balzelli su importi presunti mai incassati. Proprio in quel maledetto anno del vostro provvedimento ebbi la sventura di fermarmi per un po di mesi dal lavoro per una malattia che stava per risolvere il mio problema e a voi poneva invece il problema di cercare un altro da spremere, per quella inattività esente da lavoro e fatturazioni sono arrivato al punto di pagare addirittura la tassa sulla povertà come la definii io. Essendo stato l’anno precedente un anno di normale incasso gli anticipi che dovevo versare risultavano di gran lunga superiore a quanto stavo incassando ed infine dovetti versare una cifra ridotta all’ultima autotassazione in quanto materialmente non li avevo e non sapevo se li avrei incassati, compensando successivamente con un “ravvedimento operoso”. Tassa sulla povertà è il termine più corretto.!
Per queste ragioni vedendo che il tuo primo pensiero è diretto a noi precari e popolo delle partite iva qualche preoccupazione in più mi viene.
Non voglio dilungarmi oltre anche se gli argomenti non mancano di sicuro.
Loris



e se alle primarie avesse partecipato questo Bersani?

domenica 25 ottobre 2009

IL CENTRO DESTRA CHIEDE LE DIMISSIONI DI BERLUSCONI !!!! o no?

Finalmente l’hanno capito!!! Quando un uomo politico pubblico diventa ricattabile non può più ricoprire cariche istituzionali.
Visto che non siamo un paese bigotto e clericale non ci interessa la pratica sessuale che l’esponente politico-istituzionale stia praticando in maniera attiva o passiva, ma, è fondamentale che se viene sorpreso in atteggiamenti compromettenti tali da ledere in maniera evidente la sua onorabilità a tal punto da ipotizzare che possa essere ricattato non può stare un minuto di più a ricoprire alcuna carica. Il sospetto che delibere o leggi possano essere condizionate da agenti esterni non deve poter aleggiare in nessuna mente.
Facendo un’ipotesi per assurdo vi immaginate se nascesse il sospetto che la mafia potrebbe condizionare una ipotetica delibera per la costruzione di un ponte tra Genova e Capo Corso perché il presidente della Regione Liguria o il suo pari funzioni in Corsica è stato sorpreso con le dita nel naso?
Come può non essere ricattabile uno se aspirando ad essere paladino della famiglia e del buon governo non perde occasione per conviviali riunioni con le professioniste che tanto infastidiscono un suo ministro femminile ?
Quale attendibilità può avere chi vanta bidè che hanno visto le più belle chiappe di femmina?

venerdì 23 ottobre 2009

A PROPOSITO DEL POSTO FISSO

…Quando l’ottusità porta acqua al mulino dell’avversario.
E’ di poco tempo fa il post sul mio blog sul precariato e su quella che per me è la possibile strada da percorrere per uscire da questa situazione,che, il ministro Tremonti fa interessanti dichiarazioni sul valore del posto fisso rinforzato dalle dichiarazioni di Berlusconi stesso. Posso trovare il ministro Tremonti non particolarmente simpatico e un voltagabbana (fu lui che il giorno dopo la prima vittoria di Berlusconi alle elezioni abbandonò rapidamente la gioiosa macchina da guerra di occhettiana memoria per passare nelle file di Berlusconi & c.) ma sicuramente non posso negare una capacità nel confrontarsi con la realtà dalla globalizzazione al posto di lavoro. Che le finalità poi possano non essere condivisibili, rientra nella normale interpretazione del modello politico sociale a cui si fa riferimento.
Riteniamo sufficiente banalizzare pensando che il tutto si risolva in una boutade per riconquistare consenso o non sovviene che a suon di precarizzare il lavoro a questo punto l’economia italiana è diventata precaria essendosi contratti i consumi e non essendo più il mercato interno sufficiente a molte imprese che non hanno un mercato d’esportazione?
Vogliamo accettare che lasciando inalterata la legislazione sul mercato del lavoro si arrivi ad una stabilizzazione per qualche centinaia di migliaia di lavoratori precari, dando la finta soluzione in mano al centro destra sulla problematica anche se parziale e strumentale del precariato?
Perché non adottiamo come sinistra rivolta al mondo del lavoro la parola d’ordine che dal precariato usciamo tutti insieme tornando ad un quadro pre legge Treu e che ogni contrattazione successiva sulla flessibilizzazione dovrà essere accompagnata da un adeguato ammortizzatore sociale?
Vogliamo provare a rialzare la testa dopo che personaggi apparentemente a noi vicini hanno fatto si che in diverse occasioni ci facessero bere amari calici in virtù di governi che lo stesso Prodi ha definito come continuazione della politica liberista selvaggi di Regan e Thatcher?
Loris

mercoledì 21 ottobre 2009

TRENETTE E CEMENTO

...Ho appena postato ieri sera dopo un periodo di inattività sul tema della difesa del territorio in Liguria lanciando un neanche troppo velato "j'accuse" sulle politiche delle amministrazioni di centro-sinistra e dei suoi alleati a sinistra.
Ricevo via mail questo contributo che ha il pregio di essere scritto senza dubbio meglio del mio post e forse rende più comprensibile il dramma che sta subendo e subirà il territorio ligure.
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da trenette e mattoni di marco preve martedi 20 ottobre 2009
“Nel PD c’è una lobby del cemento” Non lo dico io, ma un senatore del Pd in passato leader di Legambiente. Più sotto potete leggere il lancio dell’agenzia Ansa relativo a questa clamorosa denuncia che riguarda la vicenda del Piano Casa della Regione Liguria di cui si discutono in queste ore in Commissione fondamentali emendamenti.Sulla stessa questione, decisiva per il futuro assetto del territorio ligure, potete leggere (qui) il testo di una lettera che con il collega Ferruccio Sansa abbiamo inviato al blog di Beppe Grillo.
PD: DELLA SETA, ‘LOBBY CEMENTO’ PARTITO NEL PARTITO PIANO LIGURIA IL PIU’ CEMENTIZIO D’ITALIA (ANSA) – ROMA, 20 OTT
“La vicenda del piano casa della Liguria, il più ‘cementizio’ d’Italia, è solo l’ultima conferma che nel Pd c’è una ‘lobby del cemento’ che opera come partito nel partito, dettando spesso scelte e comportamenti contrari ad un’idea avanzata, sostenibile, riformista di sviluppo del territorio”. E’ quanto afferma Roberto Della Seta, senatore Pd e capogruppo in Commissione Ambiente.“Talvolta per convinzione, molto più spesso per legami d’interessi, troppi eletti – aggiunge Della Seta – e amministratori del Pd, non solo in Liguria, sostengono un’urbanistica tutta basata su sempre più cemento e sempre meno regole. Questa visione non solo ha prodotto danni significativi all’ambiente e al territorio, ma penalizza il futuro anche economico di un Paese come il nostro che vede nel paesaggio una delle sue risorse più preziose, e ostacola lo sforzo del Pd – conclude – per affermare le ragioni di una politica trasparente, che coltiva l’interesse generale e non quello di pochi”.(ANSA).
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Italiani più fessi che furbi Preve Sansa -
Il Partito del Cemento Piano casa ed edilizia illegal ...L'Italia viene distrutta ogni giorno, palmo a palmo, cementificata centimetro per centimetro, ma, va detto, con l'aiuto di molti italiani. Più furbi che intelligenti, più fessi che furbi. Lasceremo ai nostri figli 40 metri quadri in più e un ambiente devastato dall'edilizia speculativa. La Sardegna, grazie a Cappellacci, eletto a larga maggioranza dai sardi, sta inventando le spiagge di cemento e le dune di piombo. Ora è il turno della Liguria, Burlando, eletto dalla maggioranza dei liguri, cementificherà quello che resta di una ex bellissima regione. In Sardegna PDL, in Liguria PDmenoelle e, in entrambe le regioni, gli italiani, sempre presenti quando si tratta di grano.
"Caro Grillo,
nessuno sembra essersene accorto, ma il 28 ottobre sarà deciso il destino di una delle più belle regioni d’Italia: la Liguria. Pochi giorni fa è toccato alla Sardegna, dove è stato votato il piano casa del governatore Ugo Cappellacci (Pdl) che ha cancellato i vincoli con cui Renato Soru sperava di salvare la costa. Ma il centrosinistra non è migliore: la Regione governata da Claudio Burlando si prepara a varare un piano casa altrettanto generoso con gli amanti del cemento.Un disastro senza rimedio, che, però, si può ancora fermare. Tace la sinistra, tace la destra, forse perché da queste parti entrambe sono amiche del mattone. Tacciono i cittadini che purtroppo non sanno: la Regione Liguria voterà un documento che va ben oltre le aspettative del governo Berlusconi. Nessuno ne aveva parlato fino a pochi giorni fa, quando Bruno Lugaro ne ha scritto sul Secolo XIX. Eppure basta studiare il piano presentato dalla Commissione e soprattutto gli emendamenti proposti da sinistra e destra (leggete qui). Le case sotto i 100 metri cubi potranno aumentare il volume fino al 60%, le altre potranno crescere fino al 30%. Ma non basta: potrà essere aumentata la cubatura di capannoni industriali, artigianali e agricoli. Ed è soltanto l’inizio. Leggendo il documento approvato dalla commissione e gli emendamenti voluti dal centrosinistra e dal centrodestra (il firmatario è un imprenditore immobiliare) si scopre che c’è ben di peggio: i benefici saranno concessi anche agli immobili condonati. Insomma, un danno civile e sociale, oltre che urbanistico. Chi ha costruito senza rispettare le leggi potrà adesso usufruire anche dei benefici concessi dalla Regione. Invece di punire chi non rispetta l’ambiente, si è deciso di premiarlo. E gli edifici abusivi? Si è pensato anche a loro. Il testo base li escludeva, ma ecco che il consigliere Luigi Cola (ex sindaco di Cogoleto, Pd) chiede di correggere: saranno esclusi soltanto quelli costruiti “in totale difformità o con variazioni essenziali”, insomma quelli davvero molto abusivi. Basta? Neanche per sogno: non sono risparmiati nemmeno i parchi dell’Entroterra. “Basterà un permesso degli enti parco per aumentare la cubatura delle case”, come spiega il Verde Carlo Vasconi.Ma il colpo di grazia, spiega Vasconi, è quello che colpirà le zone che gli urbanisti chiamano aree-anima. Anima, un nome non casuale, perché questi sono luoghi preziosi, che però non sono sottoposti a una tutela totale. Anche qui potranno agire indisturbate le ruspe basta che siano a più di 300 metri dalla costa.E per la Liguria sarà davvero la fine, perché da troppo tempo alcuni di quelli che governano questa terra hanno deciso di spremerla, di concederla ai signori del cemento come una baldracca. Una escort, si direbbe oggi. Sinistra o destra non importa: negli ultimi anni è stato dato il via libera alla costruzione di tre milioni di metri cubi di nuovi edifici lungo le coste.Provate a immaginare concretamente che cosa succederebbe se tutte le case sotto i 100 metri cubi crescessero del 60%. Le alture liguri che dominano il mare si ricoprirebbero di cemento. Le case, migliaia di quelle costruzioni che rendono unica la Liguria, sarebbero deformate con aggiunte posticce. Provate a immaginare: dove oggi la vista si affaccia sul mare, domani potrebbe sbattere contro un nuovo muro.Ma che cosa si può fare? Niente, sembrerebbe. Il centrosinistra ligure ha sempre avuto tanti amici nel mondo del mattone e questo piano ne è la dimostrazione definitiva. Il centrodestra è entusiasta… ma in fondo non sorprende. Insomma, chiunque vinca le elezioni regionali del 2010 non cambierà nulla. Claudio Burlando o Sandro Biasotti non fa differenza, la Liguria, verrebbe da dire, è comunque spacciata.O forse no. Perché questo piano casa giova a pochi, ai soliti amici degli amici imprenditori del mattone. Ai furbetti che sognano di arricchirsi aggiungendo un piano alla propria casa, alla faccia dell’interesse generale. Ma gli altri? Il cemento non porta soldi. Arrivano denari per pochi e posti di lavoro che svaniscono alla fine dei cantieri. Intanto la Liguria si mangia la sua più grande ricchezza: l’ambiente, che sostiene la principale industria della regione, il turismo. Non solo: calerà il valore degli immobili con un danno per i proprietari liguri, ma anche lombardi e piemontesi. Già, anche per una questione di soldi questo piano andrebbe bocciato.Ma poi c’è l’ambiente, una parola che in fondo significa il luogo dove noi tutti viviamo insieme. Che vuol dire qualità della vita nostra e dei nostri figli. Che ci ricorda il dovere di conservare il passato, ma anche di pensare al futuro.Per questo la decisione che verrà presa in Liguria riguarda tutta l’Italia. Se lasciamo sola questa terra, poi a chi toccherà?Ma qualcosa si può, si deve ancora fare. Adesso, sennò sarà troppo tardi. Mandiamo una e-mail a Claudio Burlando, Sandro Biasotti, il suo avversario alle prossime elezioni, Luigi Cola - il deputato del Pd recordman degli emendamenti, Nicola Abbundo - l’imprenditore immobiliare del Pdl che si batte per il piano. Gente di sinistra e di destra, perché qui non è questione di colori politici.Se tutti gli amici del blog, non soltanto i liguri, scrivessero a chi dovrà compiere questa scelta, potremmo ancora sperare di cambiare qualcosa. Di salvare la Liguria e un po’ anche noi stessi".
Marco Preve e Ferruccio Sansa, giornalisti e autori del libro “Il partito del cemento”
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Osservatori per il paesaggio

Sul tema affrontato nel precedente post e riguardante le modifiche alla variante di salvaguardia della fascia costiera ancora da approvare mi ha scritto il professor Massimo Quaini, uno degli studiosi che, come avevo sottolineato (ammetto di averlo un po’ stuzzicato), collaborano con la Regione per trovare nuove strade e strumenti per la difesa del territorio.
Caro Preve,ho letto e non mi sottraggo al dovere di dirti come la penso. Posso anche essere d’accordo nel riconoscere che politicamente le «variantine» alla «variantona» non sono in linea generale auspicabili, soprattutto a poca distanza di tempo dalla prima approvazione, ma prima di dare ragione a una delle parti in causa nella solita e spesso sterile contrapposizione fra ambientalisti e amministratori pubblici bisognerebbe avere il coraggio e il tempo di esaminare una per una le modifiche apportate. Ritengo, infatti, poco o nulla condivisibile tanto la diffidenza sistematica e aprioristica nei confronti degli atti della Regione, quanto le giustificazioni politiche di chi dice che le modifiche riguardano una percentuale molto bassa del territorio sottoposta a nuovo regime di salvaguardia. E’ ovvio, infatti, che anche una sola delle varianti potrebbe avere una portata devastante se va incidere in una zona paesisticamente sensibile (che non a caso la variantona intendeva salvaguardare). Bisogna allora avere la possibilità di esaminare le modifiche caso per caso e solo ad analisi compiuta si può dare un giudizio sul valore della manovra che in chiave europea dovrebbe anche rispettare il principio di sussidiarietà. Mi rendo conto che questo non può essere il compito di un giornale e probabilmente neppure quello di una associazione ambientalista, anche se i comitati locali possono dare un bell’aiuto sulla natura degli interventi locali che le varianti mirano a legittimare. Per questo sto da mesi battendomi per la creazione di Osservatori del paesaggio che creando nuove sinergie fra Università e istituzioni culturali locali da una parte e enti locali dall’altra dovrebbero avere il compito di monitorare lo stato del paesaggio e del territorio e predisporre gli strumenti conoscitivi per valutare che cosa va a succedere se si interviene sulle aree paesisticamente sensibili.
Un caro saluto Massimo Quaini
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p.s. forse qualcosa è ancora possibile fare per difendere il territorio. Una rete ligure di associazioni, singoli, che valorizzi le realtà locali e chi lavora sui territori può aver la capacità di esprimere una progettualità sostenibile. Loris

martedì 20 ottobre 2009

Io non ci sto !

Io non ci sto!
….già in altre occasioni ho lamentato l’intasamento dei pensieri e la difficoltà ad esternare concetti che possono sembrare banali ma si scontrano con l’ignoranza, a volte con la codardia e spesso con l’ipocrisia.
L’intasamento è dovuto anche in certi momenti all’impotenza nello scontrarsi con soggetti strutturati più avezzi a dimostrare che Cristo è morto di freddo che non ad adoprarsi in una opera di salvaguardia dei soggetti più deboli e del territorio che ci circonda.
Se la Liguria è diventata terra di conquista per costruttori, lobbies del cemento e della sanità io non ci sto !!!
La nostra cara sindaco ha recentemente proposto al consiglio di amministrazione di uno dei più importanti ospedali pediatrici d’Europa, il “Giannina Gaslini”, la nomina di un farmacista del ponente genovese. Non vi inganni la provenienza non sono i quartieri popolari che hanno favorito la nomina, ma quasi sicuramente il parentado noto per i festeggiamenti con i cannoli, infatti trattasi del cugino di Totò Cuffaro, quello condannato dal Tribunale di Palermo a 5 anni e 8 mesi per aver agevolato i boss mafiosi.
“Che le colpe dei padri non ricadano sui figli” diceva qualcuno, e, in questo caso, quelle dei cugini sui cugini direi io, ma, non riesco a non pensare quanta attenzione in vista delle elezioni regionali venga indirizzato dal presidente Burlando nei confronti di una alleanza con l’UDC.
e io non ci sto….da quella insignificante formica che posso essere non ci sto a fare deturpare il territorio da queste opere infrastrutturali che hanno come logica solo e unicamente quella del mattone.
Ho parlato in post precedenti di Erzelli, (dove ritirarono la patente al presidente Burlando che era andato a fare un sopralluogo in privato), doveva essere un polo tecnologico, ma le continue varianti in tema di volumi abitativi portavano alla fuga pure una firma come quella di R.Piano.
Recentemente è stato siglato l’accordo tra enti locali autostrade spa e quant’altro per la Gronda di ponente, che vedrà la cantierizzazione della mezza città operaia e popolare per non meno di una quindicina d’anni.
L’affannosa ricerca di un sito da parte della Sindaco per il nuovo stadio genovese, ma soprattutto per il centro commerciale associato e nuovamente unità abitative, sempre nelle zone del ponente la dicono lunga sulla volontà di salvaguardi del territorio che queste giunte di centro-sinistra vogliono perseguire. Terzo valico, e nuovo ospedale del ponente con problemi di depurazione sono un altro capitolo caldo insieme a quello della “rumenta” (spazzatura) dove le scelte sembrano allontanarsi dall’obbiettivo della differenziata, e non di sicuro per volontà degli utenti.
Curioso sarà il comportamento dei due schieramenti a sinistra, che risultano assolutamente organici alle due giunte di centro-sinistra prese in considerazione.
Purtroppo i comportamenti di questi due schieramenti non depongono a favore di una politica di tutela del territorio, soprattutto di quei territori ad alta densità popolare e operaia. Forse che siano più interessati ad una eventuale nomina in una eventuale giunta che vada dall’ UDC alla lista anticapitalista passando per una sinistra (poco) ecologia e libertà?Credo che se qualcuno è interessato alla tutela del territorio ligure e a uno sviluppo sostenibile che privilegi i comportamenti virtuosi come lo sviluppo delle rinnovabili e nuovi piani di viabilità che sviluppino per i merci il trasporto su rotaia e una efficiente politica della mobilità pubblica questo è il momento di schierarsi.
Loris

lunedì 12 ottobre 2009

Come la cantabrina - (2) Lavoro precario e precariato

…Di recente ho scritto dell’articolo di Prodi sul “Messaggero” in cui affermava che l’errore compiuto da lui e dai governi di centro-sinistra risiedeva nel fatto che anziché dare una risposta antagonista alla politica liberista reganiana-thatcheriana senza tema di discontinuità ne erano stati invece i naturali successori.
Prendo in esame l’intervento di cui ancora oggi, e chissà ancora per quanto sentiamo gli effetti più deteriori: Il pacchetto di legge Treu sul mercato del lavoro.
Molte erano le sollecitazioni che chiedevano da parte imprenditoriale una flessibilizzazione del mercato del lavoro, e, se in quanto tale, nella richiesta non vi erano presupposti negativi, sicuramente la risposta che fu data però è andata ben oltre, in quanto, senza contropartite nei confronti dei lavoratori, la regolamentazione del lavoro temporaneo apriva di fatto ad una deregolamentazione del lavoro a tempo indeterminato modificando profondamente la struttura sociale del nostro paese.
In breve tempo milioni di lavoratori si ritrovavano a perpetrare il rito macabro del ricominciare e del finire un lavoro senza alcun ammortizzatore sociale in grado di dare una prospettiva di minima garanzia nel futuro.
E’ il bengodi dell’imprenditoria italiana, che ben lungi dal mettere in essere formazione per i suoi dipendenti, preferisce garantirsi un turn-over a basso prezzo e possibilmente qualificato.
Il capitalismo industriale italiano è molto bottegaio, nel senso più deteriore del termine, e poco incline a pensare in termini di investimenti per percorsi dai tempi lunghi ma incisivi. Se la principale azienda privata italiana, la Fiat, per continuare ad esistere ricorre sistematicamente agli incentivi di stato,cioè noi che sovvenzioniamo la Fiat per consentire di farci lavorare, lascio immaginare quale livello c’è.
Ritornando al tema del lavoro, dal pacchetto Treu ad oggi gli sconvolgimenti riguardano intere categorie di lavoratori che sono lentamente soppiantate da lavoratori precari. Vuoto a perdere.
Lo stesso sindacato accondiscendendo con forse troppa leggerezza alle richieste dell’allora governo di centro-sinistra oggi si trova a mio parere in una crisi di rappresentanza, e non è un caso del successo oggi riportato da sindacati come quello della Lega nel Nord o dell’UGL a livello nazionale.
La stessa capacità contrattuale si è ridotta in maniera drastica visto l’elevato numero di lavoratori atipici che mal si possono assiepare a categorie ben definite.
La stessa soluzione di problemi legati ad una sola categoria di precari rischia di diventare punitivo nei confronti di altri precari
Il boia inoltre si è impiccato da solo in quanto il sopraggiungere di un periodo di crisi amplificata a livello internazionale ha relegato proprio questa nuova massa di lavoratori a contrarre i consumi nell’intento di garantirsi una sopravvivenza misera ma prolungata. Inevitabilmente le aziende che contavano sui consumi si sono ritrovate con gli invenduti e prontamente hanno segato il personale col piduista 1816 che come se vendesse dentifricio incitava a consumare di più, o meglio, a indebitarsi di più.
Ulteriore considerazione riguarda il sistema previdenziale dei “precari” iscritti per lo più alla gestione cassa separata dell’Inps , dove gli iscritti versano in base al reddito con aliquote incredibili a fronte di una mancanza praticamente quasi totale di forme di assistenza , di ammortizzatori sociali, di previdenza adeguata. Grazie sempre all’ultimo governo Prodi con la prima finanziaria sono per l’appunto aumentati i contributi previdenziali in due scaglioni al 28% per non usufruire in molti casi di cassa malattia e ambire ad una pensione rapportata all’oggi di circa 500 euro.
Credo che esista una sola soluzione al problema del precariato che non precarizza solo i singoli ma precarizza il sistema Italia complessivamente: Dal punto di vista legislativo tornare a prima della legge Treu. Se la flessibilizzazione del lavoro è una necessità, i bravi giuslavoristi attivino i neuroni per prevedere ad ogni provvedimento di flessibilizzazione un adeguato ammortizzatore sociale. Il prezzo di questa inversione dovranno essere sobbarcati da chi in questi anni ha usufruito dei meccanismi per avere lavoro a buon mercato e poco vincolante.
Nel giro di pochi mesi ci ritroveremo in una situazione che per effetto della crisi internazionale e nazionale il numero di disoccupati aumenterà smodatamente, ritorneremo a una situazione simile alla metà degli anni 70 dove la ricerca di una occupazione stabile si aggirava intorno ai 3 / 4 anni.
I tempi di oggi rischiano di essere gli stessi ma con l’aggravante in più che quel posto di lavoro durerà forse uno due chissà ….? Resta comunque precario.

Loris
ps. la cantabrina è l'italianizzazione del termine in genovese "Cantabrünha" che è il tubo che si utilizza per i travasi di liquidi e il vino in particolare.



sabato 10 ottobre 2009

Come la cantabrina - (1) La rete e il contesto

…Quando si imbottiglia il vino è sempre opportuno stare attenti a non rovesciarne troppo nell’imbuto per non farlo tracimare o fuori della bottiglia o dell’imbuto stesso.
Ci sono giorni in cui le sollecitazioni, le idee sono come il vino nella cantabrina, escono fuori, si mescolano, si dissociano e si ricompongono e inesorabilmente tracimano, non lasciando che un senso di amaro della perdita di un qualcosa che diventa anche di difficile definizione.
Meglio decantare, ossigenarsi come un buon vino, e possibilmente, di avere la resa del buon vino.
Lodo Alfano, Costituzione, disastro a Messina, Napolitano si o no, lavoro che si perde, lavoro precario, soggetti politici nascenti, altri in via di estinzione, tutto questo è solo una parte del fiume di parole che senza decantazione attraverso la cantabrina dei “media” confluisce nel rito collettivo televisivo per poi tracimare lasciandoci solo le marginalità e un condizionamento nascosto e in quanto nascosto pericoloso.
Ragionare al di fuori di una progettualità lascia solo spazio all’emozionalità del momento, della propria condizione e quindi preda di momenti difficilmente collettivi e non tramutabili in cambiamenti strutturali.
Se le risposte prima le trovavamo nei partiti intesi come rappresentanze di blocchi sociali definiti oggi questi blocchi sono stati destrutturati atomizzati e disassociati, pertanto quel tipo di struttura organizzativa che era il partito risulta superato e sempre più l’appiattimento dei partiti avviene sulla base di una mera gestione del potere.
Reinterpretare le figure sociali sarà uno dei compiti primari per risposte collettive, ma soprattutto per comprendere quale modello sociale progettare e costruire.
Nei territori le realtà associative , e non necessariamente solo quelle con una struttura organizzativa definita, sono i soggetti più adeguati a rispondere a esigenze specifiche. Penso che la messa in rete di queste esperienze specifiche possano diventare un patrimonio collettivo da poter spendere nella progettualità della nostra società.
Argomenti come “democrazia partecipativa” , “leggi sulla montagna e realtà agricole” leggi regionali come quella Toscana sull’accoglienza e l’integrazione dei migranti, dinamiche a sostegno dei lavoratori precari, difesa reale del territorio, sono solo alcuni di questi esempi su cui operare nel più breve tempo possibile.Fare rete non solamente su base organizzativa ma su contenuti concreti è la rispota possibile orizzontale e dal basso ai temi che quotidianamente ritroviamo dalla “sicurezza” all’“ambiente” al “lavoro”.
Loris
ps. la cantabrina è l'italianizzazione del termine in genovese "Cantabrünha" che è il tubo che si utilizza per i travasi di liquidi e il vino in particolare.




venerdì 9 ottobre 2009

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