In Liguria fino dall’antichità i rapporti economici, linguistici e più in generale culturali anziche svilupparsi lungo il percorso della costa , da ponente a levante, aveva trovato la via preferenziale perpendicolare al mare, da sud a nord o viceversa, e questo era dovuto al fatto che i commerci venivano sviluppati soprattutto attraverso le vie del sale che risalivano gli Appennini per poi trovare l’apertura verso la valle Padana.. Non è casuale che tra località contigue della costa in Liguria lo stesso dialetto presenti caratteristiche diverse.
Una scarsa sensibilità ambientale e la rincorsa del boom economico ha fatto si che che negli anni 60 del secolo scorso fossero compiuti nella suddetta regione dei veri e propri stupri ambientali di cui uno dei più evidenti è ,caso abbastanza unico, l’attraversamento di una importante e popolosa parte della città di Genova dell’autostrada.
In questo attraversamento cittadino transitano , oltre le brevi percorrenze, i traffici su gomma di quattro autostrade: due dal Nord (area piemontese e area lombarda) e due che provengono rispettivamente da sud e dalla vicina Francia con l’ovvia intersecazione tra le quattro. Al traffico di transito bisogna ricordare quello finalizzato ai traffici portuali, sia quello di tipo squisitamente commerciale (container), quindi VTE nell’estremo ponente genovese sia quello un po’ misto passeggeri/commerciale al centro di Genova in corrispondenza del casello autostradale di Genova ovest.
I tempi e le necessità dagli anni 60 sono inevitabilmente mutati e la necessità di intervenire per cercare di razionalizzare il trasporto che arriva e parte da Genova e nella città stessa è a livelli di emergenza..
Dalle considerazioni suddette scaturisce la proposta di Gronda del ponente che consiste sostanzialmente in un raddoppio autostradale (per le 3 proposte basse e vicine all’attuale percorso autostradale) e una leggera deviazione (per poi irrompere in alcuni quartieri densamente abitati) per le altre due soluzioni.
I tempi previsti per la costruzione dell’opera sono indicativamente 7 –8 anni.
In realtà a quest’opera infrastrutturale se ne sommano sulla stessa area cittadina altre, quali terzo valico, la realizzazione del polo degli Erzelli (opera faraonica che consentirà dalla Corsica di individuare rapidamente dove si trova Sestri ponente) la definizione e costruzione del così detto ospedale del ponente, un eventuale nuovo stadio sempre ipotizzato in quel di Sestri ponente e spostamenti di depuratori nati vecchi oltre venti anni fa. Credo di non dire una idiozia se parlo di cantierizzazione dell’area del ponente verosimilmente per 15 anni.
Non voglio entrare nel merito del dibattito che è in corso in questi giorni sulla “gronda” anche se coinvolge molte persone a rischio di esproprio e di ricollocazione in altro luogo e molte più persone al disagio di cantieri o strade di cantierizzazione sotto casa. Però un quesito lo voglio porre con non poca angoscia:
E’ questo il modello di città vivibile che vogliamo?
Per essere anche estremamente chiari rispetto a chi può pensare che la capacità sia solo di dire “No” non sarebbe molto più opportuno approntare opere che migliorino la mobilità pubblica, come l’estensione della metropolitana “di superficie” sia a ponente sia in val polcevera?
Prima di pensare alle strade che portano al Porto non sarebbe il caso di pensare di risolvere i problemi di accessibilità al porto dei mezzi stessi?
Non sarebbe il caso di approntare opere che incentivino il traffico pesante su rotaia con zone di scambio magari dislocate oltre Appennino?
Concludo ritornando al preambolo iniziale che aveva un suo scopo preciso.
Ma se il traffico per cui si vuole fare un’opera come la gronda è soprattutto per i traffici commerciali che c’azzecca un percorso che va da levante a ponente e viceversa rispetto a quelli che da ormai secoli sono percorsi da nord a sud e viceversa?
questo è il filmato ufficiale della presentazione dell'opera e del dibattito pubblico.
inserisco per chi fosse interessato ad approfondire un po' l'argomento alcuni link
c'era chi benediceva i moschetti e chi oggi benedice il cemento...armato
interventi di forse politiche
qualche numero dai quotidiani
Altre opere (Erzelli)
4 commenti:
Scusa se, come al solito faccio una domanda e questa volta per di più sciocca, ma mi è nata nella mente dopo aver letto il tuo post.
Un tempo sentii parlare di "autostrade del mare". Tu che vivi a Genova sai niente che fine hanno fatto e, se esistono, ove tu ne fossi al corrente, quali sono?
Una piccola curiosità nient'altro.
ps.non mi dire "ma per chi m'hai preso?".
Le autostrade del mare sono per quello che ne so io rotte sulle quali viaggiano navi. Linee preferenziali per scambi commerciali su nave.
Concordo con la tua osservazione Gio e credo che convertire cio che oggi viaggia su gomma in traffici su ferro sia una vera sfida.
Il mio "urlo di dolore" però nasce dal constatare che alcune azioni sul territorio hanno effetti profondamente duraturi nel tempo fino ad intraprendere percorsi senza ritorno.
Ciao loris,
grazie per le informazioni che ci hai fornito nel tuo post...
Non posso far altro che condividere pienamente le tue conclusioni e i tuoi commenti in proposito...
già per trasporti commerciali si rischia di sfrattare un sacco di gente! (vedi i lavori della gronda) ste cose mi fanno schifo...soprattutto tornando da una città come dublino che con l'impatto ambientale se la cava decisamente meglio di noi!
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