il problema attuale non è più la lotta della democrazia contro il fascismo ma quello del fascismo nella democrazia (G. Galletta)

Amicus Plato, sed magis amica veritas



giovedì 31 maggio 2012

16 Giugno la meglio gioventù in Piazza



E’ ancora il tempo di prendere la parola
Il comitato “Il nostro tempo è adesso” le reti, le associazioni, i movimenti, le singolarità che avevano organizzato e promosso il percorso di mobilitazione de “La meglio gioventù” scenderanno in piazza il prossimo sabato 16 Giugno.
La manifestazione si sarebbe dovuta tenere sabato 26 maggio, ma è stata posticipata per aderire e partecipare al corteo delle studentesse e degli studenti di Brindisi “IO NON HO PAURA”. Il 26 maggio volevamo essere e siamo stati a Brindisi: La meglio gioventù era nel capoluogo pugliese colpito dall’attentato alla scuola Morvillo-Falcone.
Annunciamo la manifestazione per il 16 Giungo proprio oggi che è stata approvata al Senato con soli 4 voti di fiducia la riforma del lavoro. Una riforma che truffa e offende i giovani e i precari.

Nessuna delle promesse che avevano accompagnato la riforma è stata mantenuta:
non c’è stata nessuna riduzione dei contratti precari mentre l’innalzamento delle aliquote per i parasubordinati ne determinerà un impoverimento di fatto;
non è stata prevista nessuna estensione dell’indennità di disoccupazione per i precari che si beccano invece la beffa dell’ “una tantum”, un’ammissione di colpevolezza che dice “dovrei, ma non voglio”.
E l’inganno continua con le dichiarazioni di queste ore.
Ancora, in nome dei giovani, il Presidente Monti rivendica una riforma che scaraventerà i professionisti con partita iva in un presente e un futuro di povertà e che lascia soli i circa 4 milioni di precari del nostro paese: per loro, se il contratto scade, nessun reddito né welfare ma solo, per chi può, l’aiuto delle famiglie, anche di quelle sempre più povere.
Tutto questo in un paese in cui sale al 36% la disoccupazione giovanile (Istat); in cui un ragazzo su 6 cade in povertà quando rimane senza lavoro (Banca d’Italia); in cui più giovani e istruiti lasciano il paese per cercare opportunità altrove ed il paese tutto è trascinato nella precarietà e nella povertà: nessuno si salva, né giovani né anziani, né precari né pensionati.
Il pomeriggio e la sera di sabato 16 Giugno, a partire dalle 18.00, racconteremo dei nostri talenti, dei mestieri, della creatività e della vita delle giovani generazioni e del nostro paese ma denunceremo anche la sistematica marginalizzazione e lo sfruttamento proprio di quelle risorse che potrebbero salvare l’Italia e il futuro di tutte e tutti noi.
 Racconteremo di come le politiche di austerity di questo Governo rappresentino un invito alla fuga, ma racconteremo anche che quelle politiche e quell’invito funesto noi lo respingiamo. Restiamo qui, per riprenderci la nostra vita e il notro paese. L’invito ad andarsene va rivolto non a chi potrebbe salvare l’Italia, ma a chi la sfrutta, la deprime e la impoverisce.

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giovedì 24 maggio 2012

Un altro pezzo di Genova che se ne va a quando la lanterna?


L’identità della nostra città e data anche dal suo paesaggio, dalla stratificazione storica che si è venuta a determinare nei secoli. In ogni edificio storico è contenuta una frazione della nostra identita’ collettiva che è un bene pubblico inalienabile e che non ha prezzo.

Purtroppo ancora una volta l’alleanza informale ragionieri del comune – sovrintendenza – funzionari dell’urbanistica – amministratori pubblici è riusciata in quello che non sarebbe possibile. Vendersi un pezzo di storia di Genova per far quattrini da buttare nella voragine. Come se dopo che ci saremo venduti anche la lanterna – e siamo su quella strada con annessa variante di destinazione d’uso per farci un grattacielo con residenze e servizi - qualcuno dal cielo ci restituisse la nostra storia , ci permettesse di recuperare la qualità della vita che dovrebbe essere il segno di una città e che ci stanno vendendo pezzo a pezzo.
Si perché villa Raggio è tutto questo. Una bellissima villa , un parco, era diventato un centro per la riabilitazione ortopedica, un centro di salute mentale. Funzioni preziose per un bene pubblico preziosissimo.

Be secondo i nostri amministratori dovremmo scordaci tutto questo. Villa privata, adeguatamente ampliata e ristrutturata, box nel parco e piscina nel giardino. Voi potreste dire beato chi se lo puo’ permettere…..

E invece no, nessuno potrebbe permetterselo era un bene pubblico, una villa storica vincolata , un bene ambientale non eliminabile, una villa storica non frazionabile in appartamenti, un giardino storico in cui il regolamento comunale vieta espressamente di costruire box, un polmone ambientale per la città.

E invece…. Siccome la delibera è stata approvata la mattina del 7 dicembre e il puc il pomeriggio la villa non è più vincolata. Come se i funzionari del comune non sapessero che stavano svendendo un bene pubblico che il comune nel pomeriggio intendeva vincolare.

Stiamo scherzando? Qui la compartimentazione – storica piaga degli uffici comunali – non centra niente. Tutta Genova sapeva che quel giorno si sarebbe approvato il Puc e fare una delibera che lascia libero campo alla speculazione non è un atto di disattenzione, è un reato, certo un reato di lesa cultura, di lesa storia, di lesa bellezza , di ignoranza della cultura urbanistica e storico ambientale, per quelli penali e contabili mi rimetto alla magistratura.

Non è la prima volta che l’asse informale ragionieri , geometri, urbanisti, e sovrintendenti si muove in favore della speculazione , dell’interesse privato a danno dell’interesse pubblico.

Ma si puo’ andare avanti cosi’, con iter privilegiati per gli speculatori danarosi, autorizzazioni sul filo di lana, silenzio degli organi di controllo e della magistratura?

Andrea Agostini
Presidente Circolo Nuova Ecologia Legambiente Genova



BENI PUBBLICI : Addio Villa Raggio
Dal funzionario una risposta perentoria: “Vale l’ora”.
Cioè ? Se la delibera è stata approvata la mattina del 7 dicembre ed il Piano Urbanistico Comunale è stato approvato il pomeriggio del 7 dicembre, la delibera non rientra nel Piano approvato. Fine.
Così pare si sia compiuto il destino di Villa Raggio, via Pisa 56 in Albaro, l’ex istituto S.Giorgio entrato nel circuito del patrimonio da dismettere della Regione Liguria, dopo una lunga querelle con l’erede di chi l’aveva donato quarant’anni fa per fini “socio-sanitari”: si era ribellata Edvige Jole Oberti, torinese, dopo aver saputo la modifica di destinazione d’uso dell’edificio e in un primo momento il Tar aveva accolto una sospensiva, ma poi non c’è stato niente da fare.
Era il 2008 e nel 2010 compare su www.fintecnaimmobiliare.it l’invito a presentare entro il 9 luglio Offerta Vincolante per “complesso immobiliare di elevata qualità con superficie lorda di tremila mq.”, presso uno studio notarile di Roma. Se ne occupa Valcomp Due, come recita il bando, “società s.r.l. interamente controllata dalla Fintecna” con sede nella capitale. 
All’asta vanno immobili di tutta la Liguria, in zone anche di pregio come Alassio, Sarzana., Bordighera, sono appartamenti, ex strutture ospedaliere, terreni: su tutti si assicura l‘edificabilità, la residenzialità, il cambio d’uso. 
Finiscono così beni pubblici, che avevano una “funzione pubblica” come Villa Raggio, un tempo clinica per malati di tubercolosi, poi centro riabilitativo ortopedico e Consultorio. Valutata tre milioni di euro, si dice, ormai in abbandono, ancora conserva preziosi affreschi, statue sul colonnato del tetto, splendidi alberi.
Villa Raggio nelle cartografie del Puc licenziato dalla sindaco Vincenzi è “rossa”, ovvero “elemento storico-artistico rilevante”, all’interno del Sistema delle ville e parchi storici di San Luca d’Albaro-Puggia (Norme di Conformità, Ambito di Conservazione), con disciplina paesaggistica puntuale a tutela dell’edificato antico e della conservazione del verde nell’originaria consistenza.
Nel cartello esposto un mese fa dalla società Bagliani su progetto di studio Guidi di Bagno in bella vista si leggono dunque per il complesso monumentale opere di ristrutturazione, cambio d’uso, frazionamento, ampliamento, sostituzione edilizia, realizzazione di piscina pertinenziale con foto relativa di altra riqualificazione già attuata dai committenti…
Che brivido quella piscina da mediterranèe. E farci una bella scuola, con quel magnifico giardino? Ora i bambini della scuola elementare e materna sono a due passi da una delle strade più inquinate di Genova, in via Cavallotti, una scuola di cui hanno ceduto pure il tetto per farne terrazzi agli appartamenti del convento vicino riconvertito: sessant’anni di gentile concessione all’ex cappelletta, ora residenza di pregio.
Non si può preservare tutto, s’intende, incombono tagli e conti in rosso, ma almeno le caratteristiche di Villa Storica, il suo parco. 
Dimenticavamo. Per una questione di ore Villa Raggio non è rientrata nella normativa di tutela del Puc, anzi in poco più di un anno, dall’asta di luglio 2010 alla delibera di dicembre 2011 ha avuto un iter super rapido. 
Perché ci lamentiamo sempre delle lungaggini della burocrazia?
(Bianca Vergati)

mercoledì 23 maggio 2012

GIOVANNI FALCONE EROE DEL NOSTRO TEMPO

A Sinistra vuole rendere omaggio a Giovanni Falcone attraverso la sua voce, attraverso le sue parole.
Altro sarebbe superfluo.
 C'è però un dovere per chi non è perito a Capaci: la lotta al fine di estirpare qualsiasi forma di cultura mafiosa dall'Italia. 
E' un dovere di tutti Noi.
Loris


giovedì 17 maggio 2012

La meglio gioventù del nostro tempo.

appello con le prime adesioni per manifestazione il 26 maggio.
Per aderire, la mail è lavitanonaspetta@gmail.com


La meglio gioventù del nostro tempo.


Sostiene questo Paese con idee, desideri, progetti, volontariato, azioni concrete, scopre nuovi mondi e inventa il futuro. Eppure è sempre disoccupata, in cerca di lavoro, precaria, senza stipendio.

Studia per dare il meglio di sé e migliorare le vite di tutti e di tutte, ma una volta laureata è costretta ad andarsene.

E' composta da giovani donne che vivono in un Paese ancora a misura di vecchi modelli maschili, giovani donne che non trovano alcuna opportunità.

Produce ricchezza e non ha niente in cambio: i giovani operai perdono il lavoro; i piccoli imprenditori sono costretti a chiudere l'attività.
Lavora ma in nero e sul lavoro rischia la propria vita e a volte la perde, perché non ci sono tutele e perché allo Stato e alle imprese spesso non interessa investire in sicurezza.
L'arricchiscono ragazzi nati in Italia da genitori immigrati in Italia e che non sanno se in futuro saranno riconosciuti italiani.

Questa è la meglio gioventù del nostro tempo, la gioventù che detiene in Europa il primato come Neet, l'acronimo in cui si ingabbia una generazione a cui non viene riconosciuto quel che già fa o che non può più

studiare, lavorare, che non ha mai avuto l'opportunità di contribuire al cambiamento del proprio Paese, mentre la disoccupazione giovanile sfiora il 36%.

In nome di questa generazione il Governo Monti propone una riforma sbagliata, una truffa per tutti e in primo luogo per i giovani. In nome di questa generazione le politiche di austerity del Governo e della BCE cancellano il futuro di tutti, perpetuando lo stesso modello che ha alimentato le disuguaglianze, che ci ha condotto alla crisi economica e al fallimento di un intero continente.
Il disegno di legge sul mercato del lavoro presentato dal governo non risponde ai problemi principali che affliggono la vita di una generazione intera:
- lascia intatta la giungla delle 46 forme contrattuali, comprese quelle che il Governo aveva annunciato di voler eliminare;
- non estende gli ammortizzatori sociali, visto che l'assicurazione per l'impiego lascerà fuori buona parte dei lavoratori precari;
- non prevede nessuna forma di reddito minimo;
- scarica l'aumento di costo dei contratti a progetto sulle buste paga dei collaboratori;
- rappresenta una beffa per le reali partite iva che dovranno pagare di tasca loro l'aumento dei contributi.

Le tante promesse del Governo non sono state mantenute, così i giovani sono diventati il pretesto per precarizzare chi ha ancora un contratto stabile, altro che tutelare i precari!

Si è cercato, in questi anni, di dividere i padri dai figli, le madri dalle figlie, i "garantiti" dai "non-garantiti". Noi pensiamo che ci siano oggi, come ieri, i ricchi e i poveri, chi vive di sfruttamento e speculazione e chi vive
di lavoro. Per questo vogliamo mobilitarci assieme ai nostri padri e alle nostri madri, perché vogliamo unire due generazioni nella difesa dei diritti e nella lotta contro la precarietà, perché non è vero che non c'è alternativa alla disperazione attuale. I suicidi di questi giorni ci parlano di questo: quando si parla di "salva Italia" bisognerebbe pensare a quelle vite spezzate e alle tante solitudini che la precarietà e le disuguaglianze hanno creato.
La precarietà non è un'emergenza del mercato del lavoro, è il più grande attacco alla democrazia italiana degli ultimi decenni. La precarietà significa essere costretti a sopravvivere e si manifesta nella fotografia del
diritto allo studio negato, delle scuole che crollano, dell'aumento delle tasse all'università, dell'impossibilità di scioperare o dire no di fronte a un sopruso sul lavoro, di non poter amare la nostra compagna o il nostro compagno, di pagare un affitto o comprarsi una lavatrice ed essere indipendenti, così come lo sono i giovani nel resto d'Europa.

Per noi la precarietà è il messaggio che da vent'anni una classe dirigente ci trasmette: andatevene. Noi vogliamo restare, cambiare le nostre vite e dare un presente al nostro Paese.

Vogliamo poter dire che il nostro problema è la precarietà e l'impossibilità di costruirci un futuro. Ancora prima del posto fisso e dell'articolo 18, ci interessa costruire un paradigma diverso, un altro modello di sviluppo e un welfare diverso, che ricomponga le sue basi sui principali diritti di cittadinanza.

Abbiamo proposte migliori di quelle del Governo. Noi chiediamo di investire su Università e Ricerca, di riconvertire ecologicamente il nostro sistema industriale per creare buoni e nuovi posti di lavoro.
Chiediamo un modello di welfare universale, finanziato dalla fiscalità generale e da una patrimoniale che colpisca chi finora non ha mai pagato la crisi: rendite parassitarie, profitti finanziari, grandi capitali. Un welfare che si faccia promotore e fattore di crescita, personale prima che economica, e insieme garanzia di diritti e tutele.


Chiediamo che venga bandita sul serio la truffa della precarietà.

Ad un lavoro stabile deve corrispondere un contratto stabile e i diritti fondamentali devono essere estesi a tutte le forme di lavoro: l'equo compenso, il diritto universale alla maternità/paternità e alla malattia, i diritti

sindacali, il diritto ad una pensione dignitosa, la continuità di reddito nei periodi di non lavoro, la formazione continua.



Chiediamo infine un reddito minimo, fatto di sussidi e servizi, per garantire la dignità della vita e del lavoro com'è in tutti i paesi europei (e come definito nella risoluzione del Parlamento europeo 2010/2039, approvata a larghissima maggioranza il 20 ottobre scorso).



E' necessaria una grande mobilitazione contro la precarietà, per il reddito, per i saperi e per l'estensione dei diritti e delle tutele: per un Paese diverso e per una nuova idea di cittadinanza, fuori e dentro il lavoro.
L'alternativa è il cambiamento, non il mantenimento di pochi diritti e o la versione soft ma non meno triste della precarietà.
Vogliamo un altro Paese e un'altra politica. E vogliamo dirlo noi, non lasciamo più che siano altri a farlo.

Scendiamo in piazza il 26 maggio.
 Per riprenderci il nostro Paese.

Noi, la meglio gioventù del nostro tempo precario.



Il nostro tempo è adesso. La vita non aspetta - www.ilnostrotempoeadesso.it
Errori di Stampa - erroridistamparm.blogspot.com
Diversamente occupate - diversamenteoccupate.blogspot.com
Associazione Nazionale Archeologi www.archeologi.org
Iva sei partita ivaseipartita.blogspot.com
VI Piano - Praticanti e giovani Avvocati
ADI - Associazione dottorandi e dottori di ricerca Italiani - www.dottorato.it
Associazione H2 - Soluzioni per il mondo che verrà - www.associazioneh2.it
TILT! - www.tiltcamp.it
Giovani non più disposti a tutto-CGIL - www.nonpiu.it
Rete della Conoscenza - www.retedellaconoscenza.it
LINK Coordinamento Universitario - www.coordinamentouniversitario.it
Unione degli Studenti - www.unionedeglistudenti.net
Unione degli Universitari - www.unionedegliuniversitari.it
Rete degli studenti medi - www.retedeglistudenti.it
CPU (Coordiamento Precari dell'Università) -coordinamentoprecariuniversita.wordpress.com
Popolo Viola - www.violapost.it
ARCI - www.arci.it
European Alternatives - www.euroalter.com/IT
Atipici Radio Rai
Associazione daSud - www.dasud.it
Nidil CGIL - www.nidil.cgil.it
Libertà è Partecipazione - libertaepartecipazione.tumblr.com
Donne che si fanno sentire - donnechesifannosentire.wordpress.com
Associazione 20 maggio - www.tutelareilavori.it
Coordinamento precari conoscenza FLC CGIL - www.flcgil.it
Associazione di promozione sociale SCOSSE
Agenquadri - www.agenquadri.it
Lavoro&Welfare
Giovani - www.lavorowelfare.it
Prismanews - www.prismanews.net
Giovani democratici - www.giovanidemocratici.net
Giovani di Valore - Idv - www.giovanidivalore.it
Giovani Comunisti - www.giovanicomunisti.it
Fgci - www.fgci.it
Sinistra Ecologia Libertà - www.sinistraecologialiberta.it

link utile http://lamegliogioventu.org/
a sinistra  ha aderito

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venerdì 11 maggio 2012

il vento nuovo: analisi del voto dopo il primo turno a Genova


…Parlare di numeri può risultare noioso e una inutile esibizione di conoscenza, per cui scriverò la mia sintesi della mia lettura del risultato elettorale di Genova.
La coalizione che appoggia Marco Doria supera il 50% mentre il candidato sindaco Marco Doria no. Conti sbagliati? No. Voto disgiunto!
Chi è stato nei seggi ha potuto constatare che le direzioni del disgiunto che hanno penalizzato il candidato Doria, sono state due: la prima e più consistente riguarda voti dati alla lista PD in coalizione e la designazione del sindaco Musso.
L’altro flusso, con caratteristiche prevalentemente locali (Valpolcevera e alcuni ponente) votata la lista della Federazione della Sinistra, in coalizione, il voto al sindaco andava a Putti del movimento 5 stelle. (considerando il risultato complessivo della lista della f.d.s. questo disgiunto riportato per dovere di cronaca è decisamente ininfluente).
L’andamento del voto sulla città è stato variegato. Rispetto alle analoghe elezioni che al primo turno aveva proclamato sindaco Marta Vincenzi quelle che erano le consolidate roccaforti della sinistra hanno avuto una flessione che ha pesato sicuramente “un ballottaggio”.  Meglio il voto è andato per Doria nei “quartieri bene”, Castelletto, Albaro, Foce.
Chi sostiene che il voto negato è arrivato da quelle zone dove maggiormente si sentono gli effetti della crisi e dove maggiore è il disagio sociale, con una risposta che è l’antipolitica, dice solo una parziale verità.
Gli effetti della crisi si fanno sentire pesantemente nei quartieri del ponente e Valpolcevera, ma è anche vero che la conflittualità che si è aperta con la precedente giunta sui temi della della vivibilità ambientale (gronda e ciclo dei rifiuti) ha scavato un solco con lo zoccolo duro della sinistra genovese sanabile solo dalle “buone pratiche”.  Anche sul risultato della lista del movimento 5 stelle è il caso di spolverare dei “comodi” luoghi comuni. Una importante e preponderante quota dei voti è andata a Putti, in quanto Putti, autorevole e coerente sostenitore delle lotte per la difesa del territorio. A Genova, senza Putti, il movimento cinque stelle avrebbe lasciato il posto ad una ulteriore percentuale all’astensionismo. A Genova, e già nelle precedenti elezioni era stato evidente la sinistra popolare che non si riconosce nei suoi partiti, si astiene.
Un altro elemento che ha sicuramente pesato in quella differenza che ha impedito il superamento al primo turno è la mancata adesione di Doria alla lettera d’intenti del comitato dell’acqua per il rispetto dell’esito referendario. Analogamente, la federazione della Sinistra è caduta nella contraddizione della candidatura dell’ex assessore Senesi al ciclo delle acque che sicuramente non è rientrato nelle simpatie dei comitati dell’acqua pubblica non rispettando l’accordo che prevedeva la partecipazione alla riunione dell’ATO dei comitati dell’acqua, e soprattutto di aver in quella riunione “segreta” deciso le nuove tariffe.
Per un futuro sindaco astemio, l’acqua rischia di essere indigesta.
Sarà fondamentale per una futura giunta di centro sinistra un risanamento nei rapporti con i quartieri operai e popolari, altrimenti l’anatema lanciato dall’ex sindaco Marta Vincenzi che gli operai non avranno rappresentanza rischia di tradursi nella realtà lasciando veleggiare una svolta radical chic.
Concludo con due osservazioni sullo spoglio delle schede. Una lettura delle preferenze evidenzia una strutturazione del PD (disciplina di partito) che fu solo del PCI e della DC. I consiglieri in comune e nei municipi, si evince dai numeri, sono quelli decisi nei circoli e nelle segreterie. Considerando che le motivazioni  non sono evidentemente più quelle ideologiche, viene inevitabilmente da supporre che gruppi di interesse intervengono in maniera massiccia nella determinazione della politica della città.
In ultimo, ritengo che uno spoglio che ha un annullamento di schede tra il 6 e il 7% rappresenta un dato inquietante perché al di la delle schede annullate volutamente resta una maggioranza di schede nelle quali forse troppo spesso viene esemplificata con l’annullamento una volontà di voto dell’elettore. Credo che i presidenti, segretari e scrutatori debbano necessariamente avere una preparazione più adeguata.
Come già feci dopo le primarie torno a formulare i miei sinceri auguri a Marco Doria, e che le mie riflessioni possano essere elemento positivo verso una affermazione di quello che è definito un “vento nuovo”.
Loris



lunedì 7 maggio 2012

Il piombo sospetto di Genova


Il piombo sospetto di Genova

… è con angoscia che chi ha vissuto politicamente gli anni 70, oggi apprende di questa “gambizzazione” dell’ad di Ansaldo Nucleare Adinolfi.
L’angoscia è dettata da diversi piccoli dettagli che ai più possono passare inosservati, ma che ritengo abbiano in realtà un notevole significato.
La prima considerazione è la rilevanza pubblica pressoché irrilevante di questa vittima, anche il settore di provenienza (nucleare) in un paese che ne ha decretato attraverso due referendum la fine ne danno un peso sicuramente insignificante. Verrebbe quasi da pensare che la vittima designata sia stata sorteggiata da un sacchetto di possibili candidati individuati in un annuario di vip.
La seconda è che l’attentato è fatto nel bel mezzo delle operazioni elettorali per il rinnovo del Sindaco della città di Genova, dove un primo cambiamento è stato fatto nell’escludere attraverso le primarie le due candidate del PD, che sicuramente avrebbero garantito una certa continuità e tranquillità a gruppi imprenditoriali che affondano i loro interessi in grandi opere e cementificazioni, e che un forte sentimento di cambiamento lo si respirava e si respira in vista della possibile elezione di Marco Doria  a sindaco della città.
Altro dettaglio, di “casualità” sorprendente è che il tutto avviene all’indomani dei risultati elettorali in Grecia e Francia, dove, al di la del risultato politico, sicuramente l’interpretazione della volontà dell’elettorato è quella di una rottura con le politiche della banca europea e del suo rappresentante in Italia prof. Monti.
Troppo grossolanamente stampa ufficiale e parte del web sta paragonando l’attentato di Genova con gli anni di piombo, che Genova visse con un tributo di morti di uomini dello Stato e di terroristi.
Scrivo di parallelismi grossolani perché gli effetti degli attentati e delle vittime degli anni 70 portarono ad una legiferazione “speciale” che oggi sicuramente farebbe estremamente comodo a chi, dopo aver senza un mandato popolare, fatto macello di diritti e welfare, vorrebbe evitare la protesta organizzata, sia che provenga dai sindacati che dai gruppi così detti antagonisti.
Se all’ing. Adinolfi porgo gli auguri di una pronta guarigione, credo che per l’Italia la prognosi sia molto più lunga e credo anche che la cura non possa che passare attraverso un ristabilimento di quelle regole che ne possono garantire l’autonomia dai poteri dell’economia liberista.

Per tutti coloro che hanno a cuore la nostra Costituzione e il sistema democratico, il livello di attenzione, di vigilanza e di risposta democratica deve essere alto.

Loris

ps. non metto volutamente ne filmati ne fotografie per non cadere nell'equivoco del parallelismo con gli anni di piombo.

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Il fascismo si è presentato come l'antipartito... Riflessioni sull'antipolitica


Ieri sera dal profilo di Tina, su facebook, ho condiviso questo pensiero:


"Il fascismo si è presentato come l'antipartito, ha aperto le porte a tutti i candidati, ha dato modo a una moltitudine incomposta di coprire con una vernice di idealità politiche vaghe e nebulose lo straripare selvaggio delle passioni, degli odii, dei desideri. Il fascismo è divenuto così un fatto di costume, si è identificato con la psicologia antisociale di alcuni strati del popolo italiano, non modificati ancora da una tradizione nuova, dalla scuola, dalla convivenza in uno Stato bene ordinato e amministrato"
(Antonio Gramsci, L'Ordine Nuovo, 26 aprile 1921).


Nelle diverse condivisioni si è sviluppato un vivace dibattito, anche a seguito di un mio commento che riporto fedelmente:

"Domani e lunedì sarà opportuno ricordarci queste parole di Gramsci, perchè la loro attualità è assolutamente incontestabile.
La destrutturazione in corso nel nostro Stato, non può continuare ad essere alimentata dall'antipolitica di comici e dalla politica di puttanieri piduisti, ammortizzata da banchieri strozzini."


A seguito dei risultati elettorali, soprattutto della Grecia, si votava anche in Germania e le presidenziali in Francia, ho voluto riproporre sul blog la riflessione, perchè se guardiamo solo al risultato dell'aumento dei consensi della sinistra alternativa in Grecia e dei Verdi e i Pirati in Germania, non possiamo ignorare il successo neonazista in Grecia e una presumibile condizione di ingovernabilità o big-coalition che rischia non solo di lasciare inalterato un quadro politico decisionale ma contribuire all'accentuazione di disagio sociale con tutte le conseguenze prevedibili.

venerdì 4 maggio 2012

Moni Ovadia e Don Gallo a conclusione della campagna elettorale di Doria

...Ecco alcune immagini della serata conclusiva della campagna elettorale di Marco Doria.
Considerando che le condizioni metereologiche non sono al meglio consiglio a tutti i Genovesi di andare a votare, comunque e sempre resta un diritto al quale don dobbiamo rinunciare.
Come ho ricordato all'inizio di questa campagna elettorale, una delle parole d'ordine di Doria, presa da Don Primo Mazzolari è “A che serve avere le mani pulite, se si tengono in tasca?”.
Sarebbe un peccato per non aver tolto le mani di tasca precluderci anche la possibilità di sognare.
Buon voto a tutti i Genovesi, e un augurio ai Palermitani che sono stati offesi da un comico genovese, che, molto probabilmente la  mafia la conosce perchè ha visto i film di Francis Ford Coppola e,cresciuto nel brodo della cultura berlusconiana, da buon cabarettista le cazzate le sa sparare bene.





Se poi a qualche genovese venisse anche l'ispirazione di un voto all'amministratore di questo Blog....


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giovedì 3 maggio 2012

Genova Sestri - In piazza Baracca viene rappresentata la strage dell'economia


La "location" è un luogo simbolo di Sestri Ponente, Piazza Baracca, dal palco della musica dove le lapidi poste sul fronte ricordano i martiri della Resistenza, e per questa ragione , nel rispetto dei luoghi, l'iniziativa è stata concordata con il circolo locale dell'ANPI.
Protagonisti di questa performance sono gli operatori economici sestresi, che a un anno e mezzo dall'alluvione che ha colpito la delegazione non hanno trovato quella sponda necessaria per far ripartire adeguatamente le attività.
La crisi della Fincantieri risulta un ulteriore tassello di una economia "malata" che mette assolutamente sulla stessa barca, consumatori e erogatori di consumo. Senza il lavoro non ci sono i salari, e senza salari non c'è ovviamente consumo.
Una politica della precedente giunta rivolta allo sviluppo di centri commerciali, piuttosto che alla valorizzazione di un commercio locale, ha fatto si che non solo non sono arrivati i rimborsi dovuti per l'alluvione di un anno e mezzo fa, ma che gli stessi operatori non trovino la possibilità di accedere al credito perché le banche anziché guardare allo sviluppo, guardano prettamente all'interesse e gli operatori alluvionati risultano essere creditori non ancor meno fidabili in quanto alluvionati e in concorrenza con la grande distribuzione.
Si parla di 8 attività che cessano ogni giorno tra commercio e artigianato, una autentica strage di soggetti economici che non chiedono altro che il rispetto di regole che non possono essere quelle del "mercato montiano" .
L'ultima immagine è emblematica, ci auguriamo e auguriamo a tutti Sestresi alla vigilia di questa tornata elettorale per il rinnovo del Sindaco e della municipalità che la musica possa realmente cambiare!


foto e testo di Loris







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