il problema attuale non è più la lotta della democrazia contro il fascismo ma quello del fascismo nella democrazia (G. Galletta)

Amicus Plato, sed magis amica veritas



sabato 28 marzo 2015

Non siamo nel 1956, ma soprattutto il segretario non è Togliatti.


...è stato con un certo stupore che ho appreso a mezzo stampa dell’anatema lanciato dal presidente della commissione di garanzia del PD nei confronti degli iscritti che non appoggiano la candidatura di Raffaella Paita o “ancor peggio” sono intenzionati ad appoggiare candidati alternativi.
Da non iscritto la cosa potrebbe anche non interessarmi, ma un’osservazione, da vecchio militante del PCI non posso esimermi dal farla: in un partito “leggero”, dove le diverse anime dovrebbero poter coesistere, richiamarsi a un “centralismo democratico bulgaro” non rappresenta forse una contraddizione, nonché un fallimento di una politica che nella regia delle correnti o zefiri ne esalta la modernità e l’adeguatezza nei tempi?
Vorrei ricordare a codesti notabili piddini, che non siamo nel 1956, ma soprattutto che il segretario non è Togliatti.
Da non iscritto del PD, ma come votante nelle primarie e quindi iscritto al registro dei votanti alle primarie del centro-sinistra, considerando che il presidente del comitato di garanzia, in questo ruolo mi coinvolge al pari di un iscritto, qualche osservazione mi permetto e anche se non fosse concesso la faccio.
Come vi siete permessi di accumunare il mio voto dando pari dignità al voto di esponenti della destra, estranei non solo alla cultura di sinistra, ma anche del centro-sinistra?
Perché non cacciate con infamia chi ha permesso questo tipo di commistione, che non è evidentemente solo un incidente ligure, avendo partecipato e vinto alle primarie di Agrigento un esponente di Forza Italia allievo politico di Dell’Utri?
Non voglio entrare nel merito delle polemiche in cui in 13 seggi per irregolarità è stato annullato il voto delle primarie in Liguria, perché il problema non risiede nella conta degli abusi consumati nel corso delle primarie, ma nella più evidente indecente disinvoltura con cui il PD ritiene di doversi rivolgere al proprio elettorato.
Se nella nostra Carta Costituzionale « Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato » (art 67) al fine di garantire la libertà di espressione ai parlamentari, ancor di più la libertà di espressione va garantita all’elettore iscritto o no a un partito.
Rigetto pertanto ogni tipo di anatema, invitando a rifiutare sciocchi e arroganti ricatti al fine di garantire chi ha deciso di rinnegare, pur nelle diversità, una storia comune che proviene da lontano e che un qualsiasi “presidente di commissione di garanzia” del PD non potrà cancellare con la caccia alle streghe e conseguenti roghi.
Loris

BEGIN

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