il problema attuale non è più la lotta della democrazia contro il fascismo ma quello del fascismo nella democrazia (G. Galletta)

Amicus Plato, sed magis amica veritas



giovedì 28 gennaio 2010

Epifani al Comitato Direttivo, sciopero 12 marzo su crisi, fisco e immigrazione

Tre importanti obiettivi al centro della mobilitazione della CGIL. Per il Segretario Generale il quadro determinato dalle diverse crisi industriali è preoccupante, soprattutto sul piano occupazionale. Necessario intervenire subito per alleggerire intollerabile carico fiscale. Fatti Rosarno un segnale grave della profonda esasperazione di lavoratori sfruttati
26/01/2010
Una terapia d’urto per fronteggiare la crisi economica e i suoi pesanti effetti sull’occupazione, una riforma fiscale che attraverso interventi immediati alleggerisca il carico sui lavoratori dipendenti e sui pensionati, un urgente cambio di marcia nelle politiche sull’immigrazione. Sono questi i motivi al centro della mobilitazione promossa dalla CGIL e che culminerà con lo sciopero generale del 12 marzo - con quattro ore di sciopero e manifestazione in tutta Italia -, così come ha spiegato oggi il Segretario Generale della CGIL, Guglielmo Epifani, nel corso della relazione d’apertura del Comitato Direttivo Nazionale dell’Organizzazione.

Partendo dai temi dettati dalla crisi, Epifani ha osservato come sia “preoccupante il quadro determinato dalle diverse crisi industriali, dall’ALCOA alla FIAT nel Mezzogiorno, da Omega-Eutelia a Porto Marghera: quest’anno e anche il 2011 si segnalano come molto difficili per l’occupazione”. Una prospettiva difficile sul piano occupazionale che, per il leader della CGIL, “senza un piano complessivo di politica industriale, non solo per i diversi settori ma anche territoriale, sarà molto difficile trovare una soluzione”. Ma dal governo non sembra arrivare nessun segnale in questo senso e il peso più grave si avverte nel Mezzogiorno “dove - ha detto - in intere aree sta diventando molto concreto il rischio di desertificazione industriale”. Nessun piano di intervento concreto per il Sud ma progetti come il ponte sullo Stretto che “mostra sempre più di non avere alcun senso, a cominciare dal rapporto costi-benefici. Molto più utile sarebbero interventi di riqualificazione e messa insicurezza del territorio e di politiche ambientali miranti al risparmio energetico”.



Crisi - Il primo obiettivo dello sciopero generale, dunque, è la richiesta al governo di mettere in campo, oltre che un programma complessivo di politica industriale, nel quale considerare le diverse aree di crisi, politiche di sostegno del reddito che vadano dal prolungamento e rafforzamento della cassa integrazione, all’allungamento dei massimali della disoccupazione, a interventi a favore di quei lavoratori precari che hanno perso il lavoro. Ma Epifani ha richiamato al senso di responsabilità anche il sistema delle imprese affinché, ha affermato, “non usino questa crisi, e in qualche caso sta avvenendo, come pretesto per licenziare ed abusare della mobilità”.
Fisco - Secondo obiettivo è il riequilibrio del prelievo fiscale. “Nel governo in questo momento c’è una grande confusione - ha osservato il numero uno della CGIL - sul fatto di intervenire o meno sul fisco e nessuna risposta è arrivata alla nostra lettera sul tema. Non si può aspettare che un gruppo di studio esamini il problema, come dice il ministro Tremonti”. Secondo Epifani, di fatti, “è necessario intervenire subito perché il carico fiscale pesa in modo ormai intollerabile prevalentemente sul lavoro dipendente e sulle pensioni e se non si cambia rotta, per effetto del drenaggio fiscale a fine legislatura il lavoro dipendente registrerà un aumento di tre punti del prelievo”. La questione fiscale è un grande elemento redistributivo: “Non si tratta solo di tagliare le tasse in sé - ha spiegato Epifani al Direttivo - ma di riequilibrare in modo più equo la distribuzione, soprattutto in una fase di grande difficoltà economica come questa, perché da 30 anni è in atto un processo che sposta il peso del prelievo dalla rendita ai redditi da lavoro”. In questo senso l’ipotesi allo studio del governo, cioè quella di spostare il prelievo fiscale dalle imposte dirette a quelle indirette intervenendo sull’IVA, “è poco convincente: non è sbagliata in sé ma in questa fase potrebbe pesare sui consumi popolari e riaccendere anche qualche spirale inflazionistica e non affronterebbe, comunque, il tema centrale di una più equa distribuzione”.
Immigrazione - Terzo importante obiettivo dello sciopero sono le politiche sull’immigrazione. “Dopo i gravi fatti di Rosarno - ha sottolineato il Segretario Generale CGIL -, che sono stati un segnale grave della profonda esasperazione di quei lavoratori sfruttati, terremo in Calabria due iniziative, una di categoria e una confederale. Faremo pressioni a tutti i livelli per riprendere l’iter di una legge sulla cittadinanza e per arrivare a correggere gli aspetti più gravi dalle leggi di questo governo sugli immigrati. E’ tema centrale dello sciopero generale perché penso - ha detto Epifani - che sia una questione da affrontare unitariamente”. Per questi motivi Epifani non condivide la protesta dei soli migranti: “Trovo sbagliato uno sciopero di soli migranti: non credo sia la strada migliore usare uno strumento che isola e contrappone e questa è anche l’opinione di tanti lavoratori migranti ascoltati in questi giorni. E’ bene - ha concluso - che crescano soggettività e unità, trovo migliori le lotte che uniscono”.

lunedì 25 gennaio 2010

DIPENDENTI PUBBLICI O DELATORI? ECCO LA NUOVA PRETESA DEL GOVERNO


LA DIFESA DEI DIRITTI E’ UN NOSTRO DOVERE


“Nelle scuole di Caserta c'è grande agitazione, per la "caccia" agli studenti immigrati e con genitori senza permesso di soggiorno. Non è fantapolitica. E' la pura realtà da rigurgito leghista. L'Ufficio scolastico per la Campania ha "ordinato" la schedatura degli studenti stranieri. E per giunta dando anche un ultimatum ai presidi: la riconsegna del "censimento-monitoraggio" entro e non oltre il 25 gennaio. Una strana mossa, visto che l'Usp ha agito per "ordine" della Prefettura che di norma si occopa di sicurezza e non di certo di dispersione scolastica.[leggi tutto l’articolo sull’UNITA’…..]”

Nel mese di maggio questo blog si occupò due volte del problema delle schedature e delle possibili discriminazioni di carattere razziale, che potevano prendere corpo all’interno del tessuto scolastico. [STUDENTI CLANDESTINI EVASORI FISCALI] [Studenti "clandestini": i nomi sulla lavagna]
Il tutto era documentato da una subdola circolare del ministero della Pubblica Istruzione che, se non erro, fu, in seguito, lievemente modificata, al solo fine di prevenire possibili e probabili difficoltà da parte di qualche dipendente pubblico, che poteva mostrarsi riottoso a rivestire il ruolo di delatore.
Otto mesi fa, quei fatti, determinarono, anche in concomitanza con il problema legato ai respingimenti, una reazione di indignazione collettiva,a cui la politica non seppe rispondere adeguatamente, troppo presa dalla tornata elettorale per il Parlamento Europeo.

Subito dopo la pubblicazione del mio post, una deputata del PD mi contattò per avere ragguagli sulla questione, al fine di presentare una interrogazione parlamentare.
Non ne ho saputo più nulla.

La notizia di oggi, da cui parte questa riflessione, riguarda Caserta, all’indomani della visita di Maroni, all’indomani della legge che prevede un tetto di presenze del 30% di allievi extracomunitari in ogni classe, voluto dalla Gelmini. All’indomani dei fatti di Rosario, dove sempre più si coglie il ruolo di chi controlla in maniera criminosa il territorio, e quella che è stata una assenza non casuale dello Stato.

Tutti questi episodi ed accadimenti vedono protagoniste le comunità extracomunitarie, sia regolari che clandestine, e voglio qui sottolineare che “generiche manifestazioni di solidarietà”, contrapposte ad una cultura dominante, espressione del governo di centro-destra con derive razziste, possono solo trovare lo spazio del respiro stesso in cui si manifestano,senza altra prospettiva di sviluppo.
Infatti, trovo che lasciare agli extracomunitari stessi l’iniziativa di una risposta come quella dello “sciopero di 24 ore degli immigrati”, costituisce un velleitarismo le cui conseguenze e le cui eventuali ritorsioni, verrebbero pagate solo dalle vittime stesse di questi soprusi.
Credo che, quello che non dobbiamo perdere mai d’occhio, è l’obbiettivo reale contro il quale la destra si scaglia e continua a scagliarsi:la società dei diritti.
Dobbiamo rivendicare con forza, insieme ai lavoratori extracomunitari, il diritto al lavoro, secondo le regole che abbiamo saputo darci in anni di lotte sindacali, contro il caporalato e contro qualsiasi forma di sfruttamento, perché ogni giorno ci sarà sempre un soggetto più debole a cui il signorotto di turno, e/o camorrista o mafioso cercherà di imporre le proprie regole.
A Caserta è in atto un grave attacco al diritto, sancito dalla Costituzione, all’istruzione (così come preannunciato-ahimè- nel mio post di maggio) e l’abbassamento di fatto dell’obbligo scolastico, proposto in sede legislativa pochi giorni fa e camuffato come facilitazione all’inserimento al lavoro, dimostra che l’aggressione ai diritti costituzionali, è, ormai, generalizzata e non ha colore, se non strumentalmente , nel tentativo di far credere che i problemi degli uni non sono gli stessi degli altri, e nel tentativo di dividere, per esercitare, con più disinvoltura, i loro comodi.

Per queste ragioni torno a chiedere al sindacato, ed in particolare alla CGIL, quindi al soggetto che è stato il principale motore delle lotte sindacali per i diritti di tutti i lavoratori, anche se attualmente in fase precongressuale, di trasformare lo sciopero generale del 12 marzo sul fisco, anche in sciopero per i diritti di tutti, facendo aprire i cortei o le manifestazioni dai lavoratori extracomunitari, trasformando la giornata del primo marzo in una grande mobilitazione civile e collettiva per la conoscenza e l’approfondimento dei temi sul razzismo, sull’’integrazione e sul lavoro. E tutto questo, senza pretendere che qualcuno, in una situazione di gravi discriminazioni razziali, e di costante attacco alle libertà individuali, rischi la propria permanenza nel nostro paese.


Loris


venerdì 22 gennaio 2010

Berlusconi mantiene le promesse e non mette le mani nelle tasche degli italiani. Gli porta via direttamente i pantaloni!!!


Ho ancora a distanza di anni nelle orecchie il suono onomatopeico di Bossi che ripeteva che è tutto un “magna magna” e che non poteva esserci mediazione con la “Roma ladrona”.
Evidentemente, senza voler mancare di rispetto, il proverbio che è “l’occasione a fare l’uomo ladro” trova una volta di più riscontro.
Ovviamente non stiamo parlando di assalti a portavalori, a banche o assicurazioni, ma più semplicemente di come avendo in mano il potere legislativo le cose le si può gestire “al meglio” semplicemente legiferando, emendando e gestendo il potere al di fuori di ogni fastidioso controllo.
Dal momento che non voglio perdermi nelle parole, lascio spazio ai numeri, avvalendomi di tre articoli comparsi sull’Unità e sull’Espresso che trattano tre argomenti diversi e quindi “voci di bilancio” da sommare e non da comparare.
Iniziamo con la “gestione del potere” (fonte l’Espresso “Silvio quanto ci costi”) dove si apprende di una proliferazione degli organici a palazzo Chigi con un esubero di circa 1400 unità e con carriere strepitose di segretarie quali quella di Berlusconi e quella di Letta. Affitti di materiale informatico per un giorno quasi al prezzo dell’acquisto del nuovo.
Per una inaugurazione all’Aquila di alcune case, la macchina scenica spende 300 mila euro, in quanto la cura delle immagini e sua pubblicizzazione è data in appalto a una ditta privata: la "D and di lighting & truck".
L’Espresso si sofferma inoltre sul capitolo “missioni” e sulle consulenze sia dell’ammazza-fannulloni Brunetta e della Carfagna che a capo dipartimento del suo ministero ha nominato per 165 mila euro Isabella Rauti, moglie dell’attuale sindaco di Roma.
Altro capitolo riguarda gli sprechi (fonte l’Espresso “Spreconi.it”). Duemila anni fa Cristo moltiplicava i pani e i pesci, oggi “l’unto dal signore” moltiplica i voli di stato, e tutto a spese del contribuente.
Dal momento che sicuramente sono più interessanti gli articoli originali mi limito solo a segnalare le immani risorse sperperate in quel risanamento mai avvenuto di Bagnoli e per non perdere di vista i “Padani” i 30 milioni di dollari spesi per produrre il film “Barbarossa”, di cui la contribuzione pubblica ammonta a circa 12 milioni.
Il “Bingo” finale porta tra i primi firmatari Gasparri e Quagliarello ed è il ddl conosciuto come “Processo breve” che sanerebbe, ovviamente ai danni dello Stato, una cifra pari a 500 miloni di euro, ovviamente beneficiando corruttori, corrotti malversatori e quant’altro. (fonte l’Unità “Processo-breve per lui, 500 mln per loro. L'Anm: «È una resa alla criminalità»”).
Credo che le cifre che sono in ballo più che un libro come fu “La Casta” di Rizzo e Stella abbisognerebbero di una Enciclopedia, magari da 12 volumi, ma, la riflessione più immediata è che non ha avuto bisogno, questo governo, di infilare le mani nelle tasche degli italiani. Strappandogli violentemente i pantaloni di dosso ha ottenuto il risultato di portarsi via direttamente le tasche perché tutti questi euro sprecati, dirottati, alzati, appartengono a noi contribuenti!
Anche a quelli padani!!!




mercoledì 20 gennaio 2010

Istruitevi, perché abbiamo bisogno di tutta la vostra intelligenza; organizzatevi, perché abbiamo bisogno di tutta la vostra forza. (Antonio Gramsci)

…Sicuramente da parte di un governo fatto di ex veline, showgirls, suonatori da pianobar, attori nonché estimatori di noti latitanti, non ci si deve aspettare molto, ma, al peggio purtroppo non c’è mai limite.
Un emendamento al disegno di legge lavoro, collegato alla finanziaria da parte della maggioranza, di fatto abbassa l’obbligo scolastico a 15 anni, barattandolo con l’avviamento al lavoro "apprendistato".
E’ vergognoso pensare che si incentivi l’abbandono scolastico perché solo dall’accrescimento culturale delle nuove generazioni il paese può ritrovare un futuro.Questa classe dirigente gretta e bottegaia mira più a un esercito di nuovi possibili consumatori con scarsa capacità intellettiva, schiavi di grandi fratelli o “amici” piuttosto che elaboratori di progetti che migliorino la qualità della vita , non solamente individuale ma del paese intero.
per queste ragioni siamo differenti!
« Se i giovani si organizzano, si impadroniscono di ogni ramo del sapere e lottano con i lavoratori e gli oppressi, non c'è scampo per un vecchio ordine fondato sul privilegio e sull'ingiustizia. »
(Enrico Berlinguer)

martedì 12 gennaio 2010

Sciopero Generale per i Diritti


Il tam-tam della rete sta consolidando l’iniziativa di un giorno di “sciopero degli immigrati” nel tentativo di far comprendere quale è il loro peso nella società che li utilizza, li sfrutta e pretenderebbe di rimuoverli terminate le loro funzioni quali produttori di ricchezza per gli altri, negando a loro il diritto ad una vita decorosa al di fuori del ruolo di lavoratore.
Penso che come iniziativa sia insufficiente e, in qualche modo che rischi di ghettizzare una giusta rivendicazione dei lavoratori immigrati ponendoli in una posizione di “DIVERSI” rispetto agli altri lavoratori. Diversità sfruttata, non solo da padroni senza scrupolo, ma dalla stessa criminalità organizzata, come risulta evidente dalla vicenda di Rosarno .
Per queste ragioni la rivendicazione “ PER I DIRITTI” deve coinvolgere tutti i lavoratori, per queste ragioni lo sciopero non deve essere uno sciopero di solidarietà ma una rivendicazione che affermando i diritti dei Lavoratori Immigrati di fatto afferma e rivendica i DIRITTI per tutti i lavoratori.
Facciamo si che :



LO SCIOPERO DEGLI IMMIGRATI DIVENTI

SCIOPERO GENERALE DI TUTTI

PER I DIRITTI


Genova-11 gennaio

presidio davanti palazzo Ducale

sabato 9 gennaio 2010

IO STO CON SPARTACO!

Comunicato Stampa - 9 gennaio 2010

Rete@sinistra contro la schiavitù moderna al fianco degli immigati

A seguito dei recenti fatti di Rosarno rete@sinistra denuncia la grave situazione che si è venuta a determinare con le politiche del governo Berlusconi nei confronti dell'immigrazione.
Non è casuale che le contraddizioni siano esplose proprio dove è alto il controllo della criminalità organizzata ('ndrangheta) sul territorio.
Grave è che il governo per voce del suo ministro degli interni voglia addossare la responsabilità agli immigrati che in questo contesto rappresentano la ribellione a quel sistema di mercato controllato dalla ndrangheta stessa.
Grave è che il governo continui a ritenere, e anche questo non casualmente, il problema immigrazione un problema di ordine pubblico e non di ordine sociale che richiede interventi mirati a rilanciare le politiche sociali del lavoro e dell'integrazione.
rete@sinistra sollecita su tutto il territorio nazionale una mobilitazione per iniziative e manifestazioni pubbliche contro l'atteggiamento del governo e di solidarietà nei confronti dei lavoratori immigrati.
Risulterebbe inaccettabile che le conseguenze di quanto accaduto a Rosarno possano diventare un pretesto per deportazioni di massa nei confronti degli immigrati.
Chiediamo che sia ristabilita legalità nel reclutamento dei lavoratori in quelle zone in cui la presenza del crimine organizzato risulta essere l'alternativa allo Stato e il reclutamento si trasforma troppo spesso in riduzione in schiavitù.
Sollecitiamo infine una apertura di confronto sulle politiche delle regioni riguardo al tema dell'accoglienza e dell'integrazione dei lavoratori stranieri nei nostri territori .
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PS. Genova- Si stanno approntando iniziative patrocinate da ARCI ed altre realtà dell'associazionismo al fine di dare una risposta sui fatti di Rosarno e la possibilità di aprire un dibattito sui temi dell'integrazione e dell'accoglienza dopo l'applicazione del "pacchetto sicurezza" nella realtà delle leggi regionali.
L.V.

giovedì 7 gennaio 2010

A sinistra: come un collettivo spiaggiamento di cetacei


Davanti alla costa ligure, con una triangolazione che tocca la Liguria di ponente, la Corsica e la costa francese c’è quello che è chiamato il paradiso dei cetacei, dove si riproducono, vivono e sopravvivono questi stupendi abitanti dei mari.
Il fatto che esista in una porzione di mare una realtà così importante e significativa non impedisce di manifestare una seria preoccupazione per queste specie marine che sono sempre più destinate ad una lenta e inesorabile estinzione per colpa in buona parte dell’agire umano.
Non riesco inoltre in questo momento a non pensare a quelle forme di “suicidio collettivo” che chiamiamo “spiaggiamento” come a una metafora dell’agire politico della Sinistra e del Centrosinistra in Italia.
Capi-branco che perdono l’orientamento, quasi a sfidare le teorie Darwiniane sulle capacità di acquisire informazioni delle specie animali, e quindi acquisire esperienza.
Branchi interi privi di capacità critica, incapaci di diventare “intellettuali collettivi” più interessati alla difesa identitaria del proprio gruppo piuttosto che alla socializzazione “dell’intelligenza” per preservare la propria specie e quelle più vicine.
In questo caos totale di rotte, di individui e di gruppi la cosa più evidente è l’estinzione.
Sono in molti a questo punto che si ripartiscono la responsabilità della distruzione di un patrimonio fatto di pensiero, di individui e di collettività alla ricerca del riscatto costato un prezzo altissimo di lotte e sacrifici per una società semplicemente più giusta.
La cosa forse più amara è che alcuni di questi “responsabili” continua ad attribuirsi il ruolo di Capo-branco che con grande arroganza porta la propria specie allo….spiaggiamento.

Loris

Fonti: la bagarre sulle candidature in Puglia (Vendola-D’Alema-Boccia). Le dichiarazioni dei capi-branco liguri di Sel che dopo che il PD li ha snobbati affermano che non è scontata la partecipazione di Sel col PD alle regionali (come quei ragazzotti che accusano di mignottaggine una ragazza per la ragione che non gliela smolla). Candidature nel Lazio, dove sia gli equilibri interni al PD sia lo sconvolgimento dopo il caso Marrazzo degli accordi già consolidati impediscono l’espressione di una candidatura forte autorevole e condivisa.
Varie ed eventuali.



Avranno voluto dire qualcosa questi Capodogli alla Sinistra pugliese?

BEGIN

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