LA DIFESA DEI DIRITTI E’ UN NOSTRO DOVERE
“Nelle scuole di Caserta c'è grande agitazione, per la "caccia" agli studenti immigrati e con genitori senza permesso di soggiorno. Non è fantapolitica. E' la pura realtà da rigurgito leghista. L'Ufficio scolastico per la Campania ha "ordinato" la schedatura degli studenti stranieri. E per giunta dando anche un ultimatum ai presidi: la riconsegna del "censimento-monitoraggio" entro e non oltre il 25 gennaio. Una strana mossa, visto che l'Usp ha agito per "ordine" della Prefettura che di norma si occopa di sicurezza e non di certo di dispersione scolastica.[leggi tutto l’articolo sull’UNITA’…..]”
Nel mese di maggio questo blog si occupò due volte del problema delle schedature e delle possibili discriminazioni di carattere razziale, che potevano prendere corpo all’interno del tessuto scolastico. [STUDENTI CLANDESTINI EVASORI FISCALI] [Studenti "clandestini": i nomi sulla lavagna]
Il tutto era documentato da una subdola circolare del ministero della Pubblica Istruzione che, se non erro, fu, in seguito, lievemente modificata, al solo fine di prevenire possibili e probabili difficoltà da parte di qualche dipendente pubblico, che poteva mostrarsi riottoso a rivestire il ruolo di delatore.
Otto mesi fa, quei fatti, determinarono, anche in concomitanza con il problema legato ai respingimenti, una reazione di indignazione collettiva,a cui la politica non seppe rispondere adeguatamente, troppo presa dalla tornata elettorale per il Parlamento Europeo.
Subito dopo la pubblicazione del mio post, una deputata del PD mi contattò per avere ragguagli sulla questione, al fine di presentare una interrogazione parlamentare.
Non ne ho saputo più nulla.
La notizia di oggi, da cui parte questa riflessione, riguarda Caserta, all’indomani della visita di Maroni, all’indomani della legge che prevede un tetto di presenze del 30% di allievi extracomunitari in ogni classe, voluto dalla Gelmini. All’indomani dei fatti di Rosario, dove sempre più si coglie il ruolo di chi controlla in maniera criminosa il territorio, e quella che è stata una assenza non casuale dello Stato.
Tutti questi episodi ed accadimenti vedono protagoniste le comunità extracomunitarie, sia regolari che clandestine, e voglio qui sottolineare che “generiche manifestazioni di solidarietà”, contrapposte ad una cultura dominante, espressione del governo di centro-destra con derive razziste, possono solo trovare lo spazio del respiro stesso in cui si manifestano,senza altra prospettiva di sviluppo.
Infatti, trovo che lasciare agli extracomunitari stessi l’iniziativa di una risposta come quella dello “sciopero di 24 ore degli immigrati”, costituisce un velleitarismo le cui conseguenze e le cui eventuali ritorsioni, verrebbero pagate solo dalle vittime stesse di questi soprusi.
Credo che, quello che non dobbiamo perdere mai d’occhio, è l’obbiettivo reale contro il quale la destra si scaglia e continua a scagliarsi:la società dei diritti.
Dobbiamo rivendicare con forza, insieme ai lavoratori extracomunitari, il diritto al lavoro, secondo le regole che abbiamo saputo darci in anni di lotte sindacali, contro il caporalato e contro qualsiasi forma di sfruttamento, perché ogni giorno ci sarà sempre un soggetto più debole a cui il signorotto di turno, e/o camorrista o mafioso cercherà di imporre le proprie regole.
A Caserta è in atto un grave attacco al diritto, sancito dalla Costituzione, all’istruzione (così come preannunciato-ahimè- nel mio post di maggio) e l’abbassamento di fatto dell’obbligo scolastico, proposto in sede legislativa pochi giorni fa e camuffato come facilitazione all’inserimento al lavoro, dimostra che l’aggressione ai diritti costituzionali, è, ormai, generalizzata e non ha colore, se non strumentalmente , nel tentativo di far credere che i problemi degli uni non sono gli stessi degli altri, e nel tentativo di dividere, per esercitare, con più disinvoltura, i loro comodi.
Per queste ragioni torno a chiedere al sindacato, ed in particolare alla CGIL, quindi al soggetto che è stato il principale motore delle lotte sindacali per i diritti di tutti i lavoratori, anche se attualmente in fase precongressuale, di trasformare lo sciopero generale del 12 marzo sul fisco, anche in sciopero per i diritti di tutti, facendo aprire i cortei o le manifestazioni dai lavoratori extracomunitari, trasformando la giornata del primo marzo in una grande mobilitazione civile e collettiva per la conoscenza e l’approfondimento dei temi sul razzismo, sull’’integrazione e sul lavoro. E tutto questo, senza pretendere che qualcuno, in una situazione di gravi discriminazioni razziali, e di costante attacco alle libertà individuali, rischi la propria permanenza nel nostro paese.
Loris
2 commenti:
E cominciamo con le liste
Condivido la tua richiesta alla CGIL, anche se temo sia troppo presa dal congresso con documenti contrapposti e a fare la conta delle poltrone... Mi auguro comunque che il tuo appello venga ascoltato.
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