il problema attuale non è più la lotta della democrazia contro il fascismo ma quello del fascismo nella democrazia (G. Galletta)

Amicus Plato, sed magis amica veritas



lunedì 12 ottobre 2009

Come la cantabrina - (2) Lavoro precario e precariato

…Di recente ho scritto dell’articolo di Prodi sul “Messaggero” in cui affermava che l’errore compiuto da lui e dai governi di centro-sinistra risiedeva nel fatto che anziché dare una risposta antagonista alla politica liberista reganiana-thatcheriana senza tema di discontinuità ne erano stati invece i naturali successori.
Prendo in esame l’intervento di cui ancora oggi, e chissà ancora per quanto sentiamo gli effetti più deteriori: Il pacchetto di legge Treu sul mercato del lavoro.
Molte erano le sollecitazioni che chiedevano da parte imprenditoriale una flessibilizzazione del mercato del lavoro, e, se in quanto tale, nella richiesta non vi erano presupposti negativi, sicuramente la risposta che fu data però è andata ben oltre, in quanto, senza contropartite nei confronti dei lavoratori, la regolamentazione del lavoro temporaneo apriva di fatto ad una deregolamentazione del lavoro a tempo indeterminato modificando profondamente la struttura sociale del nostro paese.
In breve tempo milioni di lavoratori si ritrovavano a perpetrare il rito macabro del ricominciare e del finire un lavoro senza alcun ammortizzatore sociale in grado di dare una prospettiva di minima garanzia nel futuro.
E’ il bengodi dell’imprenditoria italiana, che ben lungi dal mettere in essere formazione per i suoi dipendenti, preferisce garantirsi un turn-over a basso prezzo e possibilmente qualificato.
Il capitalismo industriale italiano è molto bottegaio, nel senso più deteriore del termine, e poco incline a pensare in termini di investimenti per percorsi dai tempi lunghi ma incisivi. Se la principale azienda privata italiana, la Fiat, per continuare ad esistere ricorre sistematicamente agli incentivi di stato,cioè noi che sovvenzioniamo la Fiat per consentire di farci lavorare, lascio immaginare quale livello c’è.
Ritornando al tema del lavoro, dal pacchetto Treu ad oggi gli sconvolgimenti riguardano intere categorie di lavoratori che sono lentamente soppiantate da lavoratori precari. Vuoto a perdere.
Lo stesso sindacato accondiscendendo con forse troppa leggerezza alle richieste dell’allora governo di centro-sinistra oggi si trova a mio parere in una crisi di rappresentanza, e non è un caso del successo oggi riportato da sindacati come quello della Lega nel Nord o dell’UGL a livello nazionale.
La stessa capacità contrattuale si è ridotta in maniera drastica visto l’elevato numero di lavoratori atipici che mal si possono assiepare a categorie ben definite.
La stessa soluzione di problemi legati ad una sola categoria di precari rischia di diventare punitivo nei confronti di altri precari
Il boia inoltre si è impiccato da solo in quanto il sopraggiungere di un periodo di crisi amplificata a livello internazionale ha relegato proprio questa nuova massa di lavoratori a contrarre i consumi nell’intento di garantirsi una sopravvivenza misera ma prolungata. Inevitabilmente le aziende che contavano sui consumi si sono ritrovate con gli invenduti e prontamente hanno segato il personale col piduista 1816 che come se vendesse dentifricio incitava a consumare di più, o meglio, a indebitarsi di più.
Ulteriore considerazione riguarda il sistema previdenziale dei “precari” iscritti per lo più alla gestione cassa separata dell’Inps , dove gli iscritti versano in base al reddito con aliquote incredibili a fronte di una mancanza praticamente quasi totale di forme di assistenza , di ammortizzatori sociali, di previdenza adeguata. Grazie sempre all’ultimo governo Prodi con la prima finanziaria sono per l’appunto aumentati i contributi previdenziali in due scaglioni al 28% per non usufruire in molti casi di cassa malattia e ambire ad una pensione rapportata all’oggi di circa 500 euro.
Credo che esista una sola soluzione al problema del precariato che non precarizza solo i singoli ma precarizza il sistema Italia complessivamente: Dal punto di vista legislativo tornare a prima della legge Treu. Se la flessibilizzazione del lavoro è una necessità, i bravi giuslavoristi attivino i neuroni per prevedere ad ogni provvedimento di flessibilizzazione un adeguato ammortizzatore sociale. Il prezzo di questa inversione dovranno essere sobbarcati da chi in questi anni ha usufruito dei meccanismi per avere lavoro a buon mercato e poco vincolante.
Nel giro di pochi mesi ci ritroveremo in una situazione che per effetto della crisi internazionale e nazionale il numero di disoccupati aumenterà smodatamente, ritorneremo a una situazione simile alla metà degli anni 70 dove la ricerca di una occupazione stabile si aggirava intorno ai 3 / 4 anni.
I tempi di oggi rischiano di essere gli stessi ma con l’aggravante in più che quel posto di lavoro durerà forse uno due chissà ….? Resta comunque precario.

Loris
ps. la cantabrina è l'italianizzazione del termine in genovese "Cantabrünha" che è il tubo che si utilizza per i travasi di liquidi e il vino in particolare.



4 commenti:

loris ha detto...

ad oltre 12 ore dalla pubblicazione di questo post devo ringraziare i precari di taiwan che continuano a postare commenti (che io cancello). Forse dovrei cancellare anche il Post perchè a giudicare anche dalle visite sto parlando di cose che ai più non interessano. Sarà l'ennesima cosa questa dei precari frutto della fantasia malata di qualcuno della sinistra per screditare il governo?
....inizio quasi quasi a crederlo pure io

SCHIAVI O LIBERI ha detto...

Loris, io continuo a pensare che su certi diritti bisogna essere assolutisti.
Era logico secondo me, che una volta attivata quella legge, si entrasse in un circolo vizioso fino ad arrivare ai giorni nostri.
Il mercato è assatanato, di potere e denaro. Rendere la vita precaria delle persone, equivale a piegarla ai propri interessi e voleri. Una cosa che al sistema serve per perpetuare i suoi crimini.
Io sono per una visione totalmente diversa e credo, che le varie crisi all'orizzonte ci chiedano di cambiare rotta.
Usciamo dall'economia, usciamo da quei dogmi che stanno distruggendo il mondo e l'essere umano.
Il precariato non serve, se si lavora per garantire un futuro dignitoso al pianeta e di conseguenza a noi e ai nostri figli.
Ragioniamo uscendo da quella logica, che porta solo alla competizione fra poveri.
Questa poi, è solo una mia opinione.

SCHIAVI O LIBERI ha detto...

Per quanto riguarda la tua critica, questo dimostra ancora una volta quanto le bacheche lettori fissi, o alcuni scambi link, siano inutili.
A troppa gente piace solo farsi pubblicità.

Gap ha detto...

Ce lo siamo detto per telefono e lo ripeto per iscritto.
Lamentarsi è più facile che impegnarsi, e che i blogger si incazzino pure e mi facciano ostracismo. Leggere e rispondere con cognizione di causa richiede il mettere in moto il cervello e scrivere frasi di senso compiuto e, possibilmente in italiano. Non è detto che si debba essere sempre in sintonia con chi scrive. Ma possibile che nessuno ha da dire nulla?

BEGIN

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