il problema attuale non è più la lotta della democrazia contro il fascismo ma quello del fascismo nella democrazia (G. Galletta)

Amicus Plato, sed magis amica veritas



venerdì 23 ottobre 2009

A PROPOSITO DEL POSTO FISSO

…Quando l’ottusità porta acqua al mulino dell’avversario.
E’ di poco tempo fa il post sul mio blog sul precariato e su quella che per me è la possibile strada da percorrere per uscire da questa situazione,che, il ministro Tremonti fa interessanti dichiarazioni sul valore del posto fisso rinforzato dalle dichiarazioni di Berlusconi stesso. Posso trovare il ministro Tremonti non particolarmente simpatico e un voltagabbana (fu lui che il giorno dopo la prima vittoria di Berlusconi alle elezioni abbandonò rapidamente la gioiosa macchina da guerra di occhettiana memoria per passare nelle file di Berlusconi & c.) ma sicuramente non posso negare una capacità nel confrontarsi con la realtà dalla globalizzazione al posto di lavoro. Che le finalità poi possano non essere condivisibili, rientra nella normale interpretazione del modello politico sociale a cui si fa riferimento.
Riteniamo sufficiente banalizzare pensando che il tutto si risolva in una boutade per riconquistare consenso o non sovviene che a suon di precarizzare il lavoro a questo punto l’economia italiana è diventata precaria essendosi contratti i consumi e non essendo più il mercato interno sufficiente a molte imprese che non hanno un mercato d’esportazione?
Vogliamo accettare che lasciando inalterata la legislazione sul mercato del lavoro si arrivi ad una stabilizzazione per qualche centinaia di migliaia di lavoratori precari, dando la finta soluzione in mano al centro destra sulla problematica anche se parziale e strumentale del precariato?
Perché non adottiamo come sinistra rivolta al mondo del lavoro la parola d’ordine che dal precariato usciamo tutti insieme tornando ad un quadro pre legge Treu e che ogni contrattazione successiva sulla flessibilizzazione dovrà essere accompagnata da un adeguato ammortizzatore sociale?
Vogliamo provare a rialzare la testa dopo che personaggi apparentemente a noi vicini hanno fatto si che in diverse occasioni ci facessero bere amari calici in virtù di governi che lo stesso Prodi ha definito come continuazione della politica liberista selvaggi di Regan e Thatcher?
Loris

8 commenti:

Tisbe ha detto...

Già la vita di per sé è precaria, quando anche il lavoro lo è, l'esistenza diventa davvero "malata".

Gap ha detto...

E' inutile parlarsi al telefono per poi farmi scrivere di nuovo quello che ci siamo detti. Che Dio ti strameledica, anzi no visto gli ultimi eventi. A mente fresca vedrò di commentare.
Buona notte.

il Russo ha detto...

Indietro non si torna, mi piacerebbe, ma purtroppo non si può più fare.
Il mio non è un timore, bensì una certezza supportata dalla consapevolezza delle forze in campo e dalla situazione ambientale che c'è in questo Paese.

Cappellaio ha detto...

Io son dell'idea che tornare al passato sarebbe sbagliato. Il mondo del lavoro oggi deve essere visto sotto un ottica un pò diversa. O meglio, io non credo nel valore confindustriale della flessibilità come un valore aggiunto. Non per tutti se non altro. Se mi parlate di un manager, o di un giornalista o di un avvocato allora vi dico che il fatto che non abbia posto fisso ma un contratto a tempo ci sta eccome, e può essere un valore aggiunto per lui. Ma per lavori pagati all'ora diciamo, i cosiddetti salariati, e in genere per lavori più standardizzati vanno presi dei provvedimenti che cerchino di garantire la maggiore stabilità possibile. La soluzione non è facile. Gli ammortizzatori sociali sono indispensabili in questa fase di recessione e licenziamenti continui e soprattutto servono ammortizzatori che differenzino in termini di "pesantezza" lavorativa e che permettano ad esempio non di aumentare l'età pensionabile alla carlona, ma solo per i lavori che richiedono sforzo fisico e per cui arrivati ad una certa età è più che plausibile chiedere la pensione. Ossia i lavori standardizzati per cui proprio oggi è necessario garantire comunque stabilità.

loris ha detto...

Intanto ringrazio a chi interviene per il contributo ad approfondire l'argomento che non è sicuramente dei più facili da affrontare.
Vorrei precisare, che quando parlo di tornare ad una situazione pre-Treu non penso ad una blindatura di quel tipo di legislazione, ma, solo un punto di partenza per riiniziare una contrattazione sulla flessibilità che non penalizzi nessuno degli attori in campo. La sciaguratezza in quello che è successo in questi anni sta proprio nell'avere sbilanciato da una sola parte la legislazione.
Nel sentire esponenti politici come l'on Baccini (PDL) voler precisare che nei confronti dei precari non si tratta di licenziamenti ma di scadenza del contratto, si coglie tutta la mala-fede nell'affrontare il problema al di la della correttezza lessicale.
Penso pure che il cappellaio faccia bene ad affrontare il problema dei pensionamenti, anche se ritengo che prima di tutto debbano essere evitati sprechi,e , soprattutto forse sarebbe il caso di separare la previdenza da quella che è l'assistenza, al fine di ripartirci in maniera più equilibrata gli oneri.

Anonimo ha detto...

Su questo, su questa concretezza, sono assolutamente con Loris, altro che indietro non si torna. Se si è fatto un errore ci mancherebbe altro che non si potesse tornare indietro!
Comunque quello di Tremonti è un bluff, ma come si dice... Sono volterriana
Paola

Anonimo ha detto...

necessita di verificare:)

Anonimo ha detto...

imparato molto

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