ROMA - Mezzogiorno, famiglie di quattro persone con due figli, nuclei familiari con a capo un lavoratore autonomo e persone al di sotto dei 45 anni: ecco le principali vittime della povertà assoluta secondo la fotografia scattata dall'Istat e relativa al 2008..Leggi tutto su "Repubblica" cliccando qui
….Però l’importante è tornare a incentivare i consumi, come ama ripetere sua eccellenza il Cavaliere B.
Di consumato ormai gli italiani hanno il cervello, consumato a cercare di mettere insieme il pranzo con la cena, e , talmente consumato da consolarsi con la TV demenziale del “grande fratello” o dell’ “isola dei famosi” e tornare lobotomizzato in cabina elettorale e riconfermare chi invece di dare risposte per migliorare la condizione economica degli italiani confessa che non è un santo, quindi non più un unto dal Signore, come ci aveva fatto credere un po di tempo fa e consigliando, come ricorderete, alle ragazze in difficoltà nella ricerca di un posto di lavoro o nella precarietà di trovarsi un marito ricco, lui si ferma a momentanee convivenze non mancando in generosità (2000 euro per notte).
In questo clima, sempre con decretazione d’urgenza, espropriando il parlamento delle sue funzioni, vengono varati il “pacchetto sicurezza” criminalizzando chi “straniero” tra noi, potrebbe portarci via il lavoro o stuprare vecchi donne o bambini e magari pure il cagnolino.
E, nuovamente con la fiducia , ci si prepara a fare rientrare i capitali esprortati illegalmente premiando con un bel CONDONO chi frodando il fisco ha contribuito a metterci nelle condizioni economiche attuali.
Se dovessi fare un paragone col Governo Prodi mi verrebbe da dire che allora con l’indulto chi aveva commesso certi reati aveva la possibilità di uscire dalle patrie galere, col governo B. invece il governo con annessi avvocati provvede per reati di “alto bordo” chi delinque a non farceli neanche entrare, come dimostra lo scudo fiscale, sopra citato, o quello che oggi viene chiamato “lodo Bernardo” che immunizza le alte cariche dello Stato rispetto alle indagini della Corte dei Conti .
Lodo Alfano, lodo Bernardo….. Mia nonna mi ripeteva “chi si loda si…sbroda”.
Fatemi considerare straniero, fatemi considerare clandestino in questo mondo di imbeccillità e malafede
Non ho potuto fare a meno di far correre il pensiero al bel film di Olmi “l’albero degli zoccoli” sentendo la proposta leghista di fare i test di accesso agli insegnanti sulla conoscenza del dialetto dove andrebbero ad insegnare. Sicuramente sarebbe un notevole passo in avanti specialmente per gli insegnanti di Matematica che potrebbero finalmente prendere le distanze dai numeri extracomunitari rispedendoli nei paesi Arabi, e sicuramente, gli insegnanti di materie tecniche-scientifiche come informatica o fisica troveranno giovamento nel far apprendere in “lingua madre”concetti che diversamente nelle testoline degli studenti “nordici” non troverebbero spazio in quanto provenienti da culture e lingue “ostili” al mantenimento di una identità territoriale. Forse la proposta che ora formulerò andrà spiegata successivamente nei vari dialetti, ma , sicuramente ci saranno volonterosi che provvederanno. Chiedo che qualche parlamentare di buona volontà si faccia carico di chiedere che per accedere al parlamento e in qualsiasi istituzione dove c’è una presenza della lega o del PDL, o di tutti e due insieme venga inserito un test per il conteggio dei neuroni attivi . Come comprenderete è un dato fondamentale, in quanto è evidente, che neuroni volonterosi che si aggirano nella mente di alcuni parlamentari che partoriscono proposte come “quella del dialetto” continuano ad urlare per le segrete stanze del cervello - C’è nessssunoo ??????
Ps. Si raccomanda anche di ipotizzare una specie di Sanatoria e un piano di rientro dei neuroni, che, a causa di processi degenerativi possono essere scivolati nelle mutande e quindi l’insorgere di patologie del tipo “sindrome da Peter Pan.
Se non fosse che qualcuno per le ragioni più strane legge più un blog che non la carta stampata, oggi forse non varrebbe neanche la pena di battere sulla tastiera, in quanto le cose rilevanti dal punto di vista informativo politico rientrano nella più assoluta normalità e logica di un paese ANORMALE. E’ stata posta e votata la fiducia al Dl “anticrisi”. Tradotto affinché anche la casalinga di Novara comprenda meglio il contenuto lo si riassume in decreto “Assolvi di nuovo gli evasori e paga terremotato paga perché se ti ha punito Dio col terremoto Io eseguo la sentenza in quanto son l’Unto del Signore” Chi ha portato e accumulato capitali all’estero illegalmente, facendo rientrare i capitali viene condonato e quindi può tenersi tutti gli illeciti profitti di cui ha potuto godere frutto dell’illecito stesso ai danni dell’erario e quindi dello stato QUINDI di noi tutti cittadini. Penso che non ci meraviglierebbe se in quella massa di capitali ce ne fossero anche in quanto proventi da attività criminali di tipo mafioso e quindi solo in attesa di una “pulita” per poi essere rimessi in circolazione completando quel ciclo che con la spazzatura a parte alcuni casi felici non riesce: - IL RICICLAGGIO !!! Tasse terremotati : è vero che gliele avevano sospese ma niente scherzi!!! Mica li avevano esportati illegalmente, QUINDI, devono restituire il tutto entro due anni, e con quel ben di Dio che è costato il G8, quello che costa quell’enorme struttura della caserma della Guardia di Finanza di Coppito, c’è da aspettarsi che le verifiche più attente e puntuali le riceveranno gli abruzzesi. Non essendoci limite al peggio, il/la Ministro Gelmini ha dato le pagelle alle Università con consegueti tagli per le meno virtuose. Sono nuovamente andato a riesumare un post su Logicokaos perché merita comprendere il “Valore” di chi oggi compie queste operazioni di taglio su quello che è il nostro futuro di sapere e di cultura. Infine, visto che si parla di Cultura, mi auguro che le 30 tombe fenicie in quel di Villa Certosa risultino una balla raccontata per avere più sex-appeal avendo magari finito gli spiccioli o le farfalline e le tartarughine.Mi auguro che sia una balla perché pensare a un Premier che di quello che è un patrimonio della Cultura dei popoli pensi di farne un uso personale non lo metterebbe su un piano troppo diverso da quei dittatori africani che al momento della loro caduta e spesso fuga si scopriva che oltre alle malversazioni verso le popolazioni avevano saccheggiato tesori di proprietà degli stati.
Ecco la galleria di immagini di ieri venerdi 24 luglio in piazza De Ferrari contro il pacchetto sicurezza
....Si concludono i giorni del G8 2001, si concludono con quella che verrà ricordata l'incursione alla scuola Diaz da parte delle forze di polizia. La Diaz è stata data dall'amministrazione comunale Genovese al Social Forum per farne nei giorni del G8 la sede operativa. Al suo interno ci sono molti giovani provenienti da tutt'Italia e da diversi paesi europei. La polizia ufficialmente interviene per catturare dei presunti black block e per sequestrare armi che sarebbero all'interno della scuola. Si scoprirà lentamente durante i processi che quelle armi all'interno le ha portate la polizia stessa. Si scoprirà che all'interno della Diaz fu compiuta un'azione di "Macelleria messicana". Neanche una sentenza largamente assolutoria nei confronti di diversi poliziotti accolta dall'urlo di "vergogna" cancellerà l'infamia di quella notte più simile all'Argentina delle "matite spezzate" che a quella di "un'estate Italiana". ....A chi ha la pazienza e voglia di provare a capire come funziona questo Nostro strano paese, invito ad andare a leggere questo post (LOGICOKAOS) di una blogger che ha ricostruito le brillanti carriere di chi in quei giorni si distinse come esecutore di un disegno che in quei giorni misero nel dimenticatoi la democrazia e le libertà costituzionali.
….Inizia l’applauso, sono circa le 17.25, è lungo, interminabile, è come un bacio da cui non ci si vuole staccare mai, voler mantenere quell’emozione che ti riporta in quella piazza in quel maledetto luglio del 2001. Ti ci riporta a Te che c’eri e ti ci porta oggi a Te che non c’eri, non eri neanche a Genova, non sapevi e forse non avresti mai saputo cosa succedeva in quella piazza. Giuliano poco prima di quel momento mi si era avvicinato e più parlando a se stesso che non per comunicarmi una cosa evidente agli occhi, si interrogava in quelle domande che non abbisognano di risposte sul fatto che … quel ragazzo, a distanza di otto anni, riusciva a chiamare giovani, anziani, chi con l’orecchino, chi con la cravatta….. chi con un bimbo di pochi mesi o giorni in braccio e riempiva la piazza. Non è una celebrazione del ricordo, è la partecipazione e la condivisione ad un impegno civile di verità, di rivendicazione di quei diritti venuti a mancare in quei giorni, in quelle ore a Genova. ….Non lascia terminare l’applauso, quel Prete di strada, inizia a cantare, tutti si uniscono a lui avvicinandosi a quelle tre rose deposte sull’asfalto. C’è un religioso vuoto e c’è tanta presenza in quella porzione di piazza. Bella ciao ciao ciao. L’impegno continua, siamo all’oggi.….Hai ragione Prete di strada, siamo tutti clandestini, hai ragione Don Gallo Carlo è vivo, e lotta insieme a noi e le nostre idee non moriranno mai.
clicca sulla foto per accedere alla galleria di immagini
Oggi ho avuto la brillante idea di ascoltare la Serracchiani e sono arrivato alla conclusione che non consulta Wikipedia. Definizione A) di “Partito” Un partito politico è un'associazione tra persone accomunate da una medesima finalità politica ovvero da una comune visione su questioni fondamentali dello gestione dello Stato e della società o anche solo su temi specifici e particolari. A questo punto direi che è evidente che forse su cose marginali ci possano essere delle differenze e quindi anche giuste mediazioni ma su cose fondamentali il problema proprio non si pone. Vogliamo ipotizzare tra quelli fondamentali quelli etici? Vita, morte, concepimento, inseminazione e diverse branchie della ricerca come abbiamo potuto constatare recentemente? Vedo decisamente male pensare che sulla pelle degli altri possa esserci mediazione. Aborto a metà? Testamento biologico diocesano? (se lavoravi l’amianto chiudiamo un occhio e sbrigati a morire che così costi meno alla sanità pubblica). Cara Serracchiani il “volemmose bene” in questo caso non si riesce ad applicare e per quanto si può essere bravi o si è mosche o su per gli specchi noi umani non riusciamo ad andarci, a meno di non rischiare disastri. Sempre per usare la cultura diffusa da Wikipedia (anche se è sconsigliabile raffidarsi solo a questo tipo di consultazione) ritroviamo una definizione di Max Weber : per partiti si debbono intendere le associazioni costituite al fine di attribuire ai propri capi una posizione di potenza all’interno di un gruppo sociale e ai propri militanti attivi possibilità per il perseguimento di fini oggettivi e/o per il perseguimento di vantaggi personali . In questa definizione credo riusciamo tuttavia ritrovare una attinenza più calzante alla realtà odierna in maniera sicuramente generalizzata, ma, in assoluto, ritengo che abbiamo una fedele riproduzione dell’attuale situazione del PD. Si riuscirebbero a comprendere le varie cordate finalizzate alla conduzione di un partito con l’aspirazione del PD? Si riuscirebbe a comprendere perché prima hanno voluto fondersi a freddo se non per riuscire ad ottenere una parvenza di consenso e quindi attraverso i risultati elettorali gestire lo stato? A questo punto possono diventare credibili le parole della Serracchiani che dice di volere un partito che va dalla Binetti a Grillo, voglio anzi aggiungere che dovrebbe passare anche attraverso la Barbie e Big jim e dopo possiamo pure tutti anestetizzarci che un “simpatico” Franceschini o un “vetero” Dalema ci penseranno loro. Non è che dal fronte dei “grandi valori” arrivino segnali degni di fremiti o impulsi che azionino reconditi e sperduti neuroni in sonno, nelle due formazioni che si collocano alla sinistra del PD permane in una la orgasmica staticità in attesa di trovare spazi adeguati per assecondare e spartire loculi di potere o presunto tale col PD stesso. Ne è stata la riprova la comprovata incapacità o volontà a concretizzare un percorso politico autonomo. L’altro raggruppamento ha la presunzione cingendosi col drappo rosso di voler testimoniare una presenza comunista anticapitalista. Già diverso tempo fa ho affermato che non siamo uomini di culto che dobbiamo rendere testimonianza, e, visto che l’impegno che ci poniamo è quello politico, forse il dovere di rapportarci con quella che è non solo la realtà storica ma l’attuale realtà sociale diventa imprescindibile. Tutto ciò che ho però precedentemente scritto porta ad alcune riflessioni a mio parere inevitabili: “Non è che il “sistema” partito nato con l’intento di rappresentare soprattutto blocchi sociali ben definiti, oggi non trovi più corrispondenza in quanto quei blocchi sociali sono enormemente modificati? Ha senso parlare di Sinistra se non ci poniamo come primo obbiettivo il riparametrare l’approccio scientifico alla lettura e all’analisi della società attuale cogliendo le inevitabili differenze dalla società in cui la sinistra storica che conosciamo è nata? Le differenti e fin troppo atomizzate realtà sociali che interreagiscono sui territori connettendosi alla rete sociale del territorio stesso troveranno rappresentanza o delega? E, dovranno trovare rappresentanza o delega? Credo proprio che sia terminato il tempo in cui un Massimo Dalema bambino scriveva e leggeva donando un mazzo di fiori una lettera di augurio a P. Togliatti in occasione del suo sessantesimo compleanno , iniziando lui in quel momento, come del resto anche in altri partiti l’autorigenerazione di una vera e propria (ho sempre rifiutato questo termine in questo contesto) Classe politica. Il nuovo non può essere semplicemente un rimescolamento del vecchio.
Ricordo inoltre che alle ore 19 di Venerdì 17 è confermato il presidio davanti la prefettura di Genova per manifestare contro il pacchetto che è stato firmato (con osservazioni) ieri 15 luglio . Diamo voce al nostro dissenso!!!
Dopo la promulgazione pur con delle osservazioni del così detto "pacchetto insicurezza" e dell'immediato successivo attacco al diritto di Aborto da parte dell'integralismo politico-religioso credo sia fondamentale ribadire quel concetto espresso anche nella dichiarazione d'indipendenza americana del diritto alla felicità per non essere infelici.
(fonte della citazione: "La Democrazia che non c'è" P. Ginsborg)
Sono rimasto un po allibito sulla tempestività con la quale è piombata la mannaia censoria ma soprattutto epurativa sulla "Laica" (avrò scritto un'eresia, una bestemmia?) Televisione di Stato (forse Vaticano e non Italiano?) Propongo un breve video trovato su youtube tratto dal Film Giordano Bruno con G. M. Volontè, scelto in quanto Giordano tratta i temi della religione e degli stati quindi con una profonda attinenza sull'argomento trattato. Non ho scelto il video in cui Giordano Bruno viene portato al rogo in quanto come ben si sa un'altra infamia era stata consumata nei confronti dell"Eretico": gli era stata imposta una mordacchia in bocca che impedisse alla lingua di muovere e quindi di parlare. Quel video sarà per chi continuerà a guardare la RAI riproposto praticamente ogni giorno, ogni momento in cui col fatidico clic si accederà ad un canale del così detto "servizio pubblico". Una televisione con le mordacchie!
Appello Per i Genovesi, che vogliono chiedere al Presidente Napolitano di non promulgare questa "legge vergogna"secondo appuntamento Venerdì 17 luglio ore 19 davanti la Prefettura in Largo Lanfranco
Pochi giorni fa ho ricordato il 30 giugno su questo blog attraverso i protagonisti delle giornate genovesi. Casualmente ho trovato questo pezzo scritto su Repubblica da Pino Cacucci nel 2002 e mi sono reso conto che era un punto di osservazione diverso di quegli eventi, era quello del testimone. E' oggettivamente una testimonianza strana che non parla di come le camionette volavano dentro la vasca di De Ferrari ma di come era nata una coscienza politica maturata sotto il fascismo, alimentata dalla solidarietà esplosa contro i rigurgiti fascisti.
E' una testimonianza importante perchè è quella di un bambino che all'epoca aveva cinque anni e solamente anni dopo riesce a legare insieme tutti gli elementi che compongono quella che è a tutti gli effetti è la crescita del movimento operaio e popolare nel nostro paese.
Repubblica — 30 giugno 2002 pagina 16 sezione: GENOVA Nel giugno del 1960 non avevo ancora compiuto cinque anni, eppure assorbivo già l' aria che tirava in famiglia, un' aria che indubbiamente non potrei definire serena e spensierata, ma certo intensa e appassionata. Un' aria carica di speranze lontane e vicine, dove si mescolavano gli echi della rivoluzione cubana - si parlava dei «barbudos» di Castro e Che Guevara come se fossero vicini di condominio - alle parole accorate del «papa buono», quel Giovanni XXIII che di lì a poco avrebbe convocato il Concilio Vaticano II e dalla sua «opzione per i poveri» sarebbe nata la Teologia della Liberazione... Ricordo i commenti pieni di entusiasmo per quel papa, proprio a casa mia dove aleggiava una scarsa simpatia per il clero in generale, e ricordo anche i tanti momenti di tristezza che le nostre passioni provocavano, come il giorno in cui, tornato da scuola (era ormai il 1967 e facevo la seconda media a Chiavari), trovai i miei in lacrime: con una stretta al cuore, pensai fosse morta una persona cara, pensai ai nonni o allo zio preferito... Avevano ucciso Che Guevara, ed era in effetti una persona cara, carissima, a casa mia, anche se vista soltanto in foto e in rari servizi televisivi (memorabile il discorso all' assemblea dell' Onu, che gareggiava in popolarità domestica soltanto con i furibondi colpi di scarpa sferrati da Nikita Kruscev sul banco dei delegati); comunque, la tragedia era attesa, da circa un mese, quando avevano diffuso la notizia che Tania la Guerrigliera era caduta in un' imboscata dell' esercito boliviano, assieme a tutto il suo gruppo. E la prima volta che mi sono «avventurato» a Genova da solo, attirato da quella che per me era una sorta di frontiera, aria pervasa di aromi d' Africa e America Latina nei vicoli del grande porto allora in piena attività, ecco perché, passando da piazza De Ferrari, ricordo di aver rivissuto in un' ondata di emozioni tutti i discorsi e i commenti accesi su quell' epopea antifascista che era stato il giugno del '60 nei racconti di casa mia: i camalli e i partigiani, i famigerati «caroselli» delle camionette e qualche bagno forzato nella fontana, giusto per spegnere un po' di tracotanza, la solidarietà delle genti dei caruggi che lanciavano dalle finestre fiori sulla celere di Tambroni ma con tutto il vaso, terra compresa, e gli appelli di Pertini e Terracini, persino una canzone che rievocava tutto questo, sentita fino a consumare il vecchio disco comprato in qualche festa dell' Unità sul Lungo Entella... A quei tempi, una dozzina d' anni dopo le degne giornate di Genova, mio padre andava a sedersi sui binari della ferrovia con i suoi compagni della Fit Ferrotubi, a ogni nuova cassa integrazione che poi pagavano quando capitava e mai del tutto, trasformando i diritti in elemosine e i doveri in umiliazioni, e mia madre ingoiava rospi senza tacere alla San Giorgio, quella degli impermeabili impeccabili... Metalmeccanico lui, tessile lei, decenni di lotte e alla fine stessa conclusione: licenziamento per chiusura e tanti saluti. Insomma, sono cresciuto in quel clima, respirando quell' aria sana, anche se spesso amara, imparando che senza la memoria siamo sacchi vuoti che vanno dove li sbatte il vento, banderuole prive di coscienza, per di più con i nonni materni che nel '43 tenevano nascosti i partigiani in solaio mentre a pianterreno i tedeschi saccheggiavano la cucina, e un' altra volta, in cui erano venute le camicie nere a cercare un parente più giovane per arruolarlo o sbatterlo al muro - a lui la scelta - mio nonno li aveva squadrati da capo a piedi limitandosi a dire fuori dai denti: "Vergognatevi". La minaccia di fucilarlo nell' aia rimase soltanto urlata, forse anche perché c' era da trebbiare e i contadini in quel momento servivano vivi, probabilmente sarebbero tornati dopo, a saldare i conti... ma dopo, passò il fronte e nell' aia venne a piazzarsi una compagnia di artiglieri polacchi, e la storia andò avanti con la famiglia al completo. Intanto, molto più a sud, mio padre, adolescente, ammirava il viavai di navi da guerra alleate nel porto di Bari appena «liberato». Era il 2 dicembre del '43, quando un fulmineo contrattacco dell' aviazione tedesca aveva messo a ferro e fuoco l' intera rada e parte della città, affondando diciassette navi. Tra queste, un cargo militare, il John Harvey, bruciando, avrebbe causato molte più vittime nei giorni e mesi successivi: perché conteneva duemila bombe all' iprite, e quel fumo avvelenò almeno mille civili e oltre seicento soldati. Il segreto sarebbe stato mantenuto per mezzo secolo, perché l' iprite era stata messa al bando dalla Convenzione di Ginevra e il suo uso vietato fin dal 1926. Ancora non so come sia sopravvissuto mio padre a quelle esalazioni, visto che per giorni cercò di aiutare come poteva a caricare feriti e sgombrare macerie. Dunque, sono cresciuto in una famiglia di persone che, nel loro piccolo, non sono mai rimaste indifferenti, non hanno «badato ai fatti propri», e tra i pochi libri che giravano in casa - neanche i libri pare stessero fermi - ce n' era uno di Gramsci dove ho ritrovato una pagina che sembra il nostro «manifesto di famiglia». Diceva Gramsci nel 1917: "Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L' indifferenza è abulia, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti. L' indifferenza è il peso morto della storia. L' indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. è la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l' intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l' assenteismo e l' indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva; e la massa ignora, perché non se ne preoccupa: e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un' eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch' io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo? Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime...". è ripensando a tutto questo, che ho provato gioia - sì, credo di poterla definire gioia - quando ho saputo che sarebbe stato scritto - e finalmente pubblicato - un libro sul giugno del '60 a Genova. Questo libro. Abbiamo bisogno di testimonianze che ci raccontino la vera storia, le vicende umane di quanti non sono rimasti indifferenti e hanno partecipato e parteggiato, e anche nelle sconfitte, non sono mai stati vinti, perché hanno difeso e mantenuto in vita il bene più prezioso: la dignità. E non si tratta affatto di crogiolarsi nel passato per delusione del presente: tra la Genova del 1960 e la Genova del luglio scorso c' è più che un filo, c' è una cima, una gomena, mille legami tra persone che non dimenticano e ricordano le proprie radici per gettare germogli nell' oggi e nel domani, con la chiara coscienza che quella parte più oscura e brutale del genere umano è sempre pronta a scatenarsi quando l' indifferenza glielo permette. - PINO CACUCCI
Più che un presidio di protesta un momento per celebrare la festa per i diritti.
ecco una galleria di immagini di questo pomeriggio di fronte alla Prefettura: Striscioni, bandiere e tanta musica c'hanno ricordato che diverso è bello, diverso è un'altra cultura.
dal sito http://www.paralleli.org/ segnalo questo utile pezzo al fine di comprendere meglio gli effetti del così detto "pacchetto sicurezza"
Riflessione del responsabile dell'Area immigrazione sull'introduzione del reato di clandestinità. di Toni Ferigo*
Ingiusto perché:
gli irregolari presenti in Italia quando sono entrati non hanno commesso alcun reato e però, una volta qui, non possono regolarizzarsi. Infatti, anche trovando un lavoro, quest'ultimo non può che essere “in nero”. In assenza di una “sanatoria”, gli irregolari non possono uscire dalla condizione di clandestinità. In anni passati si usavano i “decreti flussi” decisi ogni anno; ciò permetteva di regolarizzare coloro i cui datori di lavoro desideravano mettere in regola dopo averli “provati” in nero. In altre parole, si faceva finta che un datore di lavoro volesse assumere una persona chiamandola dal suo Paese di origine, anche se in realtà da anni si trovava in Italia dove lavorava in nero. Con la Bossi-Fini si era anche abolita la possibilità di “invitare con garanzia” (attraverso lo sponsor) un cittadino straniero. Insomma, oggi in Italia si entra regolarmente solo se un datore di lavoro si impegna ad assumere uno sconosciuto....Da quasi due anni il governo non emana decreti flussi, le domande presentate nel 2007 devono ancora ottenere risposta. Ecco come si è fatto aumentare il fenomeno della clandestinità.
Inutile perché:
trovato un clandestino si dovrebbe fare un processo davanti al giudice di Pace, si dovrebbe far pagare una multa, si dovrebbe trattenere il clandestino in un Centro e poi accompagnarlo nel suo Paese. Gli irregolari in Italia sono circa un milione, moltissimi sono noti alle forze dell’ordine, ne fermeranno 100, 200 mila? Quante multe saranno davvero pagate? Quanti processi (esame di incostituzionalità)? Quanti posti da creare nei Centri di espulsione?
Intollerabile perché:
un effetto il provvedimento lo produrrà. Farà paura soprattutto ai clandestini onesti. Saranno questi infatti a rischiare la perdita di servizi anche minimi che oggi comunque hanno, per la salute, per la scuola dei figli, la possibilità di movimento senza paura. Se lavorano per datori di lavoro senza scrupoli saranno più ricattabili. Lo stesso per proprietari di casa. Insomma, saranno i più deboli e onesti a rischiare e pagare di più.
Pericoloso perché:
il rischio è che i clandestini si nascondano sempre di più e che nascano organizzazioni di servizi clandestini per la sanità, per la scuola, per la sicurezza; e che in queste organizzazioni (già esistenti in qualche comunità straniera) si infili la malavita. Certamente queste norme del “pacchetto sicurezza” regalano un milione di potenziali clienti a servizi privati. Le mafie ringraziano!
Dannoso perché:
diffonde la falsa idea che gli immigrati irregolari siano pericolosi, da cui difendersi e di cui diffidare; fra gli immigrati semina paura e diffidenza, la sensazione di essere malvisti e addirittura odiati. Insomma, si genera un clima di reciproco sospetto che produrrà solo cattivi frutti.
Ma chi è il clandestino?
E’ una persona che nella stragrande maggioranza dei casi è venuto in Europa per lavorare onestamente, che ha cercato e cerca di regolarizzarsi, ma non riesce a farlo perché le nostre leggi non glielo permettono. La sua massima aspirazione è proprio quella di essere in regola, poter camminare per strada senza paura di essere fermato, di poter portare qui la famiglia, oppure di poter tornare al Paese con qualche risparmio per lavorare e vivere nella sua terra. E’ uno che sta male ogni volta che sente che un connazionale ha combinato un reato, un delitto. Ha paura che pensiamo male di lui. Non ha molti amici, spesso si sente osservato, guardato male, con diffidenza, ha paura di essere giudicato male.
Perché fermare gli sbarchi a Lampedusa?
Ogni anno (da vent'anni) entrano in Italia almeno 100 mila immigrati. Negli ultimi anni sono quasi tutti clandestini (esclusi i pochi ricongiungimenti familiari). A Lampedusa ne arrivano poche migliaia, gli altri entrano dalle frontiere di terra (da Ventimiglia a Trieste) o di cielo (aereoporti), o di altri mari (nascosti in camion su traghetti). Alcuni entrano con visto (che lasceranno scadere diventando irregolari) o senza visto.Lampedusa è una goccia.Lampedusa è il posto di arrivo dei più disperati che scappano da guerre e persecuzioni (Somalia, Eritrea, Etiopia, Darfur, Sudan).Lampedusa non è certo il posto di arrivo di malintenzionati desiderosi di vivere di crimine.Lampedusa però è il posto ideale per far vedere i muscoli (loro sono deboli e indifesi), per far credere che ci invadano (arrivano a centinaia e si vedono) per far credere che è lì che si ferma l’entrata di clandestini (anche se la maggioranza che entra non passa da Lampedusa e non si vede)
Ma hanno tutti diritto d’asilo?
Certamente no, ma se non si consente loro nemmeno di chiederlo e raccontare la loro storia, non si saprà chi si respinge. Gli ultimi respingimenti sono avvenuti esattamente così.
Ma un Paese avrà ben il diritto di respingere...
Un conto è respingere uno che viene dalla Svizzera, o dal Marocco, o dal Senegal, una cosa completamente diversa è respingere chi viene dal Darfur, dalla Somalia, dall’Iran, dall’Afghanistan. Chi scappa da guerre e persecuzioni non può essere respinto. Un conto è rimandare un iraniano in Svizzera o in Francia, un altro è rimandarlo in Iran o in Libia.Secondo la convenzione di Ginevra, accettata dall’Italia, il Paese che respinge deve accertarsi che la persona respinta non corra rischi per la sua vita e i suoi diritti umani a causa del respingimento: questo principio è stato violato dal nostro governo.
Ma dietro gli sbarchi ci sono organizzazioni criminali
Certo, ma il modo di combatterle non è quello di rimandare chi fugge nelle loro braccia. Chi fugge può essere un prezioso collaboratore, una persona che dà notizie su percorsi, luoghi dove si incontrano le organizzazioni criminali, modi, tariffe, complicità, ecc. Se davvero si vogliono combattere le organizzazioni della tratta occorre allearsi con le vittime e non punirle a nostra volta.
Questa è il titolo di una pagina di Repubblica che è stata comprata da un gruppo di cittadini.
Per l'alto valore morale la ospito assolutamente in modo gratuito, considerando che la vera libertà , di espressione, di critica, di decidere come affrontare una malattia, come affrontare la morte, bene, questa libertà non ha prezzo.
Cliccando sull'immagine troverete tutta la pagina in formato PDF con tutti i nomi dei firmatari oltre che alle loro motivazioni
Dopo decine e decine di proiezioni in tutta Italia Dopo il grande successo della campagna
IO NON RESPINGO: COME UN UOMO SULLA TERRA finalmente in onda sulla RAI 9 LUGLIO 2009 RAI 3 ore 23.40 (trasmisisone DOC3) Un occasione di civiltà e informazione per tutta l'Italia. Finalmente anche chi non poteva sapere ora saprà.
sul blog del regista e del film potrete firmare la petizione
Ecco la legge regionale che Berlusconi minaccia di impugnare che potrebbe essere una richiesta a tutte le regioni che hanno un governo di sinistra. Se 5 regioni presentano lo stesso pdl questo va in discussione in parlamento. Penso sia una buona idea quella di divulgare la legge toscana congiuntamente all'appello a Napolitano di non firmare legge vergogna. Se esiste una regione in cui la cultura non si è ancora irreversibilmente deteriorata sosteniamola e promuoviamo percorsi analoghi. (per accedere al testo completo della legge in formato PDF è sufficente cliccare sull'immagine sotto)
Rinnoviamo l'appello al Presidente Napolitano a non Firmare quindi a non promulgare la "legge vergogna"
Per i Genovesi, che vogliono chiedere al Presidente Napolitano di non promulgare questa "legge vergogna" l'appuntamento è per Venerdì 10 Luglio ore 18 davanti la Prefettura in Largo Lanfranco
Ancora sangue in terra cinese: un’altra rivolta popolare è finita con un massacro, e dei numeri ufficiali che parlano di 140 vittime conosciamo la scarsa attendibilità. Cosa mantiene di “popolare” la Repubblica Popolare Cinese a questo punto è cosa realmente ardita da definire. Tibet, Tienammen e ora la provincia dello Xinjiang.. Già diverse volte ho denunciato da Comunista come non c’è niente da spartire con chi sfrutta manodopera minorile e priva i lavoratori dei minimali diritti di tutela, con una pratica Comunista che predilige il riscatto delle classi storicamente più deboli dal punto di vista sociale ed economico. Non riesco a non rimanere basito nel sentire le parole del Capo dello Stato che rivolto al Presidente cinese mostra sensibilità e preoccupazione nei confronti dei diritti umani in Cina nel rispetto dell’autonomia cinese. (Studierò sul significato di autonomia) Ma il vero colpo di scena è con un impomatato tronfio nostro premier che con sorriso degno della pubblicità di un qualche dentrificio (ma su giornali che non parlino della crisi) accoglie con tanto di”taccabanda” non solo lo stesso presidente cinese ma una folta schiera di poco proletari imprenditori cinesi per chiudere qualche accordo commerciale a basso prezzo sulla pelle di quei lavoratori e di quei minori a cui non è data possibilità di rivendicare diritti. Respingo pertanto al mittente l’invito a Vergognarmi rivoltomi dal Premier per essere di Sinistra e Comunista ancora pochi giorni fa a Napoli e Viareggio. Su alcuni valori non svendo la mia dignità umana e politica. Mi sono sempre chiesto come facesse a definire confidenzialmente “l’amico Putin” di cui la provenienza dal vecchio apparato dell’URSS e in particolare del KGB era assai nota. Saranno i miracoli dei soggiorni a Villa Certosa. Sono le falci e martello che non puzzano, che consentono comunque l’arricchimento di pochi e della sofferenza di molti. Le conosce bene il nostro Premier e se ne guarda bene dall’entrare in conflitto, anche solo verbale, con questi “amici”. In fondo per lui questo fetore dei soldi è pari a raffinati profumi.Ma sul letame puoi rovesciarci tonnellate di profumo che rimarrà sempre letame anche se forse a quel punto non servirà più neanche come concimante.
Rapporto intitolato Gaza, 1.5 million people trapped in dispair che la Croce Rossa Internazionale ha pubblicato il 29 giugno 2009 sulla situazione a Gaza sotto l'occupazione israeliana.
"Una delle più serie conseguenze della chiusura [degli accessi alla Striscia di Gaza] è la crescita della disoccupazione che ha raggiunto il 44% nell'aprile 2009, secondo la Camera di Commercio di Gaza.Le restrizioni imposte alle importazioni ed alle esportazioni dal luglio 2007 hanno ridotto del 96% le attività industriali a Gaza, con una perdita di oltre 70.000 posti di lavoro. Oltre il 70% della popolazione di Gaza vive in povertà, con un reddito medio mensile inferiore ai 250 dollari USA per una famiglia dalle 7 alle 9 persone (1 dollaro per familiare al giorno, escludendo il valore dell'assistenza umanitaria che possono ricevere). Oltre il 40% delle famiglie di Gaza sono molto povere con un reddito mensile inferiore ai 120 dollari (0,5 dollari per familiare al giorno).(...)La chiusura ha colpito duramente le famiglie di agricoltori, che compongono oltre un quarto della popolazione di Gaza. L'esportazione di fragole, pomodori e fiori erano una importante fonte di reddito. Attualmente sono di fatto paralizzate. Molti agricoltori vedono i loro redditi dimezzati dalla difficoltà di vendere i loro raccolti all'interno di Gaza. Se vi riescono, il prezzo che possono ottenere è una frazione di quello che otterrebbero di norma esportando in Israele o in Europa.Durante le ultime operazioni militari, l'esercito israeliano ha sradicato migliaia di piante di agrumi, di ulivi e di palme, anche molto all'interno della Striscia di Gaza. L'esercito ha anche distrutto sistemi di irrigazione, pozzi e serre.Oltre il 30% della terra arabile a Gaza si trova nella zona cuscinetto che arriva ad estendersi oltre un chilometro dal confine.(...)Negli ultimi due anni, un milione e mezzo di Palestinesi che vivono nella striscia di Gaza sono stati costretti in una morsa senza fine di privazioni e di disperazione, come risultato del conflitto e in particolare come diretta conseguenza della chiusura dei valichi di frontiera. La Croce Rossa Internazionale ha ripetutamente rilevato che il diritto di Israele a far fronte alle proprie legittime preoccupazioni per la sicurezza deve essere bilanciato dal diritto della popolazione di Gaza a vivere in condizioni normali e dignitose. Il diritto umanitario internazionale impone a Israele di garantire alla popolazione il soddisfacimento dei bisogni elementari: cibo, riparo, acqua, cure mediche.La Croce Rossa internazionale ancora una volta lancia un appello per l'interruzione delle restrizioni al movimento delle persone e dei beni, quale misura prioritariamente urgente per porre fine all'isolamento di Gaza e permettere alle persone di ricostruire la loro vita.Gli oltre 4,5 miliardi di dollari offerti, nel corso del vertice internazionale in Egitto del marzo 2009, dai Paesi donatori per la ricostruzione saranno di assai modesta utilità se i materiali da costruzione e gli altri prodotti essenziali non potranno essere importati nella Striscia di Gaza".
...La dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, in perfetta concordanza con la Costituzione italiana considera che il riconoscimento della dignità inerente a tutti i membri della famiglia umana e dei loro diritti uguali ed inalienabili costituisce il fondamento della libertà, della pace e della giustizia nel mondo. Sono questi i fondamenti dell'ordine costituzionale e della civiltà del diritto. Proprio questi fondamenti sono inesorabilmente travolti dal pacchetto sicurezza approvato ieri in via definitiva dal senato. Con questo provvedimento sono state approvate una serie di misure persecutorie e discriminatorie nei confronti dei gruppi sociali più deboli, che nel nostro Paese non si vedevano dai tempi delle leggi razziali. In modo mascherato sono stati riesumati istituti tipici delle leggi razziali, come il divieto dei matrimoni misti (fra italiani e immigrati irregolari). Soprattutto nei confronti degli immigrati sono state articolate una serie di misure (reato di clandestinità, divieto di matrimonio, divieto di avere un'abitazione, ostacoli per l'accesso alle cure mediche, all'abitazione e per il trasferimento dei fondi alle proprie famiglie) che attentano all'intima dignità inerente a ciascun membro della famiglia umana e sono destinate a fare terra bruciata intorno ad una popolazione di centinaia di migliaia di persone, aprendo una sconcertante caccia all'uomo. Queste misure persecutorie, per la loro gravità, superano persino quelle introdotte con le leggi razziali. Infatti le leggi razziali non sottraevano alle madri ebree i figli dalle stesse generate. L'Italia del 1938, sebbene piegata dalla dittatura fascista, non avrebbe mai potuto accettare un insulto così grave all'etica della famiglia, quale la scissione del suo nucleo fondamentale. Ed invece questo è proprio quello che succederà, attraverso il divieto imposto alla madri immigrate irregolari di fare dichiarazioni di stato civile. Non potendo essere riconosciuti, i figli saranno sottratti alle madri che li hanno generati e confiscati dallo Stato che li darà in adozione. Questa norma si pone al vertice delle misure discriminatorie del pacchetto sicurezza ed ha un grande valore simbolico, in quanto si tratta di una norma «ontologicamente ingiusta», che incarna un diritto completamente svincolato dalla giustizia. Adesso che con l'ultimo voto al Senato si è compiuto il percorso parlamentare di questo mostruoso provvedimento siamo arrivati su una soglia al di là della quale c'è una trasformazione irreversibile della natura della Repubblica. Se la giustizia viene espulsa dal diritto, cambia la natura del diritto e si verifica un cambiamento del regime politico. In questo modo verrebbe cancellata per sempre la lezione del Novecento. Però questo mostro non è ancora diventato legge. Le garanzie previste dai Costituenti consentono di correggere questi abusi. Per questo, Presidente Napolitano, ti chiediamo di non firmare, di non promulgare questa legge. Risparmia al nostro paese il disonore di aver reintrodotto in Europa le leggi razziali e tradito il sacrificio della resistenza.
Per i Genovesi, le organizazioni politiche, i sindacati, il mondo dell'associazionismo e tutti i cittadini l'appuntamento a sostegno del rifiuto alla firma è per Venerdì 10 Luglio ore 18 davanti la Prefettura in Largo Lanfranco
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali."
Ritengo sarà importante riuscire a fare sentire non solo il nostro totale dissenso rispetto alla legge, ma anche trovare tutti i modi per garantire l'inviolabilità del dettato costituzionale. L'emergenza democratica non è più uno spauracchio ci siamo dentro in tutto per tutto. Gramsci rivolgendosi al giudice che lo stava condannando affermò:
"Voi fascisti porterete l'Italia alla rovina, e a noi comunisti spetterà salvarla!"
Con l'approvazione di questa legge l'attacco alla Costituzione è evidente. Neanche il manifesto sulla razza del fascismo era arrivato a tanto. Noi, credo che a questo punto dobbiamo rivolgere l'accusa al legislatore e il compito di salvare il Paese deve essere un preciso impegno di tutti noi di sinistra.
Questo è colui che ha rivendicato la responsabilità politica del pacchetto sicurezza .
Ecco un altro benpensante che rivendicava altre responsabilità politiche in altri anni, ma che avrebbe di li a poco portato l'Italia al disastro.
estratto da : Discorso alla Camera dei Deputati sul delitto Matteotti -Benito Mussolini -3 gennaio 1925
Ma poi, o signori, quali farfalle andiamo a cercare sottol'arco di Tito? Ebbene, dichiaro qui, al cospetto di questa Assemblea e al cospetto di tutto il popolo italiano, che io assumo, io solo, la responsabilità politica, morale, storica di tutto quanto è avvenuto. Se le frasi più o meno storpiate bastano per impiccare un uomo, fuori il palo e fuori la corda! Se il fascismo non è stato che olio di ricino e manganello, e non invece una passione superba della migliore gioventù italiana, a me la colpa! Se il fascismo è stato un'associazione a delinquere, io sono il capo di questa associazione a delinquere!
A gennaio riportai un pezzo tratto dal “Politecnico” di Elio Vittorini sul ruolo della cultura nella società. Un mio commento terminava con questa considerazione “La nuova Cultura che sia a difesa dell’uomo e non solo consolatoria la sento dopo Gaza più distante, ma, credo che sia una battaglia a cui non ci si deve sottrarre nel tentativo di dare alle prossime generazioni oltre al bello dei quadri, palazzi, sculture anche una società migliore e più giusta.” Oggi finirà il suo iter parlamentare il DdL conosciuto come “pacchetto sicurezza”, non serve che stia a ripetere cosa include questo decreto, ne parlano abbondantemente giornali e blog, Vorrei cercare di soffermarmi però su un aspetto a mio parere fondamentale, cioè quanto di questo decreto è già parte integrante della nostra cultura. Riferendoci a questo decreto sottolineiamo la limitazione di diritti, le discriminazioni che sono alla fine di origine razziale e religioso ma in realtà queste diventano paradossalmente poca cosa rispetto all’omologazione culturale che asseconda quest’atto legislativo. L’arretrare o l’avanzare in termini legislativi è legato essenzialmente ai governi più o meno operosi nella buona come nella cattiva politica; non c’è legge che non sia abrogabile o emendabile. L’arretramento culturale invece è una tara che mina profondamente i legami sociali e la possibilità di evoluzione di una società o di una parte di essa. Il pensare di governare mutamenti di rapporti tra popoli, religioni, etnie in termini legislativi restrittivi in una società, non destinata, ma di fatto già immersa nella multietnicità ci condanna ad un isolamento dal quale non sarà sufficiente una legge o una norma per risvegliarci. Non si recupererà in un giorno quello che per assimilarlo e perderlo abbiamo impiegato ben più di mezzo secolo. La rimozione della memoria in questo caso risulta cosa assai più grave della perdità della libertà stessa. Domani ci sveglieremo un po più razzisti, un po più xenofobi e per molti, la cosa grave, è che non solo non sentiranno la differenza ma si sentiranno tranquillizzati. In realtà la loro tranquillità avrà la stessa motivazione che troviamo nel “Deserto dei Tartari” di Buzzati dove la vita viene consumata “dignitosamente” all’interno di una fortezza, nel nostro caso mentale, a difenderci da attacchi improbabili e contaminazioni. E intanto la fortezza si svuota.
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità . Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n° 62 del 7.03.2001. L'autore del blog non è responsabile del contenuto dei commenti ai post, nè del contenuto dei siti "linkati".
Alcuni testi o immagini inserite in questo blog sono tratte da internet e, pertanto, considerate di pubblico dominio; qualora la loro pubblicazione violasse eventuali diritti d'autore, vogliate comunicarlo via E-mail. Saranno immediatamente rimosse.
Some text or image, in this blog, were obtained via internet and, for that reason, considered of public domain. I have no intention of infringing copyright. In the case, send me an E-mail and I will provide immediately.