Mi ha fatto piacere rileggere nuovamente di politica, perché si può essere concordi o in disaccordo ma Prodi sa parlare di “Politica”.
Sul fallimento della politica di quello che è stato il centrosinistra a livello europeo è lapidario: le politiche che sono state messe in essere non erano che la naturale prosecuzione dei governi precedenti che erano l’espressione di quel liberismo dal binomio Reagan-Thatcher che ha condizionato in maniera evidente le politiche di sviluppo dei diversi paesi.
Rileva le enormi sperequazioni che già lui definiva eccessive e che negli ultimi anni si sono ulteriormente decuplicate non suscitando che un momentaneo sdegno nell’apice della crisi mondiale, ma per essere messo tranquillamente nell’oblio forse in quanto potenziale arma di destabilizzazione.
Ma la parte a mio parere interessante è la dove in qualche modo lui intravede le risposte da dare “Per vincere i riformisti debbono elaborare nuove idee e nuovi progetti su tutti i temi elencati in precedenza. Ribadendo con forza il ruolo dello Stato come regolatore di un mercato finalmente pulito.”
…Ovviamente chi vuole l’articolo se lo legge (cliccando qui) per intero ed io passo invece ad alcune mie osservazioni.
Credo che sia corretto indicare come fa Prodi alcune emergenze tra cui tutto ciò che concerne scuola ,ricerca e sanità, con una gestione diretta e attenta da parte dello stato.
Penso che tutto ciò si debba concretizzare in quello che va ascritto sotto la voce di un nuovo modello di società che oltre alle cose già enunciate non può prescindere da una riflessione sui consumi e su cosa produrre. Una giusta ridistribuzione ed una politica energetica che privilegi un giusto equilibrio col territorio.
Sansonetti commentando l’articolo di Prodi (clicca qui)a mio parere fa un brutto servizio cercando di indirizzare una risposta politica assolutamente lontana e sconosciuta dal panorama italiano e ancor più ai riferimenti politici a lui vicino. L'assoluzione perchè non esiste alternativa del presente mi sembra più un "tengo famiglia" che non un tentativo di alzare il livello di dibattito politico. L'assurda feticistica rincorsa all'autoreferenzialità, ormai destinata a scomparire con la scomparsa di questa sinistra cieca.
Quell’appello alle forze riformiste non vuol dire appellarsi a quello che è l’eventuale scenario del centrosinistra italiano…..anzi.
Purtroppo i conti li dobbiamo fare con due formazioni a sinistra a mio parere ben lontane da quella capacità di risposta che abbisognerebbe alla realtà italiana. Una continua a muoversi nella ricerca di soluzioni organizzative, perdendo di volta in volta pezzi per strada, e l’altra cerca la riaffermazione acritica di valori che se concettualmente possono anche essere condivisibili, mancano di quella criticità o scienza dai quali in ogni caso indipendentemente dalla dirigenza attuale, nascono.
Un appello nei confronti del PD risulta sterile per la natura stessa di quel partito,che non ha allo stato attuale descritto nessun modello di società, limitandosi alla sovrapposizione rispetto a quello del centrodestra con ovviamente qualche distinguo ma con tanta confusione per tutti, soprattutto per gli elettori che a quel punto hanno tutto il diritto a sentirsi indignati e a rifiutare sempre più spesso quel diritto alla competizione elettorale.
Servono idee nuove, ma soprattutto servono soggetti nuovi. Realtà che sono presenti nel nostro sociale ma che si sono sempre tenute in disparte rispetto alla politica come una buona parte del mondo dell’associazionismo. Credo , che, ovviamente con partecipazioni a livello personale , il mondo dell’associazionismo, dovrebbe avere il coraggio di praticare la politica del loro agire. Il pericolo è quello di lasciare sempre più spazi a chi in questi anni ha dimostrato che di ridistribuzione e salvaguardia dell’ambiente non gli interessa niente.