Nome Comune di Persone
Se avessimo una stanza dove scrivere le pagine di Comune-info, oggi, 17 dicembre di un anno che se ne va, apriremmo la porta che dà sulla strada per appendere un cartello. Abbiamo bisogno di
voi, potrebbe leggere chi avesse voglia di avvicinarsi. Sempre che avesse la curiosità di un lettore e non la fretta di un passante.
Di pagine, nei nove mesi trascorsi da quando siamo in rete, ne abbiamo scritte, corrette, titolate, illustrate e impaginate oltre mille. Poco meno di duemila persone, si suppone non sempre le stesse, le aprono ogni giorno. Non è poco ma non crediamo sia sufficiente. Per questo abbiamo bisogno di voi, di chi ci sta leggendo e vuole continuare a
farlo.
Perché abbiamo la speranza e la presunzione di poter fare di più e meglio. Occupiamo uno spazio pubblico, ne sentiamo la responsabilità. Lo facciamo perché pensiamo che queste nostre pagine possano essere utili a chi vuole cambiare il mondo e, soprattutto, a chi ha già cominciato a farlo, magari senza rendersene conto. Non si tratta, naturalmente, di portare coscienza alle masse ma di imparare ad ascoltare e di rendere esplicita la ribellione che esiste in ognuno di noi.
Vogliamo raccontare come possiamo vivere ogni giorno senza il dominio delle cose sulle persone. Un dominio che umilia la dignità di tutti e consuma l’acqua e la terra senza immaginare un futuro. Quel dominio, però, non è un moloch inattaccabile. Dipende dai dominati, dipende da noi. Possiamo liberare la nostra capacità di costruire relazioni sociali, di vivere in un altro modo, di fare un mondo differente.
Questa liberazione vogliamo raccontare, accompagnare, difendere. Non per aggiungere un nuovo indirizzo alla vena solipsistica che impazza in certi blog autoreferenziali. E nemmeno per sostenere l’attivismo dei professionisti della sostituzione istituzionale simmetrica: un partito corrotto con uno onesto, un potere malvagio con uno buono, un paradigma vecchio con uno nuovo.
Noi
vorremmo provare a mettere in comune le esperienze e
le ribellioni di chi resiste al dominio facendo, creando, inventando.
A mettere in comune, non a ricondurre ad unità. Il momento è adesso. Non serve aspettare la paziente costruzione delle condizioni adatte, né un’infinita transizione che non è mai arrivata e non ci condurrebbe in alcun luogo. Vogliamo camminare ora, vogliamo pensare e vivere in costante movimento.
Lo facciamo da Roma in poi, perché abbiamo bisogno di guardare le cose da vicino per poi allargare lo sguardo ai molti mondi che si muovono con straordinario interesse e sorprendente vivacità.
Sappiamo bene di non poterlo fare da soli. Abbiamo scelto un nome, comune, che impone la necessità di condividere. Vogliamo cominciare a farlo, in primo luogo, con chi ci legge e vuole aiutarci ad esistere. Ecco, di questo si tratta: scrivete il vostro nome accanto a quello di chi ha cominciato questa avventura e facciamo comune
insieme.
Intanto, dopo nove mesi di accurato silenzio, vi raccontiamo cosa ci passa per la testa e come pensiamo di affrontare l’anno che arriva, il 2013. La nostra sostenibilità, l’equilibrio - non solo economico - tra le risorse, potrebbe poggiare su tre proposte: Persone
comuni, cioè ribelli è la più importante. È rivolta ai lettori che ci invieranno almeno una quota da 15 euro. Non abbiamo bisogno soltanto di quattrini ma di qualcosa in più. Vi chiediamo di aiutarci a scrivere e a disegnare comune, perciò abbiamo preparato un foglio (elettronico) bianco in cui metteremo quel che vi piace: un testo leggero e leggibile, la foto del giardino che avete strappato ai parcheggi, il graffito che vi ha conquistati, la ricetta dei biscotti della nonna, un epigramma contro Mario Draghi, la segnalazione di una manifestazione da non perdere, l’anagramma del vostro nome e quanto altro saprete inventare.
Speriamo possa diventare un gioco, una parte importante del nostro menù che ci farà sentire da vicino le vostre passioni, la fantasia, l’ironia, la rabbia … Sarà un modo per metterci in comune ogni giorno e per tutto il 2013. Quindici euro è più o meno il costo di un libro, noi vi offriamo di leggerci per un anno: fa poco più di un euro al mese. Sappiamo bene che di questi tempi è un sacrificio ma è il prezzo della nostra indipendenza e di una piccola libertà.
Commūnica!, cioè Metti in comune! in latino, servirà a promuovere iniziative pubbliche (corsi, meeting, progetti, concerti e altre cose ancora) sui temi che vogliamo approfondire. Se siete associazioni, realizzate progetti, azioni, iniziative, scriveteci. Stiamo formando una piccola associazione che si occuperà di questo, naturalmente in stretto rapporto con la redazione. Torneremo comunque a parlare presto della seconda proposta, che dovrebbe servire anche a raccogliere più o meno 25 mila euro per la nostra piccola impresa.
Consigli
Comunali:
niente liste “dal basso” per occupare istituzioni e rappresentare chi non vuole essere rappresentato, ovviamente. Se invece volete promuovere attività, iniziative o anche prodotti su comune, non esitate a farlo. La nostra porta s’è aperta anche per voi. Sarà un modo utile e intelligente per sostenerci e noi faremo di tutto per offrire uno spazio dignitoso e confortevole ai banner di ospiti selezionati in modo diretto (da noi) e molto, molto rigoroso. L’obiettivo è raccogliere così altri 20 mila euro.
Che ve ne pare? Non è abbastanza assurdo? Forse lo è, ma noi siamo persone piuttosto comuni e non abbiamo saputo pensare qualcosa di meglio. In ogni caso, ci piacerebbe molto che, per una volta, lasciaste al suo destino il tasto “mi piace” e ci scriveste almeno due righe.
Grazie.
INDIRIZZO
1 commento:
CONDIVIDO L'IMPOSTAZIONE GENERALE E L'ASSOLUTA NECESSITA' DI FARE EMERGERE CON PIENA CONSAPEVOLEZZA IL DISAGIO MORALE E MATERIALE CHE VIVONO I CITTADINI, ESPICITANDO I MECCANISMI DEL SISTEMA ECONOMICO-FINANZIARIO CHE LI HANNO DETERMINATI E CONTINUANO A MANTENERLI. L'INFORMAZIONE E LA CONDIVISIONE DELLE INFORMAZIONI, NON FILTRATE DAL POTERE, SONO ESSENZIALI PER FARE EMERGERE LA CONSAPEVOLEZZA TRA I CITTADINI DEL MONDO, CHE COMINCIANO A PERCEPIRE LA LORO CONDIZIONE DI SUDDITI.
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