il problema attuale non è più la lotta della democrazia contro il fascismo ma quello del fascismo nella democrazia (G. Galletta)

Amicus Plato, sed magis amica veritas



venerdì 22 maggio 2015

Elezioni regionali liguri e compagni in direzione ostinata e contraria



...Da un pò di tempo il blog segna il passo. Non mancano sicuramente gli elementi su cui intervenire, anzi, forse è il sovrannumero di avvenimenti e di evoluzioni politiche che creano problemi sulla riflessione. Dal Jobs-act all'Italicum, dalla "buona scuola" ai rimborsi ai pensionati, dalle primarie agli impresentabili. E' la politica renziana della "velocità" che sembrerebbe dettare l'agenda, quasi non si volesse dar modo alle persone dei cambiamenti sostanziali che ci vengono imposti.

Mi soffermerò pertanto, sulle cose che sono a me più vicine, con sentimento di partigianeria, per non lasciare adito ad equivoci e con l'intento di riattivare pure attraverso il blog la "missione" del blog stesso, ovvero il tentativo di ricostruzione di uno spazio a sinistra.

Inizio con una lettera aperta di una coppia di compagni con i quali in epoca giovanile condivisi parte del mio percorso politico e che a circa quarant’anni di distanza ci ritroviamo a condividere una ipotesi di futuro politico a sinistra
Loris


Sono un semplice elettore di sinistra, non sono un personaggio di rilievo, ma vista la discussione in atto nella sinistra chiedo un po’ di spazio in considerazione del fatto che noi elettori diventiamo importanti e contesi solo al momento del voto. Vorrei allora poter esprimere la mia modesta opinione se me lo consentite.
Nel P.D. Ligure volano gli stracci e la colpa di chi è? Di chi dissente, di chi non nasconde la testa sotto la sabbia? Di chi non si vuole turare il naso?

Anch’io, come Gambolato e Macaluso, ero migliorista ma non sono mai stato iscritto né ai D.S. né al P.D.. Avevo pensato di aderire al P.D. ma quando Rutelli, opponendosi alla richiesta di D’Alema di far aderire il Partito al gruppo del P.S. Europeo, ha liquidato l’ipotesi con uno sferzante:” non voglio morire socialista” ho pensato bene di lasciar perdere. Io non sarei morto Democristiano.

Non venite a dirmi che mi sbagliavo perché il P.D. è altra cosa!

Parole come “tradimento”, “cosa incredibile” e frasi del tipo “ votando Pastorino si aiuta Toti” o peggio “per votare Pastorino tanto vale votare Toti” segnano un livello del dibattito politico sceso a livelli infimi, a proposito, mai raggiunto nella D.C..

L’unica frase che mi sento di condividere è: “si usano le elezioni regionali sulla testa dei Liguri”. La condivido perché è vera, vera non per Pastorino, ma per tutti coloro che usano le elezioni per propri scopi di potere e non per tutelare gli interessi dei cittadini dei quali, appunto, ci si ricorda solo al momento delle campagne elettorali.

Per quanto riguarda poi il “salvarsi la coscienza” mi fa piacere che qualcuno si ricordi di avere una coscienza, ma mi preferirei che avessero anche un po’ di memoria. Soprattutto coloro che un attimo prima erano Bersaniani e subito dopo sono diventati Renziani. I malevoli potrebbero interpretare questo come trasformismo, ma io, riconoscendo la folgorazione sulla via di Damasco, voglio credere all’adesione ad un progetto di tipo riformista.

Vorrei solo capire di quale progetto si sta parlando e, soprattutto, di quale riformismo: quello dell’Italia che cambia verso? Ecco il verso che ha preso proprio non mi piace! E’ una direzione contraria a quella nella quale ho sempre creduto e per la quale ho lottato. I più ( mi sembrano un po’ meno) la sembrano condividere, io no! Sbaglierò, mi è già successo, ma voterò Pastorino.

Non ritengo che se la sig.ra Paita ed il P.D. dovessero perdere la responsabilità debba essere scaricata su quanti la pensano come me. Forse farebbero meglio ad interrogarsi sulle proprie responsabilità, ai tanti errori commessi, al livello di dibattito e di democrazia del P.D. – di cui il “modello” di primarie è figlio – al tipo di democrazia che si sta per dare al Paese, dove i corpi sociali (tranne Confindustria) sono ignorati.

Cari compagni io non sono un traditore piuttosto mi sento un tradito!

Silvio Fassone

P.S. Questa lettera è sottoscritta anche da mia moglie che pur essendo stata iscritta al PCI-PDS-DS e fino al 2009 al PD, ne condivide i contenuti.

Laura Ceravolo

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