…Riprendo la parola.
Se dovessi sintetizzare il risultato elettorale direi che è andata meglio di quanto ipotizzavo un mese fa e peggio di quanto mi aspettassi alle 15 di ieri pomeriggio. Con la schizofrenia però non si fa politica e soprattutto non si può pretendere di ottenere risultati apprezzabili a meno di non appartenere allo schieramento tout-court di destra.
Continuo a reputarmi di sinistra, per cui, alcune considerazioni, che non risultano essere novità nel mio pensiero, necessitano.
Il grande assente sulla scena politica italiana, risulta essere un “progetto politico”. Se alla destra questa assenza è congeniale a fare, in maniera estemporanea gli interessi di una sua dirigenza pronta a fare e a negare contemporaneamente, nei confronti della sinistra tale assenza comporta la stessa mancanza della funzione storica della sinistra al fianco dei ceti produttivi e dei così-detti “ultimi”.
La necessità della speranza in una propria emancipazione, in una propria cultura egemone, della necessità di gestire in maniera attiva i conflitti rientrano a tutto tondo nel rapporto tra sinistra politica e blocco sociale di riferimento.
Se nei giorni scorsi ho preferito astenermi dal proferire commenti tra i tanti supporters sia di SEL sia della FED era perché la sterile perpetrazione del rituale elettorale non poteva che portare al risultato odierno. Su tutto il territorio nazionale siamo in presenza di scelte strategiche diverse sul piano delle alleanze.Risulta difficile comprendere come in alcuni casi, ad esempio, il centro sinistra sia allargato all’UDC per poi trovare l'UDC stesso autonomamente presente in altre regioni correre da solo con un proprio candidato o addirittura alleato col centro-destra. Stessa cosa avviene con i Radicali, capaci di esprimere un candidato unitario in Lazio, ma corridori solitari, quindi antagonisti in altre regioni. Infine la sinistra extraparlamentare che nella consapevolezza da parte della sua dirigenza di contare tanto quanto zero, ha fatto di tutto pur di plasmarsi subalternamente, a parte alcuni casi, alle parole d’ordine del PD cercando di guadagnare più spazi possibili più nell’intento di incamerare i proventi dovuti al ruolo che non l’effettiva volontà di incidere rispetto alle scelte politiche.del PD stesso.
A dirigenze assimilabili a saprofiti ha purtroppo risposto una “militanza” e un elettorato disposto a diventare elemento nutrizionale per pochi “eletti”. L’atavica mancanza di contenuti o i contenuti posticci dell’ultima ora non possono considerarsi discriminanti.
Il danno arrecato con questo modo di far politica ha come effetto immediato la perdita della Regione Piemonte dove gli spazi lasciati dalla sinistra elettorale sono stati presi dai “grillini” che correndo da soli hanno fatto mancare quella quota di consenso indispensabile al centro-sinistra per tornare a governare.
Anche sulle così-dette vittorie necessita andare cauti, onde evitare ulteriori delusioni o cadute.
In Puglia il centro-sinistra può ringraziare che la destra ha deciso di partecipare alla competizione elettorale con due liste, con l’inevitabile dispersione di voti. Vendola governa col 48% contro il 51% della destra se si fosse presentata con lista unica.
In Liguria la maggioranza che conferma Burlando Presidente lamenta un salasso di circa 70mila voti rispetto alle regionali precedenti e una cifra assai più alta rispetto alle politiche del 2008. L’esigua presenza della sinistra extraparlamentare ne nasconde la subalternità al PD e la mancanza di un progetto autonomo sul quale confrontarsi sui temi della Regione.
…Come ogni risultato elettorale, in un contesto di degrado culturale, le prospettive che si possono aprire aprono interrogativi di difficile soluzione.
Personalmente sono due le ipotesi sulle quali amo soffermarmi e paradossalmente sembrano assai lontane tra di loro.
La prima , che trova già elementi di concretezza nel percorso iniziato dopo le elezioni europee è quella della rete@sinistra per la costruzione (sottolineo costruzione e non unificazione) di un soggetto politico a sinistra partendo dalle pratiche nuove della democrazia interna al soggetto e che faccia riferimento alla rete dell’associazionismo, sensibile alle tematiche della produzione e dei consumi per uno sviluppo sostenibile.
La seconda è recitare un de profundis nei confronti della così detta sinistra extraparlamentare che ha avuto il pregio di ambire “la fantasia al potere” nel 68 ma all’immobilismo conservativo negli ultimi 9 anni e entrare in massa nel PD cercando di condizionarne le scelte politiche. In fondo anche la Serracchiani ieri sera è arrivata alla conclusione che forse era giunto il momento di pensare ai contenuti (finchè c'è vita c'è speranza).
Loris
Se dovessi sintetizzare il risultato elettorale direi che è andata meglio di quanto ipotizzavo un mese fa e peggio di quanto mi aspettassi alle 15 di ieri pomeriggio. Con la schizofrenia però non si fa politica e soprattutto non si può pretendere di ottenere risultati apprezzabili a meno di non appartenere allo schieramento tout-court di destra.
Continuo a reputarmi di sinistra, per cui, alcune considerazioni, che non risultano essere novità nel mio pensiero, necessitano.
Il grande assente sulla scena politica italiana, risulta essere un “progetto politico”. Se alla destra questa assenza è congeniale a fare, in maniera estemporanea gli interessi di una sua dirigenza pronta a fare e a negare contemporaneamente, nei confronti della sinistra tale assenza comporta la stessa mancanza della funzione storica della sinistra al fianco dei ceti produttivi e dei così-detti “ultimi”.
La necessità della speranza in una propria emancipazione, in una propria cultura egemone, della necessità di gestire in maniera attiva i conflitti rientrano a tutto tondo nel rapporto tra sinistra politica e blocco sociale di riferimento.
Se nei giorni scorsi ho preferito astenermi dal proferire commenti tra i tanti supporters sia di SEL sia della FED era perché la sterile perpetrazione del rituale elettorale non poteva che portare al risultato odierno. Su tutto il territorio nazionale siamo in presenza di scelte strategiche diverse sul piano delle alleanze.Risulta difficile comprendere come in alcuni casi, ad esempio, il centro sinistra sia allargato all’UDC per poi trovare l'UDC stesso autonomamente presente in altre regioni correre da solo con un proprio candidato o addirittura alleato col centro-destra. Stessa cosa avviene con i Radicali, capaci di esprimere un candidato unitario in Lazio, ma corridori solitari, quindi antagonisti in altre regioni. Infine la sinistra extraparlamentare che nella consapevolezza da parte della sua dirigenza di contare tanto quanto zero, ha fatto di tutto pur di plasmarsi subalternamente, a parte alcuni casi, alle parole d’ordine del PD cercando di guadagnare più spazi possibili più nell’intento di incamerare i proventi dovuti al ruolo che non l’effettiva volontà di incidere rispetto alle scelte politiche.del PD stesso.
A dirigenze assimilabili a saprofiti ha purtroppo risposto una “militanza” e un elettorato disposto a diventare elemento nutrizionale per pochi “eletti”. L’atavica mancanza di contenuti o i contenuti posticci dell’ultima ora non possono considerarsi discriminanti.
Il danno arrecato con questo modo di far politica ha come effetto immediato la perdita della Regione Piemonte dove gli spazi lasciati dalla sinistra elettorale sono stati presi dai “grillini” che correndo da soli hanno fatto mancare quella quota di consenso indispensabile al centro-sinistra per tornare a governare.
Anche sulle così-dette vittorie necessita andare cauti, onde evitare ulteriori delusioni o cadute.
In Puglia il centro-sinistra può ringraziare che la destra ha deciso di partecipare alla competizione elettorale con due liste, con l’inevitabile dispersione di voti. Vendola governa col 48% contro il 51% della destra se si fosse presentata con lista unica.
In Liguria la maggioranza che conferma Burlando Presidente lamenta un salasso di circa 70mila voti rispetto alle regionali precedenti e una cifra assai più alta rispetto alle politiche del 2008. L’esigua presenza della sinistra extraparlamentare ne nasconde la subalternità al PD e la mancanza di un progetto autonomo sul quale confrontarsi sui temi della Regione.
…Come ogni risultato elettorale, in un contesto di degrado culturale, le prospettive che si possono aprire aprono interrogativi di difficile soluzione.
Personalmente sono due le ipotesi sulle quali amo soffermarmi e paradossalmente sembrano assai lontane tra di loro.
La prima , che trova già elementi di concretezza nel percorso iniziato dopo le elezioni europee è quella della rete@sinistra per la costruzione (sottolineo costruzione e non unificazione) di un soggetto politico a sinistra partendo dalle pratiche nuove della democrazia interna al soggetto e che faccia riferimento alla rete dell’associazionismo, sensibile alle tematiche della produzione e dei consumi per uno sviluppo sostenibile.
La seconda è recitare un de profundis nei confronti della così detta sinistra extraparlamentare che ha avuto il pregio di ambire “la fantasia al potere” nel 68 ma all’immobilismo conservativo negli ultimi 9 anni e entrare in massa nel PD cercando di condizionarne le scelte politiche. In fondo anche la Serracchiani ieri sera è arrivata alla conclusione che forse era giunto il momento di pensare ai contenuti (finchè c'è vita c'è speranza).
Loris
altre elezioni...altra musica.... solo i concertisti sembrano essere immutati, ma non suonano la chitarra