L'eccidio di S.Anna di Stazzema fu un crimine di guerra commesso dai soldati tedeschi della 16esima SS Panzergrenadier Division "Reichsführer SS", comandata dal generale (Gruppenführer) Max Simon, il 12 agosto 1944 e continuato in altre località fino alla fine del mese. Ai primi di agosto 1944 S.Anna di Stazzema era stata qualificata dal comando tedesco "zona bianca", ossia una località adatta ad accogliere sfollati: per questo la popolazione in quell'estate aveva superato le mille unità. Inoltre sempre in quei giorni i partigiani avevano abbandonato la zona senza aver svolto operazioni militari di particolare entità contro i tedeschi. Nonostante ciò all'alba del 12 agosto 1944 tre reparti di SS salirono a S.Anna, mentre un quarto chiudeva ogni via di fuga a valle sopra il paese di Valdicastello. Alle sette il paese era circondato. Quando le SS giunsero a S.Anna, accompagnati da fascisti collaborazionisti che fecero da guide, gli uomini del paese si rifugiarono nei boschi per non essere deportati, mentre donne, vecchi e bambini, sicuri che nulla sarebbe capitato loro, in quanto civili inermi, restarono nelle loro case. In poco più di tre ore vennero massacrati 560 innocenti, in gran parte bambini, donne e anziani. I nazisti li rastrellarono, li chiusero nelle stalle, o nelle cucine delle case, li uccisero con colpi di mitra e bombe a mano, compiendo atti di efferata barbarie. La vittima più giovane, Anna Pardini, aveva solo 20 giorni. Sebbene fosse viva era gravemente ferita. A trovare la piccola fu una sorella che, miracolosamente superstite, la rinvenne tra le braccia della madre ormai morta. Morì pochi giorni dopo nell'ospedale di Valdicastello. Fu quindi il fuoco a distruggere e cancellare tutto. Non si trattò di rappresaglia. Come è emerso dalle indagini della Procura Militare di La Spezia si trattò di un atto terroristico, di una azione premeditata e curata in ogni minimo dettaglio. L'obiettivo era quello di distruggere il paese e sterminare la popolazione per rompere ogni collegamento fra le popolazioni civili e le formazioni partigiane presenti nella zona.
Questo video comprende il documentario trasmesso dalla RAI, prodotto nel 2009, "E poi venne il silenzio" del regista Irish Braschi.
2 commenti:
Nonostante siano passati tanti anni è una ferita ancora aperta, sia perché molti non hanno pagato, sia perché in un modo o in un altro, ex nazisti e fasciti, hanno continuato a tramare, in giro per il mondo (mi ricordo un bel numero estivo di Dylan Dog di alcuni annetti fa, che trattava l'argomento, di questo male non del tutto estirpato).
prima viene la storia di Sant'Anna, con le sue 560vittime carica di sangue e dolore, con animi che non potranno mai essere placati. Dopo arriva l'indignazione verso uno Stato e una chiesa che tace, protegge, usa gli stessi criminali assassini di quelle stragi di civili. Dall'operazione "Odessa" che attraverso la curia genovese si creavano corridoi preferenziali per far espatriare e proteggere i criminali di guerra nazisti con credenziali della croce rossa e attraverso il porto di Genova, oppure l'armadio della vergogna che evidenziò chi a quelle verità e la relativa giustizia non doveva ne voleva trovare soluzione.
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