Gli
eventi di ieri in Liguria credo che impongano più di una
riflessione. Mai, credo, ci siamo sentiti così fragili e rassegnati
all'evolversi dei capricci degli Dei falsi e bugiardi.
A
sera resta la lettura del bollettino di guerra che parla di un morto,
di sfollati, di famiglie isolate di miriadi di smottamenti e frane,
nonché della paura che resta nei confronti di rivi e torrenti dal
comportamento imprevedibile.
Se
la pioggia c'é sempre stata nella storia dell'umanità, compresi gli
eventi alluvionali, è anche vero che l'uomo ha imparato la
convivenza con questi eventi curando argini e rispettando le aree in
cui le acque sfogavano la loro irruenza.
Da un po troppi anni in virtù di una cultura “sviluppista” si è preteso di costruire in modo indiscriminato su un territorio sicuramente difficile come quello Ligure, tombando, deviando ma soprattutto impermeabilizzando con colate di cemento praticamente pressoché tutto il territorio regionale.
L'effetto di questa politica sono che in presenza di eventi a volte eccezionali, ma in virtù anche delle evidenti mutazioni climatiche, sempre più frequenti, il territorio Ligure reagisce con immancabili disastri con conseguente conta dei danni e purtroppo anche di vite umane.
E' evidente che questo sistema non regge più.
La
risposta viene affidata alla politica, perché è la politica che
determina come rapportarsi col territorio: se spremerlo come un
limone sino alle estreme conseguenze o se, considerando che è un
bene comune, risanarlo e utilizzarlo rispettosi delle sue dinamiche e
delle sue esigenze.
La
politica delle “Grandi opere” e della cementificazione selvaggia ha miseramente fallito e
sicuramente serve un cambio di passo, una inversione di tendenza se
l'obbiettivo è quello di restituire alle generazioni future un
territorio in cui vivere, crescere, studiare e lavorare in sicurezza.
Nei
giorni scorsi la novità che si è presentata nel quadro politico
ligure è la candidatura di Sergio Cofferati. Novità in quanto dalle
sue dichiarazioni la Liguria è in una situazione emergenziale a cui
vanno date risposte che chi ha governato sino ad ora è
impossibilitato a dare, risposte che ci riportino a “sicurezze”
che oggi non ci sono evidentemente più.
Non
essendo contenute all'interno di un “programma politico” le
considerazioni di Cofferati restano sul piano delle enunciazioni che,
per quanto significative, restano al momento attuale prive dei
contenuti specifici sui quali confrontarsi, sui quali dissentire o
condividere.
Penso
che oggi esprimerci nei confronti di questa candidatura in termini di
tifoseria, favorevoli o contrari, sarebbe un cattivo servizio al
territorio al quale teniamo e a cui vorremmo dare un futuro diverso
dal presente attuale, e, credo che ad oggi, la candidatura Cofferati
possa rappresentare una risorsa nel momento in cui dipanati i
contenuti, la visione futura possa indirizzarsi al riassetto
idrogeologico, la messa in sicurezza e il rilancio del lavoro su
tutto il territorio Ligure. Un patto sul territorio.
Questi
sono gli elementi su cui oggi abbiamo il potere di ragionare e che
come “Sinistra” dobbiamo avere il coraggio di affrontare
“laicamente” senza preconcetti e senza interessate
accondiscendenze.
Loris
Loris
2 commenti:
Caro Loris, sono particolarmente vicino a voi luguri in questo momento più che mai. Sento tanto affetto ma anche tanta rabbia, proprio per quello che tu dici, ovvero le responsabilità della politica dalle quali non si può proprio prescindere. E la candidatura di Cofferati sembra anche a me, in questo momento, assolutamente di secondaria importanza. Perché, come hanno fatto con Doria che ritengo sia una persona onesta, poi faranno con Cofferati, mettendo a tacere quelli che sono le vere ragioni dei disastri, prime fra tutte le cenmentificazioni selvagge. Un abbraccio
Grazie Nico, la priorità è proprio di una radicale inversione di tendenza che metta in sicurezza il territorio, di cui la politica deve farsi carico
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