il problema attuale non è più la lotta della democrazia contro il fascismo ma quello del fascismo nella democrazia (G. Galletta)

Amicus Plato, sed magis amica veritas



venerdì 3 dicembre 2010

…Forse ci stiamo per liberare di Berlusconi, dal berlusconismo sarà molto più difficile.

Se in questo momento penso a Berlusconi, non riesco a non pensare al libro di Stephen King “Il miglio verde” dove viene annunciato l’arrivo di un nuovo detenuto nel braccio della morte  al grido “Uomo morto che cammina”.
Ovviamente il riferimento al premier è squisitamente e unicamente politico, e, indipendente da quello che potrà essere il risultato della fiducia il 14 dicembre.
 Sempre che, in un momento di calo del “fattore arroganza” non decida di togliersi di torno prima.
In questi giorni ho avuto modo di leggere molto e soprattutto osservare le reazioni presenti in rete su diversi fronti:
wikileaks, organi di informazione, scuola e università solo per indicare i più significativi.
Faccio una piccola premessa, in quanto, solitamente, mi rivolgo a chi manifesta  un sentimento che potremmo definire genericamente “di sinistra”.
Essere di destra è sicuramente più facile.
La destra che conosciamo è quella che non ha bisogno di elaborazioni e partendo dagli istinti primordiali imbastisce i suoi valori.
“ Mors tua vita mea” e se proprio deve morire qualcuno, ovviamente, scegliamolo tra chi è più debole.Qui sta poi il “furbismo” e il raggiungere i risultati con poca spesa e, se possibile ,avendo sfruttato gli altri ed il lavoro e la fatica degli altri.
Non essere di destra vuol dire, soprattutto, elaborare, e non intraprendere necessariamente la soluzione più comoda per se stessi, soprattutto  se ciò prevede una condivisione con altri soggetti, magari anche molto diversi da noi.
Fatta questa premessa, torniamo  al tema del post.
Direi che in rete è successo questo :

Wikileaks dalla prima uscita dei file che riguardavano l’Italia, è emerso chiaro che l’elemento esplosivo è l’aspetto affaristico con eventuali ingerenze mafiose (solo russe?).
Invece, organi di informazione, blog, social network, privilegiando l’aspetto gossipparo, strepitavano su “bunga bunga” e ”feste selvagge”, incuranti del resto (ben più pesante).
Ai mezzi di comunicazione, non in mano alla famiglia Berlusconi, dobbiamo imputare scarso coraggio e scelte sempre più finalizzate all’audience che non ad una corretta e ampia informazione.
A questo punto, dobbiamo ammettere, che Cogne ed il delitto di Avetrana sono ormai il parametro di ogni informazione in Italia.

Scuola o riforma Gelmini – Un blog che seguo (logicokaos), ha fatto un post in cui si documentava l’incoerenza personale e umana del ministro Gelmini nel momento in cui parla di meritocrazia. Per usare un paradosso mi verrebbe da dire che è come se fosse affidata la direzione di una scuola dell’infanzia ad un pedofilo. 
Il post ha avuto un successo di diffusione enorme (circa 120.000 accessi dal 30 novembre)  ma , molti, forse i più, si sono limitati all’aspetto “Gossip”:aver reso pubblico, la votazione di laurea ed  il giudizio pessimo del relatore della Gelmini.
Una annotazione a margine, alcuni hanno pure pensato bene di appropriarsi del post ripostandolo nel proprio blog senza minimamente avere la capacità di disquisire di morale o di etica ed in alcuni casi dimenticandosi la fonte (a proposito di etica…)
Nessuno ha ritenuto interessante chiedere di poter ripubblicare alcuni commenti di studenti, ricercatori, precari ed operatori del mondo dell’università, che narravano il nocciolo del problema: la loro reale esperienza, dentro e fuori dell’Italia.
Questo è un danno del berlusconismo : la ricerca smodata della visibilità. Talmente smodata nella ricerca “dell’apparire” da condizionare, in taluni aggregatori del web, la circolazione, non soltanto delle notizie, ma delle idee, costituendo cordate predefinite a sostegno di questa o quella notizia o blog, non perché piaccia  o meno ciò che c’è scritto, ma a prescindere.
Non si comprende che comunque le idee presuppongono una elaborazione, una progettualità, che se condivisa può diventare “società”.


4 commenti:

Audrey ha detto...

Ancora nessun commento??? Ecco appunto..Un silenzio assordante che è la migliore (purtroppo) conferma al tuo post.

Francesco Zaffuto ha detto...

Quello che mi preoccupa è un Berlusconi Bis, magari ridimensionato con qualche ministero in più a UDC e finiani, con uno straccio di programma spacciato come nuovo. Volevo aggiungere qualcosa sui ricercatori, ma ripeterei quello che ho scritto pochi giorni fa sul mio blog. Ti passo il link
http://www.lacrisi2009.com/2010/12/chi-ricerca-non-trova.html
saluti

Rosa Bruno ha detto...

Sono d'accordo...il problema è culturale e profondo, ed in questo senso l'operazione impostata dal Berluskoni -pensiero ha funzionato benissimo. Anche gli oppositori oggi si pongono infatti il problema di assomigliargli per ottenere i medesimi risultati.
Questo la dice lunga su di una realtà di condivisione culturale e di sottomissione al "pensiero unico" che ha sfondato molto, molto di più di quanto non ci si aspetti.
Concordo anche sulla preoccupazione rispetto al fatto che poco cambieremmo, anzi nulla se dismesso, in un modo o nell'altro, l'imperatore ci restasse il suo impero.

Salutoni
Namastè

loris ha detto...

@Audrey, meglio pochi ma buoni, dopo che ho mandato ai miei contatti di fb il link al post, un contatto mi ha chiesto di non inviare più mail (cosa assolutamente legittima)ho scoperto che aveva un blog, lo abbiamo in tanti.... parlava di Mafia, di Berlusconi, di dell'Utri. Molto rivoluzionario, ma evidentemente non gradiva il confronto.
@Francesco, ho letto il tuo post sui ricercatori: talmente ben fatto che ogni commento da parte mia sarebbe stato un peccato di presunzione. Tutto il blog è in realtà una piacevole sorpresa sia per i contenuti politici sia per quelli artistici.
@Rosa,è senza dubbio un cancro culturale di difficile rimozione, purtroppo non credo sia corretto pensare a semplici aggiustamenti serve una vera e propria inversione di tendenza. Il post su Morales nel tuo Blog ritengo debba far riflettere molto, perchè è un disegno che va al di la del contingente per trasformarsi in un progetto di società. Gli antipodi del pensiero berlusconiano, dove la negazione del concetto, culturale ancor prima che materiale della condivisione e del bene comune diventa l'elemento propulsore.

BEGIN

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