il problema attuale non è più la lotta della democrazia contro il fascismo ma quello del fascismo nella democrazia (G. Galletta)

Amicus Plato, sed magis amica veritas



venerdì 22 giugno 2012

Doria - Prove di Democrazia Partecipativa

A seguito della decisione della giunta del Comune di Genova del via al primo lotto di lavori per il terzo valico, si è aperta una discussione tra cittadini interessati direttamente o indirettamente e la politica che detiene lo strumento deliberativo per questi interventi.
 Senza voler entrare nel merito più tecnico e argomentato di chi osteggia quest’intervento infrastrutturale, sono rimasto profondamente colpito dalla lettera dell’Insegnante, membro del Comitato "Proteggiamo Villa Sanguineti".
clicca sulla busta per leggere la lettera lettera Insegnante,Comitato "Proteggiamo Villa Sanguineti"

 Tra i vari punti presi in esame, la lettera affronta quello che ritengo l’elemento più significativo del “vento nuovo” dell’amministrazione Doria: “la Partecipazione”.
 Possiamo anche ipotizzare che l’insegnante guardi all’infrastruttura del “terzo valico” con modalità ideologiche, mentre elenca le ricadute sui territori interessati, ma, sicuramente il passo si modifica nel momento che rivendica la possibilità di essere interpellata in quanto cittadina, in quanto a comunità di cittadini su quelle che sono scelte che coinvolgono tutta la comunità.
 Non è un mistero che il Sindaco Doria, in campagna elettorale, ha più volte rimarcato la necessità di allargare la partecipazione dei cittadini in quelle che sono le scelte progettuali della città, e, non è un mistero che l’amministrazione precedente, pur avendo promosso un “dibattito pubblico” sulla gronda coinvolgendo i cittadini che interreagivano con quell’opera, nel momento che il parere della commissione tecnica del dibattito pubblico era negativo, e si rifaceva per lo meno in parte a chi era contrario all’opera ipotizzando l’opzione zero, ebbene, la direzione politica dell’amministrazione, ignorava volutamente le risultanze del lavoro del prof. Bobbio quale responsabile del “dibattito pubblico”.
 La manipolazione di questi processi, un po’ per ignoranza, un po’ per malafede, va a produrre sempre più quello scollamento tra cittadini e politica che determina da una parte derive populiste e dall’altra la disaffezione al diritto di voto, riducendo la capacità rappresentativa degli eletti a ristretta elite di privilegiati che arrivano a determinare le condizioni di vita di un numero di cittadini ben superiore di quelli che hanno attraverso il voto accordato rappresentanza.
 Alla base di questi processi partecipativi resta comunque la necessità di una informazione trasparente. Sicuramente meno sono i cittadini che vengono coinvolti nel processo informativo e più si aprono spazi di discrezionalità che mal si addicono alla moderna democrazia europea.
 L’informazione e la conoscenza però devono essere nella fase precedente alle decisioni, per non turlupinare il cittadino, e, l’informazione deve riguardare il progetto nel suo complesso e non effetti marginali per quanto importanti,. Di Erzelli ad esempio sarebbe interessante conoscere più a fondo come si voglia dare autonomia energetica all’intera opera, o riuscire a comprendere se ad esempio in piazza Baracca quanti e quali alberi qualcuno ha deciso che fossero da tagliare, considerando la piazza e il suo verde tutelato in quanto “centro storico”.
 L’aspettativa è una istituzionalizzazione di questa partecipazione accompagnata da soggetti facilitatori e mediatori che dai municipi alla macchina dell’amministrazione comunale possa sempre più allargare e condividere l’idea di città di una comunità.
Loris

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