il problema attuale non è più la lotta della democrazia contro il fascismo ma quello del fascismo nella democrazia (G. Galletta)

Amicus Plato, sed magis amica veritas



domenica 14 ottobre 2012

E’ trascorso un anno dal 15 ottobre 2011 e un secolo politico da quello stesso giorno


Un anno fa si chiudeva una delle pagine più buie della storia dei movimenti e della sinistra italiana. Fummo più di 300mila a Roma, la manifestazione più numerosa delle centinaia di manifestazioni che in tutto il mondo misuravano una risposta ad una crisi voluta dai poteri forti dell’economia che attraverso l’FMI e BCE dettavano le condizioni più pesanti per i ceti e le categorie più deboli in Italia, in Europa e nel resto del mondo.

La nostra crisi poi, aveva la sua peculiarità della contemporanea destrutturazione dello Stato ad opera della destra berlusconiana, a colpi di voti di “fiducia” e leggi at personam o conflitti di interessi mai risolti.
Per queste ragioni, la manifestazione degli “indignados” italiani aveva una valenza in più e un obbiettivo neanche troppo celato, di far cadere il governo Berlusconi con l’occupazione politica e pacifica permanente di quella piazza San Giovanni simbolo dei più alti momenti di aggregazione di massa della sinistra e del movimento dei lavoratori italiani.

Da quella Piazza San Giovanni sarebbe dovuto partire il segnale per la moltiplicazione delle piazze “indignate” a Genova, a Pisa, in ogni luogo dove la crisi faceva sentire il proprio peso , la parola d’ordine sarebbe stato il “mandare a casa” il piduista di Arcore con tutto il suo governo per aprire alla possibilità di un Governo in grado di dare risposte a chi la crisi l’aveva già scontata in termini di disoccupazione di precarizzazione del lavoro e della vita.

Con queste premesse non c’è da meravigliarsi su quelli che sono stati gli sviluppi della giornata. Il potere delle banche, degli speculatori finanziari e di chi gli reggeva il gioco manovrando nelle “stanze del potere” , non poteva permettere che Berlusconi cadesse per volontà popolare, e, gli scontri, le provocazioni, i danneggiamenti altro non volevano essere che la giusta strategia per impedire che quel movimento, che non era violento ma determinato a fare sentire la propria voce, non potesse arrivare e restare a piazza San Giovanni.

Non è casuale che, dopo relativamente pochi giorni, Berlusconi venga dimesso dalla BCE per essere sostituito dall’”immagine” pulita di una finanza in doppio petto con uno schieramento parlamentare ben lieto di perpetrare la propria autoreferenzialità e massacrare socialmente tutti i soggetti deboli e quelli produttivi di questo paese, nell ’evidente tentativo, purtroppo sin qui riuscito, di ridurre sempre più larghe masse di italiani in una condizione di povertà ricattabile dai grandi gruppi industriali e finanziari.
Art. 18, pensioni, scuola, sanità…fino a colpire invalidi e disabili.

Se non ha meravigliato la capacità di reazione da parte del “potere” resto, ad un anno di distanza, attonito rispetto a quello che non c’è mai stato: un chiarimento, un confronto, una valutazione complessiva tra quelle forze della sinistra, del sindacato, dell’associazionismo e dei movimenti che furono protagoniste nell’ organizzazione di quella giornata di lotta a Roma.

Il 16 tutti si rifugiarono nel proprio ambito spalancando così le porte alla vera reazione del potere delle banche e della finanza internazionale. Altro che i caroselli e gli autoblindo scatenati in piazza San Giovanni!
Il massacro sociale indiscriminato sarebbe stato concretizzato con il governo “tecnico” ed il golpe silente con l’inserimento nella carta costituzionale del pareggio di bilancio.

Se il 15 ottobre 2011 il movimento ha dimostrato la propria capacità di mobilitazione e di motivazione, quello stesso giorno una consistente fetta della sinistra dimostrò una inadeguatezza a rappresentare quello stesso movimento, e una incapacità nel denunciare quelli che furono errori politici che costarono il fallimento di quella giornata.
Loris





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