il problema attuale non è più la lotta della democrazia contro il fascismo ma quello del fascismo nella democrazia (G. Galletta)

Amicus Plato, sed magis amica veritas



lunedì 22 agosto 2011

Da dietro quelle sbarre a Lampedusa - 13 agosto 2011



Lampedusa, Molo Favarolo
13 agosto 2011 - Missione con Terre des Hommes

Ne arrivano 330, dalla Libia. Vedi la barchetta azzurra in cui stavano accatastati e quasi non ci credi: pochi metri di legno instabile pertanti corpi, per tante vite. I primi a ricevere le cure sono gli undici bimbi. Ben otto sono figli della stessa coppia. Il padre stremato si lamenta: non riesce mai a tenerli tutti insieme, all'appello a rotazione ne manca sempre uno. Ma sulla barca non c'era lo spazio per le monellerie e i gli otto fratelli hanno navigato per 36 ore compatti e compatti e vivi sono sbarcati. Sono tutti vivi in questo sbarco: spaventati, confusi, stremati, ma vivi. E' un buono sbarco questo. Tra loro si avvicina Moustapha, un ragazzino tunisino, spaventatissimo, magrissimo e letteralmente verde in volto. Ha paura di tutti: è omosessuale, evidentemente omosessuale Ed il suo orientamento sessuale è fonte di persecuzioni nel paese da cui proviene. Ci dice che rischia abusi continuamente e che nella barca hanno anche cercato di ucciderlo. Lo scortiamo fino al bagno chimico sul molo e gli raccomandiamo appena verrà trasferito nel Centro di raccontare le sue paure alle forze dell'ordine. Lo rivediamo dopo un'ora nel "gabbione"destinato ai migranti maschi adulti all'interno della gabbia di Contrada Imbriacola. Ci viene subito incontro, ci implora di portarlo fuori di lì, ché non può restare con gli altri perchè rischierebbe di essere sottoposto ad abusi e violenze di ogni tipo. Lo portiamo fuori dalla gabbia, parliamo con la dirigente della polizia e con Federico direttore del Centro. Capiscono al volo la situazione: lo sguardo terrorizzato di questo ragazzino ed il suo colorito terreo non ammettono dubbi e invocano immediata empatia. Moustapha viene immediatamente trasferito alla Loran, l'altro Centro dell'Isola destinato alle categorie più vulnerabili. Viene "messo in sicurezza" sistemato in un stanza vuota accanto agli uffici amministrativi dove Pietro, il direttore, vigilerà sulla sua incolumità. Andiamo nel pomeriggio a vedere come si è sistemato. E' da solo, raggomitolato su un materassino di gommapiuma. Appena ci vede si alza ci abbraccia e ci ringrazia per almeno cinque minuti consecutivi. Stanno arrivando altre due barche mentre lascio il centro e l'Isola. In 36 ore ne arriveranno 2000. Recito una sorta di preghiera durante il mio volo comodo e veloce verso casa. Che arrivino vivi, che arrivino tutti, che gli affetti possano ritrovarsi e ricrearsi, che ogni male sia ormai alle loro spalle, che la prigionia sia breve. Che possano avere come un diritto e non come una fortuna un'altra occasione di vita.

Avv. Alessandra Ballerini


Da dietro quelle sbarre a Lampedusa - 12 agosto 2011

Di ritorno da Lampedusa, pervasa di impotenza.

Nessun commento:

BEGIN

Share |

Lettori fissi

networkedblogs

DISCLAIMER


Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità . Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n° 62 del 7.03.2001.
L'autore del blog non è responsabile del contenuto dei commenti ai post, nè del contenuto dei siti "linkati".

Alcuni testi o immagini inserite in questo blog sono tratte da internet e, pertanto, considerate di pubblico dominio; qualora la loro pubblicazione violasse eventuali diritti d'autore, vogliate comunicarlo via E-mail. Saranno immediatamente rimosse.

Some text or image, in this blog, were obtained via internet and, for that reason, considered of public domain. I have no intention of infringing copyright. In the case, send me an E-mail and I will provide immediately.