...Sabato 12 novembre avevo indossato la giacca e stavo per dirigermi verso Montecitorio o il Quirinale per partecipare all'evento programmato “la caduta di un premier” quando il più banale dei quesiti mi ha rovinato sia l'entusiasmo sia quello che da anni avrei considerato un bel giorno per l'Italia: chi ha mandato a casa Berlusconi?.
E' fin troppo evidente
che quelli che abbiamo per anni invocato come gli anticorpi che
entravano in circolo nel momento in cui qualcuno avrebbe attentato al
nostro sistema democratico sono entrati in crisi, forse per eccesso
di fiducia in un impianto statale fatto più di consuetudini che di
atti formali e sostanziali inoppugnabili. Dal conflitto di interessi
a leggi at personam e leggi at azienda.
Non è un caso che quello
che è stato un meccanismo che ha retto bene sino a che c'è stata la
Democrazia Cristiana, si sia inceppato nel momento in cui i
democristiani per estinzione del proprio partito si sono, insieme ai
socialisti, spalmati tra i due partiti di riferimento all'interno dei
due poli.
Non è un caso che il
meccanismo può riprendere a funzionare nel momento in cui archiviata
la seconda repubblica il governo Catto-Bancario del prof. Monti ha
nel suo DNA la mappatura proprio della Democrazia Cristiana degli
anni del benessere, del boom economico, della società dei consumi,
ma non le risorse per uguagliarla.
Che il PD di Bersani sia
troppo interessato all'accredito nei salotti bene della finanza
internazionale a scapito dei soggetti più deboli non è una novità.
La rincorsa alle banche finì nella burla dei ragazzini scoperti con
le mani nella marmellata, e la scelta aclassista ha radici
decisamente più lontane, legate alla stesse sorti dell'allora PCI.
Il rifiuto o di un
governo “politico” o di larghe intese o di unità nazionale o di
elezioni anticipate, è solo il sinonimo della volontà di non
disturbare i grandi vecchi e le organizzazioni mondiali capaci di
movimentare ingenti capitali in titoli e in liquidità, veri
strumenti di ricatto politico sociale nei confronti di paesi sovrani.
Viene a mancare il fiato
pure alla sinistra extraparlamentare, chi ha per troppo tempo tubato
con alleanze imbarazzanti ma assolutamente organiche ad una
spartizione di un po di seggiole (o sgabelli) in un ipotetico governo
di pseudo centro-sinistra, ed oggi si trova in debito d'ossigeno e
fuori gioco, vista l'indisponibilità da parte del PD stesso a
percorrere strade diverse (e non necessariamente l'uscita dalla UE
del nostro paese) per riconquistare autonomia politica e una politica
indirizzata su tutto alla tutela di tutti quei soggetti definiti non
a caso “più deboli”
Da parte della sinistra
definita “radicale” la perenne ricerca di unificazione
impossibile di soggetti insufficenti e inadeguati, e la mancanza di
unificazione su un progetto comune di società legata alle
trasformazioni politiche e sociali globalizzate.
Non è nell'attuale
Parlamento che si può costruire una alternativa alla società delle
banche e della finanza. Da Seattle a Puerto Alegre, a Genova, oltre
dieci anni di indicazioni sulla possibilità di società diverse e
sostenibili. Non è il sofismo se superata o meno questa sinistra, è
in quell'ambito e in quell'humus culturale che matura comunque questo
dibattito, che può e deve trasformarsi in progetto sociale.
Loris
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2 commenti:
Loris ti passo il testmone per un gioco/post se ti va'! un abbraccio Paola
http://paoladany.blogspot.com/2011/11/my-7-links.html
non so se hai letto le Monde Diplomatique ma c'era un dossier molto interessante "Dove è la sinistra?", in questo momento che il liberismo è in crisi...
un saluto
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