Il piombo sospetto di Genova
… è con angoscia che chi ha
vissuto politicamente gli anni 70, oggi apprende di questa “gambizzazione”
dell’ad di Ansaldo Nucleare Adinolfi.
L’angoscia è dettata da diversi
piccoli dettagli che ai più possono passare inosservati, ma che ritengo abbiano
in realtà un notevole significato.
La prima considerazione è la
rilevanza pubblica pressoché irrilevante di questa vittima, anche il settore di
provenienza (nucleare) in un paese che ne ha decretato attraverso due
referendum la fine ne danno un peso sicuramente insignificante. Verrebbe quasi
da pensare che la vittima designata sia stata sorteggiata da un sacchetto di
possibili candidati individuati in un annuario di vip.
La seconda è che l’attentato è fatto nel bel mezzo delle
operazioni elettorali per il rinnovo del Sindaco della città di Genova, dove un
primo cambiamento è stato fatto nell’escludere attraverso le primarie le due
candidate del PD, che sicuramente avrebbero garantito una certa continuità e
tranquillità a gruppi imprenditoriali che affondano i loro interessi in grandi
opere e cementificazioni, e che un forte sentimento di cambiamento lo si
respirava e si respira in vista della possibile elezione di Marco Doria a sindaco della città.
Altro dettaglio, di “casualità” sorprendente
è che il tutto avviene all’indomani dei risultati elettorali in Grecia e
Francia, dove, al di la del risultato politico, sicuramente l’interpretazione
della volontà dell’elettorato è quella di una rottura con le politiche della
banca europea e del suo rappresentante in Italia prof. Monti.
Troppo grossolanamente stampa
ufficiale e parte del web sta paragonando l’attentato di Genova con gli anni di
piombo, che Genova visse con un tributo di morti di uomini dello Stato e di
terroristi.
Scrivo di parallelismi grossolani
perché gli effetti degli attentati e delle vittime degli anni 70 portarono ad
una legiferazione “speciale” che oggi sicuramente farebbe estremamente comodo a
chi, dopo aver senza un mandato popolare, fatto macello di diritti e welfare,
vorrebbe evitare la protesta organizzata, sia che provenga dai sindacati che
dai gruppi così detti antagonisti.
Se all’ing. Adinolfi porgo gli
auguri di una pronta guarigione, credo che per l’Italia la prognosi sia molto
più lunga e credo anche che la cura non possa che passare attraverso un
ristabilimento di quelle regole che ne possono garantire l’autonomia dai poteri
dell’economia liberista.
Per tutti coloro che hanno a cuore la nostra Costituzione e il sistema
democratico, il livello di attenzione, di vigilanza e di risposta democratica
deve essere alto.
Loris
ps. non metto volutamente ne filmati ne fotografie per non cadere nell'equivoco del parallelismo con gli anni di piombo.
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2 commenti:
Pacatezza e chiarezza.
Complimenti, non è facile su questi argomenti.
Dario
Un ottimo articolo,chiaro,misurato,ben strutturato.Sopratutto mette "ordine" sul "controcanto di regime" che grida a tutti i costi.....e mira a riaccendere "quelle micce" di cui non ce nè davvero bisogno.
Bob Fabiani.
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