il problema attuale non è più la lotta della democrazia contro il fascismo ma quello del fascismo nella democrazia (G. Galletta)

Amicus Plato, sed magis amica veritas



venerdì 11 maggio 2012

il vento nuovo: analisi del voto dopo il primo turno a Genova


…Parlare di numeri può risultare noioso e una inutile esibizione di conoscenza, per cui scriverò la mia sintesi della mia lettura del risultato elettorale di Genova.
La coalizione che appoggia Marco Doria supera il 50% mentre il candidato sindaco Marco Doria no. Conti sbagliati? No. Voto disgiunto!
Chi è stato nei seggi ha potuto constatare che le direzioni del disgiunto che hanno penalizzato il candidato Doria, sono state due: la prima e più consistente riguarda voti dati alla lista PD in coalizione e la designazione del sindaco Musso.
L’altro flusso, con caratteristiche prevalentemente locali (Valpolcevera e alcuni ponente) votata la lista della Federazione della Sinistra, in coalizione, il voto al sindaco andava a Putti del movimento 5 stelle. (considerando il risultato complessivo della lista della f.d.s. questo disgiunto riportato per dovere di cronaca è decisamente ininfluente).
L’andamento del voto sulla città è stato variegato. Rispetto alle analoghe elezioni che al primo turno aveva proclamato sindaco Marta Vincenzi quelle che erano le consolidate roccaforti della sinistra hanno avuto una flessione che ha pesato sicuramente “un ballottaggio”.  Meglio il voto è andato per Doria nei “quartieri bene”, Castelletto, Albaro, Foce.
Chi sostiene che il voto negato è arrivato da quelle zone dove maggiormente si sentono gli effetti della crisi e dove maggiore è il disagio sociale, con una risposta che è l’antipolitica, dice solo una parziale verità.
Gli effetti della crisi si fanno sentire pesantemente nei quartieri del ponente e Valpolcevera, ma è anche vero che la conflittualità che si è aperta con la precedente giunta sui temi della della vivibilità ambientale (gronda e ciclo dei rifiuti) ha scavato un solco con lo zoccolo duro della sinistra genovese sanabile solo dalle “buone pratiche”.  Anche sul risultato della lista del movimento 5 stelle è il caso di spolverare dei “comodi” luoghi comuni. Una importante e preponderante quota dei voti è andata a Putti, in quanto Putti, autorevole e coerente sostenitore delle lotte per la difesa del territorio. A Genova, senza Putti, il movimento cinque stelle avrebbe lasciato il posto ad una ulteriore percentuale all’astensionismo. A Genova, e già nelle precedenti elezioni era stato evidente la sinistra popolare che non si riconosce nei suoi partiti, si astiene.
Un altro elemento che ha sicuramente pesato in quella differenza che ha impedito il superamento al primo turno è la mancata adesione di Doria alla lettera d’intenti del comitato dell’acqua per il rispetto dell’esito referendario. Analogamente, la federazione della Sinistra è caduta nella contraddizione della candidatura dell’ex assessore Senesi al ciclo delle acque che sicuramente non è rientrato nelle simpatie dei comitati dell’acqua pubblica non rispettando l’accordo che prevedeva la partecipazione alla riunione dell’ATO dei comitati dell’acqua, e soprattutto di aver in quella riunione “segreta” deciso le nuove tariffe.
Per un futuro sindaco astemio, l’acqua rischia di essere indigesta.
Sarà fondamentale per una futura giunta di centro sinistra un risanamento nei rapporti con i quartieri operai e popolari, altrimenti l’anatema lanciato dall’ex sindaco Marta Vincenzi che gli operai non avranno rappresentanza rischia di tradursi nella realtà lasciando veleggiare una svolta radical chic.
Concludo con due osservazioni sullo spoglio delle schede. Una lettura delle preferenze evidenzia una strutturazione del PD (disciplina di partito) che fu solo del PCI e della DC. I consiglieri in comune e nei municipi, si evince dai numeri, sono quelli decisi nei circoli e nelle segreterie. Considerando che le motivazioni  non sono evidentemente più quelle ideologiche, viene inevitabilmente da supporre che gruppi di interesse intervengono in maniera massiccia nella determinazione della politica della città.
In ultimo, ritengo che uno spoglio che ha un annullamento di schede tra il 6 e il 7% rappresenta un dato inquietante perché al di la delle schede annullate volutamente resta una maggioranza di schede nelle quali forse troppo spesso viene esemplificata con l’annullamento una volontà di voto dell’elettore. Credo che i presidenti, segretari e scrutatori debbano necessariamente avere una preparazione più adeguata.
Come già feci dopo le primarie torno a formulare i miei sinceri auguri a Marco Doria, e che le mie riflessioni possano essere elemento positivo verso una affermazione di quello che è definito un “vento nuovo”.
Loris



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