“Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani..."
Questo blog iniziava le pubblicazioni poco dopo la
sconfitta della “sinistra arcobaleno”. Cinque anni non sono pochi, e in questi
cinque anni non è mai venuto meno un impegno politico che ha voluto guardare
soprattutto ad una ricostruzione, prima culturale e conseguentemente politica
della sinistra in Italia.
Cinque anni in salita, a cercare di arginare le derive liberiste e le
conseguenti emarginazioni di interi ceti sociali schiacciati da una crisi
economica e finanziaria che come nelle migliori tradizioni del liberismo
scarica nel “pubblico” le perdite accumulate per essere pronti ad incamerare
nel “privato” delle banche e di holding finanziarie i profitti.
Cinque anni a cercare di
difendere conquiste democratiche come lo statuto dei diritti dei lavoratori e
il suo articolo 18 o la sacrosanta rivendicazione di uno stato sociale che ci
siamo pagati e che oggi ci vogliono espropriare in virtù di una modernizzazione
o di una presunta aspettativa di vita; in realtà anche in questo caso, uno
scaricare le perdite di una mancanza di piani industriali sui lavoratori, dopo
che hanno incamerato i profitti generati dalla produzione, dal consumo e dalla
ridistribuzione.
Cinque anni a difesa
dell’ambiente, contro la politica delle cementificazioni selvagge con i conseguenti
dissesti e le tragedie come alluvioni e frane o la difesa della salute come a
Taranto, che deve comunque coniugarsi con la difesa del lavoro. Contro la
politica delle grandi opere, di cui dimostrata l’inutilità resta il quesito di
chi ci guadagna.
Cinque anni fa, attraverso il
blog, esternavo la preoccupazione di una esautorazione del Parlamento, per il
continuo ricorso al voto di fiducia da parte di Berlusconi. Oggi denuncio il
forte pericolo di tenuta di un sistema politico che ha fatto dello sperpero del
denaro pubblico una religione, e dell’autoimmunità una ragione di sopravvivenza.
Dopo aver sentito un comico per
due ore urlare, non posso non pensare ad un imbianchino, che oltre ai suoi di
urli ha portato ad un urlo di massa, talmente assordante da sembrare muto tra le ceneri di milioni di uomini e donne
rei di essere diversi: sessualmente, politicamente o di razza.
L’emergenza democratica ed
economica non è una mia invenzione e la riprova sono le conflittualità che
nascono e si generano all’interno dei sempre più radi posti di lavoro, o nelle
aule che dovrebbero dispensare cultura ed invece nella propria condizione di
subalternità alimentano la mancanza di un progetto ed anche l’assenza completa
di una prospettiva per i nostri figli.
Per queste ragioni oggi sostengo
senza esitazione la lista di Rivoluzione Civile e Ingroia che è il suo
candidato Premier.
Essere “Partigiani della
Costituzione” vuol dire riaffermare il valore fondante di una comunità che nel
lavoro, la pace e nella capacità di rappresentanza politica ha ricostruito una
Nazione.
Essere “Partigiani della
Costituzione” vuol dire impedire di sacrificare la propria sovranità per
soddisfare gli appetiti di banchieri vari e/o società finanziarie.
Il mio invito al voto, attraverso
le pagine di questo blog va a Rivoluzione Civile e ai suoi Partigiani della
Costituzione”
Loris
admin “a sinistra”