…Sono passati 42 anni da quella
bomba alla banca dell’Agricoltura in piazza Fontana a Milano. 42 anni di
infiltrazioni, depistaggi, servizi deviati e servizi che deviati non lo erano e
giudiziosamente eseguivano gli ordini di chi diceva di infiltrarsi*, di
provocare e di far ricadere le responsabilità su una sinistra che dopo aver
contribuito con il proprio sangue a liberare questo strano paese dai nazi
fascisti, ancora oggi non si comprende bene quale colpa deve espiare se non viene
preferita a governi di piduisti affaristi e faccendieri da questo strano popolo
che è quello italiano.
42 anni per la conquista di
alcuni diritti contro cui ci esplosero le bombe ci manganellarono i celerini e
ci uccisero le Brigate Rosse.
42 anni di lenta erosione della
democrazia che forse non aveva quegli anticorpi che sbandieravamo se ci siamo
trovati in svendita dalle banche private, in svendita il nostro lavoro, il
nostro futuro, la nostra stessa sopravvivenza.
42 anni in cui quella forbice tra
chi si impoveriva e chi si arricchiva era destinata ad aprirsi inesorabilmente,
in un balletto che aumentando il divario economico in diminuzione c’erano anche i
diritti.
42 anni in cui da una parte c’era
chi lavorava per un alto concetto di una Europa dei popoli e dall’altra chi più sommessamente ed efficacemente per una
Europa delle banche.
42 anni in cui le strategie
possono anche modificarsi ma che alla stretta finale la risposta è quella di
Genova 2001 o di Roma 15 ottobre 2011.
Non solo voglio ricordare il 12 dicembre 1969 e Giuseppe Pinelli, ma
voglio ricordare anche quello del 1970 e l’uccisione dello studente Saverio
Santarelli, che in quel 12 dicembre manifestava a milano nel primo anniversario
della STRAGE DI STATO
Ballata del Pinelli
Dal centrosinistra all'autunno caldo (1963-1969)
Quella sera a Milano era caldo ma che caldo, che caldo faceva. «Brigadiere, apra un po' la finestra» ad un tratto Pinelli cascò. «Signor questore, io gliel'ho già detto, lo ripeto che sono innocente: anarchia non vuoI dire bombe, ma giustizia, amor, libertà». «Poche storie, confessa Pinelli, il tuo amico Valpreda ha parlato: è l'autore del vile attentato e il suo socio, sappiamo, sei tu». «Impossibile - grida Pinelli - un compagno non può averlo fatto e l'autore di questo misfatto tra i padroni bisogna cercar». «Stiamo attenti, indiziato Pinelli, questa stanza è già piena di fumo; se tu insisti apriam la finestra quattro piani son duri da far». Quella sera a Milano era caldo ma che caldo, che caldo faceva. «Brigadiere, apra un po' la finestra» ad un tratto Pinelli cascò. L'hanno ucciso perchè era un compagno non importa se era innocente; «era anarchico e questo ci basta». disse Guida, il feroce questor. C'è una bara e tremila compagni stringevamo le nostre bandiere in quel giorno l'abbiamo giurato «non finisce di certo così». Calabresi e tu Guida assassini che un compagno ci avete ammazzato l'anarchia non avete fermato ed il popolo alfin vincerà . Quella sera a Milano era caldo ma che caldo, che caldo faceva. «Brigadiere, apra un po' la finestra» ad un tratto Pinelli cascò.
*Francesco Cossiga
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok . Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.
3 commenti:
fai bene a ricordarlo, mi chiedo quanti lo ricordano, non certo chi é nato dopo e ha guardato le tv di silvio seguite da quella pubblica
l'ho scritto con molta rabbia dentro, soprattutto pensando proprio alle generazioni che sono arrivate dopo, che si sono alimentate a grande fretello e alle trasmissioni della De Filippi. Questa sera sto proprio incazzato!!!
ricordiamo sempre!
Posta un commento