Tre anni fa, il 27 dicembre, iniziava la strage nella
striscia di Gaza denominata “Piombo fuso” (1) . Fu la
risposta dello “stato di Israele” al lancio di missili qassam dalla striscia di
Gaza verso i territori israeliani.
Il bilancio fu atroce, in tre
settimane i morti palestinesi superarono le 1400 unità, e il dato più rilevante
fu che colpiti furono quasi esclusivamente civili, con un numero impressionante
di donne e bambini.
Se demenziale fu l’aggressione
con i missili qassam, criminale fu la reazione israeliana, sicuramente più
orientata ad una operazione di genocidio che ad una dichiarata messa in
sicurezza del proprio territorio.
Furono molte le iniziative, in
quei giorni, di solidarietà nei confronti del popolo palestinese e degli
abitanti della striscia Gaza (2)
.
Da questo blog partì una
improbabile campagna per il gemellaggio di Genova (medaglia d’oro della
resistenza) nei confronti di Gaza (3)
(4)
. Improbabile, perché anche nella città medaglia d’oro alla Resistenza lobby
filo israeliane non avrebbero fatto passare un voto favorevole simbolo di
civiltà ancor prima che politico.
La campagna per il gemellaggio
però servì, e questo era l’obiettivo primario, ad attivare le istituzioni,
verso tangibili forme di solidarietà (5),
anche trasversali, nei confronti delle popolazioni colpite. Fu così possibile,
anche se fatto con grande riservatezza, curare vittime del conflitto in
strutture italiane adeguate e facilitare le raccolte e l’invio di materiale di
conforto a Gaza, anche se il blocco ne ha nei fatti disperso e deteriorato una
parte.
"Io
e miei compagni siamo coscienti degli enormi rischi a cui andiamo incontro,
questa notte più delle altre; ma siamo certo più a nostro agio qui, nel centro
dell’inferno di Gaza, di quanto lo saremmo mai stati nei paradisi metropolitani
europei o americani, dove la gente festeggia il nuovo anno e non capisce quanto
in realtà sia complice di tutte queste morti di civili innocenti." 3
gennaio 2009 (Restiamo Umani)
Tante forme di solidarietà,
soprattutto un tentativo di risposta a quell’abominio della guerra che ha visto
come vittime e bersagli preferiti, i bambini. Un fallimento della cultura che
non ci ha sufficientemente insegnato a difenderli come il bene supremo al quale
dobbiamo guardare (6) ?
Non c’è più Vittorio, molti,
troppi bimbi sono morti e spesso con un certo disorientamento ci muoviamo nelle
forme di solidarietà che esprimono vicinanza col popolo Palestinese.
Abbiamo imparato a conoscere la
Resistenza non violenta contro il “muro della vergogna” e abbiamo appreso che
Israele l’ha definito “terrorismo non violento”, non servono commenti.
Termino come tre anni fa con il
video di “contro” dei nomadi perché anche se gli anni passano, le infamie sono
sempre dietro all’angolo e la scelta di essere contro queste infamie è ancor
prima che ideologica, una scelta di civiltà.
Loris
5 commenti:
Ricordo quei giorni del bombardamento su Gaza. Allora ho pensato che lo stavano facendo per condizionare l'insediamento di Obama alla Casa Bianca. Con il senno del poi mi pare che non fosse un'idea peregrina. Certo emergeva tutto il cinismo di un massacro. Continuare a ricordare quegli eventi è necessario anche per trovare una reale strada di pace.
ciao
Mi sono preso la libertà di riproporlo su http://guerrillanotes.tumblr.com/
domani sarà visibile.
ciao
@Francesco, come al solito ci scontriamo con lo strano concetto di democrazia di noi "occidente capitalista", pronti a non sentire odore di fronte alle nefandezze di chi detiene potere economico.
@Maurizio, prenditi tranquillamente tutte le libertà che ritieni opportune per far conoscere, se ce ne fosse ancora bisogno il dramma di un popolo. Quello palestinese.
Nei giorni in cui tutti in tutto il mondo ricordano l'esistenza di Betlemme e Gerusalemme come città simbolo di pace e fratellanza, pochi parlano dell'apartheid e dell'assedio militare imposti da Israele su queste terre, delle violenze e dell'occupazione vissute ancora quotidianamente dai palestinesi (giusto ieri un raid aereo sulla Striscia ha fatto 1 morto e 10 feriti).
Grazie Loris di fare parte dei secondi.
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