il problema attuale non è più la lotta della democrazia contro il fascismo ma quello del fascismo nella democrazia (G. Galletta)

Amicus Plato, sed magis amica veritas



martedì 27 dicembre 2011

"Piombo Fuso" - Dal massacro dei palestinesi al massacro della Cultura


Tre anni fa, il 27 dicembre, iniziava la strage nella striscia di Gaza denominata “Piombo fuso” (1) . Fu la risposta dello “stato di Israele” al lancio di missili qassam dalla striscia di Gaza verso i territori israeliani.
Il bilancio fu atroce, in tre settimane i morti palestinesi superarono le 1400 unità, e il dato più rilevante fu che colpiti furono quasi esclusivamente civili, con un numero impressionante di donne e bambini.
Se demenziale fu l’aggressione con i missili qassam, criminale fu la reazione israeliana, sicuramente più orientata ad una operazione di genocidio che ad una dichiarata messa in sicurezza del proprio territorio.
Furono molte le iniziative, in quei giorni, di solidarietà nei confronti del popolo palestinese e degli abitanti della striscia Gaza (2) .
Da questo blog partì una improbabile campagna per il gemellaggio di Genova (medaglia d’oro della resistenza) nei confronti di Gaza (3) (4) . Improbabile, perché anche nella città medaglia d’oro alla Resistenza lobby filo israeliane non avrebbero fatto passare un voto favorevole simbolo di civiltà ancor prima che politico.
La campagna per il gemellaggio però servì, e questo era l’obiettivo primario, ad attivare le istituzioni, verso tangibili forme di solidarietà (5), anche trasversali, nei confronti delle popolazioni colpite. Fu così possibile, anche se fatto con grande riservatezza, curare vittime del conflitto in strutture italiane adeguate e facilitare le raccolte e l’invio di materiale di conforto a Gaza, anche se il blocco ne ha nei fatti disperso e deteriorato una parte.

Sotto quei bombardamenti, a Gaza, in quei giorni c’era anche Vittorio Arrigoni
"Io e miei compagni siamo coscienti degli enormi rischi a cui andiamo incontro, questa notte più delle altre; ma siamo certo più a nostro agio qui, nel centro dell’inferno di Gaza, di quanto lo saremmo mai stati nei paradisi metropolitani europei o americani, dove la gente festeggia il nuovo anno e non capisce quanto in realtà sia complice di tutte queste morti di civili innocenti." 3 gennaio 2009 (Restiamo Umani)

Tante forme di solidarietà, soprattutto un tentativo di risposta a quell’abominio della guerra che ha visto come vittime e bersagli preferiti, i bambini. Un fallimento della cultura che non ci ha sufficientemente insegnato a difenderli come il bene supremo al quale dobbiamo guardare (6) ?
Non c’è più Vittorio, molti, troppi bimbi sono morti e spesso con un certo disorientamento ci muoviamo nelle forme di solidarietà che esprimono vicinanza col popolo Palestinese.
Abbiamo imparato a conoscere la Resistenza non violenta contro il “muro della vergogna” e abbiamo appreso che Israele l’ha definito “terrorismo non violento”, non servono commenti.

Termino come tre anni fa con il video di “contro” dei nomadi perché anche se gli anni passano, le infamie sono sempre dietro all’angolo e la scelta di essere contro queste infamie è ancor prima che ideologica, una scelta di civiltà.
Loris



5 commenti:

Francesco Zaffuto ha detto...

Ricordo quei giorni del bombardamento su Gaza. Allora ho pensato che lo stavano facendo per condizionare l'insediamento di Obama alla Casa Bianca. Con il senno del poi mi pare che non fosse un'idea peregrina. Certo emergeva tutto il cinismo di un massacro. Continuare a ricordare quegli eventi è necessario anche per trovare una reale strada di pace.
ciao

Maurizio ha detto...

Mi sono preso la libertà di riproporlo su http://guerrillanotes.tumblr.com/
domani sarà visibile.
ciao

loris ha detto...

@Francesco, come al solito ci scontriamo con lo strano concetto di democrazia di noi "occidente capitalista", pronti a non sentire odore di fronte alle nefandezze di chi detiene potere economico.

loris ha detto...

@Maurizio, prenditi tranquillamente tutte le libertà che ritieni opportune per far conoscere, se ce ne fosse ancora bisogno il dramma di un popolo. Quello palestinese.

Anonimo ha detto...

Nei giorni in cui tutti in tutto il mondo ricordano l'esistenza di Betlemme e Gerusalemme come città simbolo di pace e fratellanza, pochi parlano dell'apartheid e dell'assedio militare imposti da Israele su queste terre, delle violenze e dell'occupazione vissute ancora quotidianamente dai palestinesi (giusto ieri un raid aereo sulla Striscia ha fatto 1 morto e 10 feriti).
Grazie Loris di fare parte dei secondi.

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