Ormai tutti sono concordi che quella che attraversiamo è una crisi di sistema. La crisi della politica è di fatto l’esito di un fallimento di quello spazio pubblico in cui i cittadini, attraverso le proprie rappresentanze , sarebbero chiamati a partecipare.
La modalità che ha portato alla rielezione il Capo dello Stato e la successiva formazione del Governo sono l’evidente immagine di questo processo di distacco della politica dal sentimento comune del Paese Reale.
Chi sta pagando il prezzo più alto di questa rappresentatività è quella porzione di cittadini che prima di ogni altra cosa, per condizione sociale poi per cultura sono la “ base “ della sinistra.
Riuscire a rendere rappresentanza politica a strati sociali fondamentali per la crescita e lo sviluppo di un paese diventa pertanto un dovere al fine di garantire attuazione alla Costituzione nel richiamo alla sovranità popolare dell’art.1.
Sono due le strade da percorrere per ridare dignità e autorevolezza politica alla sinistra italiana :
- una proposta politica capace di galvanizzare le istanze che oggi vengono espresse in miriadi di gruppi, comitati, partiti e movimenti .
- l’attivazione e la facilitazione a tutti quei processi di democrazia partecipativa istituzionalizzati dove allargare la base del consenso attraverso la cittadinanza attiva diventa il miglior strumento facilitatore per una mai attuata autoriforma dei partiti.
Oggi sono diverse le proposte di soggettività nuove a sinistra, tutte sicuramente pregevoli e a cui dedicare tutte le attenzioni possibili. Ma, se questi processi che provengono da contesti disaggreganti, come il PD del governo Letta o la sconfitta elettorale di Rivoluzione Civile non intraprendono percorsi di contaminazione culturale e rimescolamenti delle classi dirigenti non per unire “debolezze” ma per ricostruire un modello politico di una Sinistra nuova, gli sforzi rischiano di essere inutili.
La necessità è di una Sinistra di governo che intercetti le diverse forme in cui si affacciano le problematiche legate al lavoro nel rispetto della sostenibilità e che ci dia le motivazioni per rimanere in una Europa dei diritti e del lavoro in antitesi all’Europa delle banche e del fiscal compact.
Processi quindi, di ricostruzione inclusivi senza “primati” della proposta o volontà egemoniche del percorso.
Non strategie unificanti dal fiato corto, ma un vero e proprio progetto di un soggetto politico in grado di ridare voce a un popolo della sinistra portatore di un valore antico di solidarietà e di lotta ; moderno nel captare le mutazioni sociali e l’esigenza di fornire risposte adeguate sul piano dei diritti, della solidarietà e della legalità.
Loris Viari
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