L’evolversi della situazione politica ci impone delle
riflessioni che investono inevitabilmente anche la politica locale, e credo che
mai come in questo momento sia evidente come scelte importanti per Genova
rischiano di essere prese in altri luoghi.
Il successo delle “primarie”,
anche se giocato sull’equivoco “desiderio di partecipare” e “partecipazione” è
comunque evidente, come è pure evidente che non sono uscite mai da una logica
di “primarie del PD” senza mai entrare in una logica di “primarie di coalizione”,
relegando la candidatura di Vendola ad una comprimarietà inadeguata, insufficiente e fortemente riduttiva delle aspettative di chi guarda ad una
“sinistra arancione” fatta di cittadinanza attiva, associazionismo e mondo del
volontariato.
Qualcosa più di un semplice
rischio è che al termine della tornata elettorale nella sfera di influenza del
“centrosinistra” ci si trovi di fronte ad un “pensiero unico” con una
affermazione (salvo imprevisti di percorso) del PD importante ed una rosa di presenze
di seconda fila relegati a frustranti quanto inutili testimonianze.
Localmente la depotenzializzazione dei
risultati ottenuti alle precedenti amministrative diventerebbe evidente, e
scelte e obiettivi importanti che hanno caratterizzato l’ala sinistra
all’interno dell’attuale maggioranza cittadina difficilmente troverebbero
sponda e sostenibilità. A rischio quindi, qualsiasi discussione su Gronda, mobilità cittadina
privatizzazioni o ciclo dei rifiuti.
Genova, ancor più delle altre
città come Milano o Napoli ha dato un segnale preciso verso la volontà di
quell’ “arancione” all’interno del centro sinistra che possa determinare un
cambio di marcia nel fare e concepire la politica. All’interno, e non
alternativo al centrosinistra in quanto non l’ambizione ma il dovere è quello
di governare. Governare per poter dare delle risposte a coloro che sono stati
estromessi dai cicli produttivi o che hanno subito la precarizzazione del
lavoro, risposte per la scuola che urla una dispnea culturale e risposte per
tutti coloro che hanno visto tagliare sanità, pensioni e diritti ben oltre il
limite di un paese che vuole definirsi civile.
Credo pertanto che il tentativo di unificare questo percorso da parte di
tutte quelle componenti che sono già oggi presenti nel centrosinistra,
includendo ulteriormente quelle realtà associative e di volontariato che
fondano i valori e la propria azione nell’ambientalismo, nella solidarietà e
nel pacifismo debba essere un dovere da percorrere per dare voce a coloro ai
quali le politiche prima berlusconiane e poi di Monti, hanno tolto la possibilità
di futuro, a Genova come al resto del paese.
Loris
Loris
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