il problema attuale non è più la lotta della democrazia contro il fascismo ma quello del fascismo nella democrazia (G. Galletta)

Amicus Plato, sed magis amica veritas



venerdì 29 marzo 2013

Quel bisogno di Sinistra


L’impasse era prevedibile, la ricerca spasmodica di uno spazio “moderato”, che tradotto in linguaggio politico significa centrismo, e la parlamentarizzazione dell’antipolitica nichilista, dopo anni di progressivo astensionismo hanno stabilizzato un quadro di ingovernabilità tale che qualsiasi tipo di soluzione che verrà intrapresa troverà maggioranze reali nel paese relegate al ruolo di sudditanza assolutamente passiva. Alla faccia della democrazia e di un rilancio della buona politica.
Sono due gli elementi evidenti di questo quadro politico: il fallimento per inadeguatezza del sistema politico bipolare e conseguentemente la debolezza della proposta politica del PD.
Nella rincorsa ad accondiscendere a quell’elettorato più incline alla “crescita felice” nell’illusione che le risorse siano infinite, mentre sempre più ampie sono le masse di lavoratori precari ai quali “spremere” presente e futuro, lo strabismo politico ha fatto si di trascurare progressivamente quelle componenti sociali che hanno da sempre riposto nella “Sinistra” la rappresentanza politica, ancor prima che parlamentare.
Per la seconda volta, il “voto utile” è solo servito a rafforzare soggetti politici che nulla hanno a che fare con la Sinistra e neanche con quelle “moderate” centriste che solo geometricamente si collocano in ambiti di centro-sinistra.

In questi anni, dal passaggio della “Bolognina” ad oggi, sono state diverse le rappresentazioni di una “sinistra” ora alternativa, ora radicale ma scarsamente rappresentativa sul piano di larghi strati sociali. Più propensa a trovare spazi nelle tipologie dei “comitati” che generatrice di lotte che non fossero di mera difesa.

La costruzione di una “Sinistra di governo” è pertanto la sfida sulla quale misurarci nei prossimi mesi e anni.
Le interlocuzioni con SEL e il PD diventano gli snodi necessari per ricomporre un quadro politico che riporti, lavoro, sviluppo sostenibile e legalità al centro del dibattito.

Lo spazio, post elettorale, aperto da Antonio Ingoia può contribuire alla costruzione del contenitore dove far convergere queste istanze della Sinistra di Governo. Le manovre in atto per la formazione di un “governo” e il conseguente assetto per l’elezione del Presidente della Repubblica sono il termometro immediato sul “bisogno” reale di Sinistra.
Loris

mercoledì 20 marzo 2013

RETE CENTO PASSI - petizione on line






sono uno dei firmatari di questa petizione, credo che la memoria su Peppino Impastato passi anche nella conservazione del luogo dove fu assassinato. Pure io invito non solo a firmare ma a diffondere attraverso i vostri contatti questa petizione on-line.
Copio e incollo il contenuto di una mail a me indirizzata.
Loris








Ciao, approfittiamo per ringraziare tutti coloro che stanno sostenendo l'iniziativa, siamo già ad oltre 21.000 adesioni, più quelle arrivate direttamente alla nostra mail. Un buon traguardo sarebbero le 100.000 firme. 

Aiutaci a raggiungere l'obiettiettivo. Fai girare il link tra i tuoi amici. GRAZIE. 
Rete 100 passi 
Danilo Sulis - Giovanni Impastato

martedì 12 marzo 2013

"La cosa più importante della nostra vita è aver scelto la nostra parte"


tristemente profetico è stato il precedente post sull'8 marzo dove tra le altre cose si ricordavano le 21 donne della Costituente.
Ci ha lasciati Teresa Mattei, la più giovane delle donne in quella assemblea e l'ultima che era rimasta in vita.
L'eredità che ci ha lasciato è quel "BENE COMUNE" che si chiama Costituzione.
Partigiana e Comunista fu duramente colpita negli affetti dal regime fascista, che torturò, sino ad indurre al suicidio per non rivelare nomi, il fratello nelle stanze di via Tasso a Roma.

che la terra ti sia lieve Partigiana Chicchi



lascio alle pagine di Altraeconomia il ricordo di questa mia concittadina di nascita.

“Noi salutiamo quindi con speranza e con fiducia la figura di donna che nasce dalla solenne affermazione costituzionale e viene finalmente riconosciuta nella sua nuova dignità, nella conquistata pienezza dei suoi diritti, questa figura di donna italiana finalmente cittadina della nuova repubblica. Ancora poche costituzioni nel mondo riconoscono così esplicitamente alla donna la raggiunta affermazione dei suoi pieni diritti. >>... leggi tutto


link utli
wikipedia - Teresa Mattei

domenica 10 marzo 2013

Numeri per pensare, Numeri a cui rispondere

Da una analisi sui risultati del voto, da parte del PD genovese, emergeva un dato, assolutamente preoccupante , del voto giovanile.
Il dato viene estrapolato facendo semplicemente la differenza tra voto alla camera, dove votano i diciottenni e il voto al senato dove votano dai 25 anni in su. Ovviamente il dato non ha la presunzione della precisione assoluta per effetto delle alchimie del voto disgiunto ma sicuramente sono un indicatore di una tendenza che trascurarla sarebbe politicamente un grave errore.
Tralasciando il dato locale ho voluto fare il raffronto sui dati nazionali, in particolare di quelli del PD, di SEL, di Rivoluzione Civile, e del M5S.


I giovani come evidenziano i numeri hanno scarsamente votato il PD (circa il 2,5%).
SEL, (circa il 18%) considerando il carattere giovane del partito ha pagato a caro prezzo lo schiacciamento sulle posizioni del PD. Sono stati considerati evidentemente "vecchi" e poco corrispondenti alle aspettative dei giovani che comunque nella politica hanno ancora dei riferimenti. Il popolo delle fabbriche di Nichi molto probabilmente ha guardato altrove.
Rivoluzione Civile, nonostante il dato complessivo non premiante sul fronte giovani si avvicina al dato assoluto del PD (circa 25%) surclassando il dato di SEL, diventando di fatto un punto di riferimento del voto giovanile. Un'ottimo spunto di riflessione da cui partire.

Il dato del M5S credo rappresenti la risposta sociale alla precarietà (anche se percentualmente il dato è analogo a quello di SEL). Il riversare in un non o anti partito la propria scelta, è di fatto il trionfo della cultura nichilista che pensa alla sopravvivenza quotidiana ma soprattutto non ha la progettualità della propria vita. E' di fatto una vittoria della cultura berlusconiana, uno specchio del prodotto di tutti questi ultimi anni.
Loris

giovedì 7 marzo 2013

8 marzo giornata internazionale della donna. Non è una festa - Malala Yousufzai e Irma Bandiera

La tradizione popolare racconta che l'8 marzo 1908 Mr. Johnson , proprietario dell’industria “Cotton” chiude a chiave all’interno della sua azienda le lavoratrici impegnate in una rivendicazione sindacale e che un incendio farà perire, arse vive, 129 lavoratrici. Ricerche negli archivi di quel tempo non avvalorano questa storia.Alcuni anni dopo, il 25 marzo 1911, alla Triangle Shirtwaist Company, situata nel cuore di Manhattan, che produce abbigliamento, un incendio causa la morte di 146 operai della Triangle, in gran parte giovani donne immigrate di origini italiane ed ebree, perlo più di età compresa fra i 13 e i 22 anni.In diversi paesi, ci furono in quegli anni iniziative che cercavano di mettere al centro la questione femminile ma in date diverse dall'8 marzo a secondo dei paesi e dai gruppi organizzati femminili. L'8 marzo 1917 a San Pietroburgo una grande manifestazione di donne chiedeva con forza la fine della guerra. Quella manifestazione e successive determineranno il crollo del regime zarista. Per questo motivo, il 14 giugno 1921, la Seconda conferenza internazionale delle donne comuniste, tenuta a Mosca, su proposta di Rosa Luxemburg fissò all’8 marzo la «Giornata internazionale dell’operaia», trasformata in:"La Giornata Internazionale della Donna."


...Non troverete nessuna festa in queste pagine, una filo ininterrotto da quel marzo 1908 vede le donne in prima linea nelle lotte per l'emancipazione, per i diritti, per il lavoro e per la libertà.
Per queste ragioni voglio in occasione di questo 8 marzo ricordare alcune di queste donne, solo alcune perchè sarebbe impossibile ricordarle tutte anche se ogni giorno dell'anno dalle mura domestiche ai più diversi luoghi di lavoro e nei più diversi ruoli nella società c'è sempre una donna impegnata nell'emancipazione.



Questo 8 marzo "a sinistra" vuole ricordare Malala Yousufzai, la giovane Pakistana ferita gravemente dai talebani per punirla nella sua rivendicazione del diritto all'istruzione per le giovani Pakistane.
Ecco alcuni stralci del suo diario prima che venisse colpita dai proiettili dei talebani:


Sabato 3 gennaio: “Ho paura”

Ho fatto un sogno terribile ieri, con gli elicotteri militari e i talebani. Faccio questi incubi dall’inizio dell’operazione dell’esercito a Swat. Mia madre mi ha preparato la colazione, e sono andata a scuola. Avevo paura di andare perché i talebani hanno emanato un editto che proibisce a tutte le ragazze di frequentare la scuola.

Solo 11 compagne su 27 sono venute in classe. Il numero è diminuito a causa dell’editto dei talebani. Per la stessa ragione, le mie tre amiche sono partite per Peshawar, Lahore e Rawalpindi con le famiglie.

Mentre tornavo a casa, ho sentito un uomo che diceva “Ti ucciderò”. Ho affrettato il passo, guardandomi alle spalle per vedere se mi seguiva. Ma con grande sollievo mi sono resa conto che parlava al cellulare. Minacciava qualcun altro.


Domenica 4 gennaio: “Devo andare a scuola”

Oggi è vacanza, e mi sono svegliata tardi, alle 10 circa. Ho sentito mio padre che parlava di altri tre cadaveri trovati a Green Chowk (al valico). Mi sono sentita male sentendo questa notizia. Prima del lancio dell’operazione militare, andavamo spesso a Marghazar, Fiza Ghat e Kanju per il picnic della domenica. Ma ora la situazione è tale che da un anno e mezzo non facciamo più un picnic.

Andavamo sempre anche a passeggiare dopo cena, ma adesso torniamo a casa prima del tramonto. Oggi ho aiutato un po’ in casa, ho fatto i compiti e ho giocato con mio fratello. Ma il mio cuore batteva forte — perché devo andare a scuola domani.



Lunedì 5 gennaio: “Non indossare vestiti colorati”

Mi stavo preparando per la scuola e stavo per indossare la divisa, quando mi sono ricordata di ciò che il preside ci ha detto: “Non indossate le divise, e venite a scuola in abiti normali”. Perciò ho deciso di mettermi il mio vestito rosa preferito. Anche altre ragazze indossavano abiti colorati, per cui c’era un clima molto casalingo in classe.

Una mia amica è venuta a chiedermi: “Dio mio, dimmi la verità, la nostra scuola sarà attaccata dai talebani?”. Durante l’assemblea del mattino, ci è stato detto di non indossare più vestiti colorati, perché i talebani sono contrari. 

Dopo pranzo, a casa, ho studiato ancora un po’, e poi la sera ho acceso la tv. Ho sentito che a Shakarda viene rimosso il coprifuoco che era stato imposto 15 giorni fa. Sono contenta perché la nostra insegnante di inglese vive nella zona e adesso forse riuscirà a venire a scuola.


tratto dal Corriere della Sera

***
In giorni come quelli attuali in cui viene fatto scempio del parlamento, viene calpestato il sacrificio di chi per darci libertà e democrazia sacrificò la propria vita, il ricordo vada a quelle donne che col sangue contribuirono a scrivere quel patto con lo Stato e tra cittadini che si chiama Costituzione.
Loris



Irma Bandiera

Nata a Bologna l'8 aprile 1915, fucilata al Meloncello di Bologna il 14 agosto 1944, Medaglia d'Oro al Valor Militare alla memoria.
Di famiglia benestante, moglie e madre affettuosa, il suo amore per la libertà la spinse a schierarsi contro gli oppressori. Staffetta nella 7a G.A.P., divenne presto un'audace combattente, pronta alle azioni più rischiose. Fu catturata dai nazifascisti, a conclusione di uno scontro a fuoco, mentre si apprestava a rientrare a casa, dopo aver trasportato armi nella base di Castelmaggiore della sua formazione. Con sé Irma aveva anche dei documenti compromettenti e per sei giorni i fascisti la seviziarono, senza riuscire a farle confessare i nomi dei suoi compagni di lotta.
L'ultimo giorno la portarono di fronte a casa sua: "Lì ci sono i tuoi - le dissero - non li vedrai più, se non parli", ma Irma non parlò. I fascisti infierirono ancora sul suo corpo martoriato, la accecarono e poi la trasportarono ai piedi della collina di San Luca, dove le scaricarono addosso i loro mitra.
Il corpo di quella che, nella motivazione della massima onorificenza militare italiana, è indicata come "Prima fra le donne bolognesi ad impugnare le armi per la lotta nel nome della libertà... ", fu lasciato come ammonimento per un intero giorno sulla pubblica via.

fonte ANPI

***
le 21 Donne alla Costituente

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