il problema attuale non è più la lotta della democrazia contro il fascismo ma quello del fascismo nella democrazia (G. Galletta)

Amicus Plato, sed magis amica veritas



giovedì 30 settembre 2010

Salvate il (bambino) soldato Khadr

Sicuramente il caso a volte gioca brutti scherzi con le date , sberleffi che arrivano come ceffoni, specialmente se alla fine il tema è la cultura, i diritti, lo Stato.
Il 29 settembre sarà forse ricordato per la canzone di Battisti cantata dall’equipe 84, sarà ricordato per il discorso di Di Pietro come messaggio collettivo a Silvio Berlusconi, sarà ricordato,magari imprecando, come il giorno del compleanno del premier e sarà ricordato, magari con senso di profonda insoddisfazione per il compleanno di Bersani.
Fortunatamente, non sempre siamo stati così sfigati e nel 1945, il 29 settembre apriva la sua stagione a Direzione Elio Vittoriani “Il Politecnico” con un pezzo dal titolo “Una nuova cultura”  da me riportato integralmente nel post del 18 gennaio 2009.
Riporto alcune righe ….Per un pezzo sarà difficile dire se qualcuno o qualcosa abbia vinto in questa guerra. Ma certo vi è tanto che ha perduto, e che si vede come abbia perduto. I morti, se li contiamo, sono più di bambini che. di soldati; le macerie sono di città che avevano venticinque secoli di vita; di case e di biblioteche, di monumenti, di cattedrali, di tutte le forme per le quali è passato il progresso civile dell’uomo; e i campi su cui si è sparso più sangue si chiamano Mauthausen, Maidanek, Buchenwald, Dakau. Di chi è la sconfitta più grave in tutto questo che è accaduto? Vi era bene qualcosa che, attraverso i secoli, ci aveva insegnato a considerare sacra l’esistenza dei bambini. …..
Nei giorni scorsi ho pubblicato un pezzo su quella che a mio parere è stata una campagna strumentale contro la condanna a morte di Sakineh. Strumentale in quanto non esistono condannati di serie A e di serie B. Voglio , anzi, essere più preciso, non ci sono condanne alla pena capitale accettabili e altre no.
Se trovo delle risposte in quello che considero un processo di aculturazione di massa, nel bombardamento mediatico,   da parte di un potere che detiene soprattutto i mezzi di comunicazione e che per i suoi biechi interessi sistematicamente svuota di contenuti la scuola pubblica, ritengo inaccettabile che chi nelle modalità più diverse ricopre incarichi rilevanti a rappresentanza di uno stato, furbescamente e strumentalmente si lasci andare ad “errori di valutazione” o a “dimenticanze” imperdonabili. Per rimanere assolutamente comprensibile, farò nuovamente riferimento ai due paladini per la difesa della vita di Sakineh : madame Sarkozy Bruni e il nostro ministro degli esteri Franco Frattini.
Tutto il ragionamento precedente, per mettere in evidenza una notizia passata assolutamente nel silenzio generale nella prima metà del mese di Agosto che ha per protagonista  un giovane oggi 22enne che all’epoca dei fatti che gli vengono contestati aveva 15 anni . Parliamo di una vicenda di negazione dei più basilari diritti umani non soltanto nei confronti di, oggi, un uomo, ma di quella che è stata una adolescenza negata, e se prima la negazione è arrivata dall’ambiente stesso in cui viveva il bambino, assai più grave è che la negazione successiva sia stata perpetrata da chi si erge a esportatore, non solo di democrazia, ma magari anche di cultura e di un valore aggiunto del radicamento religioso.
La notizia appello è del 12 agosto : Salvate il (bambino) soldato Khadr - Inizia a Guantanamo il processo Khadr, il bambino soldato prelevato in Afghanistan dalle forze speciali Usa quando aveva solo quindici anni .
Anche se con un ritardo di almeno sette anni, rispetto a tutta la vicenda, penso che un tentativo di riscatto della “Cultura” che implica un farsi carico della sorte di questo giovane sia imperativo.
Mi aspetterei in tal proposito una forte presa di posizione del nostro ministro degli esteri e un impeto dirompente a difesa di Khadr, da parte di madame Sarkozy Bruni.
Mi domando pure se in questa distrazione è incappato anche il direttore del TG1 Minzolini anche se è evidente che nessun media di fatto ha iniziato una campagna a difesa di questo giovane a cui è stato negato “il diritto di crescere”….senza se e senza ma.  


...Oggi 30 settembre ritengo sia nostro dovere far si di dare cittadinanza alle parole, quando queste prevedono la difesa della nostra cultura, contro l'imbarbarimento dei ricatti, delle escort e del pressapochismo istituzionali

Loris

Link utili : Una nuova cultura

articolo su peacereporter : Salvate il bambino (soldato) Khadr

martedì 28 settembre 2010

Uccisa dall’ipocrisia ancor prima che dalla corda del boia.


Ho sostenuto nei giorni scorsi che la campagna a favore della vita per Sakineh era senza se e senza ma. Ritenevo estremamente fastidiosi e fuori luogo i distinguo che qua e la si manifestavano.
Ritenevo e continuo a ritenere ipocrita l’indignazione nei confronti della lapidazione, come se decapitazione, impiccagione o altre forme di esecuzione fossero meno barbare. Ancor più ho considerato ipocrita il fatto che si taccia che la lapidazione sia strumento di esecuzione capitale anche in altri paesi, nei confronti dei quali, anziché condanne, da parte dell’occidente, si preferisce la stesura di trattati commerciali annaffiati magari da milioni di barili di petrolio. Verrebbe da dire , la morale della più o meno leggerezza della pietra.
Oggi, il più amaro degli epiloghi, Sakineh non sarà lapidata e non è più accusata di adulterio. Sakineh sarà impiccata in quanto ritenuta responsabile dell’ uccisione del marito.
In questo caso, la mano del boia è come se fosse guidata dall’eterna ipocrisia che pone noi occidentali al di sopra di leggi, di religioni e di stati.
Diventa poco credibile, qualsiasi manifestazione di indignazione e di condanna, dopo che la nostra “morale” ha permesso non più tardi di qualche giorno fa, l’esecuzione di Teresa Lewis nei civilissimi USA,
Dove sono finite le First Lady nelle vesti di novelle Giovanna d’Arco contro i selvaggi infedeli che stavano per profanare a sassate un corpo femminile? Dove e cosa diceva la nostra punta di diamante della diplomazia italiana (Frattini) contro gli assassini americani di una disabile mentale? Dove le gigantografie, a monito continuo contro le barbarie?

Credo a questo punto, che qualsivoglia epilogo sarà scritto su Sakineh , una vittima di fatto c’è già. La nostra cultura intrisa di pseudo moralismo cattolico e illuminismo incompiuto, sia che armi o che disarmi la mano del boia si è mostrata nella sua ipocrita nudità

Loris





venerdì 24 settembre 2010

Quando anche la Rumenta (spazzatura) ha bisogno della scorta

Sono confuso!!!
Parlare o ragionare di politica, tra papi stranieri, dossier caraibici che gradirei a ritmo di reggae, narratori di poesie senza rime,…..mi risulta cosa impossibile.
Come da bambino non ho neanche voglia di leggere cose che non siano fumetti.
In mancanza della bravura di un Gallepini (Tex Willer),  di un Hugo Pratt (Cortomaltese) e senza dimenticare la sensualità nel tratto di Milo Manara , provo , pellegrinando nel web, a focalizzare con qualche immagine una certa quotidianità.
È ricomparsa in quantità considerevole la spazzatura a Napoli. La cosa realmente importante però è che è ricomparso, anche se pensavamo tutti che si fosse dimesso, il Capo del Dipartimento della Protezione Civile, Guido Bertolaso. Si proprio quel Bertolaso che tra amici che ridono e massaggi miracolosi ci aveva spergiurato che se non altro per avvicendamento si sarebbe dimesso.
Tornando a Napoli, dopo l’incendio di alcuni autocompattatori, è stato deciso che i mezzi con la spazzatura avranno la scorta della Polizia. (mi spiace ma non ho immagini significative).
 in compenso per la serie “ghe pensi mi”, e si è visto quanto pensiero c’ha dedicato, ecco le immagini della scorta…., del Premier.





Ogni riferimento alle scorte e a ciò che scortano è puramente casuale.

lunedì 20 settembre 2010

Veltroni, Rosy Bindi e...Lombroso

...e' da quando ieri ho letto la notizia e visto questa foto su Repubblica.it che il dubbio mi logora...

La Bindi scommette che "il litigio" all'interno dei democratici "finirà presto", perché "chi ha iniziato, ha capito di aver sbagliato".

Senza necessariamente andare a scomodare le teorie del Lombroso Quanti guardando questa foto potrebbero affermare che ha capito?
.......ma solo di aver sbagliato?


sabato 18 settembre 2010

Cara Marta, hai nuovamente toppato


Anche se febbricitante non riesco a resistere a commentare due situazioni, tutte genovesi, che trovano coinvolta l’amministrazione comunale.

1)l'ordinanza sindacale che sancisce la multa a prostitute e clienti adescati per strada.

2)Il patrocinio del Comune all’ Oktoberfest


Ritengo il problema prostituzione un problema serio, e non tanto per il rapporto prostituta-cliente, ma per ciò che rappresenta in termini di “tratta delle donne”  spesso minorenni.

Non ci riuscì la senatrice Merlin a risolvere il problema, con la famosa legge che chiudeva i casini, non penso proprio ci riuscirà una ordinanza che porterà all’interno di abitazioni, non tanto l’antica arte del meretricio, ma lo sfruttamento e la riduzione in schiavitù di molte di queste donne e bambine.

La manifestazione di “lucciole” che si è svolta davanti Palazzo Tursi (sede degli uffici del sindaco)  non meritava il rifiuto da parte della Sindaco di interloquire con queste donne.

Un falso moralismo bigotto non può gettare un colpo di spugna su quella che è, ed è stata,  l’attività di queste donne.

Molti Stati, nel corso della Storia, a partire dalla Roma antica dei papi, che avevano trasformato la città eterna in un enorme postribolo a cielo aperto, o continenti che nel momento delle colonizzazioni trovarono in molte prostitute deportate, un importante contributo nella formazione di nuove famiglie che di fatto furono l’ossatura per la nascita di nuove società, come in Australia, o durante l’epopea del west dove non fu cosa rara che prostitute itineranti per le new town a prevalente popolazione maschile decidessero di accasarsi, hanno sfruttato”istituzionalmente”, a loro volta, queste donne e la loro attività.

(fonte www.acompagna.org )clicca per allargare

Pure noi Genovesi, e lei in quanto Primo Cittadino lo dovrebbe ben sapere, un debito in solido con loro lo abbiamo contratto nel momento che parte della storica “marchetta” andava a rimpinguare le casse per la costruzione del porto di Genova.

In maniera del tutto casuale alcuni giorni fa, nel post della notte bianca dell’11 settembre, osservavo che, là dove l’attività su strada è molto diffusa, faccio riferimento al ponte elicoidale e zona del WTC, in presenza di una iniziativa che aggrega come è stata “la notte bianca dei diritti” negli spazi di Music for Peace, in quelle immediate vicinanze gli appostamenti erano assai rarefatti, per poi riprendere progressivamente sul lungomare Canepa e via Sampierdarena.
Penso che nel momento che si fa vivere un quartiere, una zona, contribuiamo fortemente a toglierle dal degrado. Certamente l’aver creato quartieri come il WTC (uffici di giorno e il deserto di notte) non facilità gli interventi. Ma a provvedimenti urbanistici di dubbia riuscita dal punto di vista della socializzazione non si può rispondere reprimendo.

Molto perplesso rimango anche sul patrocinio all’ Oktoberfest nel momento in cui la campagna educativa dei giovani va proprio in senso contrario. Non sto ad elencare i gravi numeri sull’incidenza dell’alcool nei giovani, che di per sè valgono una alzata di scudi contro il patrocinio. ma vorrei segnalare come nell’eventualità da buoni genovesi seguano, quanto è stato patrocinato dall’amministrazione che se neopatentati vengono sorpresi anche solo con un bicchiere di birra, rischiano la patente e a volte un percorso assolutamente criminalizzante che li porta a visite psichiatriche, o al Sert.
Visto che uno dei soggetti preposti al controllo è la Polizia Municipale, sarebbe opportuno che l’amministrazione ci spiegasse come può patrocinare da una parte per poi reprimere dall’altra.

giovedì 16 settembre 2010

“….Cara, ..non è quello che tu stai pensando !!!!! “. Quando anche i ministri credono che siamo tutti dei boccaloni.

 In me non c’è un vulnus persecutorio, ma a sentire offendere l’intelligenza mia e di una buona parte  degli italiani, non ci sto.
Leggendo il resoconto Ansa , sulle considerazioni del nostro ministro degli Esteri rispetto alla vicenda del motopeschereccio mitragliato dai libici, resto sempre più esterrefatto.

Dice Frattini "L'opposizione è sempre in mala fede e contro l'interesse dell'Italia in questi casi".

Sicuramente i pescatori di Mazara sono dei pericolosi comunisti o dei Finiani di incrollabile fede se i militari libici hanno ritenuto di dover sparare…. Pardon, visto che anche il Maroni ci mette del suo parlando di “incidente” forse è più corretto dire che i militari libici hanno scambiato i pescatori siciliani per delle avvenenti fanciulle che volevano convertirsi e trasferirsi in Libia, e dalla gioia hanno iniziato a sparare in aria, mentre il motopeschereccio cercava di inseguire le pallottole . 
Una situazione tale e quale al marito scoperto a letto con l’amante che non trova di meglio da dire :““….Cara, ..non è quello che tu stai pensando !!!!! Sono scivolato e…. ha fatto tutto lei!

I compiti del Ministero per gli affari esteri è di “Cooperare con le Organizzazioni internazionali per lo sviluppo, l'emigrazione e la tutela degli italiani e lavoratori all'estero” come prevede la Legge del 23 aprile 2003, n. 109.

Il ministro Frattini non è nuovo nella scarsa difesa dei cittadini italiani che subiscono attacchi da Stati stranieri, salvo poi, quando le cose si ammorbidiscono vantare una presunta posizione equilibrata che di fatto offende non solo i cittadini coinvolti, ma tutti i cittadini italiani.
Voglio ricordare l’arresto degli operatori di Emergency in Afganistan e l’atto di pirateria della marina israeliana nei confronti della “freedom flotilla” dove oltre alle uccisioni di cittadini Turchi furono limitate le libertà individuali anche a cittadini italiani.
Il fatto che il governo e alcuni imprenditori si mettono in affari con regimi illiberali e non rispettosi delle leggi internazionali non può essere una giustificazione  per non tutelare da subito i legittimi interessi dei cittadini italiani.

Concludo con una osservazione davanti agli occhi di tutti.
La motovedetta libica (donata dall’Italia) con a bordo militari della GDF italiani dovrebbe a detta del ministro operare esclusivamente su operazioni anti-immigrazione. Se anziché un peschereccio con pochi membri di equipaggio si fosse trattato di un barcone pieno di disperati come abbiamo imparato a vedere, quanti di quei proiettili sparati contro il peschereccio avrebbero trovato carne umana?
Naturalmente sotto l’occhio osservatore dei militari italiani. 
Loris



lunedì 13 settembre 2010

Un 11 Settembre a Fare Societa'



La giornata inizia davanti al pc, l’invio attraverso facebook per raccogliere adesioni, del documento “verso Genova 2011”, un’occhiata al post sul mio 11 settembre ..quello del 1973 in Cile, quindi, con macchina fotografica appresso mi dirigo verso l’appuntamento con Giuliano Giuliani, per una iniziativa fuori della Liguria, a parlare di Carlo, della violenza che scoppiò a Genova nel 2001, della violenza dello Stato.


Dopo poco più di un’ora in una giornata limpida, si stagliano le cime delle Apuane, terra di cavatori di marmo, terra in cui si è consolidata e radicata una antica cultura Anarchica.


Giuliani è stato invitato nell’ambito di “Anarchia in festa” per un incontro dibattito dal titolo “ …ma due guardie bigotte ci cercarono l’anima a forza di botte…”












Oltre a Giuliani, (Come Comitato Piazza Carlo Giuliani) sono presenti anche i familiari di Stefano Cucchi , Franco Bertolucci (del comitato bfs di Pisa), Giuseppe Tarallo (del comitato Francesco Mastrogiovanni).


Farei torto ai Cucchi se cercassi di sintetizzare il dramma che hanno saputo raccontare, dramma di una famiglia che si è vista portare via il figlio, comprendere che stava succedendo qualcosa di grave e subire l’ingiuria della burocrazia che gli ha impedito fino all’ultimo di poter rivedere il figlio in vita. Le botte, la violenza fino all’estrema conseguenza, le menzogne e le coperture nei confronti di chi si è macchiato di questa infamia.


Giuseppe Tarallo relaziona sul caso di Franceso Mastrogiovanni, morto legato ad un letto di un ospedale psichiatrico dopo aver subito un TSO (trattamento sanitario obbligatorio) . Oltre che sul caso specifico Tarallo allerta su su una proposta di legge dell’onorevole Carlo Ciccioli sui trattamenti psichiatrici coatti.


Giuliani parla di Genova, di piazza Alimonda, di come gli ufficiali coinvolti costruiscano una loro verità, che sarà sconfessata anche dalla Corte Europea che condanna lo Stato Italiano a risarcire la famiglia Giuliani.


La riflessione finale è affidata a Mauro, che con altri libertari ha curato l’organizzazione di questa festa popolare e di questo incontro dibattito sulle violenze dello Stato. “Fare società..” è il suo messaggio. Nelle diversità di pensiero e di posizioni, creare i presupposti di conoscenza per poter far crescere coscienza rispetto a problematiche come quelle di Stefano Cucchi, di Francesco Mastrogiovanni e Carlo Giuliani…. Senza dimenticare tanti altri come Franco Serantini, Giorgiana Masi ….Federico Aldrovandi.






Io e Giuliano lasciamo le bandiere rosse e nere della festa Anarchica mentre il parco dove si svolge la festa si sta animando di famiglie che vengono a condividere la cena e qualche ora di musica. Anche questo prendendo spunto da quanto detto da Mauro è “fare società”, è stare insieme alla gente, alle famiglie, ai bambini e in quel territorio quella cultura è assolutamente parte integrante della sua storia.






Genova ci riapre le porte che si è fatto buio. Ma è una serata e una nottata particolare: Notte bianca.


Mentre giovani e meno giovani iniziano a riversarsi per le strade e le piazze del centro, noi ci dirigiamo la dove lanterna, porto, moderni edifici e vecchie costruzioni coesistono in un improbabile progetto naif.


In un crocevia tra traffici portuali commerciali e terminal traghetti, “Music For Peace” sta risanando col contributo di tutti un’area ed un edificio per svolgere al meglio e nelle immediate vicinanze del porto le attività connesse alle emergenze umanitarie in cui porta il suo contributo.


In collaborazione con altre associazioni Music For Peace ha organizzato “La Notte Bianca Dei Diritti”.
















Tra il saluto del rappresentante dell’associazione dei palestinesi in Italia e un dibattito, qualche assaggio delle diverse cose preparate dai volontari delle diverse associazioni e un bicchiere di vino spillato da una damigiana. Anche qua a Genova come a Massa si fa “società”


Sulle note della pizzica e della taranta io e Giuliano decidiamo che è giunto il momento di tornare alle reciproche case.






Non posso fare a meno di notare rientrando, mentre mi aggiro nell’immediato angiporto di Sampierdarena come è raccontato da Morchio nel libro “Rossoamaro” che nelle vicinanze della festa di Music For Peace, pur essendo sabato sera, molte postazioni di donne dell’est o africane che battono in quella zona il marciapiede, sono vuote. Penso che sia un segnale: se in una zona degradata porti iniziative che muovono la gente, che creano aggregazione, viene a mancare il terreno di conquista di chi mercanteggia con la carne umana






Non ho fatto molto, sono stato testimone di un 11 Settembre all’insegna della lotta per i diritti negati e dell’impegno militante nei confronti di chi è vittima degli abusi delle guerre e a volte come nel caso dell'Abruzzo anche con complicità della natura.


Ho disseminato di link questo post ed evitato per quanto possibile di confezionare risposte precostituite. Chi vorrà avrà modo di documentarsi e di formulare una propria posizione.


Forse anche questo, e me lo auguro, è un modo per poter ..."Fare Società".


Loris

giovedì 9 settembre 2010

GENOVA 2001 – GENOVA2011

















Appello luglio 2011


La crisi o la speranza



Dieci anni fa centinaia di migliaia di persone, giovani e adulti, donne ed uomini, di tutto il mondo si diedero appuntamento a Genova per denunciare i pericoli della globalizzazione neoliberista e per contestare i potenti del G8, intenti a convincere il mondo che trasformare tutto in merce avrebbe prodotto benessere per tutti.
Le persone che manifestavano a Genova erano parte di un grande movimento “per un mondo diverso possibile” diffuso in tutto il pianeta. Era nato a Seattle nel 1999 con una grande alleanza fra sindacati e movimenti sociali, e ancor prima nelle selve del Chiapas messicano. Nel gennaio 2001 si era incontrato nel grande Forum Sociale Mondiale a Porto Alegre in Brasile che aveva riunito la società civile, i movimenti, le organizzazioni democratiche di tutto il mondo.
Quel movimento diceva – e ancora oggi dice – che la religione del mercato senza regole avrebbe portato al mondo più ingiustizie, più sfruttamento, più guerre, più violenza. Che avrebbe distrutto la natura, messo a rischio la possibilità di convivenza e persino la vita nel pianeta. Che non ci sarebbe stata più ricchezza per tutti ma, piuttosto, nuovi muri, fisici e culturali, tra i nord ed i sud del mondo. Non la pacificazione, conseguenza della “fine della storia”, ma lo “scontro di civiltà”.
Avevamo ragione, e i fatti lo hanno ampiamente confermato. Ora lo sanno tutti. Ma dieci anni fa, per aver detto solo la verità, venimmo repressi in maniera brutale e spietata.




La città di Genova fu violentata fisicamente e moralmente. Le regole di una democrazia, che sempre prevede la possibilità del dissenso e della protesta, vennero sospese e calpestate. Un ragazzo fu ucciso. Migliaia vennero percossi, feriti, arrestati, torturati. Eravamo le vittime, ma per anni hanno tentato di farci passare per i colpevoli.
Oggi, le ragioni di allora sono ancora più evidenti.
Una minoranza di avidi privilegiati pare aver dichiarato una guerra totale al resto dell’umanità e all’intera madre Terra. Dopo aver creato una crisi mondiale mai vista cercano ancora di approfittarne, rapinando a più non posso le ultime risorse naturali disponibili e distruggendo i diritti e le garanzie sociali messe a protezione del resto dell’umanità in due secoli di lotte.


E’ un progetto distruttivo: ha prodotto la guerra globale permanente, l’attacco totale ai diritti (al lavoro e del lavoro, alla salute, all’istruzione, alla libertà di movimento, alle differenze culturali e di genere nonché alle scelte sessuali), la rapina dei beni comuni, la distruzione dell’ambiente, il cambiamento climatico e il saccheggio dei territori.
Ormai è chiaro a tanti e tante, a molti più di quanti erano a Genova dieci anni fa, che solo cambiando radicalmente direzione si può dare all’umanità una speranza di futuro, impedendo la catastrofe che i poteri dominanti, sia pure in crisi, stanno continuando a preparare.
Proponiamo a tutte/i coloro che da quei giorni non hanno mai smesso di portare avanti le ragioni di allora e a tutte/i coloro che, pur non avendo avuto la possibilità di partecipare a quelle elaborazioni, ogni giorno costruiscono elementi di un mondo diverso con le loro lotte, le loro rivendicazioni, le loro pratiche, di costruire insieme da oggi le condizioni per incontrarsi a Genova nel luglio del 2011, per tessere reti più forti di resistenza, di solidarietà, di costruzione di alternativa alla barbarie e di speranza.
Viviamo in un mondo che continua a non piacerci, un mondo che continua ad avere tutte le caratteristiche che abbiamo fortemente denunciato 10 anni fa, se possibile ancora più accentuate, attraversato da profonde crisi etiche, morali, democratiche che aggravano e rendono più pericolosa la crisi economica e finanziaria. Ma, allo stesso tempo, viviamo anche in un mondo che, a partire dal nuovo protagonismo dei popoli dell’America Latina, esprime un forte sentimento di cambiamento.
Ripensare, recuperare, allargare ed aggiornare lo “spirito di Genova” che ha segnato una generazione può aiutare. Non a guardare indietro, a quella che ormai è storia, ma a guardare avanti, al futuro che abbiamo tutti e tutte la responsabilità di costruire.
LORO LA CRISI. NOI LA SPERANZA.


Invitiamo pertanto tutte/i coloro che sono interessate/i a condividere questo percorso ad un primo incontro che si terrà il 9 ottobre prossimo a Genova alle ore 11 presso il Circolo Autorità Portuale e Società del Porto di Genova in via Albertazzi 3r (zona Terminal Traghetti/Caserma Vigili del Fuoco).
  
le adesioni sono raccolte attraverso il sito GENOVA 2001 – GENOVA2011       alla pagina  come aderire
Primi firmatari
Vittorio Agnoletto, Andrea Bagni, Monica Baracchini, Enrica Bartesaghi, Ugo Beiso, Norma Bertullacelli, Graziella Bevilacqua, Angela Brancati, Antonio Bruno, Laura Brusasco, Anna Bucca, Giacomo Casarino, Giovanna Caviglione, Angelo Chiaramonte, Paola Cirio, Giuseppe Coscione, Riccardo Cosmelli, Matteo Cresti, Massimo Dalla Giovanna, Maria De Barbieri, Lucia Deleo, Andrea De Lotto, Giuseppe De Marzo, Manlio Di Lorenzo, Miriam Formisano, Graziella Gaggero, Haidi Gaggio Giuliani, Maurizio Galeazzo, don Andrea Gallo, Angelo Gandolfi, Davide Ghiglione, Roberto Giannini, Giuliano Giuliani, Giuseppe Gonella, Santo Grammatico, Angelo Guarnieri, Carlo Gubitosa, Simohamed Kaabour, Fernanda La Camera, Mirella La Magna, Rita Lavaggi, Marcella Lelli, Philippe Lemoussu, Elena Lozzi, Aurelio Macciò, Edoardo Magnone, Roberto Mapelli, Annalisa Marinelli, Emanuela Massa, Walter Massa, Aleksandra Matikj, Roberta Mongiardini, Gianni Morando, Mariangela Mozzone, Giorgio Pagano, Bice Parodi, Paolo Palazzo, Martina Pignataro, Gianluca Reali, Cristiana Ricci, Stefania Ricci, Giorgio Riolo, Caterina Roseo, Dario Rossi, Gianni Russotto, Raffaele K. Salinari, Sonia Sander, Stefano Scagni, Rosanna Sirtori, Gabriele Taddeo, Sergio Tedeschi, Gianluca Trovati, Roberta Trucco, Nicola Vallinoto, Loris Viari, Matteo Viviano, Alberto Zoratti, Franco Zunino


Nota dell'amministratore del Blog:
A tutti gli amici e compagni Blogger chiedo di diffondere il più possibile questo appello al fine di raccogliere il maggior numero di adesioni di singoli e di associazioni raccomandandomi di lasciare ovviamente inalterati i link al sito ufficiale. Loris

mercoledì 8 settembre 2010

Mai più alle urne con questa legge - Appello di "Libertà e Giustizia"

La presidenza di Libertà e Giustizia lancia un appello a tutte le forze politiche presenti in Parlamento affinché si impegnino a restituire al cittadino il potere previsto dalla Costituzione di eleggere propri rappresentanti alla Camera e al Senato. E’ infatti unanimemente riconosciuto che con l’attuale legge elettorale detta “porcellum” questo potere è stato totalmente sottratto all’elettore e depositato nelle mani di pochi capi partito.

L’attuale Parlamento è dunque composto da parlamentari “nominati” e non eletti: è questo il più grave vulnus alla Repubblica parlamentare disegnata nella nostra Carta costituzionale.

LeG chiede che se non fosse possibile trovare un accordo in tempi rapidi su una legge elettorale realmente rispettosa delle scelte del popolo, i partiti si impegnassero almeno a ripristinare la legge elettorale in vigore fino al 2005, nota come “Mattarellum”, basato su un sistema misto, maggioritario e proporzionale.

Una democrazia non può vivere in un regime in cui deputati e senatori “nominati” sono sostanzialmente sotto perenne “ricatto” dei pochi capi partito cui è attribuito il potere di nomina. Il presidente onorario di LeG, Gustavo Zagrebelsky e tutto l’ufficio di presidenza dell’associazione si impegnano a promuovere al più presto una raccolta di firme per una legge di iniziativa popolare composta di soli due articoli: il primo che dichiara abrogata l’attuale legge elettorale, il secondo che stabilisce il ritorno alla legge precedentemente in vigore.
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martedì 7 settembre 2010

Allarme analfabetismo dopo il ” vertice” tra Silvio e Umberto – Il sergente Garcia di Zorro è preoccupato dopo le dichiarazioni sui colonnelli di Fini

La cosa drammaticamente evidente è che un “premier” e un suo ministro si rapportano con le istituzioni da autentici Ignoranti analfabeti, non conoscendo e non volendo conoscere le regole che governano il rapporto tra i cittadini e le rappresentanze democratiche dai cittadini espresse.

Sarà un problema di età, sono tutti e due vecchi e malandati, e, con la normale degenerazione delle cellule a quell’età è cosa normale riacquisire modelli comportamentali infantili.
Come i bambini che litigano e concludono ‘’…non gioco più con te!’’ non solo non vorrebbero più giocare con Fini, ma, si apprestano, dopo averlo sbandierato ai quattro venti, di andare a chiedere al Capo dello Stato, di metterlo in castigo…, pardon, di obbligarlo alle dimissioni.
Fortunatamente, e indipendentemente da quali sono i personaggi e partiti coinvolti, le regole sono chiare, sia in termini di presidenze delle camere, che di elezioni anticipate. Soprattutto è estremamente chiara la regola che le maggioranze parlamentari, indispensabili per governare, si formano in parlamento. (W la Costituzione)
La parte in verità meno chiara riguarda la legge elettorale attuale, che neanche a farlo apposta, porta la paternità di un'altra perla di questo governo, l’on. Calderoli che mi auguro non abbia mai avuto da fare considerazioni sugli interventi sui suoi pazienti come ha fatto sulla sua legge elettorale(vedi video). 
 
Un appunto infine lo vorrei fare pure nei confronti dell’on. Fini che come in altre occasioni riferendosi in particolare ai suoi ex di partito La Russa e Gasparri ha parlato di “colonnelli”. 
Ho sentito le dichiarazioni di Gasparri ‘’Noi non abbiamo cambiato le nostre idee; Fini invece si’, a partire dall’immigrazione e dalle coppie di fatto di cui non ha parlato. Fini ha fatto un frullatore tra Almirante e le bandiere di associazioni gay…. ‘’ e, più che ad alti ufficiali, in considerazione dell’alto livello politico utilizzato nel commento, mi sono venuti in mente i sergenti, uno in particolare, il sergente Garcia,….quello di Zorro.




anche la scelta di questo video non è casuale. Chissà che rievocando un passato da intrattenitore sulle navi da crociera, qualcuno non decida di tornare in quell'ambiente a raccontare barzellette e a strimpellare la chitarra, anzichè offrire avanspettacolo di infimo gusto con il suo amico beduino a tutti gli italiani e al mondo intero.

lunedì 6 settembre 2010

dopo Mirabello...domani è un altro giorno

…Ciò a cui oggi dobbiamo guardare non è la fine di un idilio o di una alleanza politica a più o meno male-parole, ma, una prima risposta alla crisi sistemica italiana. 
Se, e non c’è ragione per dubitarne, alle parole Fini, fa seguire i fatti, si apre di fatto un nuovo capitolo tutto da scrivere della vita politica e rappresentativa italiana. La prima cosa evidente è che ieri a Mirabello è stato superato il concetto di bipartitismo che è stato organico al mantenimento di “cricche” di potere assolutamente trasversali ai due poli stessi.
La nascita di una destra sociale, paragonabile ad un gollismo francese o al conservatorismo anglo-sassone, consente di porre le basi di un dibattito, pur nelle diversità delle posizioni e delle proprie culture, in grado di far uscire, il nostro paese dalle anse politico affaristico ad personam e azienda degli ultimi sedici anni di mala politica italiana.
Sicuramente, questo nuovo percorso, potrebbe favorire anche una storicizzazione  delle vicende italiane , che hanno visto coinvolti pezzi dello Stato, in operazioni tendenti a destabilizzare il sistema democratico, con la politica dell’infiltrazione, delle sette segrete e del connubio con la criminalità organizzata.
Le possibili diverse soluzioni politiche lasciano però elementi di inquietudine. Nel centro-sinistra e nella sinistra in quest’ultimo periodo si è più parlato di schemi di alleanze e di “leader” che non dei contenuti. Un po’ troppo spesso il limite dei “movimenti” ha precluso una condivisione di conoscenze e percorsi politici più consoni a soggetti strutturati.
Il fallimento del modello liberistico globalizzante ci impone un ripensamento che coinvolge l’alternativa a quello che fu il “nuovo modello di sviluppo” riconoscendo le nuove realtà sociali e la loro dinamicità all’interno della società.
L’abolizione, e non ne il superamento ne il miglioramento della precarizzazione deve suggellare il nuovo patto sociale tra sinistra e mondo del lavoro. Riconoscimento di modelli di flessibilizzazione del lavoro accumunati da adeguati ammortizzatori sociali. Una attenta analisi dei bisogni e l’individuazione di cosa e come produrre, nella salvaguardia ambientale e delle peculiarità territoriali.
Alla decrescita fisiologica per l’immane crisi economica mondiale facciamo seguire una acrescita che riequilibri risorse e ridistribuzioni a livello globale.
Attraverso la proposta, è nostro dovere, ridare voce e speranza a chi è stato emarginato dai processi produttivi e culturali di questo paese.
Loris







domenica 5 settembre 2010

Se si contesta il Principe e i suoi cicisbei....a proposito di Torino e di Schifani

…Opportunità, buongusto, arroganza…e tanti altri elementi entrano in gioco nella riflessione della contestazione all’onorevole Schifani alla festa del PD di Torino.
Se alcuni dirigenti del PD reputano le feste del loro partito come il terreno dove tutto è permesso e concesso, insieme agli inviti ingombranti, si sobbarchino quindi anche le contestazioni agli stessi invitati.
Che alle feste del PD succedano, cose a dir poco, curiose, è noto. Un anno fa un lungo applauso accolse Fini che commentava parte della sentenza della Corte Europea sull’assoluzione di Placanica per legittima difesa nell’uccisione di Carlo Giuliani durante il G8 2001. L’altra parte della sentenza che condannava lo Stato italiano a un risarcimento nei confronti della famiglia Giuliani di 40.000 euro per come era stata condotta l’indagine su come non ci fosse chiarezza sulla più o meno pianificazione delle operazioni di PS nelle circostanze che portarono all’uccisione di Carlo Giuliani, a quella Festa del PD, a Genova, fu omesso .
 Poteva essere un buon momento perché Fini chiarisse il suo ruolo da vicepremier all’interno della caserma di San Giuliano da dove venivano coordinate le operazioni dei Carabinieri a Genova, e da dove uscivano “civili” con visi coperti e armati di spranghe.
Sui fatti di ieri a Torino non voglio spendere troppe parole, un articolo sull’Unità ci ricorda la legittima attività dell’avvocato Schifani, e i suoi clienti. Senza tirare sommari giudizi ritengo opportuno salvaguardare il concetto di “opportunità”. Il fatto che Schifani, sia stato nominato dall’”unto del signore” e ratificato dalla maggioranza, presidente del Senato, non sposta l’ago della bussola su un vento favorevole.
La dirigenza del PD dovrebbe mettersi l’animo in pace e dirci in modo chiaro quale vuole essere il suo percorso politico. Se la politica a detta di Bersani è stata portata in “fogna” dal berlusconismo, non possono essere considerati squadristi chi contesta gli uomini di Berlusconi all’interno dello Stato.
Che Fassino si sia mostrato assai confuso anche su temi come quelli messi in campo recentemente dalla Fiat, è concedere il beneficio del dubbio, e, insieme ad altri distruttori di processi politici importanti per la democrazia del nostro paese sarebbe il caso che, visto l’elevato numero di benefici che conseguono alla loro figura di parlamentari, si togliessero di torno.



credo che nessun Sestrese si sente in colpa per l'accoglienza riservata nel 2007 alla tessera 1816 della P2, a chi caldamente ospitava l'eroe mafioso Mangano, a chi continua la ricerca dell'immunità attraverso leggi ad personam o ad azienda. 

PS. A Grillo e ai grillini voglio però dire che fare politica non è solo ragionare con pancia e pene. Sicuramente coesistono anche altre responsabilità, ma nel Piemonte fassiniano se oggi il governo è affidato al peggio del centro-destra un grande contributo affinché succedesse questo è arrivato proprio da loro.

BEGIN

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