E’ a questo punto evidente che al crescente disagio sociale determinato da crisi e dalle inique legiferazioni del governo Monti, la risposta che l’esecutivo da a chi non è allineato al servile assenso è quella della reazione e della repressione poliziesca.
Come più volte rimarcato in questi giorni il feticcio della “libera circolazione delle merci” è comunque a prescindere dai diritti dei cittadini, dei lavoratori e dei consumatori stessi .
La risposta , con le cariche e i manganelli, data davanti a Montecitorio ai lavoratori della pesca è un chiaro messaggio di quale linguaggio il governo ha intenzione di usare nel redimere le conflittualità con i lavoratori.
Con questi presupposti è doverosa la solidarietà al movimento No Tav che attraverso gli arresti di oggi, subisce un tentativo di delegittimazione da parte di quei poteri che non conoscono altra morale che “il mercato” e i profitti derivati dalla devastazione dei territori con le “grandi opere” .
Come fu a Genova nel 2001, la militarizzazione di interi territori a spregio della libera circolazione delle persone resta un attentato grave alla nostra Democrazia insieme a un governo voluto dalle banche e dalle lobbies finanziarie.
11 febbraio la società civile in piazza con la FIOM
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