Se in questo momento penso a Berlusconi, non riesco a non pensare al libro di Stephen King “Il miglio verde” dove viene annunciato l’arrivo di un nuovo detenuto nel braccio della morte al grido “Uomo morto che cammina”.
Ovviamente il riferimento al premier è squisitamente e unicamente politico, e, indipendente da quello che potrà essere il risultato della fiducia il 14 dicembre.
Sempre che, in un momento di calo del “fattore arroganza” non decida di togliersi di torno prima.
In questi giorni ho avuto modo di leggere molto e soprattutto osservare le reazioni presenti in rete su diversi fronti:
wikileaks, organi di informazione, scuola e università solo per indicare i più significativi.
Faccio una piccola premessa, in quanto, solitamente, mi rivolgo a chi manifesta un sentimento che potremmo definire genericamente “di sinistra”.
Essere di destra è sicuramente più facile.
La destra che conosciamo è quella che non ha bisogno di elaborazioni e partendo dagli istinti primordiali imbastisce i suoi valori.
“ Mors tua vita mea” e se proprio deve morire qualcuno, ovviamente, scegliamolo tra chi è più debole.Qui sta poi il “furbismo” e il raggiungere i risultati con poca spesa e, se possibile ,avendo sfruttato gli altri ed il lavoro e la fatica degli altri.
Non essere di destra vuol dire, soprattutto, elaborare, e non intraprendere necessariamente la soluzione più comoda per se stessi, soprattutto se ciò prevede una condivisione con altri soggetti, magari anche molto diversi da noi.
Fatta questa premessa, torniamo al tema del post.
Direi che in rete è successo questo :
Wikileaks dalla prima uscita dei file che riguardavano l’Italia, è emerso chiaro che l’elemento esplosivo è l’aspetto affaristico con eventuali ingerenze mafiose (solo russe?).
Invece, organi di informazione, blog, social network, privilegiando l’aspetto gossipparo, strepitavano su “bunga bunga” e ”feste selvagge”, incuranti del resto (ben più pesante).
Ai mezzi di comunicazione, non in mano alla famiglia Berlusconi, dobbiamo imputare scarso coraggio e scelte sempre più finalizzate all’audience che non ad una corretta e ampia informazione.
A questo punto, dobbiamo ammettere, che Cogne ed il delitto di Avetrana sono ormai il parametro di ogni informazione in Italia.
Scuola o riforma Gelmini – Un blog che seguo
(logicokaos), ha fatto un post in cui si documentava l’incoerenza personale e umana del ministro Gelmini nel momento in cui parla di meritocrazia. Per usare un paradosso mi verrebbe da dire che è come se fosse affidata la direzione di una scuola dell’infanzia ad un pedofilo.
Il post ha avuto un successo di diffusione enorme (circa 120.000 accessi dal 30 novembre) ma , molti, forse i più, si sono limitati all’aspetto “Gossip”:aver reso pubblico, la votazione di laurea ed il giudizio pessimo del relatore della Gelmini.
Una annotazione a margine, alcuni hanno pure pensato bene di appropriarsi del post ripostandolo nel proprio blog senza minimamente avere la capacità di disquisire di morale o di etica ed in alcuni casi dimenticandosi la fonte (a proposito di etica…)
Nessuno ha ritenuto interessante chiedere di poter ripubblicare alcuni commenti di studenti, ricercatori, precari ed operatori del mondo dell’università, che narravano il nocciolo del problema: la loro reale esperienza, dentro e fuori dell’Italia.
Questo è un danno del berlusconismo : la ricerca smodata della visibilità. Talmente smodata nella ricerca “dell’apparire” da condizionare, in taluni aggregatori del web, la circolazione, non soltanto delle notizie, ma delle idee, costituendo cordate predefinite a sostegno di questa o quella notizia o blog, non perché piaccia o meno ciò che c’è scritto, ma a prescindere.
Non si comprende che comunque le idee presuppongono una elaborazione, una progettualità, che se condivisa può diventare “società”.