il problema attuale non è più la lotta della democrazia contro il fascismo ma quello del fascismo nella democrazia (G. Galletta)

Amicus Plato, sed magis amica veritas



martedì 11 dicembre 2012

"Arancione" per rispondere al pensiero unico



L’evolversi della situazione politica ci impone delle riflessioni che investono inevitabilmente anche la politica locale, e credo che mai come in questo momento sia evidente come scelte importanti per Genova rischiano di essere prese in altri luoghi.
Il successo delle “primarie”, anche se giocato sull’equivoco “desiderio di partecipare” e “partecipazione” è comunque evidente, come è pure evidente che non sono uscite mai da una logica di “primarie del PD” senza mai entrare in una logica di “primarie di coalizione”, relegando la candidatura di Vendola ad una comprimarietà inadeguata, insufficiente e fortemente riduttiva delle aspettative di chi guarda ad una “sinistra arancione” fatta di cittadinanza attiva, associazionismo e mondo del volontariato.
Qualcosa più di un semplice rischio è che al termine della tornata elettorale nella sfera di influenza del “centrosinistra” ci si trovi di fronte ad un “pensiero unico” con una affermazione (salvo imprevisti di percorso) del PD importante ed una rosa di presenze di seconda fila relegati a frustranti quanto inutili testimonianze.
Localmente la depotenzializzazione dei risultati ottenuti alle precedenti amministrative diventerebbe evidente, e scelte e obiettivi importanti che hanno caratterizzato l’ala sinistra all’interno dell’attuale maggioranza cittadina difficilmente troverebbero sponda e sostenibilità. A rischio quindi, qualsiasi discussione su Gronda, mobilità cittadina privatizzazioni o ciclo dei rifiuti.
Genova, ancor più delle altre città come Milano o Napoli ha dato un segnale preciso verso la volontà di quell’ “arancione” all’interno del centro sinistra che possa determinare un cambio di marcia nel fare e concepire la politica. All’interno, e non alternativo al centrosinistra in quanto non l’ambizione ma il dovere è quello di governare. Governare per poter dare delle risposte a coloro che sono stati estromessi dai cicli produttivi o che hanno subito la precarizzazione del lavoro, risposte per la scuola che urla una dispnea culturale e risposte per tutti coloro che hanno visto tagliare sanità, pensioni e diritti ben oltre il limite di un paese che vuole definirsi civile.

Credo pertanto che il tentativo di unificare questo percorso da parte di tutte quelle componenti che sono già oggi presenti nel centrosinistra, includendo ulteriormente quelle realtà associative e di volontariato che fondano i valori e la propria azione nell’ambientalismo, nella solidarietà e nel pacifismo debba essere un dovere da percorrere per dare voce a coloro ai quali le politiche prima berlusconiane e poi di Monti, hanno tolto la possibilità di futuro, a Genova come al resto del paese.
Loris

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