…Quando si imbottiglia il vino è sempre opportuno stare attenti a non rovesciarne troppo nell’imbuto per non farlo tracimare o fuori della bottiglia o dell’imbuto stesso.
Ci sono giorni in cui le sollecitazioni, le idee sono come il vino nella cantabrina, escono fuori, si mescolano, si dissociano e si ricompongono e inesorabilmente tracimano, non lasciando che un senso di amaro della perdita di un qualcosa che diventa anche di difficile definizione.
Meglio decantare, ossigenarsi come un buon vino, e possibilmente, di avere la resa del buon vino.
Lodo Alfano, Costituzione, disastro a Messina, Napolitano si o no, lavoro che si perde, lavoro precario, soggetti politici nascenti, altri in via di estinzione, tutto questo è solo una parte del fiume di parole che senza decantazione attraverso la cantabrina dei “media” confluisce nel rito collettivo televisivo per poi tracimare lasciandoci solo le marginalità e un condizionamento nascosto e in quanto nascosto pericoloso.
Ragionare al di fuori di una progettualità lascia solo spazio all’emozionalità del momento, della propria condizione e quindi preda di momenti difficilmente collettivi e non tramutabili in cambiamenti strutturali.
Se le risposte prima le trovavamo nei partiti intesi come rappresentanze di blocchi sociali definiti oggi questi blocchi sono stati destrutturati atomizzati e disassociati, pertanto quel tipo di struttura organizzativa che era il partito risulta superato e sempre più l’appiattimento dei partiti avviene sulla base di una mera gestione del potere.
Reinterpretare le figure sociali sarà uno dei compiti primari per risposte collettive, ma soprattutto per comprendere quale modello sociale progettare e costruire.
Nei territori le realtà associative , e non necessariamente solo quelle con una struttura organizzativa definita, sono i soggetti più adeguati a rispondere a esigenze specifiche. Penso che la messa in rete di queste esperienze specifiche possano diventare un patrimonio collettivo da poter spendere nella progettualità della nostra società.
Argomenti come “democrazia partecipativa” , “leggi sulla montagna e realtà agricole” leggi regionali come quella Toscana sull’accoglienza e l’integrazione dei migranti, dinamiche a sostegno dei lavoratori precari, difesa reale del territorio, sono solo alcuni di questi esempi su cui operare nel più breve tempo possibile.Fare rete non solamente su base organizzativa ma su contenuti concreti è la rispota possibile orizzontale e dal basso ai temi che quotidianamente ritroviamo dalla “sicurezza” all’“ambiente” al “lavoro”.
Ci sono giorni in cui le sollecitazioni, le idee sono come il vino nella cantabrina, escono fuori, si mescolano, si dissociano e si ricompongono e inesorabilmente tracimano, non lasciando che un senso di amaro della perdita di un qualcosa che diventa anche di difficile definizione.
Meglio decantare, ossigenarsi come un buon vino, e possibilmente, di avere la resa del buon vino.
Lodo Alfano, Costituzione, disastro a Messina, Napolitano si o no, lavoro che si perde, lavoro precario, soggetti politici nascenti, altri in via di estinzione, tutto questo è solo una parte del fiume di parole che senza decantazione attraverso la cantabrina dei “media” confluisce nel rito collettivo televisivo per poi tracimare lasciandoci solo le marginalità e un condizionamento nascosto e in quanto nascosto pericoloso.
Ragionare al di fuori di una progettualità lascia solo spazio all’emozionalità del momento, della propria condizione e quindi preda di momenti difficilmente collettivi e non tramutabili in cambiamenti strutturali.
Se le risposte prima le trovavamo nei partiti intesi come rappresentanze di blocchi sociali definiti oggi questi blocchi sono stati destrutturati atomizzati e disassociati, pertanto quel tipo di struttura organizzativa che era il partito risulta superato e sempre più l’appiattimento dei partiti avviene sulla base di una mera gestione del potere.
Reinterpretare le figure sociali sarà uno dei compiti primari per risposte collettive, ma soprattutto per comprendere quale modello sociale progettare e costruire.
Nei territori le realtà associative , e non necessariamente solo quelle con una struttura organizzativa definita, sono i soggetti più adeguati a rispondere a esigenze specifiche. Penso che la messa in rete di queste esperienze specifiche possano diventare un patrimonio collettivo da poter spendere nella progettualità della nostra società.
Argomenti come “democrazia partecipativa” , “leggi sulla montagna e realtà agricole” leggi regionali come quella Toscana sull’accoglienza e l’integrazione dei migranti, dinamiche a sostegno dei lavoratori precari, difesa reale del territorio, sono solo alcuni di questi esempi su cui operare nel più breve tempo possibile.Fare rete non solamente su base organizzativa ma su contenuti concreti è la rispota possibile orizzontale e dal basso ai temi che quotidianamente ritroviamo dalla “sicurezza” all’“ambiente” al “lavoro”.
Loris
ps. la cantabrina è l'italianizzazione del termine in genovese "Cantabrünha" che è il tubo che si utilizza per i travasi di liquidi e il vino in particolare.
6 commenti:
"Nei territori le realtà associative , e non necessariamente solo quelle con una struttura organizzativa definita, sono i soggetti più adeguati a rispondere a esigenze specifiche".
Sai bene come e quanto condivido questa frase. Mi ispira da lungo tempo e per questo sono tornatoa "fare" politica dal basso. Ma ciò non mi esime di sperare di, con le idee, volare alto.
Qualche tempo indietro, parlavamo di come poter trovare un modo per organizzarsi in maniera costruttiva e produttiva.
Credo caro Loris, che uno dei fatti drammatici del nostro tempo, sia la mancanza di fiducia nel prossimo dettati anche dal poco tempo dedicato al relazionarsi.
Bisogna partire da molto lontano, dal ricostruire rapporti umani sui quali poter erigere una qualche speranza di far politica.
Le mie ultime battaglie, anche nel partito, sono proprio su questo: uscire da una logica meramente elettorale, per diventare reale alternativa.
Tutto il resto credo sia un rotolarsi negli errori passati.
Sono troppo pessimista?
Specifico: tutto il resto all'interno del partito naturalmente.
Caro Gap, ritengo che sia necessario chiarirsi sui termini: Se per "volare alto" si intende riaffermare decontestualizzando ciò in cui credevamo e per cui lottavamo nel secolo scorso il volo risulta essere radente perchè non ci sono più i soggetti che creavano il conflitto. Se riusciamo a raccordare le diverse realtà territoriali che creano il conflitto ricomponiamo di fatto un equivalente di blocco sociale e quindi dimostriamo capacità di rappresentare un progetto di Società.
@schiavi, credo che proprio l'incapacità a mettersi in discussione di una buona parte di questa sinistra, sia la causa di uno scollamento da qualsiasi base. Il non volersi cimentare in una sfida come le risposte alla crisi internazionale ne dimostra a tutti gli effetti il fallimento.
Caro Loris, se specificassi cosa intendo dire per "volare alto" offenderei la tua intelligenza.
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