"Figlio mio, lascia questo Paese"
“Figlio mio, stai per finire la tua Università; sei stato bravo. Non ho rimproveri da farti. Finisci in tempo e bene: molto più di quello che tua madre e io ci aspettassimo. È per questo che ti parlo con amarezza, pensando a quello che ora ti aspetta. Questo Paese, il tuo Paese, non è più un posto in cui sia possibile stare con orgoglio. ……clicca per la lettera completa”(fonte Repubblica)
….L’indignazione mi ha nuovamente fregato! Non riesco a sottrarmi a questo “Urlo” di un padre rivolto al proprio figlio cercando di prefigurare un futuro.
Il fatto che leggendo la firma e i ruoli possiamo lasciarci andare alla considerazione che comunque per quel figlio il futuro sarà più “facile” di altri non deve farci cadere nella supponenza che sia un urlo pretestuoso e inopportuno.
Le rivoluzioni sono non soltanto dei sovvertimenti di tipo sociale ma, soprattutto dei sovvertimenti di tipo culturale. La rivoluzione francese e quella americana sarebbero state solo dei cambi di regime e avrebbero condizionato molto poco l’era moderna se dietro non ci fosse stato il pensiero illuminista che si imponeva sull’oscurantismo imposto dalle gerarchie ecclesiastiche e dai casati reali. La riprova fu che non fu sufficiente un congresso di Vienna che riportò l’Europa ai vecchi regimi pre rivoluzione francese ad arrestare le lotte non solo per l’indipendenza in diversi paesi ma non arrestò una nuova coscienza sociale, una visione diversa e nuova della società.
La lettera di Pier Luigi Celli affronta la drammaticità dell’imbarbarimento che è avvenuto non solo politicamente nel nostro paese ma dello stesso imbarbarimento culturale che è stato perpetrato a danno dello stesso popolo italiano.
Un presunto liberismo dispotico e grezzo ha fatto si che i bisogni siano ridotti a quelli primari, quelli essenziali, al di fuori dell’etica e della morale: mangiare , riprodursi e provvedere alla propria autosopravvivenza .
Le campagne razziste della Lega, le ostentazioni di costume legate al sesso dell’attuale Premier,l’indottrinamento attraverso le tv di regime e la sistematica distruzione dell’impianto della nostra scuola pubblica sono il supporto culturale di questo “modello sociale”, non soltanto lontano da ipotesi di pensiero genericamente di sinistra, ma, anche di un pensiero liberal-borghese che un’etica liberista la segue con rigore.
“Figlio mio, stai per finire la tua Università; sei stato bravo. Non ho rimproveri da farti. Finisci in tempo e bene: molto più di quello che tua madre e io ci aspettassimo. È per questo che ti parlo con amarezza, pensando a quello che ora ti aspetta. Questo Paese, il tuo Paese, non è più un posto in cui sia possibile stare con orgoglio. ……clicca per la lettera completa”(fonte Repubblica)
….L’indignazione mi ha nuovamente fregato! Non riesco a sottrarmi a questo “Urlo” di un padre rivolto al proprio figlio cercando di prefigurare un futuro.
Il fatto che leggendo la firma e i ruoli possiamo lasciarci andare alla considerazione che comunque per quel figlio il futuro sarà più “facile” di altri non deve farci cadere nella supponenza che sia un urlo pretestuoso e inopportuno.
Le rivoluzioni sono non soltanto dei sovvertimenti di tipo sociale ma, soprattutto dei sovvertimenti di tipo culturale. La rivoluzione francese e quella americana sarebbero state solo dei cambi di regime e avrebbero condizionato molto poco l’era moderna se dietro non ci fosse stato il pensiero illuminista che si imponeva sull’oscurantismo imposto dalle gerarchie ecclesiastiche e dai casati reali. La riprova fu che non fu sufficiente un congresso di Vienna che riportò l’Europa ai vecchi regimi pre rivoluzione francese ad arrestare le lotte non solo per l’indipendenza in diversi paesi ma non arrestò una nuova coscienza sociale, una visione diversa e nuova della società.
La lettera di Pier Luigi Celli affronta la drammaticità dell’imbarbarimento che è avvenuto non solo politicamente nel nostro paese ma dello stesso imbarbarimento culturale che è stato perpetrato a danno dello stesso popolo italiano.
Un presunto liberismo dispotico e grezzo ha fatto si che i bisogni siano ridotti a quelli primari, quelli essenziali, al di fuori dell’etica e della morale: mangiare , riprodursi e provvedere alla propria autosopravvivenza .
Le campagne razziste della Lega, le ostentazioni di costume legate al sesso dell’attuale Premier,l’indottrinamento attraverso le tv di regime e la sistematica distruzione dell’impianto della nostra scuola pubblica sono il supporto culturale di questo “modello sociale”, non soltanto lontano da ipotesi di pensiero genericamente di sinistra, ma, anche di un pensiero liberal-borghese che un’etica liberista la segue con rigore.
E’ in grado la Sinistra italiana di dare su questo piano una risposta culturale adeguata?
pillole di filosofia e di saggezza
8 commenti:
Ho letto stamattina la lettera di Celli, ed è il segnale del fallimento di intere generazioni, anche di quella sinistra che avrebbe dovuto vigilare meglio e governare, quando ha potuto, ancora di più. Mi è parso che si sia persa nel marasma generale, contribuendo in parte al disfacimento, per cui la risposta alla tua domanda credo sia no, non questa sinistra.
Anche se non condivisibile in ogni sua parte, ma è una mia caratteristica quella di trovare sempre qualcosa su cui dissentire, esprime bene lo stato d'animo di un genitore. Ma una domanda, ingenua se vogliamo, mi viene spontanea:
Celli dove era e che ruolo ha svolto nella nostra società per accorgersi ora del punto in cui siamo precipitati. E ha mai provato a mettersi nei panni di quei genitori che non hanno mai avuto le sue possibilità economiche e sociali?
Caro Loris, è possibile che la colpa sia sempre e solo nostra?
Parlavo l'altro giorno con un amico veterinario che lavora in un A.S.L. Lo conoscono tutti questo mio amico per le sue capacità e per la sua onestà. Ebbene, lui che è di sinistra, lavora in covo di incapaci e lavativi, tutti raccomandati, da destra e da sinistra. Sarà un caso isolato o diffuso?
Lascio un link sull'argomento:
http://www.comecostruirsiilfuturo.com/2009/11/in-risposta-allillustrissimo-celli-ed.html
@rouge - La mia era una domanda pretestuosa, purtroppo sono concorde con te. Quando negli anni 60 e primi 70 del secolo scorso il PCI invocava un nuovo modello di sviluppo esprimeva comunque un progetto sociale, sul quale a posteriori possiamo e dobbiamo essere critici, ma il progetto in quanto tale era stato fatto e condiviso. Oggi abbiamo molti candidati a rappresentare il progetto ma pochi a costruirlo. Problema di capacità?
@gap - Questa volta ho l'impressione che nella trappola interpretativa ci sei cascato mani e piedi. Di Celli padre e figlio penso che interessi poco a tutti.
Il pregio di questa lettera sta proprio nel valore aggiunto che riguarda tutta la società italiana e che prima che essere un problema materiale è un problema culturale, e questo, è possibile solo se le "intelligenze sane" riescono a rimettere in moto soprattutto quell'insieme di regole condivise riconosciute come "etica"
Scrivo nuovamente di quel ruolo propulsivo della cultura che non deve essere "consolatrice".
@Ferò - Ho letto il tuo post e con tutte le iniezioni di ottimismo che posso farmi non riesco proprio a condividere il tuo pensiero.
Non voglio qua ricordare che è stato un senatore del PDL a parlare di mignottocrazia, premier talmente impegnati nella lotta alla mafia da prendersela con chi ha scitto le serie della "Piovra", un ministro dell'istruzione che l'esame di abilitazione anzichè nella sua sede naturale del corso di studi ha attraversato l'Italia per darlo in una sede meridionale dove era più garantito il superamento, una giustizia che........... anche questa è cultura, ma cultura del malcostume.
ps. il filmato con Socrate e i suoi colloqui vuole essere lo stimolo alla riflessione.
Come nota a margine sono rimasto colpito quando Socrate manifesta la difficoltà a portare un asino in tribunale. Sarà stato pure lui un comunista?
@Alberto - scusa se ho inavvertitamente saltato la tua risposta. Il tuo commento conferma quanto espresso nella lettera e nel mio post: l'imbarbarimento porta inevitabilmente ad una disgregazione sociale e culturale.
No caro Loris, non ci sono cascato come credi tu. Alle mie figlie non ho mai detto nè diro di andare via. Come non ho fatto nulla per far avere loro un trattamento preferenziale, come sai, e avrei potuto.
se la lettera l'avesse scritta l'operaio della Fiat di Termini l'avrei condivisa perlomeno idealmente. Una lettera di tal fatta, scritta da Celli, non la condivido e la trovo un puro esercizio di stile retorico-politico. Mi dispiace ma non siamo in sintonia. Ci dicesse celli e quelli come lui quanti raccomandati hanno fatto assumere nelle varie istituzioni dove hanno prestato opera.
Se è tanto preoccupato per la situazione dei giovani italiani, perché la Luiss, di cui è direttore generale, non fa qualcosa per quei tanti giovani meritevoli che non diventeranno mai giornalisti pur avendone vogglia e capacità, perché non potranno mai pagarsi la retta, nemmeno quella delle università pubbliche. Facciamola finire di farci fare la predica da chi comunque a sera mangia senza pensare al giorno dopo. e potrei andare avanti per ore, e tu lo sai, ma finiremmo per sbranarci senza aver apportato una sola parola utile al dibattito. Se celli vuole, si impegni come uomo pubblico e prenda posizione, non si limiti a scrivere libri che altri pubblicizzano. Mi spiace, ci sono caduti tutti quei blogger che hanno rimbalzato l'intervista, quindi, anche te.
Che se ne andasse lui, intanto...
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