Oggi avrei voluto scrivere sulle ultime dichiarazioni del Presidente Napolitano sul “Sionismo”, ma visto l’attenzione che ha riscontrato l’ultimo post sulla striscia di Gaza la riflessione voglio farla più ampia, perché mi sembra evidente che alla così detta “blogosfera” non frega una beata mazza di niente se a Gaza si continua a morire e di morte lenta. Non ci sono le fotografie dei massacri o i filmati da esibire come a gennaio. Oggi evidentemente il problema “Gaza” non offre richiamo sul proprio blog e quindi meglio rincorrere l’ennesima cazzata su Berlusconi o su qualche episodio che tratti magari di tette trans o cose affini. Ad intristire ulteriormente il fatto che in questa logica perdente dal punto di vista politico e inutile culturalmente parlando, stanno la maggior parte dei blogger di sinistra. L’assurdo diventa regola nel momento in cui tutti rincorrono una notizia prodotta normalmente da un quotidiano, si prodigano in giudizi e fin troppo spesso non offrono neanche in minima parte possibilità di soluzioni a quel determinato problema.
In quanti dopo aver scritto a gennaio su Gaza è riuscito concretamente a metter 20 minuti del suo tempo (il tempo per scrivere un post) a disposizione di una delle tante iniziative sui soccorsi umanitari per Gaza?
In quanti dopo essersi pianti abbondantemente addosso sul problema più che reale del lavoro e del precariato hanno sentito l’esigenza di confrontarsi e trovare una possibile , magari anche sbagliata , soluzione al problema del precariato, del posto fisso o della ben più grave perdita del lavoro?
I nani e i giocolieri appartenevano a ben altro clima politico, l’emergenza democratica non è una invenzione di pochi facinorosi estremisti, l’impossibilità di creare il supporto per i nostri figli come fecero i nostri padri è devastante dal punto di vista sociale.
La blogosfera non è il luogo preposto per fare azione politica ma sicuramente può essere un mezzo per parlare e confrontarsi con la politica. Attualmente è un videogame dove i più scopiazzano articoli di giornali diventando di fatto strilloni di qualcuno senza magari neanche comprenderne il significato.
Sono profondamente convinto che nel momento in cui quella capacità di indignarsi per una ingiustizia nei confronti dei più deboli, degli ultimi, si affievolisce, muore e si trasforma in un mezzo di autopromozione narcisista il percorso verso una società diversa e migliore si perde, perdendo quindi anche la speranza, togliendo di fatto la speranza a chi non per scelta è ultimo.
I miei ultimi post hanno trattato temi come il lavoro e il precariato, diritti umani in Grecia e a Gaza, infine uno mezzo ironico (il contenuto era da piangere in realtà) su Berlusconi e la scoperta dell’acqua calda da tanto che era ovvio.
A parte alcuni, pochi, interventi su quello del lavoro qualificati, i post sono stati disertati come se il problema non esistesse. Quelli sui diritti umani praticamente ignorati e quello su Berlusconi in circa 24 ore forse 1500 visite.
A diversità dei post precedenti questo lo linkerò solo sul mio profilo su facebook non postandolo sugli aggregatori, lascio ad altri se riterranno giustificate le mie parole fare girare il post dove riterranno opportuno.
Voglio ringraziare chi anche senza commentare ha mostrato sempre un apprezzamento sulle cose che ho scritto provenendo anche da blog assai differenti come genere lasciando inevitabilmente traccia sulle statistiche.
Loris
In quanti dopo aver scritto a gennaio su Gaza è riuscito concretamente a metter 20 minuti del suo tempo (il tempo per scrivere un post) a disposizione di una delle tante iniziative sui soccorsi umanitari per Gaza?
In quanti dopo essersi pianti abbondantemente addosso sul problema più che reale del lavoro e del precariato hanno sentito l’esigenza di confrontarsi e trovare una possibile , magari anche sbagliata , soluzione al problema del precariato, del posto fisso o della ben più grave perdita del lavoro?
I nani e i giocolieri appartenevano a ben altro clima politico, l’emergenza democratica non è una invenzione di pochi facinorosi estremisti, l’impossibilità di creare il supporto per i nostri figli come fecero i nostri padri è devastante dal punto di vista sociale.
La blogosfera non è il luogo preposto per fare azione politica ma sicuramente può essere un mezzo per parlare e confrontarsi con la politica. Attualmente è un videogame dove i più scopiazzano articoli di giornali diventando di fatto strilloni di qualcuno senza magari neanche comprenderne il significato.
Sono profondamente convinto che nel momento in cui quella capacità di indignarsi per una ingiustizia nei confronti dei più deboli, degli ultimi, si affievolisce, muore e si trasforma in un mezzo di autopromozione narcisista il percorso verso una società diversa e migliore si perde, perdendo quindi anche la speranza, togliendo di fatto la speranza a chi non per scelta è ultimo.
I miei ultimi post hanno trattato temi come il lavoro e il precariato, diritti umani in Grecia e a Gaza, infine uno mezzo ironico (il contenuto era da piangere in realtà) su Berlusconi e la scoperta dell’acqua calda da tanto che era ovvio.
A parte alcuni, pochi, interventi su quello del lavoro qualificati, i post sono stati disertati come se il problema non esistesse. Quelli sui diritti umani praticamente ignorati e quello su Berlusconi in circa 24 ore forse 1500 visite.
A diversità dei post precedenti questo lo linkerò solo sul mio profilo su facebook non postandolo sugli aggregatori, lascio ad altri se riterranno giustificate le mie parole fare girare il post dove riterranno opportuno.
Voglio ringraziare chi anche senza commentare ha mostrato sempre un apprezzamento sulle cose che ho scritto provenendo anche da blog assai differenti come genere lasciando inevitabilmente traccia sulle statistiche.
Loris
(**E. Che Guevara)
Vent'anni fa iniziava un percorso accidentato della sinistra. Rompere alcune catene ha richiesto coraggio e coerenza, chi però ha voluto rompere le catene senza sapere dove andare ha distrutto e consegnato la sinistra al revisionismo storico e all'imbarbarimento politico.
6 commenti:
Ciao Loris penso che tu abbia ragione in pieno in ciò che dici, da parte mia anche se mi ritrovo in pieno in tutto in questo periodo non ho nè la forza, nè la voglia per lottare; lo sò che non bisognerebbe mai perdere la voglia di lottare ma quando già molte cose nella vita vanno male e se ne aggiungono sempre di più una parte di te si rassegna sempre di più, ad essere sepre in mezzo alle malattie... e più in generale ad essere sempre in mezzo a questa m.... di Italia
Non commento il contenuto del post, per molti versi condivisibile, ma vorrei dirti due cose su un pensiero nascosto che leggo nelle tue righe.
Hai deciso di chiudere il blog?
Se sì non farò nulla per dissuaderti, non dirò nulla sulle voci che si spengono e altre verità banali che già conosci.
Il blog è una estensione del nostro essere, fisico e inellettuale, se si pensa non sia più il caso di mettersi in piazza non sono/siamo in grado di giudicare.
Se, in questo anno e mezzo di vita del blog, la qualità degli interventi e dei commenti è andata scemando non possiamo farci nulla, è la fotografia della realtà di sinistra del nostro paese.
Se decidessi di chiudere, mi dispiacerebbe, ma so che i nostri discorsi continuerebbero per altre vie.
Se invece decidi di rimanere tra noi blogger, non potrei che essere contento. Criticone e propositivo, anche se non sempre condivido le tue posizioni, come ce ne vorrebbero altri.
Non è che di Gaza e dei Palestinesi non interessi più a nessuno, è che ci si sente sconfitti ancor prima di combattere. E questo non riguarda solo la questione Palestina. Siamo divisi e non troviamo un elemento catalizzatore che funga da aggregazione per il popolo sparso. Ma sono cose che già conosci.
Questa è una prima riflessione su ciò che ho capito del tuo post. Mi riservo di intervenire in seguito.
No Gap, non ho scritto questo post sottointendendo o cercando di fare sottointendere una chiusura, semplicemente credo che sia necessario cambiare registro. Sempre più sta montando in me un sentimento fortemente negativo di una certa “sinistra” e non lo affermo spostando il mio asse politico ma semplicemente rimanendo A SINISTRA. Che la cultura berlusconiana abbia contaminato ampi settori di sinistra è un dato inconfutabile. Chi pensa di svendere per qualche gettone di presenza in qualche consiglio di amministrazione o in qualche consiglio comunale o regionale una cultura di moralità e di servizio della sinistra italiana deve continuare a trovare dei rompicoglioni come te e me.
E’ inevitabile per tanto scontrarsi con quanto c’è di marcio pure nelle dinamiche dei blog e dei blogger, anche se in verità alla fine risultano essere ben poca cosa e uno strumento sprecato in più.
Sai Loris, ho letto con attenzione ogni singola virgola di questo tuo post (che è fondamentalmente quello che faccio tutte le altre volte) e l'ho fatto rileggendo anche più volte lo stesso periodo per capire cosa ne pensassi.
Diciamo che in un certo senso speravo di rendermi conto di pensarla diversamente, che forse il tuo era un sentore negativo e pessimistico quasi infondato.
No, magari mi sbaglio, magari siamo in due a sbagliarci (e volesse il cielo che fosse così), ma purtroppo condivido tutto.
In questo paese i racconti pruriginosi sulle scopate del premier o dei rapporti sessuali insani di un Presidente di Regione, così come l'imbarbarimento dei modi di fare politica (sempre più simili ai modi di fare "azienda") da ambo le parti, hanno più successo di un resoconto sulla situazione a Gaza, in Honduras, o dei racconti che coinvolgono piccoli spaccati di società reale.
Prova a scrivere un post dal titolo "Berlusconi in galera" e, alla stessa ora del giorno dopo, "L'ONU condanna Israele per i crimini umanitari a Gaza". E confronta accessi, commenti e citazioni in giro per la rete.
La risposta, d'altronde, l'hai già data con le parole del tuo post...
credo che Paola esprima nel modo più semplice ciò che stiamo respirando. Non mi permetterei di dire a Paola che sta sbagliando e che deve lottare comunque; a chi però ha portato le troppe persone a sentirsi come Paola chiedo di togliersi dalle palle. Non sono gli avversari che ci sfiancano e demotivano quotidianamente, ma, coloro nei quali sono state riposte aspettative progetti e pure sogni, e, alla luce dei fatti sono coloro che maggiormente stanno usando i bilancini da farmacisti per dosarsi nell'impegno politico ma soprattutto facendo un po troppo spesso pendere il bilancino dalla parte delle rendite di posizione.
Il blog non lo chiuderò io Gap, lo chiuderà l'apatia, il disinteresse, il narcisismo e l'aculturazione.
Molti blogger dovrebberò ringraziare Berlusconi in quanto gli ha offerto l'opportunità di uscire dall'anonimato totale specialmente se immerso nei meandri profondi della provincia italiana. Non è un rapporto di scontro, ma di simbiosi.
Alessandro, è da dopo la sconfitta dell'arcobaleno che ci scambiamo opinioni; prima nei commenti di qualche blog dell'arcobaleno successivamente sui nostri rispettivi blog.
Cosa possiamo fare per risultare un po più incisivi nel tentativo di trasformare questa società?
Avrei voluto che qualcuno fosse intervenuto per dire "a stronzo!!! che stai a scrivere con quelle fregnacce dell'aculturazione? che stai a scrivere sul distacco dalla politica?
Ma forse anche per porgere questa domanda necessita un minimo di passionalità nei confronti di una causa lunga e impegnativa.
La blogosfera (nel bene e nel male) non è altro che lo specchio della realtà italiana.
I blogger (non mi piace dire NOI blogger, per quanto mi riguarda è l'ultima delle mie caratteristiche personali)non sono tanti/e piccoli/e "Alice nel Paese delle Meraviglie", sono persone che vivono(o forse sarebbe meglio dire sopravvivono?) in questo paese, in questa situazione di merda che è oggi.
E' difficile avere la voglia di leggere, scrivere, meditare, confrontarsi, dopo una giornata in cui hai "solo" cercato di andare avanti.
Bellissima la frase del Che...
Ci mediterò stasera mentre lavo i piatti dopo una giornata di mxxxda.
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