Ieri c’è stato l’incontro tra Fava Vendola e Giordano, i Verdi di Cento, la minoranza per Pdci di Katia Berillo Alberto Asor Rosa, Moni Ovadia, Ascanio Celestino, Pietro Folena, Fabio Mussi, Aurelio Mancuso dell’Arcigay, il segretario della Fiom Rinaldini, Paolo Hutter, Aldo Tortorella, Mario Tronti, Flavio Lotti ed altri per il progetto della costituente di Sinistra. Dal momento che l’incontro è stato fatto a porte chiuse è difficile dire cosa si siano detti e bisogna rifarsi ai comunicati ufficiali che parlano di un primo passo importante per l’inizio di un processo costituente. Premetto che in questo ultimo periodo ho una certa allergia alle definizioni rigide e prediligo i contenuti ma questa come potete comprendere tutti è un’ovvietà. O no?
Per me il rimettersi in gioco che dichiaravo nel primo post di questo blog non era solamente l’esternazione, per quanto specialmente se fatta con intelligenza e puntualità è fondamentale, perché è sempre e comunque un modo di fare cultura, ma anche un rinnovato impegno nel quotidiano di iniziativa politica.
Orbene sin da prima della sconfitta elettorale ho voluto impegnarmi nella costruzione di questo nuovo processo per la sinistra, e , credo, che sei mesi per mettere in pista un primo passo siamo veramente un topolino rispetto all’elefante* che dovrebbe mettersi in moto. Contemporaneamente però mi interrogo se per riiniziare dal basso si intende il chiudersi in una stanza col tavolo ovale per arrivare ad un capolinea che alla fine vedrà circa 50 firme. Vedo anche giustificata l’attesa di Vendola che con molta probabilità attende la manifestazione di area del 27 per essere legittimato dal suo popolo di rifondazione ad andare avanti in quel processo.
Credo che in questi giorni chi si sta apettando qualche cosa da questa parte della sinistra debba fare sentire la sua voce. Intanto sul fatto che in gioco ci rimettiamo tutti; dai segretari o referenti all’ultimo dei militanti e che lo si fa sulla base di una attualizzazione dei valori di sinistra.
Attualizzazione non è ne revisionismo ne modernizzazione, ma, il riuscire a leggere le trasformazioni che sono avvenute in questi anni e comprendere come i valori della sinistra trovino la chiave di lettura di queste trasformazioni..
La seconda cosa che mi preme esternare è sulla rappresentanza, perché ritengo, forse per una forma di pigrizia che anche nel passato abbastanza recente ha pervaso la sinistra,che i territori devono essere chiamati ad esprimere le loro rappresentanze e non che le rappresentanze facciano riferimento ad una loro presunta base.
Dietro queste riflessioni ho ritardato il post ieri che richiamava nuovamente in causa gap sulle scelte estreme. Volevo ricordare un giovane di 22 anni greco di nome Kostas Georgakis che studiava all’università di Genova e che il 19 settembre del 1970 si diede fuoco in Piazza Matteotti al grido di Grecia Libera. Molti giovani molto probabilmente e non per colpa loro neanche sanno cosa è accaduto in Grecia in quegli anni. La storia di Kostas è riassunta in questo sito http://www.cedost.it/testi/kostas.htm Il ricordo invece è nel cuore mio e di tanti altri compagni.
*Quando esisteva il PCI spesso nelle riunioni veniva usato l’esempio dell’elefante in quanto essendo un partito di massa era lento nell’avviare dei processi ma una volta messo in moto era tutta la massa del partito che si muoveva. Al di la di questa spiegazione il riferimento è purtroppo assolutamente casuale
il problema attuale non è più la lotta della democrazia contro il fascismo ma quello del fascismo nella democrazia (G. Galletta)
Amicus Plato, sed magis amica veritas
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3 commenti:
Hai ragione, credo che ricominciare voglia dire farlo partendo dalla base, si riuniscano pure in conventicoli a porte chiuse, senza la nostra opinione di strada però ne faranno ben poca...
Credo che una delle cose essenziali per riuscire ad andare da qualche parte sia quella di sforzarsi di non fare l'anamnesi di ogni soggetto ogni volta, ma di cercare di guardare avanti e di giudicare parole, azioni, coerenza, serietà da ora in poi. Altrimenti non potremmo che logorarci ugole e padiglioni auricolari nelle solite infinite discussioni teoriche senza incidere sui problemi reali della/e classe/i a cui ci riferiamo. Invece io ho avuto piacere di sapere che tanti/e compagni/e provenienti da tutte le componenti di SinArc (osiamo dire quelli/e che ci hanno creduto più sinceramente?) si sono visti e confrontati sabato 20. Tutti da puntualizzare e chiarire ben bene i meccanismi per i quali, concordo totalmente, la base del movimento indica la linea e nomina i responsabili applicando la più vera democrazia. Ricordiamoci che serve un gran lavoro per ridiventare visibili e riaccedere, ad esempio, ai media senza i quali, purtroppo, vai poco lontano. Ciao. Snoopy - Alessandro
Volevo risponderti, ma ho trovato il post di Fiordaliso e il tuo commento, ho sproloquiato li. Sempre graditi i tuoi commenti e i punti di vista, anche su Orwell.
Ciao
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