il problema attuale non è più la lotta della democrazia contro il fascismo ma quello del fascismo nella democrazia (G. Galletta)

Amicus Plato, sed magis amica veritas



sabato 28 novembre 2009

SOLDATINI POLITICI : IL RITORNO

Nasce la RETE@SINISTRA e appena qualcosa si muove i soldatini politici che com’è notorio non dormono mai, tornano a presidiare il loro territorio, guardiani di uno spazio che deve restare inviolabile ai mortali cui al limite concedono “la creazione di scuole politiche” o anche “la selezione dei dirigenti con le primarie” oppure verità disvelata, il segreto di Fatima, l’apoteosi intuitiva del genericismo democratico “costruire una vera organizzazione democratica”.Il soldatino è un professionista e come tale vive in costante allerta.
Pronto agli ordini. Il soldatino non discute gli ordini, gli è vietato, li esegue punto e basta. Spara! e lui spara.
Salva colui a cui hai sparato! e lui corre e salva colui a cui ha sparato.
A quanto pare ogni forza politica deve avere il suo piccolo manipolo di truppe lobotomizzate da pronto impiego tattico armate fino ai denti di copia e incolla.
A volte soldati semplici altre sergenti maggiori di lungo corso, gente che la sa lunga.
Il soldatino politico non pensa, ha solo una memoria da 1 Giga, non può elaborare niente in autonomia, non si può pretendere troppo, ha una porta usb dalla quale vengono impartiti i suoi ordini sotto forma file word.
I soldatini hanno un frasario standard, poco elaborato, cosi non lo dimenticano e non fanno confusione, il soldatino usa un lessico arcaico, la diacronica del linguaggio gli è oscura, profusione di aggettivi ripetuti, sempre gli stessi, parole usate e piegate ai più diversi usi incuranti della semantica come per altro della realtà, mistificata, plasmata, ipertrofiata o smagrita della sua essenza fino alla vista delle ossa.
La sua ottica è costruita per non riconoscere le sfumature, nel suo mirino inquadra solo l'amico o il nemico, che come detto all'occorrenza possono invertirsi con estrema facilità.
Va da se che è incapace di scambio profondo ed è totalmente inetto nella ricerca ad ampio raggio, tende però ad essere luminosamente infingardo, lodevoli i suoi atti di vittimismo o di estrema contrizione appena commesso uno spettacolare omicidio.
Sono stati rilevati casi di soldatini che, a causa dello stress post traumatico da contesa elettorale, hanno tentato di vendere la madre, inquadrato nel mirino il padre, estorto firme false su documenti politici a nonni incapaci.
I soldatini non vanno in pensione ce ne sono di giovanissimi, ma anche di esperti con cicatrici di tante battaglie celate da tatuaggi scoloriti di simboli primitivi.
Di solito hanno un look anonimo, perchè all'occorrenza devono mimetizzarsi.
Il soldatino nella sua camaleontica mimesi, sa sembrare donna se è uomo, sa fingersi cieco da un occhio, balbuziente, coprire ogni posizione dello scacchiere politico e non solo, si sono registrati, anche se sparuti, casi di soldatini capaci di assumere le sembianze di Rabbini I soldatini di sinistra, anche se non lo confesseranno mai, (hanno un tasto di autodistruzione se gli viene citato il manuale) studiano sul manuale Elio Vito1.0 (...tu mi hai interrotto, allora vedi che interrompi, voi interrompete, io non l'ho interrotta...) Ogni ceto politico che si rispetti deve esserne provvisto, altrimenti la guerra è impossibile.
Dove vengano custoditi nei rari momenti di pax politica è un mistero.
C'è chi dice ne siano pieni i sottoscala di alcuni senatori e deputati. Qualcuno è stato ritrovato, ma con pezzi mancanti nei ripostigli di vecchie sezioni di partito.
I nuovi modelli hanno batterie al litio e celle a energia solare per un impiego senza sosta.
Rimane un interrogativo di fondo.
"Ma i soldatini politici sognano pecore elettriche?"
Jacopo Landi
(fonte mailing list)



3 commenti:

loris ha detto...

Un po di tempo fa avevo scritto un pezzo intitolato “il partito dei capiscala” (http://a-sinistra.blogspot.com/2009/02/il-partito-dei-capi-scala.html), molto locale ma non dissimile dalla teoria dei “soldatini”. Forse in quest’ultimo periodo dobbiamo però riconoscere autentici “commandos”, in quanto non riuscendo più a contenere le truppe ubriacate da marce forzate senza limiti e senza obbiettivi (a parte quelli dei generali), sempre più spesso vengono organizzati degli autentici “contrordine compagni”. “Cambiare tutto per non cambiare niente” come scriveva Tommasi di Lampedusa nel Gattopardo, e, questi (sergenti?) di atteggiamenti gattopardeschi ne hanno pieno il dna, anche se sfortunatamente per loro non ne hanno la statura.

Se da Genova (Liguria) il contributo alla discussione sulla Rete ha visto tra i promotori l’associazione “F.Sartori” ed alcuni compagni a titolo personale, è innegabile che proprio la cristallizzazione al limite della necrosi da parte dei soldatini con i loro graduati rende vano il tentativo di riallacciare relazioni politiche basate sui contenuti e sulle realtà territoriali.

Se da una parte resta prioritaria l’inclusione e il confronto, dall’altra non si può permettere un inquinamento con scorie tossiche della “vecchia politica”.


ps. gli ordini non vengono impartiti con file word ma con dei pdf in quanto non modificabili

Gap ha detto...

E' per questo che mi incazzo quando sento dire che i soldatini di ora sono uguali a quelli di prima, parliamo del Pci per intenderci. Capitava all'epoca che qualche militare di bassa truppa, e anche medio-alta, avesse delle punte di orgoglio intellettuale e si ribellasse. Ora non accade più. Tutti ad eseguire gli ordini di non si sa bene chi. E sono d'accordo con te, in pdf perché per saperlo modificare occorre conoscere il programma.

Alessandro Tauro ha detto...

Bellissimo questo pezzo!!

PS: difatti ricordo ancora benissimo il tuo "Il partito dei capiscala", caro Loris! ;)

PPS: la metafora di word e del pdf è da nobel!

BEGIN

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