…Ciò a cui oggi dobbiamo guardare non è la fine di un idilio o di una alleanza politica a più o meno male-parole, ma, una prima risposta alla crisi sistemica italiana.
Se, e non c’è ragione per dubitarne, alle parole Fini, fa seguire i fatti, si apre di fatto un nuovo capitolo tutto da scrivere della vita politica e rappresentativa italiana. La prima cosa evidente è che ieri a Mirabello è stato superato il concetto di bipartitismo che è stato organico al mantenimento di “cricche” di potere assolutamente trasversali ai due poli stessi.
La nascita di una destra sociale, paragonabile ad un gollismo francese o al conservatorismo anglo-sassone, consente di porre le basi di un dibattito, pur nelle diversità delle posizioni e delle proprie culture, in grado di far uscire, il nostro paese dalle anse politico affaristico ad personam e azienda degli ultimi sedici anni di mala politica italiana.
Sicuramente, questo nuovo percorso, potrebbe favorire anche una storicizzazione delle vicende italiane , che hanno visto coinvolti pezzi dello Stato, in operazioni tendenti a destabilizzare il sistema democratico, con la politica dell’infiltrazione, delle sette segrete e del connubio con la criminalità organizzata.
Le possibili diverse soluzioni politiche lasciano però elementi di inquietudine. Nel centro-sinistra e nella sinistra in quest’ultimo periodo si è più parlato di schemi di alleanze e di “leader” che non dei contenuti. Un po’ troppo spesso il limite dei “movimenti” ha precluso una condivisione di conoscenze e percorsi politici più consoni a soggetti strutturati.
Il fallimento del modello liberistico globalizzante ci impone un ripensamento che coinvolge l’alternativa a quello che fu il “nuovo modello di sviluppo” riconoscendo le nuove realtà sociali e la loro dinamicità all’interno della società.
L’abolizione, e non ne il superamento ne il miglioramento della precarizzazione deve suggellare il nuovo patto sociale tra sinistra e mondo del lavoro. Riconoscimento di modelli di flessibilizzazione del lavoro accumunati da adeguati ammortizzatori sociali. Una attenta analisi dei bisogni e l’individuazione di cosa e come produrre, nella salvaguardia ambientale e delle peculiarità territoriali.
Alla decrescita fisiologica per l’immane crisi economica mondiale facciamo seguire una acrescita che riequilibri risorse e ridistribuzioni a livello globale.
Attraverso la proposta, è nostro dovere, ridare voce e speranza a chi è stato emarginato dai processi produttivi e culturali di questo paese.Loris
Nessun commento:
Posta un commento