La giornata inizia davanti al pc, l’invio attraverso facebook per raccogliere adesioni, del documento “verso Genova 2011”, un’occhiata al post sul mio 11 settembre ..quello del 1973 in Cile, quindi, con macchina fotografica appresso mi dirigo verso l’appuntamento con Giuliano Giuliani, per una iniziativa fuori della Liguria, a parlare di Carlo, della violenza che scoppiò a Genova nel 2001, della violenza dello Stato.
Dopo poco più di un’ora in una giornata limpida, si stagliano le cime delle Apuane, terra di cavatori di marmo, terra in cui si è consolidata e radicata una antica cultura Anarchica.
Giuliani è stato invitato nell’ambito di “Anarchia in festa” per un incontro dibattito dal titolo “ …ma due guardie bigotte ci cercarono l’anima a forza di botte…”
Oltre a Giuliani, (Come Comitato Piazza Carlo Giuliani) sono presenti anche i familiari di Stefano Cucchi , Franco Bertolucci (del comitato bfs di Pisa), Giuseppe Tarallo (del comitato Francesco Mastrogiovanni).
Farei torto ai Cucchi se cercassi di sintetizzare il dramma che hanno saputo raccontare, dramma di una famiglia che si è vista portare via il figlio, comprendere che stava succedendo qualcosa di grave e subire l’ingiuria della burocrazia che gli ha impedito fino all’ultimo di poter rivedere il figlio in vita. Le botte, la violenza fino all’estrema conseguenza, le menzogne e le coperture nei confronti di chi si è macchiato di questa infamia.
Giuseppe Tarallo relaziona sul caso di Franceso Mastrogiovanni, morto legato ad un letto di un ospedale psichiatrico dopo aver subito un TSO (trattamento sanitario obbligatorio) . Oltre che sul caso specifico Tarallo allerta su su una proposta di legge dell’onorevole Carlo Ciccioli sui trattamenti psichiatrici coatti.
Giuliani parla di Genova, di piazza Alimonda, di come gli ufficiali coinvolti costruiscano una loro verità, che sarà sconfessata anche dalla Corte Europea che condanna lo Stato Italiano a risarcire la famiglia Giuliani.
La riflessione finale è affidata a Mauro, che con altri libertari ha curato l’organizzazione di questa festa popolare e di questo incontro dibattito sulle violenze dello Stato. “Fare società..” è il suo messaggio. Nelle diversità di pensiero e di posizioni, creare i presupposti di conoscenza per poter far crescere coscienza rispetto a problematiche come quelle di Stefano Cucchi, di Francesco Mastrogiovanni e Carlo Giuliani…. Senza dimenticare tanti altri come Franco Serantini, Giorgiana Masi ….Federico Aldrovandi.
Io e Giuliano lasciamo le bandiere rosse e nere della festa Anarchica mentre il parco dove si svolge la festa si sta animando di famiglie che vengono a condividere la cena e qualche ora di musica. Anche questo prendendo spunto da quanto detto da Mauro è “fare società”, è stare insieme alla gente, alle famiglie, ai bambini e in quel territorio quella cultura è assolutamente parte integrante della sua storia.
Genova ci riapre le porte che si è fatto buio. Ma è una serata e una nottata particolare: Notte bianca.
Mentre giovani e meno giovani iniziano a riversarsi per le strade e le piazze del centro, noi ci dirigiamo la dove lanterna, porto, moderni edifici e vecchie costruzioni coesistono in un improbabile progetto naif.
In un crocevia tra traffici portuali commerciali e terminal traghetti, “Music For Peace” sta risanando col contributo di tutti un’area ed un edificio per svolgere al meglio e nelle immediate vicinanze del porto le attività connesse alle emergenze umanitarie in cui porta il suo contributo.
In collaborazione con altre associazioni Music For Peace ha organizzato “La Notte Bianca Dei Diritti”.
Tra il saluto del rappresentante dell’associazione dei palestinesi in Italia e un dibattito, qualche assaggio delle diverse cose preparate dai volontari delle diverse associazioni e un bicchiere di vino spillato da una damigiana. Anche qua a Genova come a Massa si fa “società”
Sulle note della pizzica e della taranta io e Giuliano decidiamo che è giunto il momento di tornare alle reciproche case.
Non posso fare a meno di notare rientrando, mentre mi aggiro nell’immediato angiporto di Sampierdarena come è raccontato da Morchio nel libro “Rossoamaro” che nelle vicinanze della festa di Music For Peace, pur essendo sabato sera, molte postazioni di donne dell’est o africane che battono in quella zona il marciapiede, sono vuote. Penso che sia un segnale: se in una zona degradata porti iniziative che muovono la gente, che creano aggregazione, viene a mancare il terreno di conquista di chi mercanteggia con la carne umana
Non ho fatto molto, sono stato testimone di un 11 Settembre all’insegna della lotta per i diritti negati e dell’impegno militante nei confronti di chi è vittima degli abusi delle guerre e a volte come nel caso dell'Abruzzo anche con complicità della natura.
Ho disseminato di link questo post ed evitato per quanto possibile di confezionare risposte precostituite. Chi vorrà avrà modo di documentarsi e di formulare una propria posizione.
Forse anche questo, e me lo auguro, è un modo per poter ..."Fare Società".
Loris
1 commento:
Hai fatto molto invece e questo è decisamente un modo per fare società!
un saluto
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