Per la terza volta ritorno sull’articolo di apertura del “Politecnico” di Vittorini dal titolo “Una nuova Cultura” perché mi consente di affrontare un argomento che con la “cultura” è strettamente legato: gli intellettuali. Soprattutto rimane utile la definizione di Vittorini sulla cultura consolatoria e sulla necessità che diventi propulsiva.
Dalla sconfitta del fascismo e la fine della guerra la sinistra italiana ha potuto sicuramente inorgoglirsi del grande apporto che gli intellettuali davano alla causa della sinistra. Non solo il mettersi al servizio per migliorare le condizioni culturali delle masse operaie e contadine, ma la stessa elaborazione di alcuni della società italiana e dei suoi possibili sviluppi.
Alcuni si schieravano senza esitazione, altri sono sempre rimasti più defilati non occultando però il prorio pensiero a sinistra.
Se penso a Pasolini non posso fare a meno di pensare alla sua completa libertà di pensiero, che spesso lo hanno portato ad affermazioni considerate addirittura eretiche nell’ambito della sinistra del tempo, ma risentite oggi, addirittura profetiche. Quante volte Umberto Eco ha speso parole sull’utilizzo dei mezzi di comunicazione di massa dando senso a quella metafora che risponde alla “guerriglia semiologia”.
Oggi ci troviamo in una situazione di evidente deriva anti-democratica con continui attacchi alla carta fondante della nostra Repubblica e il continuo attacco a diritti civili acquisiti non soltanto nel nostro paese ma nella maggior parte dei paesi europei .
La perdita fin troppo spesso della memoria ha già il morbo del disinteresse intellettuale e della replica delle aberrazioni del passato.
La condizione della Sinistra in Italia fa si che la domanda che nasce spontanea la si riassume in una domanda-concetto assolutamente lineare e consequenziale :-Ma dove sono gli intellettuali?
Forse questa figura tanto importante per la Sinistra italiana si è resa incapace di elaborare e si limita a fare da suonatore di piffero rimanendo quindi relegato non a quella funzione di propulsore sociale ma da giullare al notabile o partito di turno.
Vogliamo far uscire attraverso il contributo degli intellettuali la Sinistra da questo mare di guano destinato non solo a soffocarci ma a diventare humus fin troppo azotato da mandare in crisi il sistema?Tutti quegli intellettuali che a partire dal PCI e seguendo le alterne vicende della Sinistra italiana sono arrivati ad oggi, sono consolatori delle sconfitte della sinistra e del malaffare della destra o hanno la capacità propulsiva per progettare un nuovo modello culturale e di società capace di diventare egemone?
Dalla sconfitta del fascismo e la fine della guerra la sinistra italiana ha potuto sicuramente inorgoglirsi del grande apporto che gli intellettuali davano alla causa della sinistra. Non solo il mettersi al servizio per migliorare le condizioni culturali delle masse operaie e contadine, ma la stessa elaborazione di alcuni della società italiana e dei suoi possibili sviluppi.
Alcuni si schieravano senza esitazione, altri sono sempre rimasti più defilati non occultando però il prorio pensiero a sinistra.
Se penso a Pasolini non posso fare a meno di pensare alla sua completa libertà di pensiero, che spesso lo hanno portato ad affermazioni considerate addirittura eretiche nell’ambito della sinistra del tempo, ma risentite oggi, addirittura profetiche. Quante volte Umberto Eco ha speso parole sull’utilizzo dei mezzi di comunicazione di massa dando senso a quella metafora che risponde alla “guerriglia semiologia”.
Oggi ci troviamo in una situazione di evidente deriva anti-democratica con continui attacchi alla carta fondante della nostra Repubblica e il continuo attacco a diritti civili acquisiti non soltanto nel nostro paese ma nella maggior parte dei paesi europei .
La perdita fin troppo spesso della memoria ha già il morbo del disinteresse intellettuale e della replica delle aberrazioni del passato.
La condizione della Sinistra in Italia fa si che la domanda che nasce spontanea la si riassume in una domanda-concetto assolutamente lineare e consequenziale :-Ma dove sono gli intellettuali?
Forse questa figura tanto importante per la Sinistra italiana si è resa incapace di elaborare e si limita a fare da suonatore di piffero rimanendo quindi relegato non a quella funzione di propulsore sociale ma da giullare al notabile o partito di turno.
Vogliamo far uscire attraverso il contributo degli intellettuali la Sinistra da questo mare di guano destinato non solo a soffocarci ma a diventare humus fin troppo azotato da mandare in crisi il sistema?Tutti quegli intellettuali che a partire dal PCI e seguendo le alterne vicende della Sinistra italiana sono arrivati ad oggi, sono consolatori delle sconfitte della sinistra e del malaffare della destra o hanno la capacità propulsiva per progettare un nuovo modello culturale e di società capace di diventare egemone?
3 commenti:
Dove sono? Impegnati a scrivere per Mondadori, immagino.
Personalmente sono convinta che in questo paese gli intellettuali non esistano più.
Nè a sinistra nè a destra (quando sento indicare Veneziani come punta di diamante dell'intellighenzia di dx..mi viene da ridere per non piangere).
Leggi la terza pagina dei quotidiani..Trovi qualcosa?
Anzi, qualcuno si ricorda ancora che la terza pagina di un quotidiano (una volta) era quella dedicata all'elaborazione culturale?
Qualcuno dirà che la TV ha maciullato e triturato tutto, in un noto processo di omogeneizzazione e livellimento lobotomizzante.
Quanlcuno, con ancora un po' di ottismo, dirà che oggi l'espressione culturale ha altre forme, sopratutto fra i giovani, rispetto all'ambito politico.
Forse su quest'ultima la sinistra dovrebbe riflettere un po' di più, ma ormai è un gerontocomio.
Avercene ancora intellettuali come Pasolini! ma perché non pensare a Italo Calvino, Sciascia, Moravia. Ormai c'è un totale imbarbarimento culturale che fa si che vengano additati come maitre a penser gente come Sgarbi col loro esibizionismo televisivo. Siamo ridotti proprio male.
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