il problema attuale non è più la lotta della democrazia contro il fascismo ma quello del fascismo nella democrazia (G. Galletta)

Amicus Plato, sed magis amica veritas



venerdì 18 settembre 2009

QUALCOSA SI MUOVE A SINISTRA, FUORI DAI RITUALI DI PARTITO

di Stefano De Cenzo* (fonte Manifesto del 17 settembre 2009)
Non ci sono solo i rituali appuntamenti dei grandi o piccoli partiti ad animare il dibattito politico di fine estate. Può accadere che in una piccolissima frazione di Perugia si lanci l'idea di un'assemblea nazionale per ricostituire - niente meno - la sinistra.È accaduto a Pretola, nell'ambito di «Sinistra in festa», una tre giorni di assemblee, dibattiti e spettacoli dall'11 al 13 settembre, organizzata dall'Associazione per la sinistra di Perugia, Sinistraplurale Umbra, C.D.R Segno Critico e Micropolis, mensile umbro di politica, economia e cultura, a cui hanno aderito da Libera a Emergency, da Asicuba all'Unione Atei. Con una partecipazione molto forte, a dimostrazione di quanto sia diffuso tra il popolo di sinistra il bisogno del confronto politico; messa in piedi a tempo di record, con pochissime risorse, grazie all'impegno di un tenace gruppo di compagne e compagni.La crisi economica e le sue conseguenze sul mondo del lavoro con particolare riguardo alla precarietà, lo smantellamento della scuola pubblica, la condizione dei migranti, i diritti umani: sono questi gli argomenti su cui ci si è confrontati. Uscire dall'isolamento, dare voce a chi non ne ha se non quando la sua condizione assume i caratteri della disperazione, dare rappresentanza alle istanze di chi paga di pù i costi della crisi: ecco i compiti della sinistra.Certo, rimane il problema fondamentale di come avviare un processo di ridefinizione, prima ancora che di ricomposizione, che ai più appare lungo e pieno di ostacoli. A questo tema è stato dedicato il dibattito conclusivo, a cui hanno partecipato Piero di Siena, presidente dell'Ars di Roma, Massimo Torelli, dell'Associazione per una sinistra unita e plurale di Firenze e Valentino Parlato, direttore del manifesto e che ha visto anche gli interventi di rappresentanti delle associazioni per la sinistra di Bologna, Foligno e Imola, dell'associazione Franco Sartori di Genova e Massimo Rossi, ex presidente della provincia di Ascoli. Proprio la vicenda di Rossi, già a capo di una coalizione di centrosinistra la cui divisione ha portato a due candidature contrapposte e alla vittoria del centrodestra, ha assunto un carattere paradigmatico dei nefasti effetti della lacerazione a sinistra. Per Piero Di Siena, il problema non può essere ridotto al tema delle alleanze, che rischierebbe di porre la sinistra in una posizione ancor più marginale, piuttosto è necessario promuovere argomenti che si impongano nel dibattito politico, costringendo le forze del centrosinistra a schierarsi: per esempio, una campagna per il blocco dei licenziamenti. La proposta di un'assemblea nazionale, da tenersi il 24 e 25 ottobre, è stata invece avanzata da Massimo Torelli il quale, rispondendo a chi ha paventato una forzata e dannosa stretta organizzativa, ha ribadito che la forma che il movimento intende darsi non può che essere quella della rete e che il raccordo nazionale darà forza e sostegno, soprattutto a chi opera nelle realtà minori. Valentino Parlato ha concluso insistendo sul fatto che il percorso non potrà che essere lungo: l'assemblea nazionale deve servire a mettere a confronto ciò che accade nelle diverse regioni, capire come sono cambiate, quali sono le dinamiche economiche e sociali. Insomma, vediamoci non tanto per parlare di noi, quanto di quello che accade intorno a noi. il manifesto è pronto a dare il proprio contributo.
* Micropolis

6 commenti:

Dario (Italianoallestero.com) ha detto...

No ho fiducia, scusami, mi sembra ottimista - anche troppo - come visione. Tutto, con il tempo, puo' nascere o rinascere ma la sinistra italiana ha le stesse possibilita' che quella di qualsiasi altro movimento politico italiano (compreso il fascismo).

Anche io, comunque, penso positivo.
Dopo 20 anni, per la prima volta, vedo il capo vacillare.

Blogger

loris ha detto...

stavamo scambiandoci i commenti,non è un problema di visione ottimistica, ho personalmente lavorato a questo progetto e la discriminante che si vuole portare avanti è quella diabbandonare logiche di partito novecentesche per affrontare percorsi partecipati e condivisi. Non mi interessa di sventolare una bandiera di sinistra, voglio fare cose di sinistra. La rete di cui si parla è in buona parte già esistente, ha solo la necessità di essere raccordata. Non so se ti è mai capitato di stare a Camogli, vicino Genova, era un borgo di pescatori e una cosa che fino a pochi anni fa mi destava curiosità e ammirazione erano i vecchi pescatori che rammendavano le loro reti. Ci vuole pazienza e l'apprendimento proviene dall'esperienza e dalla volontà.

Andrea De Luca ha detto...

davvero bello questo articolo
siamo ottimisti

Leandro Giovannini ha detto...

Fiducia e ottimismo ricambiati.

Redazione ha detto...

Ciao vorrei far parte del tuo réseau sul web.
il mio blog è osservatorepolitico.blogspot.com

ah, dimenticavo, ho catturato il tuo feed e pubblicato sul mio blog. Col tuo permesso...

l'O

loris ha detto...

@redazione, ti ho inserito nei miei link e ti ringrazio della pubblicazione.

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